ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00022

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 73 del 22/03/2023
Abbinamenti
Atto 6/00023 abbinato in data 22/03/2023
Atto 6/00024 abbinato in data 22/03/2023
Atto 6/00025 abbinato in data 22/03/2023
Atto 6/00026 abbinato in data 22/03/2023
Firmatari
Primo firmatario: SILVESTRI FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/03/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CONTE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023
BALDINO VITTORIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023
SANTILLO AGOSTINO MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023
AURIEMMA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023
CAPPELLETTI ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023
FENU EMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023
BRUNO RAFFAELE MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023
SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023
SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 22/03/2023


Stato iter:
22/03/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 22/03/2023
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PNRR)
 
INTERVENTO GOVERNO 22/03/2023
Resoconto MELONI GIORGIA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 22/03/2023
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO MISTO-+EUROPA
Resoconto GEBHARD RENATE MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto LUPI MAURIZIO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto FRATOIANNI NICOLA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto RICHETTI MATTEO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto CONTE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SOUMAHORO ABOUBAKAR MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/03/2023

NON ACCOLTO IL 22/03/2023

PARERE GOVERNO IL 22/03/2023

DISCUSSIONE IL 22/03/2023

VOTATO PER PARTI IL 22/03/2023

RESPINTO IL 22/03/2023

CONCLUSO IL 22/03/2023

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00022
presentato da
SILVESTRI Francesco
testo di
Mercoledì 22 marzo 2023, seduta n. 73

   La Camera,

   premesso che:

    nel prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 marzo prossimo venturo, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri affronteranno importanti questioni, in particolare: gli ultimi sviluppi relativi al conflitto in Ucraina, la situazione relativa al mercato unico e all'economia europea e alla competitività e faranno il punto sulla questione energetica. In ultimo, la Presidenza del Consiglio e la Commissione informeranno il Consiglio Europeo in merito ai progressi compiuti in merito alle conclusioni sulla migrazione del 9 febbraio 2023;

   considerato che:

    l'aggressione della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina è ormai in atto da oltre un anno, in un contesto segnato da una perdurante escalation militare inasprita, peraltro, dallo spettro di una minaccia nucleare, paventata a più riprese;

    nelle conclusioni del Consiglio Europeo straordinario dello scorso 23 febbraio i capi di Stato e di Governo degli Stati membri hanno chiaramente chiesto la cessazione delle ostilità, «porre fine immediatamente a questa guerra atroce», si legge nel documento conclusivo del vertice europeo ed è per questo necessario, nell'immediato, oltre al rafforzamento delle misure sanzionatorie proposto dai leader europei, un rilancio e rafforzamento dell'azione diplomatica vista l'urgenza che il perdurare del conflitto impone, per giungere nel più breve tempo possibile a una soluzione del conflitto che ponga fine alla crisi in atto, nel rispetto della sovranità e integrità territoriale ucraina e del diritto internazionale;

    la situazione è ormai drammatica e insostenibile con decine di migliaia di vittime, civili e militari, distruzione di edifici pubblici e privati e infrastrutture vitali, la crisi umanitaria, nonché, sul piano geopolitico, le evidenti ripercussioni sul tessuto economico-produttivo internazionale, sull'approvvigionamento energetico e sulle principali regole della convivenza internazionale;

    «I persistenti attacchi mortali indiscriminati che la Russia porta avanti nei confronti di civili e infrastrutture civili costituiscono crimini internazionali e devono cessare. Il diritto internazionale umanitario, anche in relazione al trattamento dei prigionieri di guerra, deve essere rispettato. Agli ucraini – e in particolare ai bambini – che sono stati trasferiti con la forza in Russia deve essere consentito immediatamente il rimpatrio in condizioni di sicurezza», si legge nelle conclusioni del Consiglio Europeo di febbraio scorso;

    nonostante il Governo di Mosca abbia espressamente dichiarato di non riconoscere la giurisdizione della Corte Penale internazionale dell'Aja, l'Unione europea è determinata a fare in modo che siano puniti i responsabili e i complici dei crimini di guerra e degli altri crimini più gravi commessi in relazione alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e in tal senso il Consiglio Europeo ha garantito «il sostegno dell'Unione europea alle indagini del procuratore della Corte penale internazionale e alla creazione, all'Aja, di un centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione nei confronti dell'Ucraina. Tale centro sarà collegato alla squadra investigativa comune esistente, sostenuta da Eurojust.»;

   ritenuto che:

    l'Europa sta attraversando una crisi energetica senza precedenti: nonostante le misure messe in atto per contenere l'aumento dei prezzi e garantire ai cittadini la sicurezza dell'approvvigionamento occorre una prospettiva condivisa a livello europeo per continuare ad accelerare sulla diffusione delle energie rinnovabili ed abolire progressivamente il gas, rendere le bollette dei consumatori meno dipendenti dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, garantire una maggiore autonomia sul fronte energetico, anche mediante il rafforzamento delle strategie di diversificazione degli approvvigionamenti e la realizzazione di nuove ed efficienti reti energetiche transeuropee, in linea con il Green Deal europeo e il piano REPowerEU;

    nelle conclusioni del Consiglio Europeo del 15 dicembre 2022 in cui i capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea hanno fatto il punto sulla crisi energetica in corso, è stata evidenziata l'importanza, nell'attuale contesto mondiale, di una politica industriale europea ambiziosa per adeguare l'economia dell'Europa alle transizioni verde e digitale e ridurre le dipendenze strategiche e avviare una rapida conclusione delle discussioni relative alla direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, alla direttiva sull'efficienza energetica e alla direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, quest'ultima di recente approvata dal Parlamento Europeo;

    tale direttiva, nello scopo di rendere più efficiente da un punto di vasta energetico il patrimonio immobiliare europeo, prevede anche l'introduzione di misure che facilitino l'accesso a sovvenzioni e finanziamenti, per le ristrutturazioni profonde, soprattutto degli edifici con le peggiori prestazioni, prevedendo sovvenzioni e sussidi mirati a supporto delle famiglie vulnerabili per contrastare la povertà energetica. L'Italia è stata capace di anticipare i tempi e le politiche europee con l'introduzione del Super Bonus 110 per cento;

   valutato che:

    in relazione ai temi del mercato unico, della competitività e dell'economia non si può non aprire una riflessione sul tema del nuovo sistema di governance dell'Unione europea;

    lo scorso 9 novembre 2022 la Commissione europea ha adottato la comunicazione COM(2022)583 final in cui ha definito gli orientamenti per la riforma del quadro di governance economica, comprensiva di una riforma delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, le cui politiche tendono ad essere espansive nelle fasi di crescita e restrittive nelle fasi di rallentamento;

    il tema dell'aggiornamento e della revisione del quadro della governance economica europea rappresenta pertanto una questione centrale nel dibattito europeo a fronte della nuova realtà economica – pesantemente influenzata dalle crescenti tensioni e dai mutati scenari geo-politici internazionali;

    nonostante abbia promosso la convergenza dei saldi di bilancio verso livelli più sostenibili, l'attuale quadro di governance ha quindi rivelato notevoli debolezze, tra cui la sua elevata complessità, uno scarso livello di attuazione, la carenza di titolarità e di incentivi a perseguire politiche anticicliche, così come la mancanza di una capacità di stabilizzazione centrale per gestire gli shock idiosincratici, che potrebbe essere bilanciata attraverso l'introduzione strutturale di sistemi di «common safe asset» sottoforma di titoli obbligazionari europei che possano intervenire in fasi di crisi, come dimostrato durante la pandemia da COVID-19. Inoltre, esso non è riuscito a ridurre le divergenze tra i livelli di debito nell'Unione, né a proteggere o promuovere gli investimenti che stimolano la crescita;

    l'ipotesi di riforma della Commissione desta non poche perplessità in ordine, in primo luogo, al mantenimento dei parametri quantitativi massimi di riferimento del 3 per cento per il disavanzo e all'obiettivo del 60 per cento per il rapporto debito su prodotto interno lordo, nonché all'assenza della previsione di una golden rule per escludere gli investimenti dalle norme fiscali dell'Unione europea;

    tale ipotesi di riforma non può considerarsi evidentemente conclusiva, avendo peraltro la Commissione preannunciato nella suddetta Comunicazione ulteriori orientamenti nel primo trimestre del 2023 e possibili proposte legislative, sulle quali auspica di registrare il consenso prima dell'inizio del processo di approvazione dei bilanci nazionali per l'anno 2024. Nella riunione dell'Ecofin dello scorso 14 marzo, si è giunti a un primo preliminare accordo sugli orientamenti della Commissione in merito alla riforma della governance economica, si è aperta la strada a una visione che garantisca la sostenibilità delle finanze pubbliche, ma anche la crescita e gli investimenti, sebbene non siano stati superati i valori di riferimento del Trattato, il 3 per cento per il rapporto deficit-Pil e il 60 per cento per il rapporto debito-Pil;

    in ultimo, in merito al tema delle migrazioni, nelle conclusioni del Consiglio Europeo straordinario dello scorso febbraio, è stata ribadita la volontà dei leader europei di affrontare il tema migratorio con «un approccio globale alla migrazione che combini il rafforzamento dell'azione esterna, un controllo più efficace delle frontiere esterne dell'Unione europea e la dimensione interna, nel rispetto del diritto internazionale, dei principi e dei valori dell'Unione europea, nonché della tutela dei diritti fondamentali», in tale senso è stata ribadita l'azione verso la prevenzione delle partenze irregolari e la perdita di vite umane, la riduzione della pressione sulle frontiere dell'Unione europea e sulle capacità di accoglienza e la lotto contro i trafficanti e la tratta di essere umani;

    già nelle conclusioni dei Consigli Europei, tenutesi nell'ottobre 2018 e del dicembre dello stesso anno, nonché nei successivi vertici europei di giugno, ottobre e dicembre 2021, i capi di Stato e di governo europei avevano evidenziato la necessità di rafforzare il contrasto alle reti di trafficanti di persone, intensificando la collaborazione con i paesi terzi in materia di indagine, arresto e perseguimento di soggetti dediti al traffico e alla tratta, nonché sostenere e incentivare i piani di azione con i paesi di origine e di transito dei migranti;

    un tema quest'ultimo di stretta attualità visto i tragici eventi che nelle scorse settimane hanno interessato le coste italiane per cui appare preminente l'impegno dell'Unione europea a riconoscere «le specificità delle frontiere marittime, anche per quanto riguarda la salvaguardia delle vite umane», e «la necessità di una cooperazione rafforzata in ordine alle attività di ricerca e soccorso»;

    l'approccio globale alla gestione dei flussi migratori, auspicato a più riprese, dal Consiglio Europeo stenta a trovare una concreta attuazione e di certo dovrà considerare tutti i fattori scatenanti delle migrazioni, dovrà dare risposte nel prossimo futuro non solo alla strutturazione di un nuovo e più funzionale sistema comune di asilo europeo, ma anche una risposta comune alla migrazione di tipo economico, che possa essere funzionale alla richiesta di manodopera del sistema industriale europeo e alla competitività del mercato unico,

impegna, quindi, il Governo, in sede europea:

1) in relazione al conflitto russo-ucraino:

  a) a profondere il massimo sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale;

  b) ad assicurare pieno sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni, intensificando, con urgenza, anche a seguito alla distruzione di infrastrutture critiche ucraine da parte della Russia, tutte le azioni necessarie per continuare a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di protezione civile all'Ucraina, incluse le necessarie misure di accoglienza per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili;

2) in materia di energia:

  a) ad avviare con urgenza un confronto costruttivo per l'istituzione di un Energy recovery fund, quale strumento, a disposizione dell'Unione e dei suoi Stati membri, a supporto della lotta al caro energia, per garantire una maggiore autonomia sul fronte energetico, attraverso il rafforzamento delle strategie di diversificazione degli approvvigionamenti energetici nonché a fortificare la cooperazione con partner energetici affidabili per lo sviluppo di progetti transfrontalieri finalizzati alla realizzazione di nuove infrastrutture per un sistema più efficiente e sostenibile di rifornimento energetico europeo, con particolare riferimento alla realizzazione di interconnettori elettrici sottomarini, quali corridoi alternativi tesi ad ampliare l'integrazione delle fonti di energia rinnovabili, favorire la fornitura e il trasferimento di energia elettrica decentralizzata prodotta da FER da e verso l'Europa e facilitare lo sviluppo dei mercati energetici regionali, in particolare con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, al fine di ridurre, nella direzione dell'Unione dell'energia, la dipendenza dai combustibili fossili e l'esposizione alla volatilità dei mercati;

  b) a sostenere un approccio costruttivo nell'iter di approvazione delle direttive europee in tema di energie rinnovabili, efficienza energetica e sulla prestazione energetica nell'edilizia e a rivedere gli orientamenti in merito alla misura del «Superbonus 110» e del connesso strumento della cessione del credito al fine di garantire a livello nazionale il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto di provvedimenti «Fit for 55» in vista della neutralità climatica al 2050;

3) in materia di economia europea e competitività:

  a) chiarire che il common framework iniziale della Commissione non ha efficacia vincolante, non costituisce un programma (reference path) entro il quale i piani nazionali si devono obbligatoriamente mantenere e a precisare in termini espliciti che l'atto iniziale della Commissione: (1) non ha efficacia vincolante, (2) contiene solo linee guida di carattere generale (tempistica, obiettivi, strumenti di controllo), (3) si astiene dal dettare programmi specifici per i singoli Stati o, se lo fa, (4) associa fin dall'origine la partecipazione effettiva di questi ultimi nella definizione dei rispettivi programmi;

  b) prevenire il ripristino dell'attuale quadro di governance macroeconomica europea – segnatamente del Patto di stabilità e crescita (Psc) – che deve essere ripensato alla luce del rinnovato contesto economico, per adattare le norme di bilancio alle nuove sfide che l'Unione europea e i suoi Stati membri sono chiamati ad affrontare, e perseguire politiche di bilancio sostenibili, prevedendo percorsi di rientro dal debito realistici che tengano conto delle specificità degli Stati membri e del loro quadro macroeconomico complessivo e, inoltre, superando l'utilizzo prevalente di indicatori non osservabili come il saldo strutturale, al fine di ancorare la sorveglianza macroeconomica a indicatori direttamente osservabili e misurabili;

  c) in particolare, nell'ambito della discussione sulla riforma delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, rivedere gli irrealistici parametri quantitativi del 3 per cento e del 60 per cento privi di una reale giustificazione economica e spesso oggetto di critiche, con il conseguente superamento della fase preventiva e quella correttiva del PSC, la cui applicazione si è dimostrata a più riprese incoerente, e garantire un'applicazione omogenea della procedura per gli squilibri macroeconomici, al fine di affrontare adeguatamente il fenomeno della pianificazione fiscale aggressiva e gli eccessivi surplus di specifici Stati membri;

  d) conseguentemente, a disegnare, in ordine all'attuale discussione sulla revisione del quadro vigente di governance economica europea, una strategia complessiva di riforma della nuova architettura dell'Unione europea più favorevole alla crescita economica, finalizzata a rendere le norme sul debito più semplici, più applicabili e concepite per sostenere le priorità politiche per la doppia transizione verde e digitale, con adeguati investimenti pubblici e privati, in senso coerente con l'interesse dell'Italia, opponendosi a qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico e che finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti ed automatici, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci;

  e) ad adattare alcuni elementi di successo dell'esperienza del dispositivo di ripresa e resilienza alla nuova architettura della politica di bilancio europea, trasformando il programma NGEU in uno strumento permanente, da finanziare attraverso il bilancio europeo con la conseguente istituzione di nuove fonti di entrate nella forma di risorse proprie dell'Unione europea e l'inclusione dell'emissione di debito comune europeo come strumento stabile, finalizzati a sostenere l'impegno comune per il rafforzamento degli investimenti nella produzione di «beni pubblici» che consentano di rispondere al meglio alle esigenze concordate a livello europeo, come ricerca, innovazione, sicurezza e transizione energetica, al fine di assicurare all'Unione europea un proprio spazio fiscale autonomo, capace di avviare una politica economica anti-ciclica, che la sottragga a quelli che i firmatari del presente atto di indirizzo giudicano «ricatti» dei contributi nazionali;

  f) a modificare altresì le regole vigenti in materia di disciplina di bilancio, prevedendo lo scorporo dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall'attuale quadro di bilancio – tra cui quelli green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei – nonché esentare, dalla regola di spesa, gli investimenti finanziati dai prestiti del programma NGEU che promuovono gli obiettivi a lungo termine dell'Unione europea, per rendere l'economia e il sistema energetico dell'Unione europea più competitivi, sicuri, omogenei e sostenibili;

  g) a valutare altresì la possibilità di scorporare il debito anomalo e non strutturale accumulato a causa dell'emergenza legata al COVID-19, prevedendo la sua perennizzazione attraverso i reinvestimenti del programma di acquisto di titoli Pepp, o in ogni caso tramite l'individuazione di un percorso di rientro ad hoc;

4) in materia di gestione dei flussi migratori:

  a) a sostenere, nelle more dell'approvazione del nuovo Patto europeo sulla Migrazione, il superamento dell'attuale disciplina della gestione dei flussi migratori, basata su uno strumento, il Regolamento di Dublino, penalizzante per i paesi di primo approdo come l'Italia, per arrivare ad una redistribuzione con quote obbligatorie di migranti per tutti gli Stati Europei;

  b) con riguardo alle operazioni di salvataggio in mare, sia in condizioni di particolare emergenza che in condizioni ordinarie, in particolare per quel che riguarda il soccorso a imbarcazioni di migranti a lavorare per un cambio di prospettiva che miri a considerare frontiere europee le frontiere marittime, in modo da assicurare una gestione più stabile e più solidale tra Stati Membri di coloro che arrivano nel territorio dell'Unione europea dopo essere stati salvati in mare;

  c) a rafforzare la cooperazione dell'Unione europea con le Nazioni Unite, in particolare con l'UNHCR e con l'OIM, per incentivare corridoi umanitari sicuri per l'arrivo in territorio europeo al fine di garantire l'assistenza umanitaria necessaria e il rispetto dei diritti umani dei migranti.
(6-00022) «Francesco Silvestri, Conte, Baldino, Santillo, Auriemma, Cappelletti, Fenu, Bruno, Scerra, Scutellà».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diversificazione energetica