ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00161

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 180 del 18/10/2023
Abbinamenti
Atto 7/00123 abbinato in data 16/11/2023
Atto 7/00130 abbinato in data 16/11/2023
Atto 7/00139 abbinato in data 16/11/2023
Firmatari
Primo firmatario: CAIATA SALVATORE
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 18/10/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIORDANO ANTONIO FRATELLI D'ITALIA 17/10/2023
LOPERFIDO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 18/10/2023
CALOVINI GIANGIACOMO FRATELLI D'ITALIA 18/10/2023


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Commissione: XIV COMMISSIONE (POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/11/2023
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/11/2023

DISCUSSIONE IL 16/11/2023

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/11/2023

AUDIZIONE INFORMALE IL 14/12/2023

AUDIZIONE INFORMALE IL 28/02/2024

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00161
presentato da
CAIATA Salvatore
testo di
Mercoledì 18 ottobre 2023, seduta n. 180

   Le Commissioni III e XIV,

   premesso che:

    nel corso dei processi di integrazione europea, i Balcani Occidentali, rappresentano uno dei tasselli mancanti per il suo completamento. Immaginare un'Europa unita che possa raccogliere al suo interno anime differenti tanto quanto l'estensione del continente europeo, rappresenterebbe il suo compimento, se non il perseguimento perfettibile di un progetto comunitario che trova nel nostro Paese uno dei suoi Paesi fondatori;

    l'evoluzione geopolitica del panorama internazionale evidenzia, con maggiore forza, la necessità di dotare l'Europa di un corpo saldo, capace di disinnescare conflitti e di prevenire minacce esterne sia di ordine economico quanto di natura bellica. Sebbene il nuovo secolo si presentava con la prospettiva di una maggiore distensione dei rapporti interni e internazionali, in seno al continente Europeo, all'indomani del conflitto Russo-Ucraino tali certezze sembrano essere venute meno, forzando la comunità internazionale, ma soprattutto i Paesi membri dell'Unione Europea, a domandarsi «come fare» per migliorare processi, strutture e assetti che possano garantire maggiore stabilità al suo interno e possano aprirsi a nuove integrazioni senza vedere minacciato il suo equilibro;

    i Balcani occidentali rappresentano, dunque, un'area di importante interesse per l'Italia, grazie al ruolo di protagonista che in questi anni essa ha esercitato nell'area, fautrice di importanti progressi nelle relazioni tra l'Unione europea e tutti i Paesi balcanici fino all'ingresso di Slovenia e Croazia nell'Unione europea e successivamente anche nell'area Schengen e nella zona euro;

    dopo le adesioni della Slovenia avvenuta nel 2004 e della Croazia avvenuta nel 2013, il Montenegro, la Serbia, la Repubblica di Macedonia del Nord e l'Albania risultano ad oggi essere Paesi candidati ufficiali. La Bosnia-Erzegovina ha inoltre ottenuto lo status di Paese candidato nel dicembre 2022, mentre il Kosovo è stato riconosciuto dalla Commissione europea come Stato potenzialmente candidato nel dicembre 2022. È innegabile come la spinta propositiva dell'adesione all'Unione europea consenta a questi Paesi da una parte di impegnarsi maggiormente per adeguare i rispettivi sistemi democratici agli standard europei riconosciuti, dall'altra, come la funzione cooperativa e di scambio di pratiche «know-how» tra i Paesi membri e quelli candidati, rafforzi maggiormente la partnership intra-europea costruendo basi solide già per il futuro dell'Unione;

    l'importanza dell'allargamento dell'Unione ai Balcani occidentali costituisce un tema cruciale per la politica estera del nostro Paese, come affermato dal nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha infatti ribadito la centralità dell'area nel corso della conferenza «L'Italia e i Balcani occidentali: crescita e integrazione», tenutasi a Trieste lo scorso 23 gennaio, alla Presenza del Ministro degli esteri Antonio Tajani;

    l'Europa, come ricordato dal Presidente Meloni, ha una grande responsabilità verso i Balcani. È necessario, dunque, che l'Unione europea sviluppi una nuova visione nei confronti di questa regione e metta l'allargamento ai Balcani occidentali tra le sue priorità. L'obiettivo di questo Governo è stato infatti fin da subito quello di portare «più Italia nei Balcani», grazie anche alla presenza sempre più crescente di aziende italiane e al rinnovato impegno ad investire nei settori strategici, come le infrastrutture e le reti energetiche, e lo sviluppo delle PMI. Pertanto, la riflessione sui Balcani Occidentali costituisce il punto di partenza fondamentale per poter discutere, all'interno delle istituzioni europee e del Parlamento italiano, delle modalità concrete per rilanciare l'azione dell'Italia in questa regione e per mettere a sistema le opportunità significative che i Balcani sono in grado di offrire alle nostre aziende e al continente europeo;

    il nostro Paese ha da sempre svolto un ruolo importante all'interno dell'area, grazie al suo impegno diplomatico e di difesa. In particolare, l'Italia è protagonista nelle numerose iniziative di cooperazione bilaterale, tra cui l'iniziativa centro-europea (InCE) che ha sede a Trieste. Il Governo italiano, infatti, ogni anno rinnova il suo impegno, facendo di tale iniziativa un importante catalizzatore e aggregatore di Paesi, tra cui quelli appartenenti ai Balcani occidentali, svolgendo così un importante funzione stabilizzatrice dell'area agendo da mediatore nei processi di integrazione europea;

    l'allargamento dell'Unione ai Paesi dei Balcani Occidentali deve, necessariamente, essere graduale e ponderata, ma ciò non deve diventare motivo di ostacolo o di rallentamento. È evidente come la progressiva integrazione all'interno della comunità europea debba riguardare solo ed esclusivamente Paesi dotati di democrazie stabili ed economie relativamente forti, dando all'Unione europea quel valore aggiunto al suo allargamento e allontanando da essa ogni fattore di futura instabilità al suo interno. Pertanto, a fronte di tale consapevolezza, maggiore deve essere il sostegno dei Paesi membri al perfezionamento degli sforzi fin qui compiuti dai Paesi dei Balcani occidentali al fine di allontanare ogni traccia di instabilità;

    nel giugno 2014 è stato concesso lo status di Paese candidato all'UE all'Albania. Nel luglio 2022 i negoziati di adesione per l'Albania e la Macedonia del Nord sono stati formalmente avviati e trattati congiuntamente in virtù di una raccomandazione positiva condivisa della Commissione, grazie anche al superamento di disaccordi tra la Macedonia del Nord e la Bulgaria riguardo all'identità, alla lingua e alla storia;

    nel dicembre 2022, a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e della decisione adottata dall'UE nel giugno 2022 di concedere lo status di Paese candidato alla Moldova e all'Ucraina, il Consiglio europeo ha deciso di concedere tale status anche alla Bosnia-Erzegovina;

    i negoziati di adesione per il Montenegro sono stati avviati nel giugno 2012. Ad oggi, dei 33 capitoli di negoziato vagliati, solo tre di essi sono stati provvisoriamente chiusi. L'adozione delle misure restrittive promosse dall'Unione europea verso la Russia e la Bielorussia, nonché l'assistenza all'Ucraina, costituiscono un ulteriore riprova della volontà ad aderire all'Unione da parte del Montenegro, in conformità allo spirito comunitario;

    la futura integrazione del Kosovo nell'UE, così come quella della Serbia, rimane strettamente legata all'attuazione del dialogo ad alto livello tra il Kosovo e la Serbia agevolato dall'UE, che dovrebbe portare a un accordo esaustivo e giuridicamente vincolante sulla normalizzazione delle loro relazioni. Il continuo stato di tensione tra i due Paesi è nuovamente esploso lo scorso 30 maggio a seguito dei risultati delle elezioni municipali al Nord del Kosovo ad alta densità serba, a danno anche dei nostri peacekeeper che operano in ambito della missione Nato Kfor, con il compito di mantenere pace e ordine nel Paese. Inoltre, il tasso di adeguamento della Serbia alle posizioni dell'Unione europea calcolato dalla Commissione è recentemente sceso al 45 per cento, complice anche i distinguo manifestati in politica estera, in occasione dell'aggressione russa all'Ucraina quando si è rifiutata di adottare qualsiasi sanzione contro la Federazione Russa e ha mantenuto salde le relazioni politiche con Mosca;

    il Parlamento europeo con una risoluzione del 18 gennaio 2023 ha confermato che l'indipendenza della Repubblica del Kosovo è irreversibile e ha ribadito l'invito ai cinque Stati membri che non l'hanno ancora riconosciuta a farlo con effetto immediato;

    il rafforzamento e perfezionamento dei processi di integrazione costituisce il migliore deterrente all'insorgere di nuove conflittualità all'interno dell'area. L'adeguamento democratico dei rispettivi sistemi, grazie a una maggiore omogeneità normativa, sarà la garanzia per la migliore integrazione possibile tra Paesi il cui portato storico ha causato inevitabilmente il mantenimento di determinate posizioni e conflitti, ma che grazie all'appartenenza condivisa alla comunità europea potranno finalmente trovare nel riconoscimento reciproco la possibilità di una coesistenza pacifica,

impegnano il Governo:

   a rafforzare il ruolo dell'InCE, come interlocutore di riferimento con l'Unione europea, tale da facilitare i processi di mediazione tra i Paesi dei Balcani occidentali e le istituzioni europee e garantirne il rafforzamento e la loro futura integrazione;

   a riaffermare il ruolo centrale dell'Italia nel processo di integrazione europea dei Paesi dei Balcani occidentali, ribadendo in tutte le sedi europee la priorità strategica che questa integrazione riveste non solo per il nostro Paese, ma soprattutto nel contesto internazionale conseguente alla aggressione russa all'Ucraina, tutelando l'area da future ingerenze esterne;

   a sostenere, nelle sedi europee, una più rapida e positiva conclusione del processo di adesione per i Paesi dell'area che, secondo il rapporto della Commissione europea, hanno completato gli adeguamenti richiesti conseguendo migliori standard democratici conformi all'Unione europea;

   a promuovere il dialogo tra i Paesi dell'area, valorizzando i punti di forza conseguenti al miglioramento delle relazioni reciproche e disinnescando le tensioni esistenti grazie alla prospettiva di una maggiore stabilità futura dovuta alla corretta integrazione degli stessi nell'Unione europea;

   a garantire lo scambio di pratiche «know-how» tra i rispettivi parlamenti, al fine di dotare i Paesi dell'area balcanica delle conoscenze e competenze necessarie all'adeguamento strutturale dei sistemi amministrativi e procedurali, garantendo un allineamento delle normative interne ad una maggiore prospettiva europea;

   a indirizzare gli sforzi diplomatici del nostro Paese affinché i Paesi dell'area possano, in materia di politica estera e di sicurezza, allinearsi maggiormente al posizionamento europeo;

   a sostenere, nelle sedi europee, l'attuazione della raccomandazione del 23 novembre 2022 del Parlamento europeo volta a superare il principio di unanimità in favore di un sistema di voto a maggioranza qualificata in settori legati al processo di adesione di nuovi Stati membri e a garantirne uno snellimento delle procedure.
(7-00161) «Caiata, Giordano, Loperfido, Calovini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

integrazione europea

istituzione dell'Unione europea

adesione all'Unione europea