ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00170

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 189 del 06/11/2023
Abbinamenti
Atto 7/00051 abbinato in data 15/11/2023
Atto 7/00181 abbinato in data 16/01/2024
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00052
Firmatari
Primo firmatario: CIANCITTO FRANCESCO MARIA SALVATORE
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 27/10/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MACCARI CARLO FRATELLI D'ITALIA 26/10/2023
VIETRI IMMA FRATELLI D'ITALIA 26/10/2023


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
10/04/2024
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 15/11/2023
CIANCITTO FRANCESCO MARIA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA
CAPPELLACCI UGO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
RICCIARDI MARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE
GIRELLI GIAN ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/01/2024
GIRELLI GIAN ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
 
PARERE GOVERNO 10/04/2024
GEMMATO MARCELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 10/04/2024
QUARTINI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
RICCIARDI MARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE
GIRELLI GIAN ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
CIANCITTO FRANCESCO MARIA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/11/2023

DISCUSSIONE IL 15/11/2023

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 15/11/2023

AUDIZIONE INFORMALE IL 22/11/2023

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/01/2024

DISCUSSIONE IL 16/01/2024

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/01/2024

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 10/04/2024

VOTATO PER PARTI IL 10/04/2024

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 10/04/2024

PARERE GOVERNO IL 10/04/2024

DISCUSSIONE IL 10/04/2024

IN PARTE APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 10/04/2024

CONCLUSO IL 10/04/2024

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00170
presentato da
CIANCITTO Francesco Maria Salvatore
testo di
Lunedì 6 novembre 2023, seduta n. 189

   La XII Commissione,

   premesso che:

    il 17 settembre si celebra la «Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita», al fine di aumentare la consapevolezza e l'informazione di operatori sanitari e pazienti e di diffondere la cultura della sicurezza delle cure quale parte costitutiva del diritto alla salute, come previsto dall'articolo 1 della legge 8 marzo 2017, n. 24 e in coerenza con gli indirizzi internazionali; la centralità della tematica della sicurezza delle cure nelle strategie di sviluppo di un'assistenza sanitaria e sociosanitaria «moderna» è stata posta nel 2023 anche dall'Oms quale priorità per ogni Stato membro nell'attuazione delle politiche sanitarie;

    in particolare, la centralità della persona assistita nella programmazione delle scelte sanitarie e il suo coinvolgimento nel processo assistenziale e di cura è un elemento imprescindibile in un sistema sanitario orientato al miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure;

    il paradosso di una medicina sempre più tecnologica ed efficace, ma sempre più distante dal paziente, ha determinato, suo malgrado, incrementi costanti delle situazioni conflittuali; oggi si parla, infatti, non solo del problema del contenzioso, ma di una vera e propria «questione medica», che se dovesse ulteriormente peggiorare determinerebbe un problema sanitario di vasta portata;

    comprendere i motivi della crisi della relazione medico-paziente, che negli ultimi anni si è deteriorata, non è così facile, ma quello che è certo è che gli esiti di questa crisi sono sfociati nella medicina difensiva, elusiva e astensiva per parte dei medici, con la riduzione dell'interesse degli stessi verso specialità considerate rischiose o incarichi rischiosi (pronto soccorso), con riduzione del personale sanitario, sottoposto a turni ancora più pesanti e ad aumenti della possibilità di rischio di errore;

    la «medicina difensiva» è identificabile in una serie di decisioni attive od omissive, consapevoli o inconsapevoli, e non specificatamente meditate, che non obbediscono al criterio essenziale del bene del paziente, bensì all'intento di evitare accuse per non avere effettuato tutte le indagini e tutte le cure conosciute o, al contrario, per avere effettuato trattamenti gravati da alto rischio di insuccesso o di complicanze;

    nel «primo rapporto sul sistema sanitario» promosso dall'Osservatorio salute, previdenza e legalità, l'Eurispes ha posto in evidenza come la medicina difensiva sia un fenomeno globale che affligge sul versante socio-economico quasi tutti i paesi occidentali e, più in generale, i Paesi sviluppati;

    dall'osservazione dei dati a livello internazionale è emerso che i medici adottano frequentemente atteggiamenti di tipo difensivo, prescrivendo esami e terapie non necessarie (cosiddetta medicina difensiva positiva) o evitando pazienti o procedure diagnostiche ad alto rischio (cosiddetta medicina difensiva negativa), con effetti devastanti sul sistema sanitario nazionale perché se da una parte porta a prescrivere esami inutili, costosi e talvolta invasivi, dall'altra tolgono spazio a chi di quegli esami avrebbe veramente bisogno, contribuendo ad allungare le liste di attesa;

    come accennato, tale fenomeno affonda le sue radici primarie nel crescente aumento delle richieste di risarcimento da parte dei pazienti contro i medici e contro le strutture sanitarie: +65 per cento in dieci anni;

    l'assenza di serenità dei medici sul lavoro, oggi, è un dato di fatto, causato purtroppo dai turni massacranti cui sono costretti dalla carenza di personale, ma anche dalla paura di essere denunciati dai pazienti per presunti casi di malasanità;

    il ricorso da parte dei medici a comportamenti «protettivi» come la medicina difensiva, e quindi alla richiesta di visite, esami o farmaci superflui da un punto di vista clinico ma utili in caso di contenzioso, risulta in forte crescita: secondo le recenti inchieste, sono circa 300 mila le cause per colpa medica, 35 mila ogni anno le richieste di risarcimento. La maggior parte riguarda l'attività chirurgica (38,4 per cento), omesse o errate diagnosi (20,7 per cento) errori terapeutici (10,8 per cento), infezioni nosocomiali (6,7 per cento);

    nonostante l'80 per cento delle cause intentate finisca in un'assoluzione o archiviazione, la preoccupazione e il malessere della classe medica è costante perché, comunque, le indagini vengono avviate e i processi continuano ad aver corso lasciando stremati i sanitari, costretti ad affrontare defatiganti difese in punto di fatto e di diritto e a fare ricorso a consulenti tecnici e avvocati specialisti del settore;

    tale fenomeno mette in seria crisi identitaria e di riconoscimento sociale la professione medica e contribuisce a far scricchiolare ancor di più il sistema sanitario nazionale;

    le conseguenze della medicina difensiva hanno, peraltro, un impatto sociale importante: dall'aggravio economico sul bilancio dello Stato (si stima che in Italia la medicina difensiva abbia un costo di 165 euro pro capite), senza che a ciò corrisponda un aumento di qualità e di sicurezza del Servizio sanitario nazionale, all'aumento dei premi assicurativi a carico del personale sanitario, sino ad arrivare alla conseguente limitazione del diritto alla salute riconosciuto dall'articolo 32 della nostra Costituzione;

    le ripercussioni in termini economici per il Ssn nel suo complesso sono rilevanti. Sebbene il costo della medicina difensiva non sia facilmente quantificabile, secondo stime recenti di AgeNaS, in Italia esso si aggirerebbe intorno al 10 per cento della spesa sanitaria complessiva, pari a circa 9-10 miliardi di euro l'anno (0,75 per cento del Pil); a ciò si aggiunga l'ulteriore considerazione che tutto questo costa a contribuenti 22,5 miliardi di euro l'anno, ossia il 15 per cento della spesa sanitaria annuale, condizionando gravemente l'attività assistenziale;

    il legislatore è intervenuto nel 2017 con la legge n. 24, conosciuta anche come legge «Gelli-Bianco», con l'obiettivo di ridefinire la responsabilità del personale sanitario operando un bilanciamento tra diritti in capo al medico e al paziente, introducendo garanzie e favorendo un cambio di prospettiva, come la prevenzione dei rischi e degli eventi avversi, istituendo un sistema nazionale, regionale e aziendale di monitoraggio e prevenzione del rischio clinico;

    se la legge n. 24 del 2017 ha avuto effetti positivi, non ha, però, segnato un decisivo deterrente alla litigiosità e a incidere sul fenomeno della medicina difensiva;

    la percezione di una prassi giurisprudenziale particolarmente rigorosa, sul terreno della responsabilità penale e civile, induce spesso i medici a modificare le proprie condotte professionali ponendosi come obiettivo primario la minimizzazione del rischio legale;

    un sistema professionale come quello medico, a rischio continuo di indagine penale, non è, però, un sistema più attento e diligente, ma è un sistema che riduce i rischi di chi agisce cercando maggiori tutele formali, anche a scapito dell'utenza;

    nel campo sanitario, così come in altri settori caratterizzati da attività a elevato rischio, occorre privilegiare le esigenze della prevenzione rispetto alla ricerca del colpevole, fermo restando il soddisfacimento del diritto dei danneggiati al risarcimento dei danni;

    in generale, è auspicabile la promozione di una cultura in cui gli operatori in prima linea non vengano puniti per le azioni, le omissioni o per le decisioni commisurate alla loro esperienza, ma esclusivamente per gli atti di negligenza, per le violazioni e le azioni distruttive considerate non tollerabili;

    per far fronte a tale problema e riportare maggiore tranquillità tra chi opera nelle corsie degli ospedali, è necessario la limitazione dei casi di punibilità penale del personale sanitario alle sole condotte caratterizzate da dolo o colpa grave, arginando, altresì, il ricorso alle liti temerarie;

    per cambiare le cose c'è bisogno, in sostanza, di mutare profondamente il paradigma di quella che è la colpa medica; il che non vuol dire rendere il medico impunito ove commetta un errore, ma limitare quell'errore ai casi di grave inadempimento professionale, prendendo in considerazione la specificità dell'atto medico;

    il contrasto al fenomeno della medicina difensiva passa, poi, anche e soprattutto da un intervento sociale e culturale di sistema, incentrato sul diritto a un'adeguata informazione dei cittadini sull'efficacia degli interventi sanitari, costruito mediante il dialogo tra il paziente e il medico. Un particolare sforzo, dunque, dovrà essere fatto in questa direzione;

    la serenità del medico nel suo operato è un patrimonio della comunità e in tal senso deve essere difesa, senza, ovviamente, limitare la piena tutela giuridica del paziente;

    la bussola di ogni intervento deve rimanere sempre e comunque l'articolo 32 della Costituzione, perché la Costituzione tutela il diritto alla salute di tutti e la sanità deve essere per tutti;

impegna il Governo:

   ad assumere ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, volta a bilanciare l'esigenza di salvaguardare gli operatori sanitari da iniziative giudiziarie arbitrarie e ingiuste con la necessità di tutelare i diritti dei pazienti che si ritengano danneggiati da episodi di negligenza medica;

   ad adottare quanto prima i decreti attuativi della cosiddetta legge «Gelli-Bianco»;

   a promuovere l'adozione nei singoli reparti di linee guida in materia di formazione dei professionisti e informazione ai pazienti sull'appropriatezza di esami diagnostici e terapie.
(7-00170) «Ciancitto, Maccari, Vietri».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

prodotto farmaceutico

conseguenza economica