ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00188

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 171 del 04/10/2023
Abbinamenti
Atto 1/00177 abbinato in data 05/10/2023
Atto 1/00185 abbinato in data 05/10/2023
Atto 1/00186 abbinato in data 05/10/2023
Atto 1/00187 abbinato in data 05/10/2023
Firmatari
Primo firmatario: PICCOLOTTI ELISABETTA
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 03/10/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
BORRELLI FRANCESCO EMILIO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
DORI DEVIS ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
EVI ELEONORA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
FRATOIANNI NICOLA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
GHIRRA FRANCESCA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
MARI FRANCESCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023
ZARATTI FILIBERTO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 03/10/2023


Stato iter:
05/10/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 05/10/2023
Resoconto FRASSINETTI PAOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE E MERITO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 05/10/2023
Resoconto BICCHIELLI PINO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto PICCOLOTTI ELISABETTA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto GIACHETTI ROBERTO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto TASSINARI ROSARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto ORRICO ANNA LAURA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SASSO ROSSANO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto BERRUTO MAURO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto AMORESE ALESSANDRO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/10/2023

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 05/10/2023

NON ACCOLTO IL 05/10/2023

PARERE GOVERNO IL 05/10/2023

DISCUSSIONE IL 05/10/2023

RESPINTO IL 05/10/2023

CONCLUSO IL 05/10/2023

Atto Camera

Mozione 1-00188
presentato da
PICCOLOTTI Elisabetta
testo presentato
Mercoledì 4 ottobre 2023
modificato
Giovedì 5 ottobre 2023, seduta n. 172

   La Camera,

   premesso che:

    1) l'Italia è fra i Paesi europei in cui è più grave il fenomeno della dispersione scolastica: al 9,7 per cento è la dispersione implicita al termine della scuola superiore. Le disuguaglianze territoriali si manifestano sotto forma di povertà educativa nelle regioni meridionali e le percentuali dei dispersi sono più elevate, con una punta del 19,8 per cento in Campania;

    2) in Campania, Calabria e Sicilia, più del 60 per cento degli studenti non raggiunge il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70 per cento degli studenti, proprio in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Significa che queste persone non saranno in grado di gestirsi un progetto di vita autonoma, soventi vittime del lavoro in nero e sottopagato, quando non intercettate dalla stessa malavita organizzata, e non saranno in grado di partecipare appieno alla vita democratica del nostro Paese;

    3) la percentuale dei Neet in Italia è del 23,1 per cento, ma in regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, i quindici-ventinovenni che non studiano e non lavorano hanno superato quelli che lavorano: 3 giovani Neet ogni 2 giovani occupati;

    4) l'assillo della politica e del Governo dovrebbe essere quello di garantire un'educazione di qualità, a partire dalla prima infanzia, per contrastare la dispersione scolastica. E per farlo dovrebbe darsi delle priorità precise: innanzitutto, rendere obbligatorio il ciclo di istruzione, a partire dalla scuola dell'infanzia sino al compimento dei 18 anni di età; ridurre il numero degli alunni in classe per garantire qualità della didattica, maggiore coinvolgimento e apprendimento da parte degli studenti, nonché piena integrazione dei ragazzi, soprattutto quelli con più disabilità; estendere il tempo pieno nelle scuole primarie, ma anche il tempo prolungato negli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado; garantire l'accesso all'asilo nido e alla scuola dell'infanzia a tutte le bambine e a tutti i bambini all'interno del territorio nazionale, superando ogni forma di discriminazione sociale e territoriale; istituire delle zone di educazione prioritaria e solidale, dedicate alle aree più svantaggiate;

    5) vivere in aree svantaggiate, come quartieri di periferia, città satellite, aree interne, pregiudica le aspirazioni e la crescita dei minori oltre che delle comunità. Con il paradosso che proprio nelle aree dove si concentra la povertà minorile, la rete dei servizi socio-educativi, che dovrebbe essere più solida, è estremamente debole, accentuando i divari di partenza;

    6) negli anni il sistema dell'istruzione e della formazione è stato oggetto di un processo di snaturamento, rispetto alle finalità di liberazione ed emancipazione che la Costituzione gli assegna. Impoverito, precarizzato, burocratizzato e piegato alle logiche del mercato. Non si tratta di una questione settoriale, ma di uno snodo decisivo per il futuro delle giovani generazioni e della stessa democrazia; perché il modello di formazione è una pietra angolare del modello di società che si intende costruire, nelle relazioni sociali e intellettuali, nelle forme del lavoro e della vita, persino visto l'impatto che, fin dall'infanzia, le tecnologie virtuali e digitali hanno sui processi di conoscenza e sull'universo emotivo – sul tipo di umanità che abiterà la Terra dai prossimi decenni; a determinare il successo scolastico concorrono da un lato le capacità dello studente, dall'altro una serie di componenti su cui è possibile agire. Per citarne solo alcune, il contesto famigliare, la qualità degli insegnanti, i metodi di insegnamento, i fattori ambientali;

    7) serve la volontà politica di dare alla scuola una rinnovata dignità sociale, di stanziare risorse per procedere a una ristrutturazione dell'intero sistema scolastico e dei suoi metodi, recuperandone la missione costituzionale di promozione della persona e di emancipazione dei futuri cittadini attraverso l'istruzione;

    8) gli istituti scolastici vanno intesi come un presidio culturale e civico del proprio territorio, non come una spesa da tagliare. Invece, come previsto dalla legge di bilancio 2023, a partire dall'anno scolastico 2024/25, rispetto alle 8.089 istituzioni scolastiche funzionanti nell'anno scolastico 2023/24, si prevede per il prossimo triennio un taglio di ben 780 istituzioni scolastiche di cui 628 solo nel prossimo anno, con ricadute pesantissime soprattutto sulle regioni del Sud che subiranno un vero e proprio stravolgimento della rete scolastica (per il prossimo anno scolastico -128 scuole in Campania, -79 in Calabria, -58 in Puglia, -42 in Sardegna, -92 in Sicilia) e, di conseguenza, tagli agli organici sia sulle due figure uniche della scuola che sul resto del personale docente, educativo ed Ata;

    9) uno studio della società di investimento Moneyfarm, pubblicato ad ottobre 2022, ha cercato di quantificare a quanto ammontino le spese legate all'istruzione che le famiglie italiane debbono sostenere per un figlio dal nido fino all'università, considerando anche la necessità di dare ai ragazzi una formazione che comprenda quelle soft skill sempre più ricercate nel mercato del lavoro; da questo studio emerge come per un percorso di studio «standard», presso gli enti di pubblica istruzione della città in cui si è residenti, sia necessario un investimento di circa 53.000 euro, considerate rette, costo dei libri e dei materiali didattici, l'acquisto di device informatici e alcune attività extrascolastiche come lezioni di inglese e attività sportive; tali costi possono arrivare fino a 700.000 euro nel caso di frequenza presso strutture private e università straniere. È quindi evidente la necessità di garantire la completa gratuità del percorso di istruzione presso le strutture pubbliche, al fine di garantire l'esigibilità reale del diritto allo studio e di contrastare la crescita sempre più veloce delle diseguaglianze sociali;

    10) secondo Assoutenti, quest'anno affrontare l'anno scolastico costerà una media tra il +8 per cento e il +10 per cento a studente. I prodotti di cartoleria registrano un incremento medio del 9,2 per cento su base annua, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione. Per i libri di testo la spesa è variabile e sale in base dal grado di istruzione: si passa dai circa 300 euro a studente della prima media ai 600 euro del liceo, compresi i dizionari, ma si può arrivare anche a 700 euro in alcune classi, un business che supera quota 1 miliardo di euro all'anno. Sul fronte dei testi scolastici i rincari sono nell'ordine del +8/+10 per cento rispetto allo scorso anno e la spesa media solo per i libri salirà in media di circa 45 euro a studente, con un aggravio totale di +95 euro;

    11) poiché si ritiene necessario superare i divari e le disuguaglianze tra studenti, appare fondamentale adottare misure omogenee per l'accesso alla gratuità dei libri di testo e per garantire a tutti i giovani il diritto allo studio. Per questo il gruppo Alleanza verdi e sinistra ha depositato alla Camera dei deputati una proposta di legge per prevedere l'estensione della gratuità dei libri di testo per tutti gli studenti che frequentano fino all'ultimo anno di obbligo scolastico e appartenenti a nuclei familiari con Isee fino a 35.000 euro;

    12) recentemente molti dirigenti scolastici e alcuni sindacati studenteschi hanno anche segnalato il problema dell'accesso ai viaggi di istruzione: questi viaggi spesso non sono per tutti e tutte, soprattutto a causa dei loro costi aumentati a causa dell'inflazione. Alcuni istituti hanno messo in atto strategie per cercare di aggirare questi ostacoli che in alcuni casi impediscono la partecipazione anche del 50 per cento degli studenti e studentesse, proponendo viaggi di istruzione che prevedano destinazioni in Italia, generalmente più economiche – anche se si parla comunque di una spesa di 400 euro per una gita – o mettendo a disposizione delle famiglie un «fondo di solidarietà». Lasciare ai singoli istituti l'onere di stabilire come gestire questo problema però non garantisce pienamente il diritto allo studio dei ragazzi e incrementa le differenze;

    13) gli ultimi fatti di violenza avvenuti a Palermo e a Caivano, e le giovani età dei loro protagonisti, evidenziano quanto sia radicata l'educazione sessista nel nostro Paese. Un'educazione che rimanda un modello di donna oggetto, con stereotipi di genere radicati, che legittimano le violenze negando che siano tali, biasimando la vittima e i suoi comportamenti e non gli stupratori. C'è un cambiamento culturale da promuovere. Per concretizzarlo non servono solo leggi penali, ma serve soprattutto un investimento economico serio, che investa nell'autonomia della donna, nell'educazione al rispetto e nell'abbattimento degli stereotipi. Un ruolo fondamentale è sicuramente quello delle scuole, dove però i progetti di educazione all'affettività, educazione di genere ed educazione alla sessualità sono troppo spesso sporadici e non strutturali, legati alla buona volontà dei dirigenti o degli insegnanti o alla disponibilità di risorse spot,

impegna il Governo:

1) al fine di migliorare la qualità didattica e il processo di formazione delle alunne e degli alunni, contrastare l'abbandono e la dispersione scolastica, garantire il successo formativo, oltre che evitare un affollamento nelle aule, sia per ragioni sanitarie sia per ragioni didattiche, a fissare, con un opportuno intervento normativo, a 18 il numero massimo di alunni per ogni classe di ogni ciclo della scuola italiana;

2) a prevedere l'introduzione del tempo pieno in tutti gli istituti scolastici della scuola primaria dello Stato e a garantire, in ciascuna di queste scuole, una percentuale aggiuntiva dell'organico docente e Ata non inferiore al 20 per cento dell'organico attuale;

3) a prevedere l'introduzione del tempo prolungato pomeridiano nei cicli scolastici della scuola secondaria di I e II grado, basato sull'istituzione di cattedre orario comprensive delle ore di insegnamento e del tempo mensa, per almeno tre giorni a settimana;

4) ad adottare iniziative normative volte ad elevare progressivamente l'obbligo scolastico fino all'età di diciotto anni e, conseguentemente, ad elevare progressivamente l'età per l'accesso al lavoro con qualsiasi forma di contratto individuale;

5) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere la totale gratuità della formazione scolastica, dall'asilo nido fino all'assolvimento dell'obbligo scolastico, al fine di assicurare il diritto allo studio, prevedendo anche la gratuità dei libri di testo fino all'ultimo anno di obbligo scolastico;

6) ad adottare iniziative volte a prevedere l'istituzione di un fondo di solidarietà per i viaggi di istruzione presso il Ministero dell'istruzione e del merito da ripartire, sulla base dell'indice di disagio sociale, tra i diversi istituti di scuola secondaria di primo e secondo grado, e a prevedere l'estensione dell'utilizzo della Carta della cultura giovani per i viaggi di istruzione;

7) ad adottare iniziative volte a prevedere, già nel prossimo disegno di legge di bilancio, risorse economiche dirette al rinnovo del contratto collettivo nazionale 2022/2024 del comparto «Istruzione e ricerca»;

8) ad adottare iniziative normative volte a rivedere i criteri per la definizione del «dimensionamento scolastico» contenuti nella legge di bilancio 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197) nei prossimi provvedimenti utili al fine di scongiurare l'accorpamento delle sedi e il dimezzamento del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi;

9) ad adottare iniziative volte ad istituire nelle aree del Paese con maggiori percentuali di abbandono scolastico, con maggiori difficoltà di natura sociale o geografica o, in generale, con minore disponibilità di servizi o facilità di accesso ad essi, tenendo conto sia dell'indice di abbandono scolastico, sia dell'indice di disagio sociale (ids), le «Zone di educazione prioritaria e solidale», e a garantire in dette zone l'aumento dell'organico scolastico e del tempo scuola.
(1-00188) «Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

istruzione

statistica dell'istruzione

problema sociale