ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00045

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 151 del 01/08/2023
Abbinamenti
Atto 6/00043 abbinato in data 01/08/2023
Atto 6/00044 abbinato in data 01/08/2023
Atto 6/00046 abbinato in data 01/08/2023
Atto 6/00047 abbinato in data 01/08/2023
Firmatari
Primo firmatario: BRAGA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 01/08/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 01/08/2023
PAGANO UBALDO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 01/08/2023
IACONO GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 01/08/2023
MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 01/08/2023


Stato iter:
01/08/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 01/08/2023
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PNRR)
 
INTERVENTO GOVERNO 01/08/2023
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PNRR)
 
DICHIARAZIONE VOTO 01/08/2023
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO MISTO-+EUROPA
Resoconto MANES FRANCO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto LUPI MAURIZIO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto BONETTI ELENA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto PELLA ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto APPENDINO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CANDIANI STEFANO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SCHLEIN ELLY PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto GARDINI ELISABETTA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/08/2023

NON ACCOLTO IL 01/08/2023

PARERE GOVERNO IL 01/08/2023

DISCUSSIONE IL 01/08/2023

RESPINTO IL 01/08/2023

CONCLUSO IL 01/08/2023

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00045
presentato da
BRAGA Chiara
testo di
Martedì 1 agosto 2023, seduta n. 151

   La Camera,

   premesso che:

    1) la piena attuazione del PNRR rappresenta una prova fondamentale per la credibilità e l'affidabilità dell'Italia nel contesto internazionale. La rinuncia, anche parziale al conseguimento degli obiettivi e delle riforme del PNRR avrebbe ricadute negative per il nostro Paese, a partire dalle trattative in corso nelle sedi istituzionali UE relativamente al nuovo Patto di stabilità, sulle previsioni programmatiche relative al PIL e alle altre variabili macroeconomiche e di finanza pubblica, nonché sui mercati finanziari internazionali per la collocazione dei titoli del debito pubblico;

    2) al nostro Paese sono stati riconosciuti oltre 191 miliardi di euro per l'attuazione del PNRR, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. La sua attuazione prevede un percorso serrato fino al 30 giugno 2026, con scadenze concordate con la Commissione europea a cui sono legate le 10 rate di erogazione di risorse fondamentali per il raggiungimento di tutti gli obiettivi qualitativi e quantitativi (milestone e target) obbligatori del PNRR, irrinunciabile occasione per dare slancio alla nostra economia;

    3) le prime due relazioni al Parlamento sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza hanno certificato il pieno conseguimento di tutti gli obiettivi e le riforme concordate entro i termini previsti, ossia 51 traguardi e obiettivi da conseguire entro il 31 dicembre 2021 e dei 45 per il primo semestre 2022. Conseguentemente sono state erogate le due rate del PNRR, per un ammontare complessivo di 42 miliardi di euro, cui si sommano i 24,9 miliardi di prefinanziamento;

    4) il 30 dicembre 2022 il Governo italiano ha comunicato di aver raggiunto i 55 traguardi obiettivi del PNRR per il secondo semestre 2022 e ha inviato alla Commissione europea la richiesta di pagamento della terza rata del valore di 19 miliardi di euro, su cui sono state avviate le valutazioni da parte della Commissione europea che si sono protratte a fronte di mancate soluzioni ai rilievi formulati;

    5) in pochi mesi la positiva dote, anche reputazionale, lasciata dai precedenti Governi è stata dilapidata, a causa delle incertezze del Governo in carica che, anziché monitorare l'avanzamento dell'attuazione del PNRR da parte delle amministrazioni pubbliche e velocizzare le procedure – anche riconsiderando pochi e limitati obiettivi con il concorso di tutte le forze politiche alla luce del mutato quadro internazionale – ha perso tempo con vaghi annunci circa l'«impossibilità» di raggiungere gli obiettivi entro il 2026, «spostamenti» di opere sulle altre fonti di finanziamento e «smantellamenti», cui non è seguito nessun atto concreto;

   6) avventata è invece stata la scelta di modificare la governance, con il decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, pur di rimarcare la discontinuità politica e amministrativa rispetto al passato: le tempistiche di avvio e l'incerto funzionamento della nuova governance hanno comportato un ulteriore rallentamento operativo, con conseguenti ricadute sull'intero processo di attuazione degli interventi già previsti e da attuare;

    7) la terza relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza, aggiornata al 31 maggio 2023, con informazioni relative ai risultati conseguiti per il secondo semestre del 2022 e agli obiettivi del primo semestre 2023, è stata comunicata alla Presidenza il 7 giugno 2023, ossia meno di un mese prima della scadenza del primo semestre del 2023;

    8) la relazione ha certificato il grave ritardo accumulato dal Governo nell'attuazione del PNRR e l'insufficiente informazione e trasparenza sulla situazione in essere, non contenendo valutazioni dettagliate sullo stato di avanzamento degli interventi e sull'entità e sulle cause dei ritardi per ciascuna misura, riportando un quadro generale di informazioni ampiamente superate e risultando lacunosa sotto molti aspetti; la trasmissione della relazione non ha dunque rappresentato l'auspicato miglioramento sotto il profilo del coinvolgimento del Parlamento e della qualità delle informazioni a sua disposizione, e tale grave situazione si è protratta fino ad oggi;

    9) il 30 giugno 2023 è inoltre scaduto il quarto semestre di attuazione del PNRR, senza il pieno conseguimento dei 27 traguardi e obiettivi previsti ai fini dell'erogazione della quarta rata da cui dipende l'assegnazione al nostro Paese di ulteriori 16 miliardi; dopo la scadenza di tale termine, l'11 luglio 2023, è stata avanzata alla Commissione europea la richiesta di modificare 10 di questi 27 interventi da realizzarsi nel primo semestre 2023, peraltro non del tutto coincidenti con quelli critici indicati nella terza relazione;

    10) successivamente, e nel silenzio sul punto del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, audito il 19 luglio 2023 in Parlamento nell'ambito dell'esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il 20 luglio 2023 è stata formalizzata anche una proposta di modifica in materia di alloggi per studenti, la cui mancata realizzazione ha bloccato finora l'erogazione della terza rata; la modifica comporta la riduzione di circa 500 milioni dell'importo previsto per la terza rata e lo slittamento dell'obiettivo alla quarta rata, portando a 28 (in luogo di 27) il numero dei traguardi e obiettivi del primo semestre 2023, che in ogni caso è già scaduto;

    11) nonostante le reiterate richieste, il Parlamento non è stato finora coinvolto e informato, in alcun modo, né sulle proposte di modifica al PNRR, né tantomeno sull'inserimento, ai sensi del nuovo regolamento (UE) 2023/435, dell'apposito capitolo dedicato al piano «REPowerEU», e ciò nonostante che l'articolo 9-bis, comma 2, del decreto-legge n. 152 del 2021, convertito dalla legge n. 233 del 2021, stabilisca che nell'ipotesi in cui il Governo italiano intenda presentare alla Commissione europea, ai sensi dell'articolo 21 del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, un PNRR modificato o un nuovo PNRR, deve trasmettere la proposta del Piano modificato o del nuovo Piano alle Camere, prima del suo invio alla Commissione europea e «in tempo utile per consentirne l'esame parlamentare»;

    12) le proposte per la revisione del Piano sono infatti giunte alle Camere solamente il 27 luglio, dopo innumerevoli annunci, ma senza mai fornire la documentazione, le relazioni e le schede progetto, ivi comprese quelle del capitolo dedicato al piano REPowerEU, che rendessero chiare le modifiche che il Governo avrebbe inteso apportare al PNRR;

    13) la necessità di improntare le relazioni con il Parlamento, in vista della revisione del PNRR, alla massima trasparenza, alla massima condivisione e alla chiarezza di proposte è stata dunque fin qui ampiamente smentita, precludendo alle Camere un esame approfondito, di merito, circa le proposte di revisione;

    14) tale mancato coinvolgimento del Parlamento nel processo di controllo e verifica sull'attuazione del PNRR, e soprattutto sulle modifiche che il Governo intende apportarvi, senza alcun rispetto della leale collaborazione tra le istituzioni dello Stato, tanto più necessaria perché il PNRR e il suo successo o insuccesso non riguardano una maggioranza o un governo ma l'intero Paese, risulta estremamente grave, anche considerando l'entità delle modifiche proposte: cambiati 144 obiettivi su 349, introdotto il nuovo capitolo su REPowerEU, e misure di grande rilevanza, quali ad esempio quelle su rischio idrogeologico, coesione territoriale, rigenerazione urbana, interamente soppresse, ed altre molto ridimensionate;

   valutato che:

    15) le modifiche che il Governo intende apportare al PNRR prevedono ingenti tagli agli interventi previsti dal PNRR, pari a circa 16 miliardi di euro, di cui circa 13 miliardi a danno dei progetti degli enti locali per la gestione del rischio alluvione, per la riduzione del rischio idrogeologico, per la mobilità sostenibile, la valorizzazione del territorio e la rigenerazione urbana, soprattutto nel Mezzogiorno, che vengono finalizzati al nuovo capitolo relativo al REPowerEU, per pochi progetti affidati alla gestione dalle grandi aziende a partecipazione statale, e a crediti d'imposta e bonus, trasformando parte di quella spesa per investimenti necessaria alla crescita del Paese in spesa corrente;

    16) particolarmente pesante è il definanziamento di progetti della Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica, complessivamente ridotta di oltre 9 miliardi;

    17) in particolare, appare gravissimo nel momento in cui il nostro Paese è colpito con durezza degli effetti del cambiamento climatico, con l'alluvione che ha colpito Emilia-Romagna, Marche e Toscana in maggio, e i tanti eventi alluvionali e di dissesto che continuano a verificarsi, il definanziamento completo, per 1 miliardo e 287 milioni di euro, dell'investimento M2C4/2.1, relativo alle misure per la gestione del rischio alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico; considerando il notevole livello di instabilità idrogeologica del territorio italiano e gli interventi previsti, tale definanziamento appare del tutto miope e dalle conseguenze estremamente pericolose; ancor più grave considerando che il documento presentato dal Governo afferma che a seguito del definanziamento sono in corso «approfondimenti istruttori finalizzati a destinare le risorse liberate da tale misura a favore di un nuovo investimento per sostenere la ricostruzione dei territori dell'Emilia-Romagna», mentre le risorse «liberate» sono già state destinate a REPowerEU: niente più risorse contro il rischio idrogeologico dunque, e drammaticamente niente risorse per l'Emilia e gli altri territori colpiti;

    18) grave altresì in materia ambientale il definanziamento per 1 miliardo di euro dell'investimento relativo all'utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate, che concretamente si traduce nella riduzione (azzeramento) delle risorse destinate a DRI Italia SpA, il soggetto attuatore degli interventi per la realizzazione dell'impianto per la produzione del cosiddetto preridotto – Direct Reduced Iron, che avrebbe dovuto servire l'Ilva di Taranto e favorirne il processo di decarbonizzazione, con le pesanti ricadute in termini di inquinamento e rischi per la salute che questo comporta;

    19) infine, pesantissimo il definanziamento totale, per 6 miliardi, della misura M2C4/2.2, che prevedeva interventi variegati finalizzati ad aumentare la resilienza dei territori, promuoverne la valorizzazione e favorire lo sviluppo sostenibile dei comuni, tra i quali la prevenzione e mitigazione dei danni connessi al rischio idrogeologico e messa in sicurezza dei centri abitati, la messa in sicurezza degli edifici pubblici attraverso miglioramento e adeguamento sismico, la messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti e l'efficientamento energetica degli edifici pubblici; un taglio che grava appunto sui comuni e colpisce oltre 30 mila progetti;

    20) questo taglio di 6 miliardi si unisce agli altri relativi alla rigenerazione urbana (M5C2/2.1) che viene interamente definanziata (3,3 miliardi di euro), ai Piani urbani integrati (M5C2/2.2), anch'essi integralmente definanziati (2,493 miliardi), e agli altri investimenti tagliati che vanno a gravare per 13 miliardi di euro sui comuni, ad oggi le uniche amministrazioni pubbliche che hanno speso con rapidità le risorse del PNRR loro destinate, e che si vedono sottratti fondi per opere già realizzate e per cui sono stati spesi oltre 2,5 miliardi, senza alcuna certezza di averle reintegrate;

    21) nella Missione 5 – Inclusione e coesione, vengono integralmente definanziati l'investimento M5C3/1.1.1 relativo al potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità nelle aree interne e M5C3/1.2 relativo alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie;

    22) anche la Missione 6 relativa alla salute subisce un forte ridimensionamento, attraverso rimodulazioni interne e la riduzione di alcuni investimenti, quali quelli per le strutture sanitarie di prossimità previste alla Componente 1: ad esempio si passa dalla previsione della realizzazione di 1350 Case della comunità a meno di mille interventi, si stabilisce la riduzione delle Centrali operative territoriali e degli Ospedali di comunità, si riducono i progetti di transizione digitale (telemedicina, digitalizzazione); si riducono anche gli interventi previsti alla componente 2, ad esempio per l'ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, e quelli antisismici nelle strutture ospedaliere;

    23) sono rimodulati alcuni importanti interventi infrastrutturali nella Missione 3, ad esempio sull'alta velocità verso il Sud o sulle «connessioni diagonali»;

    24) resta il nodo relativo alla realizzazione dell'incremento dell'offerta di asili nido e scuole dell'infanzia, per i quali sono stanziati ulteriori 900 milioni, che tuttavia non sembrano poter garantire con certezza l'incremento dei 265mila posti indicati;

    25) concreto è il pericolo che, a seguito delle modifiche, non vengano rispettate le condizionalità poste dal PNRR sull'occupazione femminile e giovanile, nonché la clausola del 40 per cento delle risorse al Sud, incrementando la sperequazione sociale e il divario territoriale, anziché contrastarli, e che vengano pesantemente colpite anche le aree interne del Paese e le speranze di uno sviluppo diffuso sull'intero territorio nazionale;

    26) molto poco credibile e inaccettabile appare l'affermazione diffusamente contenuta nel documento che gli interventi espunti o rimodulati verranno comunque realizzati «mediante il ricorso a risorse nazionali» o a finanziamenti alternativi, ad oggi ignoti e di difficile reperimento alle condizioni date;

    27) gravissima appare la proposta contenuta nel documento di modificare il target di riduzione dell'evasione fiscale (abbassare del 3 per cento il tax gap, che permetterebbe di recuperare 10/15 miliardi di euro di tasse), che rappresenta l'ennesima dimostrazione di scarsa serietà ed evidenzia un atteggiamento di Governo e maggioranza davvero preoccupante in merito alla lotta all'evasione, come pure ampiamente dimostrato dall'allentamento senza precedenti su condoni, accertamenti e riscossioni che contemporaneamente si realizza attraverso la delega fiscale;

   valutato altresì che:

    28) il nuovo capitolo relativo al REPowerEU, che per ammissione del Governo stesso è ancora oggetto di un'attività istruttoria puntuale, è descritto in maniera alquanto sommaria. Esso prevede misure finalizzate alla sicurezza energetica in risposta alle conseguenze del conflitto russo-ucraino, per un valore complessivo di circa 2,3 miliardi di euro, sulle reti di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica e del gas, compreso il GNL, secondo la deroga esplicita dal principio del DNSH (Do No Significant Harm), nella prospettiva di una successiva implementazione dell'utilizzo dell'idrogeno che tuttavia gode di un finanziamento nettamente inferiore;

    29) per quanto riguarda la transizione verde ed efficientamento energetico, cui sono complessivamente dedicati circa 14,7 miliardi di euro, sono privilegiati tre interventi principali, in larga parte incentrati sull'utilizzo di crediti d'imposta che, in mancanza di interventi strutturali, rischiano di rappresentare un enorme spreco di risorse: il piano di crediti d'imposta alle imprese «Transizione 5.0 Green» per la riconversione dei beni strumentali e dei processi produttivi delle imprese, per circa 4 miliardi di euro; gli interventi per l'efficientamento energetico sugli immobili pubblici, per 3,6 miliardi di euro; l'ecobonus sociale per il patrimonio immobiliare privato, per 4 miliardi di euro;

    30) infine, sono previste misure per il sostegno alle catene del valore e la competitività del sistema Italia, per un valore complessivo di 2 miliardi di euro, che secondo quanto brevemente indicato dal Governo, avverrà tramite strumenti operativi già vigenti per la concessione di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati (contratti di sviluppo, Fondo per il sostegno alla transizione industriale, «Investimenti sostenibili 4.0»);

    31) il capitolo REPowerEU prevede, inoltre, sei riforme settoriali, ancora da definire nei contenuti, per la riduzione dei costi di connessione alle reti della produzione di biometano; per la mitigazione del rischio finanziario associato ai contratti da fonti rinnovabili (Power Purchase Agreements – PPA); per la formazione di nuove competenze per la transizione; per la riqualificazione della forza lavoro sia nel settore privato che pubblico; per la razionalizzazione dei sussidi inefficienti ai combustibili fossili; per l'adozione di un testo unico per l'autorizzazione agli impianti di produzione di energie rinnovabili;

    32) al nuovo capitolo relativo al REPowerEU, che reca interventi per un ammontare complessivo di 19,2 miliardi, il Governo intende provvedere con i fondi derivanti dai tagli al PNRR e, per la parte che residua, pari a circa 3,2 miliardi, con il contributo a fondo perduto a tal fine assegnato all'Italia e pari a 2,76 miliardi di euro, con risorse aggiuntive dal contributo UE PNRR per effetto della variazione del PIL (150 milioni di euro), nonché con le risorse dei Fondi strutturali e di investimento europei per la politica di coesione 2021-2027 (FESR, FSE+, Fondo di coesione), secondo quanto previsto dal Regolamento UE 2023/435, per la parte rimanente (circa 300 milioni);

    33) il Governo, tuttavia, dichiara – non meglio specificando – di volere utilizzare circa 3 miliardi di euro delle risorse delle politiche di coesione 2021- 2027, già destinate a obiettivi assimilabili a quelli del REPowerEU;

    34) in assenza di una chiara valutazione dell'entità e dell'impatto del ricorso alle risorse dei fondi europei, strutturali e di coesione – che hanno, peraltro, modalità di funzionamento, criteri di ripartizione e tempistiche differenti – si corre il rischio di comprometterne l'utilizzo a danno di tutta la programmazione in corso, penalizzando ancora una volta le aree del paese più svantaggiate;

    35) il pagamento della terza rata non è ancora avvenuto, la scadenza per la quarta rata non è stata rispettata e, alla luce delle modifiche apportate, rischia di slittare il pagamento rispetto ai tempi previsti, con dirette conseguenze per il bilancio dello Stato, mentre si avvicina rapidamente anche la scadenza del secondo semestre 2023, ai fini della quinta rata da 18 miliardi di euro per 69 traguardi e obiettivi;

    36) il mancato rispetto delle scadenze e il conseguente blocco delle erogazioni compromette la realizzazione dei progetti, soprattutto per quanto riguarda le amministrazioni locali che, nonostante la rapidità e l'efficienza, non hanno risorse finanziarie sufficienti ad anticipare l'intero costo e che sono pesantemente colpite dalla proposta di revisione del piano,

impegna il Governo:

   1) a non apportare la revisione del PNRR ipotizzata, evitando in particolare il definanziamento dei progetti pari a circa 16 miliardi di euro, di cui circa 13 miliardi di euro a danno di interventi degli enti locali per la gestione del rischio alluvione, la riduzione del rischio idrogeologico, la valorizzazione del territorio, la rigenerazione urbana, e l'attuazione dei piani urbani integrati, al fine di garantire l'affidabilità del nostro Paese nel contesto internazionale, nonché la stabilità dei fondamentali economici e di finanza pubblica dello Stato e delle amministrazioni territoriali, assicurando la piena attuazione di tutti gli impegni già previsti dal PNRR concordati con le istituzioni europee nei tempi e nei modi stabiliti;

   2) a garantire, qualora dovesse essere effettivamente avanzata alla Commissione europea una proposta di revisione del PNRR del tenore ipotizzato, il pieno e completo rifinanziamento dei progetti cancellati legati alla riqualificazione urbanistica e in materia ambientale, ed in particolare di quelli riguardanti la lotta contro il rischio idrogeologico, la gestione del rischio di alluvione e la resilienza del territorio, che oggi risultano ingiustificatamente definanziati con conseguenze molto rischiose per il fragile territorio italiano, individuando le risorse e le coperture necessarie entro il 31 agosto e comunque non oltre il termine di conclusione del negoziato con la Commissione;

   3) ad assicurare, ad ogni modo, la piena e totale collaborazione con la Commissione europea in ogni fase del dialogo relativo al PNRR, attraverso uno scambio costruttivo, continuo e tempestivo ed un'informazione efficace e completa, anche al fine di evitare ulteriori gravi ritardi, oltre a quelli già causati in questi mesi, nella erogazione delle rate del PNRR;

   4) a garantire, in ogni circostanza, relazioni con il Parlamento improntate alla massima trasparenza, alla massima condivisione e alla chiarezza di proposte, fornendo un'informazione piena e tempestiva, mediante le relative schede progetto relative al PNRR, sulle ragioni di eventuali cambiamenti e sugli effetti che questi determinerebbero sull'utilizzo delle risorse e sulla crescita complessiva del Paese, comunque rimanendo nel solco tracciato dal «Next generation EU» e dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, evitando per il futuro quanto avvenuto finora in materia di confronto, dialogo e informazione sul PNRR in questi mesi, che hanno visto a parere dei firmatari del presente atto una gravissima emarginazione del Parlamento violando il principio della leale cooperazione istituzionale ma anche gli obblighi legislativi in capo al Governo;

   5) ad adoperarsi per il rispetto del termine ultimo del 31 agosto, stabilito per l'invio alla Commissione delle proposte di revisione del PNRR;

   6) ad attivarsi per garantire il raggiungimento di tutti i traguardi e gli obiettivi necessari alla richiesta e all'ottenimento dell'erogazione della quarta rata e delle successive rate del PNRR;

   7) a fornire ad ogni modo opportune e adeguate garanzie di stabilità finanziaria degli enti locali in relazione alle modifiche che coinvolgono progetti già avviati o realizzati, in tutto o in parte, con particolare attenzione a quelli di pertinenza proprio delle amministrazioni locali, che comunque sono stati validati, ammessi al finanziamento e in alcuni casi sono già stati avviati;

   8) a garantire la realizzazione degli obiettivi inerenti alle priorità trasversali al fine di superare le diseguaglianze di genere e generazionali così marcate nel nostro paese e, in particolare, a rispettare la riserva d'impiego del 40 per cento delle risorse del PNRR allocabili territorialmente per le regioni del Mezzogiorno, ai fini del superamento del divario territoriale e delle sperequazioni economico-sociali;

   9) a garantire il rispetto del target di riduzione dell'evasione fiscale con la riduzione del 3 per cento del tax gap, rafforzando le misure di lotta all'evasione e confermando la serietà degli impegni assunti dal nostro Paese in merito;

   10) a garantire in modo compiuto su tutto il territorio nazionale la completa realizzazione della sanità territoriale accompagnando il pieno perseguimento degli obiettivi di investimento previsti dal PNRR con adeguate politiche di bilancio finalizzate a rendere possibili adeguate e conseguenti assunzioni di personale;

   11) a trasmettere al Parlamento informazioni più dettagliate sulle misure e gli interventi contenuti nel capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del PNRR che si intende presentare, nonché sulle singole e specifiche fonti di finanziamento, anche al fine di assicurare la coerenza con gli obiettivi fissati dal PNRR e la piena sostenibilità economico-sociale, territoriale e ambientale;

   12) a non utilizzare le risorse Fsc e delle politiche di coesione relative alla programmazione 2021/2027, già destinate ad interventi importanti per lo sviluppo del Paese ed in particolare del Mezzogiorno, al fine di coprire i progetti eventualmente definanziati dalla revisione proposta del PNRR.
(6-00045) «Braga, De Luca, Ubaldo Pagano, Iacono, Madia».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza pubblica

coesione economica e sociale

politica comunitaria dell'ambiente