ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00311

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 45 del 30/01/2023
Firmatari
Primo firmatario: BOLDRINI LAURA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 30/01/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AMENDOLA VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 30/01/2023
GUERINI LORENZO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 30/01/2023
PORTA FABIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 30/01/2023
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 30/01/2023


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 30/01/2023
Stato iter:
16/02/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/02/2023
Resoconto TRIPODI MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 16/02/2023
Resoconto BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/01/2023

DISCUSSIONE IL 16/02/2023

SVOLTO IL 16/02/2023

CONCLUSO IL 16/02/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00311
presentato da
BOLDRINI Laura
testo di
Lunedì 30 gennaio 2023, seduta n. 45

   BOLDRINI, AMENDOLA, GUERINI, PORTA e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel febbraio 2021, le forze armate del Myanmar hanno preso il potere attraverso un colpo di Stato, arrestando, tra gli altri, la consigliera di Stato Aung San Suu Kyi e avviando le procedure per scioglierne il partito politico. Nel Paese, sono scoppiate proteste pacifiche, brutalmente represse dai militari le cui azioni criminali hanno provocato, come riporta un appello dell'Associazione Italia-Birmania Insieme, a mattanze nei villaggi, all'incendio e alla distruzione di oltre 40.000 abitazioni, all'arresto, alla tortura e agli stupri di migliaia di vittime innocenti, all'uccisione di 2.700 civili inermi, all'esecuzione capitale di quattro dissidenti, mentre altri 171 sono in attesa di essere giustiziati;

   il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar ha affermato che gli attacchi sistematici e diffusi della giunta militare a danno della popolazione del Myanmar possono costituire crimini contro l'umanità e crimini di guerra ai sensi del diritto internazionale;

   secondo dati recenti delle Nazioni Unite, da quando i militari hanno preso il potere, sono almeno 405.700 gli sfollati a causa dei combattimenti. Tra essi, denuncia Save the Children, 140 mila bambini, che «vivono all'aperto, nella giungla, in rifugi improvvisati, esposti a fame, rischi e malattie»;

   il colpo di Stato e la pandemia hanno naturalmente avuto un effetto devastante sulla situazione economica. Secondo la «World Bank», l'economia ha avuto una contrazione del 18 per cento nel 2021, con una povertà già raddoppiata rispetto al 2019;

   nel corso dell'ultimo anno milioni di persone hanno perso lavoro e fonti di sostentamento. I prezzi dei prodotti alimentari essenziali sono aumentati, mentre la valuta nazionale, il kyat, è crollata, facendo salire il prezzo delle importazioni, compresi i fertilizzanti e la benzina, con conseguenze enormi sui costi di trasporto interno;

   mentre l'escalation militare continua ad intensificarsi, il Paese resta in balia di sé stesso, con il Tatmadaw – le forze armate golpiste – ormai incapace di governarlo

   nel dicembre 2022 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sul Myanmar che chiede la fine della violenza e invita i governanti militari del Paese a rilanciare tutti i prigionieri politici, inclusa la leader democraticamente eletta Aung San Suu Kyi;

   il Segretario Generale ONU António Guterres nel corso del vertice Asean del 12 novembre 2022 ha dichiarato: «La comunità internazionale nel suo insieme ha fallito. E l'ONU fa parte della comunità internazionale. È drammatico vedere la sofferenza del popolo birmano» –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo, di concerto con i partner europei ed internazionali, per fare pressione sulla giunta militare affinché cessi immediatamente la repressione in Myanmar e per il rilascio di tutti i prigionieri politici.
(5-00311)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 16 febbraio 2023
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-00311

  Il Governo italiano continua a seguire con estrema attenzione la situazione in Myanmar. L'Italia è stata il primo Paese dell'Unione europea a condannare il colpo di Stato. La posizione italiana è chiara e ferma:

   1) condanna del colpo di stato e richiesta di rilascio incondizionato dei prigionieri politici;

   2) cessazione della repressione violenta e rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

   3) ripristino del processo di transizione democratica (con il coinvolgimento di tutte le parti coinvolte) e dello stato di diritto;

   4) sanzioni contro i responsabili del colpo di stato e i loro interessi economici;

   5) sostegno all'azione degli attori regionali (in particolare dell'ASEAN).

  Lungo queste linee, in raccordo con i Paesi like-minded, continuiamo ad operare anche in ambito multilaterale (Nazioni Unite soprattutto) per continuare a fare pressione sulla Giunta militare e mantenere alta l'attenzione a livello internazionale sulla crisi nel Paese.
  Lo abbiamo fatto da ultimo con una Dichiarazione degli Stati membri dell'Unione europea insieme con Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Canada, Svizzera, in occasione del secondo anniversario (1° febbraio 2023) del colpo di Stato e con un comunicato dell'Alto Rappresentante Borrell per tornare a chiedere la cessazione immediata delle violenze, la liberazione dei prigionieri politici e la promozione di un dialogo inclusivo, quali pre-condizioni necessarie alla ripresa del processo di transizione democratica.
  In ambito ONU, è proprio su iniziativa dell'Unione europea che nel febbraio 2021, dopo il colpo di stato, si è tenuta una Sessione Speciale del Consiglio Diritti Umani sul Myanmar. È sempre l'Unione che in questo consesso promuove ogni anno una risoluzione con due obiettivi:

   condannare il colpo di stato, le gravi violazioni dei diritti umani, incluse le detenzioni arbitrarie, gli episodi di tortura e trattamenti disumani e degradanti nelle carceri;

   chiedere il ripristino dello stato di diritto e del processo di transizione democratica (l'ultima risoluzione è stata adottata nell'aprile 2022).

  Il Myanmar è inoltre menzionato negli interventi che l'Unione europea pronuncia sotto il cosiddetto «item 4» dell'Agenda del Consiglio Diritti Umani (riservata appunto alle situazioni più gravi).
  Sempre in questo ambito, l'Italia è intervenuta a titolo nazionale (da ultimo nel settembre 2022) per condannare gli attacchi sistematici contro i civili, le esecuzioni capitali (avvenute nel luglio 2022) e chiedere l'immediata liberazione dei prigionieri politici.
  L'Italia sostiene la complessa missione degli Inviati Speciali delle Nazioni Unite e dell'Unione europea. Continuiamo ad agire sul piano internazionale affinché al Governo di Unità Nazionale, e al suo Rappresentante a New York, sia riconosciuto il più ampio spazio possibile.
  Il Presidente del Consiglio Meloni in occasione del Vertice UE-ASEAN (tenutosi a Bruxelles il 14 dicembre 2022) ha ricordato la preoccupazione con cui guardiamo alla crisi innescata dal colpo di Stato militare in Myanmar, e le sue ripercussioni anche sulla stabilità della regione.
  Parallelamente, siamo impegnati ad indebolire la capacità finanziaria della Giunta mediante l'inasprimento del regime sanzionatorio. Sono a oggi in vigore sanzioni dell'Unione europea contro 84 individui civili e militari e 11 entità – incluso lo «State Administration Council» – conglomerati economici nei settori minerario, delle pietre preziose, del legname e dell'oil&gas. Settori che contribuiscono a finanziare la Giunta e le sue attività repressive.
  Al Consiglio affari esteri di lunedì prossimo, dovrebbe essere annunciato il sesto pacchetto di sanzioni UE (sponsorizzato anche dall'Italia), contro individui ed entità coinvolti nell'acquisizione di armi ed equipaggiamenti per l'esercito birmano.
  Inoltre, in occasione della Giornata internazionale dei Diritti della Donna (8 marzo) l'Unione europea conta di adottare nuove misure contro un individuo e un ente coinvolti in episodi di violenza di genere.
  Da quattro anni, è costante l'attività di sensibilizzazione nei confronti di aziende italiane operanti in Myanmar, con la raccomandazione di evitare ogni coinvolgimento in attività economiche e commerciali che riguardino imprese di Stato birmane o soggetti riconducibili alla Giunta militare.
  Parallelamente alle pressioni sulla Giunta (che l'Italia, in linea con i partner «like-minded», non riconosce come interlocutore) stiamo progressivamente intensificando i contatti informali con gli esponenti del Governo di Unità Nazionale a livello politico e di Alti Funzionari.
  Come dicevo prima, l'Italia sostiene l'attività di mediazione dell'ASEAN. Siamo infatti consapevoli dell'importante ruolo economico e politico che molti Stati membri dell'organizzazione giocano in Myanmar anche per mantenere alta la pressione sulla Giunta. Al riguardo, in occasione delle mie recenti missioni a Singapore (6-7 febbraio 2023) e in Vietnam (10-13 febbraio 2023), ho attirato l'attenzione di tutti gli interlocutori incontrati sulla crisi nel Paese.
  L'Italia è in prima linea anche nel sostegno alla popolazione birmana. A fronte della sospensione, in linea con quanto fatto dall'Unione europea, di tutti i progetti di Cooperazione allo sviluppo che prevedevano il coinvolgimento diretto delle autorità birmane centrali e locali (sia finanziate a dono sia attraverso crediti d'aiuto), abbiamo mantenuto le attività umanitarie o attuate da ONG locali.
  In particolare, nel 2022 l'Italia ha fornito assistenza umanitaria al Paese con:

   1) 1 milione di euro a favore dell'iniziativa del Programma Alimentare Mondiale «Aiuto alimentare di emergenza alle popolazioni colpite dal conflitto negli Stati Chin del Sud, Kachin, Rakhine e Shan del Nord in Myanmar»;

   2) 2 milioni di euro a favore delle attività dell'ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari umanitari (OCHA) in Myanmar;

   3) Dovremmo prossimamente erogare un ulteriore contributo di 200.000 euro a favore dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) per sostenere l'iniziativa «Assistenza legale ai rifugiati birmani presenti nei nove centri di accoglienza temporanea al confine Thai-Myanmar».

  È anche allo studio l'ipotesi di impiegare le risorse stanziate per progetti in Myanmar precedentemente al colpo di Stato (e non realizzabili in ragione della situazione nel Paese) per finanziare un bando di emergenza volto a sostenere l'azione umanitaria delle ONG italiane presenti nel Paese.
  Un'azione continua e articolata che alla fermezza nei confronti della Giunta militare unisce l'attenzione per la sofferenza e i bisogni del popolo birmano.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

costituzione di un partito

prezzo all'importazione