ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00239

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 242 del 09/02/2024
Abbinamenti
Atto 1/00222 abbinato in data 13/02/2024
Atto 1/00233 abbinato in data 13/02/2024
Atto 1/00234 abbinato in data 13/02/2024
Atto 1/00236 abbinato in data 13/02/2024
Atto 1/00238 abbinato in data 13/02/2024
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 09/02/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
BORRELLI FRANCESCO EMILIO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
DORI DEVIS ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
EVI ELEONORA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
GHIRRA FRANCESCA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
MARI FRANCESCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
PICCOLOTTI ELISABETTA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024
ZARATTI FILIBERTO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 09/02/2024


Stato iter:
13/02/2024
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 13/02/2024
Resoconto CIRIELLI EDMONDO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
DICHIARAZIONE VOTO 13/02/2024
Resoconto FARAONE DAVIDE ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE
Resoconto CESA LORENZO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto FRATOIANNI NICOLA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto ROSATO ETTORE AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE
Resoconto NEVI RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto RICCIARDI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SCHLEIN ELLY PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto CALOVINI GIANGIACOMO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SOUMAHORO ABOUBAKAR MISTO
 
PARERE GOVERNO 13/02/2024
Resoconto CIRIELLI EDMONDO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 13/02/2024

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/02/2024

DISCUSSIONE IL 13/02/2024

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 13/02/2024

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 13/02/2024

PARERE GOVERNO IL 13/02/2024

VOTATO PER PARTI IL 13/02/2024

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 13/02/2024

CONCLUSO IL 13/02/2024

Atto Camera

Mozione 1-00239
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo presentato
Venerdì 9 febbraio 2024
modificato
Martedì 13 febbraio 2024, seduta n. 243

   La Camera,

   premesso che:

    enorme allarme suscita la catastrofe umanitaria attualmente in corso a Gaza ed è urgente un cessate il fuoco immediato, la fine delle violenze, il rilascio di tutti gli ostaggi e il rigoroso rispetto del diritto internazionale umanitario ad opera di tutte le parti;

    i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, la privazione di elettricità, cibo, acqua e carburante e gli ordini di evacuazione impartiti ai palestinesi sono da considerarsi come attacchi indiscriminati, punizioni collettive e trasferimenti forzati di popolazione che equivalgono a crimini di guerra secondo il diritto internazionale;

    si ribadisce la più ferma condanna degli attacchi terroristici multipli e indiscriminati di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023, si trasmette piena solidarietà alla popolazione colpita e si esprime angoscia per l'enorme carico di vittime civili e per i numerosi ostaggi rapiti, di cui chiede urgentemente la liberazione. Va considerato che il diritto alla difesa di Israele non può travalicare i limiti del diritto internazionale umanitario e constatato come tali limiti siano stati già ampiamente superati;

    l'annunciata estensione delle operazioni militari dell'esercito israeliano nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove si trovano centinaia di migliaia di sfollati provenienti dalle zone precedentemente evacuate e costantemente bombardate, deve essere impedita dalla comunità internazionale con ogni strumento a sua disposizione, poiché, come dichiarato dallo stesso portavoce della Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, produrrebbe conseguenze incalcolabili sulla popolazione civile;

    ad oggi sono stati uccisi oltre 26.000 palestinesi, per il 70 per cento donne e bambini; si registrano circa 60.000 feriti e oltre 8.000 dispersi; all'incirca l'85 per cento dei 2,2 milioni di persone che costituiscono la popolazione di Gaza è sfollato e non ha accesso ai servizi di base, all'assistenza sanitaria, all'acqua, al cibo e all'energia elettrica; secondo l'organizzazione non governativa Save the children, sono stati uccisi almeno 10.000 bambini, pari all'1 per cento della popolazione infantile totale della Striscia di Gaza; sono stati uccisi 79 giornaliste e giornalisti e operatrici e operatori dei media e almeno 146 operatrici e operatori umanitari;

    si evidenzia la necessità di proteggere, insieme alla popolazione civile, gli attori umanitari e i giornalisti e si condanna fermamente l'uccisione di giornalisti e operatori umanitari e sanitari da parte di Israele, nonché gli attacchi sferrati alle infrastrutture civili, comprese le scuole e gli ospedali gestiti da organizzazioni umanitarie internazionali; si esprime quindi, una netta condanna per i ripetuti attacchi illegali dell'esercito israeliano contro le strutture, il personale e i mezzi di trasporto in ambito sanitario, che stanno ulteriormente devastando il sistema sanitario della Striscia di Gaza, e si chiede che tali attacchi siano oggetto di indagini per crimini di guerra;

    secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), la capacità dei partner umanitari di rispondere alle importanti esigenze a Gaza è ancora limitata dai ripetuti dinieghi d'accesso per le forniture di aiuti e dalla mancanza di un accesso sicuro coordinato da parte delle autorità israeliane; il tasso di diniego di accesso da parte di Israele nell'ultimo mese mostra un «significativo deterioramento» rispetto al dicembre 2023; tra il 1° e il 10 gennaio 2024, solo tre delle 21 consegne programmate di cibo, medicinali, acqua e altri prodotti salvavita a nord di Wadi Gaza sono giunte a destinazione;

    si disapprova che le autorità israeliane si siano rifiutate di adempiere ai loro obblighi di potenza occupante in conformità con le Convenzioni di Ginevra e continuino a negare alla popolazione palestinese le necessità di base, come le forniture mediche o l'alloggio; la continua espansione degli insediamenti a Gerusalemme Est e in Cisgiordania costituisce una violazione dell'articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra, che vieta a qualsiasi potenza occupante di trasferire la propria popolazione nel territorio che occupa;

    di fronte ad eclatanti violazioni del diritto internazionale, al mancato rispetto dei diritti umani e a crimini di guerra e genocidio non possono esserci spazi di impunità o doppi standard. È, quindi, giusto e da sostenere il ricorso del Sudafrica alla Corte internazionale di giustizia e che siano compiute indagini approfondite che possano portare ad un giudizio sulle responsabilità;

    si considera importante la prima decisione dei giudici della Corte internazionale di giustizia che hanno respinto la richiesta di archiviazione di Israele e affermato che «alcuni atti sembrano rientrare nelle disposizioni della Convenzione sul genocidio». Si ricorda che la Corte ha chiaramente affermato il diritto del popolo palestinese ad essere protetto da atti di genocidio e ha ordinato a Israele di adottare misure per prevenire e punire l'incitamento diretto al genocidio nella Striscia di Gaza;

    si sottolinea la necessità, di fronte al perpetrarsi di tali violazioni e al rifiuto di attuare il cessate il fuoco, di applicare misure sanzionatorie e interrompere qualsiasi fornitura di armamenti e tecnologia utilizzabile a fini bellici, anche rimettendo in discussione i contratti in corso;

    va ricordato che Israele è associato al quadro di ricerca e innovazione dell'Unione europea dal 1996 e partecipa a programmi chiave, come «Orizzonte Europa»; in particolare, l'Unione europea ha aggiudicato contratti per un valore di 59 milioni di euro a imprese israeliane del settore delle tecnologie militari e il valore delle vendite di armi dell'Unione europea a Israele è stimato a circa 200 milioni di euro all'anno; inoltre gli Stati membri dell'Unione europea e della Nato hanno promesso a Israele aiuti militari supplementari nel contesto della situazione attuale;

    va sottolineato che, conformemente al suo articolo 2, l'accordo di associazione Unione europea-Israele si basa sul rispetto dei diritti umani e che questi costituiscono un principio guida; si richiama, quindi, al pieno rispetto dell'accordo e dei suoi principi fondanti, prefigurandone anche la sospensione nel caso in cui non si fermeranno gli attacchi nella Striscia di Gaza e non vi saranno chiare garanzie della cessazione delle sistematiche violazioni dei diritti umani della popolazione palestinese;

    è urgente che la comunità internazionale si mobiliti per far cessare le ostilità, liberare gli ostaggi e porre fine ad ogni escalation militare, escludendo pertanto qualsiasi forma di supporto bellico;

    va evidenziata la necessità di conseguire una pace duratura ed equa nella regione, in linea con il diritto internazionale e i diritti umani e sulla base delle risoluzioni delle Nazioni Unite; si esorta la comunità internazionale, l'Unione europea, i suoi Stati membri e i Paesi della regione ad adottare misure immediate per prevenire un'ulteriore escalation e si chiede che i negoziati si svolgano sotto l'egida delle Nazioni Unite;

    vanno supportati senza alcuna titubanza gli appelli del Segretario generale dell'Onu per prevenire una futura escalation, per porre fine a questa crisi; si ricorda che lo stesso Guterres per la prima volta ha dovuto far ricorso all'articolo 99 della Carta della Nazioni Unite, richiamando formalmente l'attenzione del Consiglio di sicurezza sulla minaccia attuale per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale; va deplorato che questo richiamo non sia stato colto nella sua pienezza e sostenuto con forza;

    si ribadisce il contributo essenziale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (Unrwa) al sostentamento dei rifugiati palestinesi in un difficile contesto di esigenze umanitarie crescenti e si esprime la massima solidarietà, supporto e vicinanza per gli attacchi politici ricevuti. Si ricorda, infatti, che in questi mesi la sua sede centrale, i suoi uffici e le sue infrastrutture sono stati oggetto di attacchi da parte dell'esercito israeliano; in particolare, 132 strutture sono state danneggiate, 63 delle quali colpite direttamente dall'esercito israeliano, mentre 52 scuole hanno riportato danni e 53 hanno subito attacchi diretti e almeno 146 membri del personale dell'Unrwa sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani, il più alto numero di vittime mai registrato per un'agenzia delle Nazioni Unite durante una guerra; va considerata assai grave la decisione di diversi Governi, incluso quello italiano, di interrompere i finanziamenti all'Unrwa, in quanto rischia di mettere in discussione un ruolo da sempre importante che è diventato vitale nelle attuali circostanze;

    si esprime preoccupazione per l'aumento dei discorsi antisemiti e si ribadisce che l'esaltazione della violenza e dei crimini di guerra e gli appelli alla distruzione della Palestina o di Israele sono assolutamente inaccettabili;

    si esprime profonda preoccupazione per il rischio di un'escalation del conflitto; si guarda con apprensione all'aumento dei combattimenti e delle tensioni sul confine libanese, dove Hezbollah ha lanciato razzi verso Israele e quest'ultimo ha sferrato attacchi aerei contro il territorio libanese, incluso un attacco extraterritoriale con droni nel sud di Beirut; vanno condannate tutte le azioni militari contro Paesi terzi che rischiano di aggravare il conflitto in questione, comprese quelle intraprese contro lo Yemen in quanto rischiano di contribuire a un'ulteriore escalation e destabilizzazione nella regione;

    è appropriato collocare la tragedia a cui si sta assistendo in un quadro preciso da comprendere e provare a risolvere; appare, in particolare, necessario riconoscere le responsabilità di larga parte della comunità internazionale nell'avere progressivamente accentuato l'isolamento del popolo palestinese, tollerato la violazione sistematica della legalità internazionale e di numerose risoluzioni delle Nazioni Unite, producendo così l'assenza di una qualsiasi prospettiva di pace credibile e alimentando indirettamente estremismo e violenza;

    va richiamata la risoluzione 181 (II) dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947 che raccomandava la creazione di due Stati indipendenti nel territorio della Palestina storica; va deplorato che ciò non sia stato realizzato e che lo Stato di Israele continui a occupare il territorio palestinese e a negare alla popolazione palestinese il diritto all'autodeterminazione; si ricorda che l'11 novembre 2022 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato per richiedere un parere alla Corte internazionale di giustizia in merito alla prolungata occupazione, all'insediamento e all'annessione del territorio palestinese da parte di Israele, che viola il diritto dei palestinesi all'autodeterminazione;

    si sottolinea che l'occupazione militare della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, così come gli insediamenti illegali dei coloni, hanno contribuito a indebolire la leadership laica palestinese e ha nel corso degli anni agevolato un clima in cui ha potuto prosperare il radicalismo islamista di Hamas;

    si richiama il rapporto annuale del Servizio europeo per l'azione esterna dell'Unione europea (Seae) del 25 maggio 2023, in cui si denuncia il crescente numero di insediamenti, evidenziando in particolare che nel 2022 sono state avanzate 28.208 unità nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, rispetto alle 22.030 del 2021, con un aumento di quasi il 30 per cento, e sottolineando come l'espansione degli insediamenti da parte delle autorità israeliane sia stato accompagnato da una preoccupante tendenza all'aumento della violenza dei coloni nei territori palestinesi. Va ricordato, inoltre, che l'Unione europea ha ripetutamente invitato Israele a non procedere con questi piani e a fermare tutte le attività di insediamento;

    è urgente avviare un'iniziativa diplomatica per rilanciare la soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e che questa passa innanzitutto dal riconoscimento dello Stato di Palestina; va evidenziata, infatti, la necessità di conseguire una pace duratura ed equa nella regione, in linea con il diritto internazionale, il riconoscimento del diritto di ritorno di tutti i rifugiati palestinesi e il pieno rispetto dei diritti umani; si sottolinea che ciò può avvenire solo ponendo fine all'occupazione e rilanciando il processo di pace sotto l'egida della comunità internazionale;

    si ribadisce la richiesta di porre fine all'occupazione dei territori palestinesi; si ricorda che gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, sono illegali in base al diritto internazionale; si chiede l'allentamento delle tensioni in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est; si condanna fermamente l'aumento della violenza dei coloni estremisti nei confronti dei palestinesi e si chiede l'imposizione di misure restrittive ai coloni estremisti che violano i diritti umani e il diritto internazionale;

    va ricordato che l'uso del fosforo bianco è vietato dalla Convenzione sulle armi chimiche: si esprime preoccupazione per le denunce di diverse organizzazioni non governative circa un suo possibile utilizzo da parte dell'esercito israeliano e si chiede che si svolga un'indagine indipendente che chiarisca anche questo aspetto;

    va condannato il carattere apertamente razzista e suprematista delle dichiarazioni rilasciate da diversi membri del Governo e delle autorità israeliane e il loro sostegno alla deportazione forzata dei palestinesi, all'espansione illegale degli insediamenti, ai crimini contro i civili commessi dai coloni in Cisgiordania e ai crimini di guerra a Gaza; in particolare, si esprime condanna e forte preoccupazione per le parole del Premier israeliano Netanyahu il 21 gennaio 2024, con cui ha esplicitato chiaramente la sua netta contrarietà alla prospettiva di «due popoli e due Stati», affermando che fino a quando sarà Premier non nascerà nessuno Stato palestinese e che «dopo aver eliminato Hamas la Striscia deve essere smilitarizzata e restare sotto pieno controllo di sicurezza israeliano», e secondo i firmatari del presente atto va considerata abominevole la dichiarazione del Ministro degli esteri israeliano Katz del 22 gennaio 2024 al Consiglio «affari esteri» dell'Unione europea con cui ha ventilato l'ipotesi di costruire un'isola artificiale davanti a Gaza dove trasferire i palestinesi;

    va condannata, inoltre, la decisione del Governo israeliano di intensificare l'acquisto e la distribuzione di armi ai civili e ai coloni, fomentando un clima di odio e discriminazione nei confronti della minoranza araba in Israele e di violenza contro la popolazione palestinese in Cisgiordania,

impegna il Governo:

1) a lavorare in ogni sede internazionale per arrivare con urgenza ad un cessate il fuoco immediato e incondizionato a Gaza, per mettere fine alla catastrofe umanitaria in corso, per l'interruzione di ogni ulteriore escalation militare, per la liberazione degli ostaggi e per la costruzione delle condizioni per avviare un processo di pace;

2) ad adottare immediatamente tutte le azioni diplomatiche per fermare l'offensiva israeliana a Rafah, che in una sola notte ha già causato circa cento vittime a causa di bombardamenti, impedendo l'annunciata operazione di terra che, per oltre un milione e 700 mila persone sfollate dal nord e dal centro della Striscia di Gaza, sarebbe un'ulteriore intollerabile carneficina e impedirebbe definitivamente l'afflusso dei già scarsi aiuti umanitari;

3) a riconoscere lo Stato di Palestina, quale azione di politica estera che imprima una svolta positiva al necessario negoziato tra le parti per giungere alla soluzione «due popoli, due Stati» e a garantire la coesistenza nella libertà, nella pace e nella democrazia dei due popoli;

4) a promuovere una missione internazionale di pace e di interposizione a Gaza sotto l'egida delle Nazioni Unite, volta a fermare il massacro in corso ed evitare un ulteriore deterioramento della crisi umanitaria;

5) a costruire un'ampia e coordinata iniziativa internazionale con la convocazione di una conferenza di pace internazionale volta a cercare soluzioni per il conflitto in corso e definire una prospettiva di pace duratura in Medio Oriente, in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite e con il pieno coinvolgimento dei Paesi dell'area;

6) ad esigere il pieno rispetto del diritto internazionale, a supportare le richieste del Sudafrica alla Corte internazionale di giustizia e lo svolgimento di indagini sulle violazioni e sui crimini di guerra in corso;

7) ad adottare iniziative di competenza volte a definire sanzioni commisurate a tali violazioni, interrompere qualsiasi fornitura di armamenti e tecnologia utilizzabile a fini bellici anche in riferimento ai contratti in corso e richiamare al rispetto dell'articolo 2 dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e Israele, prefigurandone la sospensione in caso di ulteriore mancato rispetto;

8) a esprimere pieno supporto all'azione del Segretario generale dell'Onu Guterres, al suo richiamo all'articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite e ai suoi sforzi per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale;

9) a sbloccare urgentemente i finanziamenti all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (Unrwa), onorando pienamente gli impegni finanziari assunti e riconoscendo il ruolo vitale svolto da Unrwa.
(1-00239) (Ulteriore nuova formulazione) «Fratoianni, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Corte internazionale di giustizia

diritti umani

accordo di associazione CE