ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00046

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 49 del 03/02/2023
Abbinamenti
Atto 7/00039 abbinato in data 15/03/2023
Atto 7/00072 abbinato in data 26/04/2023
Firmatari
Primo firmatario: ONORI FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/02/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ASCARI STEFANIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/01/2023
AMATO GAETANO MOVIMENTO 5 STELLE 25/01/2023
CHERCHI SUSANNA MOVIMENTO 5 STELLE 26/01/2023
FEDE GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 27/01/2023
LOMUTI ARNALDO MOVIMENTO 5 STELLE 03/02/2023
DELL'OLIO GIANMAURO MOVIMENTO 5 STELLE 16/02/2023


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/03/2023
ONORI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 15/03/2023
ROSATO ETTORE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
CALOVINI GIANGIACOMO FRATELLI D'ITALIA
AMENDOLA VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
BILLI SIMONE LEGA - SALVINI PREMIER
ONORI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 15/03/2023
SILLI GIORGIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 16/02/2023

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/03/2023

DISCUSSIONE IL 15/03/2023

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 15/03/2023

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/04/2023

AUDIZIONE INFORMALE IL 26/04/2023

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/04/2023

AUDIZIONE INFORMALE IL 27/04/2023

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00046
presentato da
ONORI Federica
testo presentato
Venerdì 3 febbraio 2023
modificato
Giovedì 16 febbraio 2023, seduta n. 53

   La III Commissione,

   premesso che:

    la guerra, esplosa nel 1991, tra Yerevan e Baku a seguito della dissoluzione dell'Urss, si è conclusa con il successo militare della parte armena e, nel maggio del 1994, è stato siglato a Bishkek un accordo per il cessate-il-fuoco;

    dal punto di vista dei principi, la Repubblica dell'Azerbaigian si è sempre appellata a quello di sovranità, integrità territoriale e inviolabilità delle frontiere, mentre la Repubblica d'Armenia ha, invece, sempre invocato quello di autodeterminazione dei popoli;

    negli anni, si sono poi ciclicamente verificati scambi di artiglieria dai due lati, quand'anche per un lungo periodo la perdurante tensione tra le parti sia stata percepita dall'esterno alla stregua di un «conflitto congelato»;

    a settembre 2020 ha preso il via, lungo la linea di contatto (Nagorno-Karabakh e distretti azeri contigui sotto controllo armeno), un nuovo conflitto ad alta intensità tra Armenia e Azerbaigian, con reciproci scambi di accuse sulle responsabilità originarie dello stesso;

    il 9 novembre 2020, una intesa trilaterale tra Azerbaigian, Armenia e Federazione Russa ha segnato la fine di quella che ormai viene considerata la seconda guerra del Nagorno-Karabakh, terminata con la vittoria dell'Azerbaigian che ha militarmente ottenuto il controllo dei distretti circostanti il Nagorno-Karabakh e una parte del Nagorno-Karabakh stesso, inclusa la città simbolo di Shusha;

    l'intesa di cui sopra, articolata in nove punti, oltre a contemplare l'entrata in vigore del cessate-il-fuoco, prevede la cristallizzazione di una nuova linea di contatto, la restituzione da parte armena dei distretti azeri circostanti il Nagorno-Karabakh occupati – senza veder pregiudicato il funzionamento del corridoio di Lachin che unisce l'Armenia al Nagorno-Karabakh – il dispiegamento di una forza di peacekeeping russa in parallelo al ritiro delle forze armene e la cui durata è fissata in 5 anni, rinnovabili;

    nonostante diversi timori e perplessità in merito ad alcuni punti della menzionata intesa, la comunità internazionale ha accolto positivamente la fine delle ostilità a seguito del cessate-il-fuoco raggiunto a novembre 2020 tra Yerevan e Baku, attraverso la mediazione russa;

    l'Unione europea, in particolare, aveva invitato tutte le parti a rispettare rigorosamente il cessate-il-fuoco per evitare ulteriori perdite di vite umane, chiedendo, al contempo, il ritiro completo e tempestivo di tutti i combattenti stranieri dalla regione;

    anche l'Italia, attraverso la nota della Farnesina dell'11 novembre 2020, ha salutato con favore l'intesa ed il ruolo costruttivo di mediazione svolto da Mosca alla ricerca di una soluzione negoziata al conflitto;

    tuttavia da novembre 2020 ad oggi si sono verificate importanti e molteplici violazioni del cessate-il-fuoco tra le forze in campo;

    dal 12 dicembre 2022, sedicenti ambientalisti azeri hanno bloccato il corridoio di Lachin ossia l'arteria strategica che collega il Nagorno-Karabakh all'Armenia, in tal modo impedendo il transito di persone e mezzi così come l'approvvigionamento di viveri, generi di prima necessità e medicinali. Di fatto i circa 120.000 armeni che vivono nel Nagorno-Karabakh si trovano isolati dal mondo, in una situazione insostenibile;

    negli eventi in corso si può leggere l'inizio di una nuova fase del conflitto, foriera di seria preoccupazione innanzitutto per le conseguenze umanitarie. I soggetti più vulnerabili sono i primi ad essere colpiti, si pensi solo al fatto che è divenuto praticamente impossibile il trasferimento di pazienti gravemente malati senza contare le numerose separazioni familiari in atto;

    a quanto descritto si aggiunge l'aggravante dell'interruzione da parte dell'Azerbaigian delle forniture di gas naturale verso il Nagorno-Karabakh: abitazioni, ospedali e scuole sono rimaste prive di riscaldamento;

    come evidenziato a livello europeo, sostenendo di fatto il blocco del corridoio di Lachin, l'Azerbaigian viola i suoi obblighi internazionali derivanti dalla dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, in base alla quale l'Azerbaigian è tenuto a garantire la sicurezza delle persone, dei veicoli e delle merci che circolano lungo il corridoio in entrambe le direzioni;

    in ragione della drammaticità degli eventi in corso, il 19 gennaio 2023, il Parlamento europeo ha approvato una significativa risoluzione sulle conseguenze umanitarie del blocco in Nagorno-Karabakh;

    si evidenzia, in particolare, che nel contesto di tale risoluzione viene anche condannata l'inazione delle «forze di pace» russe, ritenendo che debba essere negoziata con urgenza la loro sostituzione con le forze di pace internazionali dell'Osce, nel quadro di un mandato delle Nazioni Unite. Inoltre, viene chiesto che alle organizzazioni internazionali sia concesso un accesso senza ostacoli al Nagorno-Karabakh per valutare la situazione e fornire la necessaria assistenza umanitaria,

impegna il Governo:

   a invitare la Repubblica dell'Azerbaigian a rispettare e attuare pienamente la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, al fine di consentire l'immediata riapertura del corridoio di Lachin;

   a condannare fermamente, nelle opportune sedi nazionali e internazionali, quanto sta accadendo a danno della popolazione armena residente nel Nagorno-Karabakh;

   a prendere in considerazione quanto indicato nella menzionata risoluzione del Parlamento europeo e agire coerentemente con essa in tutti gli adeguati consessi internazionali;

   a valutare l'opportunità di convocare l'Ambasciatore della Repubblica dell'Azerbaigian in Italia, nell'intento di far percepire il forte interesse dell'Italia ad una celere risoluzione della crisi umanitaria in atto;

   ad adoperarsi nelle opportune sedi internazionali per rilanciare il processo negoziale volto al raggiungimento di un accordo di pace globale che garantisca i diritti e la sicurezza della popolazione residente nel Nagorno-Karabakh.
(7-00046) «Onori, Ascari, Amato, Cherchi, Fede, Lomuti, Dell'Olio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione PE

risoluzione

cessate il fuoco