ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00070

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 205 del 29/11/2023
Abbinamenti
Atto 6/00069 abbinato in data 31/01/2024
Atto 6/00071 abbinato in data 31/01/2024
Firmatari
Primo firmatario: BRUNO RAFFAELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/11/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 29/11/2023
SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 29/11/2023


Stato iter:
31/01/2024
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE VOTO 31/01/2024
Resoconto DE MONTE ISABELLA ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE
Resoconto PISANO CALOGERO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto PASTORELLA GIULIA AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE
Resoconto BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CANDIANI STEFANO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto GIORDANO ANTONIO FRATELLI D'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 31/01/2024
Resoconto SIRACUSANO MATILDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 31/01/2024

DISCUSSIONE IL 31/01/2024

NON ACCOLTO IL 31/01/2024

PARERE GOVERNO IL 31/01/2024

VOTATO PER PARTI IL 31/01/2024

RESPINTO IL 31/01/2024

CONCLUSO IL 31/01/2024

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00070
presentato da
BRUNO Raffaele
testo presentato
Mercoledì 29 novembre 2023
modificato
Mercoledì 31 gennaio 2024, seduta n. 237

   La Camera,

   esaminati congiuntamente il Programma di lavoro della Commissione per il 2023 – Un'Unione salda e unita (COM(2022) 548 final), la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2023 (Doc. LXXXVI, n. 1) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023-31 dicembre 2024) – Portare avanti l'agenda strategica elaborato dalle future presidenze spagnola, belga e ungherese e dall'alto rappresentante, presidente del Consiglio «Affari esteri» (10597/23);

   considerato che:

    la Relazione programmatica annuale rappresenta, insieme alla Relazione consuntiva e secondo l'impianto della legge 24 dicembre 2012, n. 234, il principale strumento per l'esercizio della funzione di partecipazione del Parlamento alla funzione di governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea;

    occorre sottolineare come la Relazione programmatica è stata trasmessa dal Governo con un ritardo di quasi sei mesi rispetto al termine di presentazione del 31 dicembre previsto dall'articolo 13, comma 1 della richiamata legge n. 234 del 2012 con la conseguenza che il Parlamento si ritrova ora ad esaminare e a esprimersi su orientamenti e priorità politiche relative non all'anno successivo ma a quello ormai in via di conclusione;

    è di tutta evidenza che un tale ritardo, attribuibile in primo luogo alla mancata presentazione nei tempi della Relazione programmatica da parte del Governo, impedisca di fatto di svolgere, nell'ambito dell'esame parlamentare, considerazioni di carattere generale sulle strategie politiche dell'Unione europea e sulle priorità del nostro Paese al riguardo e svuoti in gran parte di significato gli obiettivi che il Governo aveva indicato come prioritari nonché le azioni volte a perseguirli nel contesto del processo di integrazione europea per l'anno 2023, in via di conclusione;

    difatti, a causa del ritardo nell'esame congiunto, si osserva come molte delle iniziative contenute nel programma di lavoro della Commissione abbiano già ricevuto attuazione e la Relazione programmatica riporti, a sua volta, in molte parti, informazioni non aggiornate in merito alle richiamate specifiche iniziative, come per la presentazione di proposte legislative da parte della Commissione europea;

    a tal proposito, si ribadisce la necessità del rispetto delle tempistiche di presentazione della Relazione programmatica – nel più ampio contesto di un sistematico e tempestivo adempimento, da parte del Governo, degli obblighi informativi nei confronti del Parlamento, previsti dalla legge n. 234 del 2012, e delle prerogative parlamentari;

    con specifico riguardo ai contenuti della prima parte della Relazione programmatica, riferita alle questioni istituzionali, il Governo fa una disamina di alcune delle problematiche che affliggono l'attuale sistema di governance economica dell'Unione europea, la cui riforma è ancora in fase di stallo a causa dei ripetuti fallimenti dei negoziati politici sulla sua definizione, nonché della necessità di salvaguardare maggiormente gli investimenti digitali e verdi, senza fare però alcun riferimento agli investimenti nel settore della sanità e della cultura;

    il mancato raggiungimento di un accordo sulle proposte legislative di revisione della governance economica europea desta forti preoccupazioni in vista del rischio concreto di riattivazione dei vecchi parametri fiscali, considerato che all'inizio del prossimo anno verrà disattivata la clausola di salvaguardia generale del Patto, azionata da marzo 2020;

    il tema dell'aggiornamento e della revisione del quadro della governance economica europea rappresenta, pertanto, una questione cruciale nel dibattito europeo non più rinviabile a fronte della nuova realtà economica – pesantemente influenzata dalle crescenti tensioni e dai mutati scenari geo-politici internazionali – e da rilanciare il prima possibile per sostenere una crescita inclusiva e la sostenibilità di bilancio a lungo termine;

    nella relazione si accenna altresì alla revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 e alla connessa istituzione di nuove risorse proprie; è evidente come, gli ulteriori sviluppi della crisi pandemica, la crisi economica, la sfida migratoria, la guerra russa in Ucraina e la conseguente crisi umanitaria ed energetica, la rapida accelerazione dell'inflazione e dei tassi di interesse, le ripetute perturbazioni delle catene di approvvigionamento globale abbiano inciso, a partire dal 2020, anno della sua adozione, sul bilancio a lungo termine dell'Unione, con una serie di sfide senza precedenti;

    con riferimento ai contenuti della parte seconda della relazione, riferita alle politiche strategiche, il documento dà conto, tra le altre, delle iniziative dell'Unione europea per l'attuazione del Green Deal e per l'adozione del pacchetto climatico Fit for 55, quale strumento per il mantenimento degli impegni presi con l'Accordo di Parigi e reso vincolante dalla legge per il clima, finalizzato ad allineare la normativa vigente in materia al nuovo obiettivo di riduzione, entro il 2030, delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, con l'obbiettivo di arrivare alla «carbon neutrality» per il 2050;

    le proposte facenti parte del citato pacchetto, strettamente interconnesse e complementari, intervengono in una serie di settori: clima, energia e combustibili, trasporti, uso del suolo e silvicoltura e, tra queste, il punto focale è il riesame della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia (Epbd), con la quale si intende delineare strumenti ad hoc per raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050;

    in particolare, la direttiva europea sull'efficienza energetica costituisce un tassello cruciale nel quadro della legislazione europea, preposta a garantire il rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione e delle esigenze ambientali dell'Unione europea, aggiornando continuamente i suoi termini nella continua necessità di regolare le performance degli edifici, contenere le emissioni di gas serra, contribuire allo sviluppo dell'efficienza energetica e alla generazione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta anche di una delle leve necessarie per attuare la strategia «ondata di ristrutturazioni» (Renovation wave), pubblicata nell'ottobre 2020, mediante misure concrete di regolamentazione, finanziamento e sostegno volte a raddoppiare il tasso annuo di ristrutturazione energetica degli edifici entro il 2030 e a incoraggiare ristrutturazioni profonde per edifici a ridotto o nullo consumo di energia;

    come noto, l'Europa ha attraversato nel 2023 una crisi energetica senza precedenti: nonostante le misure messe in atto per contenere l'aumento dei prezzi e garantire ai cittadini la sicurezza dell'approvvigionamento occorre una prospettiva condivisa a livello europeo per continuare ad accelerare sulla diffusione delle energie rinnovabili ed abolire progressivamente il gas, rendere le bollette dei consumatori meno dipendenti dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, garantire una maggiore autonomia sul fronte energetico, anche mediante il rafforzamento delle strategie di diversificazione degli approvvigionamenti e la realizzazione di nuove ed efficienti reti energetiche transeuropee, in linea con il Green Deal europeo e il piano REPowerEU;

    il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il 16 ottobre 2023 conclusioni che fungeranno da posizione negoziale generale dell'Unione europea per la 28a conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop28) nelle quali in particolare chiede con un'urgenza un'azione più determinata e maggiore ambizione a livello mondiale in questo decennio critico, in linea con le relazioni del Gruppo intergovernativo di esperti (Ipcc), sottolineando che per limitare il riscaldamento a circa 1,5° C è necessario raggiungere il picco globale delle emissioni di gas a effetto serra al più tardi entro il 2025 e ridurle del 43 per cento entro il 2030 e del 60 per cento entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019;

    nelle conclusioni si sottolinea altresì che il passaggio a un'economia climaticamente neutra richiede la graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo; in tale contesto viene ribadita l'importanza di eliminare i combustibili fossili dal settore energetico ben prima del 2050 e l'importanza di realizzare un sistema energetico globale completamente o prevalentemente decarbonizzato già negli anni 2030; infine, nelle conclusioni si chiede la progressiva eliminazione, prima possibile, delle sovvenzioni ai combustibili fossili che non affrontano le questioni della povertà energetica o di una transizione giusta;

    nell'ambito del Green Deal europeo, si inserisce anche la strategia «Farm to Fork» ed in particolare l'annuncio della Commissione europea di revisionare entro il 2023, oltre che la legislazione sull'etichettatura dei prodotti alimentari, anche quella relativa al benessere animale, inerente alle condizioni degli animali negli allevamenti, durante il trasporto e nel momento dell'abbattimento;

    nella strategia Farm to Fork vengono altresì identificate le proteine alternative, cui appartengono le carni vegetali e coltivate, come un'importante area di intervento e di investimento grazie al ruolo cruciale che queste rivestono per il conseguimento dei target climatici;

    in materia di giustizia, la Relazione programmatica richiama espressamente il pacchetto di riforme antiriciclaggio presentato dalla Commissione europea nel luglio 2021: la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo è fondamentale per garantire la stabilità finanziaria e la sicurezza in Europa e, a tal fine, la Commissione propone, al centro del pacchetto legislativo, la creazione di una nuova autorità antiriciclaggio dell'Unione europea che trasformerà la vigilanza AML/CFT e rafforzerà la cooperazione tra le Unità di informazione finanziaria, operando in coordinamento con le autorità nazionali ai fini della tutela della sicurezza e della stabilità finanziaria;

    tra le nuove iniziative annunciate dall'Esecutivo europeo, particolare rilievo assume inoltre la proposta di direttiva n. COM(2023)234 final che stabilisce norme minime relative alla definizione dei reati e sanzioni in materia lotta contro la corruzione, vincolando gli Stati membri all'adozione di norme di armonizzazione minima delle fattispecie di reato riconducibili alla corruzione e delle relative sanzioni, nonché di misure per la prevenzione del fenomeno corruttivo e di strumenti per rafforzare la cooperazione nelle relative attività di contrasto. Tale proposta di direttiva assume un forte rilievo soprattutto per l'Italia, considerato che è interesse nazionale rafforzare gli strumenti di prevenzione e lotta alla corruzione, disponendo il nostro Paese di un'Autorità anticorruzione indipendente come Anac, di fatto il modello che l'Unione europea ha preso a riferimento;

    la Relazione richiama inoltre diverse iniziative UE in tema di fiscalità, tra cui la strategia per una tassazione societaria equa e per contrastare efficacemente l'elusione fiscale; la proposta di direttiva finalizzata all'uso improprio di entità di comodo ai fini fiscali; il pacchetto IVA nell'era digitale; l'adeguamento della fiscalità in materia di tabacchi; la proposta di direttiva in materia di cooperazione amministrativa;

    rispetto alla dimensione del Pilastro europeo dei diritti sociali e alle implicazioni richiamati nella Relazione in merito alla promozione di azioni tese a favorire la conciliazione vita-lavoro, si evidenzia come il lavoro sia uno degli ambiti in cui i divari di genere sono più visibili e che in Italia solo poco più di una donna su due ha un lavoro, con un tasso di occupazione femminile del 51,1 per cento, ben al disotto della media europea del 65 per cento;

    per contrastare il fenomeno del «lavoro povero», l'Unione europea ha approvato la direttiva (UE) n. 2022/2041 del 19 ottobre 2022, finalizzata all'introduzione di un salario minimo adeguato per i lavoratori nell'Unione, norma che avrebbe dovuto essere correttamente recepita dagli Stati membri entro il 15 novembre 2024; l'Italia è infatti uno dei pochissimi Paesi dell'Unione europea a essere sprovvisti di una normativa sul salario minimo, insieme a Svezia, Finlandia, Danimarca, Austria e in parte Cipro, dove la protezione del salario minimo è fornita esclusivamente dai contratti collettivi;

    con riferimento alla sezione dedicata alla Promozione del nostro stile europeo, vengono incluse nella Relazione alcune delle iniziative ritenute strategiche rispetto ai programmi stabiliti dall'Unione europea al fine di promuovere l'innalzamento della qualità e l'inclusività dei sistemi educativi, l'apprendimento permanente e lo sviluppo delle competenze, anche attraverso la mobilità per l'apprendimento, il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche dei Paesi terzi, secondo le iniziative dell'Unione per la creazione di uno Spazio europeo dell'istruzione – da realizzare entro il 2025;

    relativamente al tema migratorio, sono attualmente in corso i negoziati tra il Consiglio e il Parlamento europeo su una serie di dossier per riformare l'attuale quadro legislativo europeo in materia di asilo e migrazione, al fine di addivenire all'adozione di un nuovo quadro regolatorio prima delle elezioni europee del giugno 2024. Nel nuovo Patto europeo sulle migrazioni, in realtà non vengono superate le criticità ataviche dell'attuale sistema comune di asilo e dei cosiddetti regolamenti di Dublino: non viene intaccato il principio del Paese di primo ingresso che attribuisce ai paesi di frontiera la responsabilità di gestire le domande di asilo e l'obbligatorietà della redistribuzione dei migranti in tutti gli Stati membri, in una visione solidaristica del fenomeno migratorio che viene di fatto sterilizzata dalla possibilità di prevedere un pagamento pari a 20 mila euro da destinare al Fondo comune per la gestione delle frontiere interne per ogni migrante non accolto;

    nella parte terza della Relazione dedicata alla dimensione esterna dell'Unione europea, il Governo auspica in riferimento al conflitto russo-ucraino un ruolo attivo e determinante dell'Unione europea a sostegno degli sforzi di pace. Ciononostante, si ravvisa un totale stallo degli interventi diplomatici per giungere a una soluzione di pace, cristallizzando di fatto gli interventi a sostegno dell'Ucraina nel mero invio di armamenti;

    con riferimento al processo di allargamento e vicinato, si evidenzia come la regione dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Kosovo), non ultimo alla luce dei molteplici risvolti connessi alla guerra di aggressione russa in Ucraina, risulta essere strategica per gli equilibri dell'intero continente europeo in termini di pace, stabilità e sicurezza ma che i progressi nelle riforme di adesione all'Unione europea di tale regione abbia subito una notevole battuta d'arresto;

    la Relazione si conclude con una breve analisi sulla necessità di adeguare periodicamente il diritto interno a quello unionale e ridurre le procedure di infrazione. Nonostante l'impegno proferito dal Governo nella Relazione per assicurare tale adeguamento periodico attraverso i disegni di legge europea e di delegazione europea l'Esecutivo ha presentato alle Camere il disegno di legge di delegazione europea 2023 con notevole ritardo rispetto alla tempistica dettata dall'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, impedendo di fatto il regolare e tempestivo esame parlamentare del suddetto disegno di legge, peraltro ancora in attesa di approvazione,

impegna il Governo:

   1) a dare un sistematico e tempestivo adempimento agli obblighi informativi e di coinvolgimento previsti dalla legge n. 234 del 2012 nei confronti del Parlamento, finalizzati ad un esame regolare e appropriato, da parte degli organi parlamentari competenti, dei progetti di atti e documenti dell'Unione europea di volta in volta in discussione in sede europea, per contribuire alla definizione delle politiche dell'Italia nelle sedi decisionali dell'Unione europea e migliorare altresì il processo di partecipazione democratica all'Unione;

   2) a rafforzare e a promuovere gli strumenti di partecipazione attiva del Parlamento italiano alla definizione delle politiche dell'Unione europea, con particolare riguardo alla sessione europea di fase ascendente, che coinvolga tutte le istituzioni, al fine di poter rappresentare, in sede unionale, le reali necessità dei cittadini italiani, in un'ottica di dialogo rinforzato e di contributo al processo di democratizzazione dell'Unione europea;

   3) in merito agli aspetti relativi alla governance economica, nell'ambito del processo di riforma in corso delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, a lavorare per il superamento degli ormai irrealistici parametri quantitativi del 3 per cento e del 60 per cento, privi di una reale giustificazione economica e spesso oggetto di critiche, con il conseguente superamento della fase preventiva e quella correttiva del PSC, la cui applicazione si è dimostrata a più riprese incoerente, e garantire altresì un'applicazione omogenea della procedura per gli squilibri macroeconomici, al fine di affrontare adeguatamente il fenomeno della pianificazione fiscale aggressiva e gli eccessivi surplus di specifici Stati membri, prevedendo, inoltre, percorsi di rientro dal debito realistici che tengano conto delle specificità degli Stati membri e del loro quadro macroeconomico complessivo e, inoltre, superando l'utilizzo prevalente di indicatori non osservabili come il saldo strutturale, al fine di ancorare la sorveglianza macroeconomica a indicatori direttamente osservabili e misurabili;

   4) prevedere altresì nell'ambito dei negoziati in corso, lo scorporo dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall'attuale quadro di bilancio – tra i quali gli investimenti destinati all'istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei – nonché esentare, dalla regola di spesa, gli investimenti finanziati dai prestiti del programma Next Generation EU che promuovono gli obiettivi a lungo termine dell'Unione europea, per rendere l'economia e il sistema energetico dell'Unione europea più competitivi, sicuri, omogenei e sostenibili; a scongiurare, nell'ambito dei negoziati sulla nuova governance economica europea, il rischio che la spesa per la difesa, in particolare quella destinata alla produzione di armamenti, venga esclusa dai vincoli europei di bilancio;

   5) a proseguire i negoziati in corso sulla revisione intermedia del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 congiuntamente all'esame delle proposte per l'istituzione di nuove risorse proprie – strutturate come durature, eque e che possano contribuire a promuovere le priorità politiche dell'Unione – per adeguare il bilancio dell'Unione alle nuove sfide globali e garantendo al contempo un bilancio di dimensioni adeguate, per consentire il finanziamento delle nuove priorità, senza compromettere l'efficacia delle politiche tradizionali, e che disponga di appropriati margini di flessibilità, anche per poter reagire in futuro adeguatamente e tempestivamente alle eventuali emergenze ambientali, sociali e alle crisi internazionali;

   6) in tema di politiche ambientali, a sostenere ogni iniziativa finalizzata alla decarbonizzazione dell'economia fissando come obiettivo la neutralità climatica entro il 2050, assicurando sistemi energetici competitivi e sicuri, attraverso un percorso condiviso e sostenibile sul piano economico ed energetico, promuovendo tale percorso anche a livello europeo ed internazionale, sia in riferimento all'agenda della Presidenza italiana del G7 nel 2024, sia in riferimento all'Accordo di Parigi;

   7) a proseguire i negoziati in sede europea per la revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia e il sostegno all'individuazione di adeguate misure per il raggiungimento degli obiettivi di ristrutturazione ed efficientamento energetico del parco immobiliare nazionale, anche in vista dell'obiettivo di neutralità climatica al 2050;

   8) ad intraprendere nelle opportune sedi istituzionali, nazionali ed europee, le misure necessarie atte a sollecitare l'urgenza di una rapida revisione dell'attuale legislazione dell'Unione europea sul benessere animale nonché il celere prosieguo dei negoziati e della relativa procedura legislativa da parte delle istituzioni europee e degli Stati nazionali;

   9) a trasmettere altresì con urgenza alla Commissione europea, nei rispetto della direttiva 2015/1535, la notifica TRIS precedentemente ritirata, inerente alle conseguenze derivanti dal divieto di vendita, importazione e produzione della cosiddetta carne coltivata in termini di limitazione della libera circolazione delle merci e del mercato interno, al fine di scongiurare l'apertura di una potenziale procedura di infrazione a carico dell'Italia per violazione del diritto eurounitario;

   10) ad assumere tutte le necessarie iniziative di competenza per sostenere e promuovere nelle opportune sedi istituzionali, nazionali ed europee, la designazione dell'Italia quale Paese candidato a sede ospitante dell'istituenda Autorità europea antiriciclaggio, individuando, in particolare, la città di Roma quale sede preferenziale per ospitare l'Autorità, sostenendone la candidatura in ragione dell'esperienza maturata dal nostro Paese nella lotta alla criminalità organizzata, al terrorismo domestico ed internazionale, nonché dell'efficacia delle attività delle singole autorità italiane competenti in materia di antiriciclaggio;

   11) ad intraprendere tutte le necessarie iniziative, nelle opportune sedi istituzionali nazionali ed europee, volte ad una rapida approvazione della proposta di direttiva UE 2023/0135 (COD) in materia di lotta contro la corruzione, al fine di rafforzare ulteriormente i meccanismi per la prevenzione e lotta alla corruzione, ampliando l'ambito di azione rispetto al singolo Stato ed estendendolo a tutta l'Unione europea;

   12) in linea con gli orientamenti e i princìpi sanciti dall'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), potenziare le misure di contrasto all'economia digitale sommersa, e introdurre nuove forme di imposizione applicabili all'effettivo valore economico delle attività innovative caratterizzate dalla dematerializzazione delle attività, a partire da quelle svolte dai gruppi multinazionali di imprese operanti sul territorio nazionale, garantendo un livello minimo di tassazione effettiva nel territorio dello Stato, anche in recepimento dei princìpi di cui alla direttiva (UE) 2022/2523;

   13) ad adottare tutte le iniziative, anche normative, finalizzate, nel quadro del rafforzamento dell'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne, a facilitare la conciliazione dei tempi vita-lavoro, attraverso il potenziamento dei servizi di cura per l'infanzia e il riequilibrio del sistema dei congedi;

   14) ad assicurare, in linea con gli impegni assunti in sede unionale, il corretto recepimento nell'ordinamento nazionale – nel primo provvedimento utile – della direttiva (UE) 2022/2041, al fine di favorire, in attuazione dell'articolo 36 della Costituzione, l'effettiva realizzazione di un mercato del lavoro più inclusivo, equo e paritario, abbattendo le disuguaglianze, anche in termini di divario retributivo di genere;

   15) a dare priorità al tema dell'istruzione, dell'educazione e della formazione, in linea con i principali programmi stabiliti dall'Unione europea e con l'iniziativa finalizzata alla creazione di uno Spazio europeo dell'istruzione entro il 2025, al fine di restituire peso e valore all'istruzione scolastica, per promuovere la formazione degli insegnanti, per valorizzare la professionalità docente e per sostenere l'innovazione didattica e organizzativa, nella consapevolezza che la scuola debba rappresentare uno dei più importanti fattori di crescita del Paese, garantendo il diritto allo studio e la garanzia di accesso per tutti e a tutti i livelli di istruzione;

   16) ad adottare misure in armonia con la Strategia europea per la gioventù, in particolare con riguardo alla partecipazione dei giovani e delle organizzazioni giovanili alla vita democratica, sociale e culturale del Paese, e a promuovere, nell'ambito dell'adozione di politiche pubbliche, sia nazionali che di respiro europeo, con particolare riferimento ai settori della salute, dell'istruzione, della formazione, del lavoro, del sistema previdenziale e fiscale, valutazioni d'impatto sulle giovani generazioni;

   17) con riferimento alle politiche relative alla gestione dei flussi migratori e all'asilo, a sostenere, nelle more dell'approvazione del nuovo Patto europeo sulla migrazione, il superamento dell'attuale disciplina della gestione dei flussi migratori, basata su uno strumento, il Regolamento di Dublino, penalizzante per i paesi di primo approdo come l'Italia per arrivare ad una redistribuzione con quote obbligatorie di migranti per tutti gli Stati europei, con sistemi solidaristici automatici e non volontari che, se così non fosse, renderebbe di fatto il nuovo Patto europeo sulla migrazione e l'asilo una non-riforma del sistema vigente;

   18) con riguardo alle operazioni di salvataggio in mare, sia in condizioni di particolare emergenza che in condizioni ordinarie, in particolare per quel che riguarda il soccorso a imbarcazioni di migranti, a lavorare per un cambio di prospettiva che miri a considerare frontiere europee le frontiere marittime, in modo da assicurare una gestione più stabile e più solidale tra Stati membri di coloro che arrivano nel territorio dell'Unione europea dopo essere stati salvati in mare, al fine di prevenire situazioni di estrema criticità, infrastrutturale, sociale e umanitaria per le isole di frontiera, come Lampedusa;

   19) a rafforzare la cooperazione dell'Unione europea con le Nazioni Unite, in particolare con l'UNHCR e con l'OIM, per incentivare corridoi umanitari sicuri per l'arrivo in territorio europeo al fine di garantire l'assistenza umanitaria necessaria e il rispetto dei diritti umani dei migranti e promuovere canali di ingresso legali nell'Unione europea attraverso una progressiva programmazione di flussi di lavoratori a livello europeo;

   20) in relazione ai conflitto russo-ucraino, a profondere il massimo sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale;

   21) ad intraprendere tutte le azioni necessarie atte a scongiurare la distrazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore del co-finanziamento dell'industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell'economia del Paese provato dalla recente pandemia e non uno strumento di supporto ad una economia di guerra;

   22) sull'importanza del processo di allargamento per la costruzione di un'Europa più forte, ad adoperarsi, negli opportuni consessi nazionali, europei e internazionali, al fine di rilanciare fermamente il processo di allargamento dell'Unione europea per quanto concerne i Balcani occidentali, in particolare verso quei Paesi che hanno mostrato un pieno allineamento nel campo della politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, dimostrando geopoliticamente maggiore solidarietà e vicinanza nei confronti delle nostre sensibilità;

   23) a incrementare gli sforzi per la definizione e la risoluzione delle procedure di infrazione attualmente a carico dell'Italia, ai sensi degli articoli 258 e 260 del TFUE, ponendo una particolare attenzione alla fase informativa e di coinvolgimento attivo delle Camere, in merito all'avvio o agli sviluppi delle procedure di infrazione e di pre-infrazione EU-Pilot, in coerenza con il dettato dell'articolo 15 della legge n. 234 del 2012, al fine di assicurare una sostanziale riduzione delle procedure di infrazione ed evitare effetti finanziari negativi a carico della finanza pubblica;

   24) in vista della presentazione della prossima Relazione programmatica 2024, ad adoperarsi, nelle opportune sedi istituzionali, affinché si delinei una strategia europea strutturata su politiche comuni di ampio respiro e che sia adeguata alle attuali sfide della crescita e all'esigenza di equilibrio fra la riduzione e la condivisione dei rischi da parte di tutti gli Stati membri.
(6-00070) «Bruno, Scutellà, Scerra».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

relazione

politica comunitaria