ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00216

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 198 del 20/11/2023
Abbinamenti
Atto 1/00207 abbinato in data 20/11/2023
Atto 1/00217 abbinato in data 20/11/2023
Atto 1/00219 abbinato in data 28/11/2023
Atto 1/00220 abbinato in data 28/11/2023
Atto 1/00221 abbinato in data 28/11/2023
Firmatari
Primo firmatario: BONELLI ANGELO
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 20/11/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRATOIANNI NICOLA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
EVI ELEONORA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
BORRELLI FRANCESCO EMILIO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
DORI DEVIS ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
GHIRRA FRANCESCA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
MARI FRANCESCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
PICCOLOTTI ELISABETTA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023
ZARATTI FILIBERTO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 20/11/2023


Stato iter:
28/11/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/11/2023
Resoconto EVI ELEONORA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/11/2023
Resoconto LOMUTI ARNALDO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LAMPIS GIANNI FRATELLI D'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 28/11/2023
Resoconto GAVA VANNIA VICE MINISTRO - (AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 28/11/2023
Resoconto DEL BARBA MAURO ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE
Resoconto SEMENZATO MARTINA NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto RUFFINO DANIELA AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE
Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto FONTANA ILARIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MONTEMAGNI ELISA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/11/2023

DISCUSSIONE IL 20/11/2023

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/11/2023

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/11/2023

NON ACCOLTO IL 28/11/2023

PARERE GOVERNO IL 28/11/2023

DISCUSSIONE IL 28/11/2023

VOTATO PER PARTI IL 28/11/2023

RESPINTO IL 28/11/2023

CONCLUSO IL 28/11/2023

Atto Camera

Mozione 1-00216
presentato da
BONELLI Angelo
testo presentato
Lunedì 20 novembre 2023
modificato
Martedì 28 novembre 2023, seduta n. 204

   La Camera,

   premesso che:

    1) a quasi dieci anni dalla COP21 di Parigi, durante la quale venne raggiunto lo storico accordo volto a regolare il periodo post 2020, con l'obiettivo di contenere entro la fine del secolo l'aumento della temperatura globale rispetto ai livelli pre-industriali entro 1,5 gradi centigradi, la COP28 sarà l'occasione per misurare attraverso il primo Global stocktake, i progressi fatti verso i target di Parigi, con un resoconto dell'impatto delle azioni per il clima adottate dai singoli Stati, verificandone la validità;

    2) nell'ultimo rapporto Global stocktake del 14 novembre 2023, propedeutico ai lavori della COP28, la divisione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha analizzato gli ndc di 168 Stati («nationally determined contributions», i piani nazionali non vincolanti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra) sui 195 Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi, giudicandoli del tutto insufficienti a limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi e a dimostrare la rapida tendenza alla riduzione delle emissioni che la scienza ritiene necessaria nel decennio;

    3) analizzando tutti gli impegni nazionali di riduzione che sono stati presentati fino al 25 settembre 2023, risulta che le emissioni di gas serra non aumenteranno a partire dal 2030 rispetto ai livelli del 2019, ma si è ben lontani dal farle diminuire se non di un misero 2 per cento, mentre, per avere il 50 per cento di possibilità di raggiungere l'obiettivo di limitare la temperatura globale a 1,5 gradi centigradi entro la fine del secolo, bisognerebbe ridurle del 43 per cento;

    4) nonostante gli appelli della comunità scientifica internazionale, la concentrazione di gas serra nell'aria ha raggiunto nuovi livelli record. Nel 2022, secondo l'agenzia dell'Onu Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), l'anidride carbonica ha toccato il picco di 417,9 parti per milione, un valore mai raggiunto in precedenza, 2,2 parti per milione più alto dell'anno precedente (+0,53 per cento). In questo modo i livelli di gas serra continueranno a crescere fino a quando le emissioni non saranno ridotte fino allo zero netto, il che significa che anche il riscaldamento globale e gli impatti delle condizioni meteorologiche estreme aumenteranno;

    5) l'ultimo rapporto dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) pubblicato in Svizzera a marzo 2023 riassume lo stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici, i suoi impatti e rischi diffusi, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici;

    6) il grido di allarme lanciato dagli scienziati dell'Ipcc indica chiaramente come non ci sia più tempo da perdere per fronteggiare la crisi climatica in atto. Il surriscaldamento del pianeta, con un aumento della temperatura media globale di 1,1 gradi centigradi rispetto all'era preindustriale (1850-1900), sta già determinando l'aumento di eventi meteorologici estremi più frequenti e intensi, con impatti sempre più pericolosi sulla natura e sulle persone in ogni regione del mondo;

    7) il recente aggiornamento del rapporto «Countdown on health and climate change», redatto da 114 esperti provenienti da 52 istituti di ricerca e agenzie Onu in tutto il mondo, ha tracciato i rischi sanitari legati alla crisi climatica in corso, osservando come i decessi legati al caldo tra le persone di età superiore ai 65 anni sono aumentati dell'85 per cento nel periodo 2013-2022 rispetto al 1991-2000, con i sistemi sanitari del 27 per cento delle città prese in esame già sopraffatti dagli impatti dei cambiamenti climatici;

    8) perdita di biodiversità, desertificazione, scioglimento di ghiacciai, inondazioni, ondate di calore sono tutti fenomeni connessi e correlati con la crisi climatica in atto, che la scienza dei cambiamenti climatici è concorde nel ritenere sia in massima parte dovuta all'aumento delle emissioni di anidride carbonica indotta dall'attività umana e, in particolare, dall'uso dei combustibili fossili;

    9) le emissioni legate al comparto energetico sono cresciute nel 2020 dello 0,9 per cento e i Governi continuano a incentivare l'espansione dei combustibili fossili, mentre 40 banche private hanno investito 489 miliardi di dollari ogni anno nel periodo 2017-2021 nelle aziende attive nel comparto dei combustibili fossili. A livello globale i 20 principali produttori di petrolio e gas hanno aumentato le estrazioni nel 2022, destinando appena il 4 per cento degli investimenti alle fonti rinnovabili;

    10) al di là degli elevati rischi fisici sull'ambiente e sulla biodiversità connessi alla crisi climatica, gli eventi meteorologici estremi minano sempre più la sussistenza economica delle comunità più esposte, aumentando povertà, insicurezza alimentare, diseguaglianze, instabilità politica e migrazioni forzate di massa;

    11) la Banca mondiale ha previsto che almeno 200 milioni di profughi saranno costretti a migrare, principalmente da regioni povere, cifra probabilmente molto sottostimata, in quanto le ricerche mostrano che entro il 2050, per ogni grado di variazione al rialzo del riscaldamento globale, circa un miliardo di persone si ritroveranno a vivere su territori inabitabili;

    12) in associazione ai crescenti rischi climatici destinati ad indurre scarsità di risorse idriche e alimentari è probabile che si delinei un aumento dei rischi geopolitici fra superpotenze e con o tra potenze emergenti, con nuovi potenziali conflitti per il controllo delle risorse naturali ed energetiche;

    13) la strategia globale per la riduzione a zero delle emissioni nette entro il 2050, indicata dall'Agenzia internazionale dell'energia (Iea), richiede a tutti i Governi di consolidare notevolmente le proprie politiche in materia di energia e clima e, in seguito, di attuarle con successo, a partire dall'eliminazione dell'utilizzo di combusti fossili e dal rapido aumento della produzione da fonti energetiche rinnovabili;

    14) tutti i Paesi che hanno aderito alla Unfccc (Conferenza quadro delle Nazioni Unite per il contrasto ai cambiamenti climatici), a partire da quelli che più hanno inquinato storicamente e quelli ricchi che più inquinano, dovrebbero impegnarsi ad aumentare i loro contributi determinati a livello nazionale (ndc) per colmare il deficit di riduzione delle emissioni, concordando una rapida, giusta ed equa eliminazione globale di tutti i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) in tutti i settori, in linea con il limite di 1,5 gradi centigradi di temperatura entro il 2050;

    15) servono politiche risolute per garantire che la nuova capacità di energia pulita sostituisca attivamente l'energia prodotta da carbone, petrolio e gas, accelerando il passaggio verso un'economia neutra dal punto di vista climatico entro il 2030. Da questo punto di vista gli Stati dovrebbero concordare un quadro di transizione con un obiettivo globale fissato per le energie rinnovabili, triplicando la capacità globale delle rinnovabili per portarla a 11 terawatt e raddoppiando il tasso del miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030, come sollecitato dallo stesso Consiglio europeo;

    16) dovrà essere invece fortemente ponderato il ricorso alle cosiddette tecnologie di «carbon management» come la css (cattura e stoccaggio del carbonio) e la cdr (rimozione dell'anidride carbonica) o l'utilizzo di biocarburanti, che rischiano di aggravare la perdita di biodiversità, compromettere la sicurezza alimentare e rallentare il percorso di uscita dalle fonti fossili;

    17) al fine di rafforzare la risposta mondiale ai cambiamenti climatici, migliorando la capacità di adattamento, promuovendo la resilienza climatica e riducendo al minimo la vulnerabilità dei Paesi più a rischio, si rende necessario rendere pienamente operativo il Global goal on adaptation – Gga, stabilendo metodologie e indicatori per definire un obiettivo globale sull'adattamento credibile, solido e attuabile e valutare globalmente i progressi di adattamento al cambiamento climatico, superando le strategie per la pianificazione dei singoli Paesi;

    18) strettamente intrecciato con la transizione energetica e l'adattamento climatico è la definizione di un nuovo quadro finanziario in grado di realizzare la transizione energetica in modo inclusivo per tutti i Paesi e le comunità, coprendo l'adattamento, la mitigazione, le perdite e i danni da parte di chi è stato colpito dagli impatti climatici. La transizione energetica rischia di essere ancora una volta ingiusta se si limita a sostituire i combustibili fossili con energie rinnovabili, senza cambiare stili di vita insostenibili e modalità di produzione e consumo distruttive. Una transizione giusta richiede un sostegno finanziario e tecnologico ai Paesi meno sviluppati, garantendo equità e giustizia nel processo;

    19) in questa direzione serve sia definito il Nuovo obiettivo collettivo quantificato (Ncqg) sui finanziamenti per il clima, ossia la somma di finanziamenti annuali per il contrasto ai cambiamenti climatici basato sui bisogni dei territori, che deve essere sufficiente a coprire l'intera scala dei costi necessari ai Paesi per svolgere appieno il loro ruolo nel raggiungimento dell'Accordo di Parigi;

    20) si rende necessario spostare tutti i flussi finanziari in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. In questa direzione tutti i Paesi dell'Unfccc sono chiamati a eliminare i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili, mentre le principali istituzioni finanziarie internazionali dovrebbero adottare rapidamente politiche di disinvestimento dai combustibili fossili, maggiori garanzie per i diritti umani, strutture di gestione più democratiche che includano meccanismi di partecipazione e monitoraggio da parte dei Paesi in via di sviluppo, delle popolazioni indigene, della società civile e delle comunità locali;

    21) il fondo per le perdite e i danni (loss & damage) associati agli impatti negativi dei cambiamenti climatici deciso alla COP27 deve essere costituito da un sistema di finanziamenti pubblici, aggiuntivi e prevedibili, con priorità alle sovvenzioni piuttosto che a prestiti, sulla base del principio «chi inquina paga», e deve essere facilmente accessibile dalle comunità maggiormente colpite nei Paesi del Sud globale, basato sui diritti umani e sul principio di sussidiarietà e governato da un'autorità equa che agisce per il bene comune;

    22) il Consiglio ha approvato il 17 ottobre 2023 le conclusioni assunte dai Ministri dell'ambiente (16 ottobre 2023), che fungeranno da posizione negoziale generale dell'Unione europea alla COP28, evidenziando le opportunità che un'azione ambiziosa per il clima offre per il pianeta, l'economia globale e le persone e l'importanza di garantire una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno, verso economie e società sostenibili, resilienti ai cambiamenti climatici e climaticamente neutre;

    23) il Consiglio, sottolineando che la transizione verso un'economia climaticamente neutra richiederà una graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo in questo decennio, evidenzia l'importanza di rendere il settore dell'energia prevalentemente privo di combustibili fossili ben prima del 2050, nonché di adoperarsi a favore di un sistema energetico globale completamente o prevalentemente decarbonizzato negli anni 2030;

    24) il Consiglio accoglie con favore la presentazione all'Unfccc di un ndc aggiornato dell'Unione europea che rispecchia gli elementi essenziali del pacchetto «Fit for 55», elementi che sono stati tutti concordati e che consentiranno all'Unione europea di ridurre le sue emissioni nette di gas serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050;

    25) a livello nazionale lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione è il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), la cui ultima versione è stata trasmessa alla Commissione europea il 19 luglio 2023;

    26) la credibilità della diplomazia climatica internazionale dipenderà dalla volontà di impegnarsi con rigorosi e ambiziosi percorsi verso l'eliminazione di tutti i combustibili fossili, con chiari meccanismi di responsabilità, e gli accordi che emergeranno dai negoziati saranno cruciali per rafforzare l'impegno dei Governi e di tutti gli attori non statali per affrontare la crisi climatica in atto,

impegna il Governo:

1) ad aumentare il contributo del nostro Paese, determinato a livello nazionale (ndc), per colmare il deficit di riduzione delle emissioni, concordando nel dialogo tra le parti della prossima COP28 una rapida, giusta ed equa eliminazione globale di tutti i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) in tutti i settori, in linea con il limite di 1,5 gradi centigradi di temperatura entro il 2050 al più tardi;

2) a concordare, in un quadro di transizione globale, l'obiettivo di triplicare la capacità globale delle rinnovabili per portarla a 11 terawatt, dislocando almeno 1,5 terawatt all'anno, e raddoppiare il tasso del miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030;

3) a raggiungere la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili pari ad almeno il 42,5 per cento del consumo complessivo a livello nazionale, in conformità con gli obiettivi fissati dall'Unione europea;

4) a promuovere l'adozione di un trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, come strumento fondamentale per integrare e rafforzare l'Accordo di Parigi;

5) ad adeguare il Piano nazionale integrato energia e clima alle risultanze del bilancio del Global stocktake;

6) a spostare tutti i flussi finanziari in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, eliminando i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili e riducendo progressivamente i sussidi ambientalmente dannosi fino al loro totale annullamento entro il 2030;

7) a sostenere nel dialogo tra le parti l'urgenza di una riforma dell'architettura finanziaria internazionale basata su politiche di disinvestimento dai combustibili fossili e su strutture di gestione maggiormente democratiche che includano meccanismi di partecipazione e monitoraggio dei Paesi del Sud globale;

8) a sostenere la costituzione del Fondo per le perdite e i danni (loss & damage) associati agli impatti negativi dei cambiamenti climatici basato su un sistema di finanziamenti pubblici, aggiuntivi e prevedibili, con priorità alle sovvenzioni, piuttosto che sotto forma di debiti e prestiti del settore privato, sulla base del principio «chi inquina paga»;

9) a reindirizzare le funzioni svolte dalla Sace s.p.a. al sostegno di operazioni del settore delle fonti rinnovabili e delle energie pulite, escludendo il finanziamento di progetti e investimenti anche esteri che riguardino direttamente o indirettamente i combustibili fossili e le fonti energetiche climalteranti;

10) a promuovere l'adozione di un quadro di riferimento e delle linee guida sull'Obiettivo globale sull'adattamento (Gga) che definisca un obiettivo globale credibile, solido e attuabile per migliorare la capacità di adattamento, rafforzare la resilienza e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici;

11) a rappresentare l'impegno del nostro Paese ad aumentare le risorse per l'adattamento, sostenendo la necessità di un raddoppio collettivo del finanziamento in questa direzione con l'obiettivo di raggiungere un equilibrio tra i finanziamenti per la mitigazione e per l'adattamento;

12) a sostenere il raggiungimento dell'obiettivo di 100 miliardi di dollari di finanziamento per il clima nei Paesi in via di sviluppo e nelle regioni più povere e vulnerabili, con l'effettivo loro impiego entro il 2025;

13) a sostenere l'impegno di tutti i Governi a ridurre le emissioni agricole e a trasformare l'agricoltura per il pianeta e per le persone, rafforzando i sistemi alimentari locali e le buone pratiche agronomiche per la tutela delle risorse e la fertilità del suolo;

14) ad adottare ogni iniziativa utile per garantire la destinazione annuale dello 0,7 per cento del reddito nazionale lordo per l'aiuto pubblico allo sviluppo, anche alla luce della crisi climatica che sta colpendo duramente i Paesi in via di sviluppo;

15) ad adottare iniziative volte a incrementare le risorse per la lotta al cambiamento climatico, anche impegnandosi a realizzare, promuovere e sostenere su base nazionale e internazionale politiche di riduzione delle spese per armamenti, anche al fine del sostegno alle aree del pianeta che maggiormente patiscono gli effetti del cambiamento climatico;

16) a non prevedere nell'attuazione del «piano Mattei», approvato dal Governo, accordi che mirano a trasferire idrocarburi in Italia;

17) a rivedere la decisione del Governo di fare dell'Italia un hub del gas per trasformarla al contrario in un Paese leader nella produzione di rinnovabili, di sistemi di accumulo, nell'efficienza tecnologica, nella ricerca e innovazione tecnologica;

18) a prevedere incentivi per i piccoli agricoltori e le attività a conduzione familiare in modo più equo e valorizzare le loro capacità di trasformazione positiva dei sistemi alimentari;

19) ad aumentare la quota di investimenti da parte del settore pubblico e privato per i piccoli agricoltori che attualmente ricevono solo l'1,7 per cento dei finanziamenti globali per il clima, che oggi sono a vantaggio delle grandi multinazionali dell'agrobusiness;

20) a ridurre, in sede di trattative europee, i finanziamenti pubblici verso le grandi multinazionali dell'agrobusiness a favore dei piccoli agricoltori e del biologico;

21) a superare il modello degli allevamenti intensivi e a concordare a livello internazionale tagli assoluti alle emissioni di metano e protossido di azoto prodotte dai maggiori emettitori di metano agricolo;

22) a prevedere la transizione verso un sistema alimentare sostenibile, perseguendo gli obiettivi di riduzione dell'uso e del rischio dei pesticidi di sintesi del 50 per cento e destinando almeno il 25 per cento della superficie agricola all'agricoltura biologica, promuovendo un'agricoltura e una zootecnia più sostenibili che porti al superamento degli allevamenti intensivi secondo la strategia europea «Farm to fork»;

23) a promuovere lo smart working, con effetti di riduzione dell'impronta di carbonio legata al lavoro e ai picchi di consumo energetico connessi;

24) a prevedere l'incremento della penetrazione dell'elettricità nei trasporti, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni del trasporto su strada previsti dal pacchetto «Fit for 55»;

25) a finanziare lo sviluppo di una mobilità equa, inclusiva e sostenibile attraverso l'incremento di soluzioni di mobilità collettiva e condivisa, con l'obiettivo di raggiungere, entro il 2030-2035, i 9 chilometri per milione di abitanti di reti metropolitane, i 20 chilometri per milione di abitanti di reti ferroviarie suburbane e i 10 chilometri per milione di abitanti di reti tramviarie;

26) ad adottare iniziative volte a finanziare lo sviluppo delle infrastrutture ciclabili per rendere la mobilità leggera maggiormente sicura e accessibile, in modo da rispondere alle esigenze legate agli spostamenti quotidiani, aumentando la sicurezza e la qualità degli spazi urbani e migliorando la qualità dell'aria nelle grandi città;

27) ad adottare iniziative volte a prevedere l'introduzione del biglietto climatico sull'intero territorio urbano e regionale del Paese fino al 2035 al costo di 9 euro al mese;

28) ad adottare iniziative volte ad approvare l'aumento delle aree naturali protette per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia europea sulla biodiversità al 2030, pari almeno al 30 per cento di territorio protetto terrestre e marino, di cui almeno un terzo da sottoporre a stretta protezione, assicurando un'adeguata tutela del capitale naturale del Paese;

29) a prevedere, con iniziative normative, entro il 2030 l'azzeramento del consumo di suolo e la rigenerazione dei suoli degradati anche nelle aree urbane, con aumento del verde urbano e recupero delle funzioni eco-sistemiche attraverso interventi di rinaturalizzazione e miglioramento della permeabilità;

30) a prevedere la costituzione di un consiglio scientifico per il clima, composto da esponenti autorevoli del mondo della scienza, con l'obiettivo di verificare la corrispondenza delle politiche nazionali con gli obiettivi climatici internazionali e di fornire supporto consultivo al Governo;

31) ad adottare iniziative volte a prevedere l'istituzione del fondo sociale italiano per il clima al fine di sostenere i redditi più fragili nella fase della transizione ecologica, come la ristrutturazione delle case e l'accesso alla mobilità sostenibile, e per le imprese che necessitano di sostegno per la riconversione del proprio processo produttivo nella fase di transizione verde;

32) ad adottare iniziative volte a prevedere l'istituzione di un reddito di formazione al fine di creare nuove competenze, professionalità e opportunità di lavoro per i giovani in cerca di prima occupazione e per la ricollocazione professionale di lavoratori in stato di inoccupazione per l'inserimento nei processi produttivi legati alla transizione ecologica, energetica, alla difesa e tutela del suolo e della biodiversità, all'innovazione tecnologica e digitalizzazione;

33) ad adottare iniziative volte a prevedere, per finanziare il fondo sociale italiano per il clima, l'istituzione di un contributo di solidarietà sui grandi patrimoni;

34) a fornire ogni elemento utile al Parlamento, per il tramite del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, in merito agli esiti e agli impegni assunti dall'Italia nella COP28.
(1-00216) «Bonelli, Fratoianni, Evi, Zanella, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cambiamento climatico

riduzione delle emissioni gassose

protezione dell'ambiente