ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00385

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 51 del 14/02/2023
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 10/02/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AMENDOLA VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 14/02/2023
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 14/02/2023
PORTA FABIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 14/02/2023


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/02/2023
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14/02/2023
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 15/02/2023
Stato iter:
23/02/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/02/2023
Resoconto TRIPODI MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 23/02/2023
Resoconto BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/02/2023

DISCUSSIONE IL 23/02/2023

SVOLTO IL 23/02/2023

CONCLUSO IL 23/02/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00385
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Martedì 14 febbraio 2023, seduta n. 51

   QUARTAPELLE PROCOPIO, AMENDOLA, BOLDRINI e PORTA. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.– Per sapere – premesso che:

   La Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha ricevuto nei giorni scorsi il primo Ministro della Repubblica Federale e Democratica dell'Etiopia, Abiy Ahmed Ali, che è stato accolto dal picchetto d'onore;

   Meloni ha dichiarato, al termine dell'incontro, che Governo italiano ha in programma nelle prossime settimane una missione in Etiopia ed è stata sottoscritta una dichiarazione congiunta che dà il via a un nuovo programma triennale di cooperazione allo sviluppo in favore dell'Etiopia del valore di 140 milioni di euro di cui 100 milioni a credito e 40 milioni sotto forma di doni e due ulteriori accordi per l'erogazione di crediti per 42 milioni per iniziative sulle filiere di the, caffè e infrastrutture idriche nelle aree aride;

   la premier ha sottolineato che questo Governo vuole rafforzare «lo spirito di partenariato paritario nei confronti delle nazioni africane sulle quali stiamo dedicando le nostre energie, quel piano Mattei per l'Africa come cooperazione allo sviluppo che possa aiutare i paesi africani a crescere utilizzando al meglio le tante risorse di cui dispongono»;

   nel Tigray (Etiopia) è in corso dal novembre 2020 una guerra che ha dilaniato l'Etiopia e ha visto contrapporsi le forze del Fronte Popolare di Liberazione del Tigray e l'esercito di Addis Abeba supportato da quello di Asmara (Eritrea), in cui la comunità tigrina, oltre agli eritrei rifugiati, è stata sottoposta a violazioni dei diritti umani di ogni tipo;

   nel rapporto di agosto 2021, Amnesty scrive che «Lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono stati usati come armi di guerra per infliggere danni fisici e psicologici alle donne e alle ragazze del Tigray...»;

   la risoluzione S-33/1 del Consiglio per i diritti umani del 17 dicembre 2021 ha istituito la Commissione per un anno, con il mandato di condurre indagini approfondite e imparziali su presunte violazioni e abusi del diritto internazionale dei diritti umani, del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei rifugiati commessi da tutte le parti in conflitto in Etiopia dal 3 novembre 2020;

   difatti, a settembre 2022, l'Onu ha presentato un rapporto sui crimini di guerra e violazione dei diritti umani in Tigray, in cui denunciano crimini sistematici e conferme sulle tante denunce di crimini perpetrati sul popolo tigrino in quasi due anni di guerra dai risvolti etnici e genocidi. Affermano inoltre che l'ostruzionismo del governo etiope implicato e sotto indagini per i crimini perpetrati sul popolo tigrino è stato determinante al team di esperti per ritenere questo report parziale. Gli esperti hanno iniziato solo a scalfire la punta dell'iceberg per confermare crimini di guerra e contro l'umanità in Tigray. Crimini trattati e confermati in precedenza già da molteplici report di agenzie umanitarie come HRW - Human Rights Watch e Amnesty International;

   il 2 novembre 2022 è stato siglato un cessate il fuoco tra le parti, che ha messo fine a oltre 700 giorni di un conflitto che ha provocato più di 2 milioni di sfollati, oltre 700.000 morti e che ha posto, più di 9 milioni di persone in una condizione di estremo bisogno di aiuti umanitari;

   difatti, dopo due anni di conflitto nella regione, i bisogni di assistenza umanitaria rimangono urgenti, poiché, la mancanza di assistenza sanitaria ha aggravato la gestione di nuove e pregresse situazioni mediche, creando una condizione di sofferenza anche psicologica;

   si rileva con grave rammarico che durante il colloquio e la conferenza stampa sia stato riportato solo un lieve accenno al conflitto nella regione Tigrè, mentre il tema del rispetto dei diritti umani e della gravissima sofferenza del Tigray, abbia completamente ceduto il passo ad accordi in chiave commerciale, riattivando anche l'accordo di cooperazione nel settore degli armamenti con l'Etiopia che a causa della guerra civile, era stato sospeso dall'ex Ministro della difesa Guerini –:

   quale posizione intenda avere il Governo, nel rapporto bilaterale con la Repubblica Federale e Democratica dell'Etiopia e nelle sedi internazionali, in merito alla conduzione delle indagini sulle violazioni e abusi del diritto internazionale dei diritti umani nel conflitto del Tigray.
(5-00385)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 febbraio 2023
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-00385

  Italia ed Etiopia sono legate da storici e saldi legami di amicizia. La visita del Primo Ministro Abiy il 5 e 6 febbraio a Roma e i colloqui con il Presidente della Repubblica e con il Presidente del Consiglio confermano l'intenzione di rafforzare la cooperazione bilaterale tra Roma e Addis Abeba.
  Il processo di pacificazione tra Governo e Fronte Popolare di Liberazione del Tigray, avviato con la firma dell'Accordo di Pretoria a novembre scorso, sta registrando progressi significativi. Le ostilità sono effettivamente cessate. Le Agenzie delle Nazioni Unite e le Organizzazioni della Società Civile hanno accesso al Paese per la distribuzione degli aiuti. Prosegue il lavoro di ripristino dei servizi di base per la popolazione.
  In questo quadro, l'accertamento delle responsabilità per le gravi violazioni dei diritti umani durante il conflitto rimane – senza alcun dubbio – fondamentale. Il quadro degli abusi emerso appare, infatti, sempre più complesso.
  I diversi rapporti internazionali concordano nel riferire che tutte le Parti in conflitto si sono rese responsabili di violazioni dei diritti umani, non solo in Tigray, ma anche nelle regioni Amhara e Afar, a seguito dell'avanzata delle milizie tigrine dell'autunno 2021. Giunte ad appena 200 chilometri da Addis Abeba, queste avevano occupato larghe parti delle regioni limitrofe dove vivono complessivamente 35 milioni di persone.
  Anche il rapporto congiunto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e della Commissione etiopica dei diritti umani del 2021 evidenzia come tutte le Parti in conflitto si siano rese responsabili di violazioni diffuse.
  L'Italia ha fin dall'inizio promosso le indagini dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani con la Commissione etiopica dei diritti umani. Gli esiti sono stati riconosciuti dal Governo federale che ha avviato un'interlocuzione con l'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani e con il Consiglio dei Diritti Umani.
  L'Italia ha sempre cercato di incoraggiare le Autorità di Addis a collaborare con gli organismi internazionali.
  Parallelamente alle attività di collaborazione tra l'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani e la Commissione Nazionale etiope, l'Unione europea ha promosso, nel dicembre 2021, una risoluzione in ambito Consiglio Diritti Umani ONU, che ha istituito un ulteriore organismo di controllo. Si tratta della «Commissione Internazionale di Esperti dei Diritti Umani in Etiopia», il cui mandato è stato poi rinnovato nell'autunno 2022.
  Anche in questo caso, il nostro Paese si è da subito impegnato per favorire una costruttiva interlocuzione tra Governo etiope e Commissione internazionale. Lo scopo è cercare di ottenere l'accesso degli osservatori internazionali nel Paese. Va al contempo favorito un raccordo con la giustizia nazionale etiope per assicurare ai giudici internazionali la collaborazione necessaria.
  L'accertamento delle responsabilità è una tappa fondamentale per un processo di riconciliazione nazionale efficace e duraturo.
  Sarà importante che tutte le Parti del conflitto accettino il processo di giustizia in atto.
  Come suggerito dalla Comunità Internazionale, le autorità etiopi hanno predisposto l'avvio di un sistema ad hoc di Giustizia Transitoria che ha bisogno di tempo per essere pienamente operativo. Questo sistema è parte integrante dell'Accordo di pace di Pretoria. Sia il Governo che il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray si sono effettivamente impegnati a istituirlo. L'Etiopia chiede oggi sostegno e aiuti per l'avvio di questo meccanismo ad hoc.
  Altro elemento di preoccupazione internazionale è il livello degli aiuti umanitari. Le Agenzie ONU confermano l'enorme stato di bisogno e di necessità – a cominciare dai servizi primari in Tigray, Amhara e Afar – e descrivono la situazione come una delle più preoccupanti crisi umanitarie al mondo, acuita da una siccità prolungata nei territori meridionali.
  L'ONU rivolge infatti continui appelli alla Comunità Internazionale a fare di più e ad avviare iniziative di sviluppo. Le risorse disponibili al momento sono insufficienti a coprire i bisogni primari.
  Proprio con l'obiettivo di contribuire alla ricostruzione del Paese dopo il conflitto e a generare occupazione e sviluppo, in occasione del loro incontro a Roma il 6 febbraio, il Presidente del Consiglio Meloni e il Primo Ministro Abiy hanno firmato la dichiarazione congiunta per l'avvio del Programma Triennale di Cooperazione tra Italia ed Etiopia 2023-2025 da 140 milioni di euro. A questo si aggiungono due accordi esecutivi per iniziative sulle filiere del tè e del caffè e sulle infrastrutture idriche nelle aree aride dell'Etiopia, del valore complessivo di 42 milioni di euro.
  In totale 182 milioni.
  Un contributo rilevante, che ci conferma tra i maggiori donatori e rappresenta un segnale di incoraggiamento a livello europeo e internazionale per la ripresa degli interventi di cooperazione nel Paese.
  Sono questi i pilastri delle intese sottoscritte a Roma. Intese che aprono la strada alla realizzazione di progetti specifici, anche nella regione del Tigray.
  Si tratta di iniziative che non prevedono il sostegno diretto al bilancio dello Stato etiopico. Ma che consentono di non voltare le spalle ad una popolazione civile stremata e in stato di profonda sofferenza.
  L'Italia non hai mai abbandonato il popolo etiope e certamente non lo farà ora.
  La ripresa di dinamiche di sviluppo di un Paese come l'Etiopia rappresenta il miglior alleato a sostegno delle riforme democratiche e liberali avviate e un volano per sostenere la stabilità di tutta la regione del Corno d'Africa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani