ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00173

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 152 del 02/08/2023
Abbinamenti
Atto 1/00144 abbinato in data 02/08/2023
Firmatari
Primo firmatario: MOLLICONE FEDERICO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 02/08/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELLOMO DAVIDE LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
TASSINARI ROSARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE 02/08/2023
BUONGUERRIERI ALICE FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
BERGAMINI DAVIDE LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
DONDI DANIELA FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
BISA INGRID LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
PALOMBI ALESSANDRO FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
CARRA' ANASTASIO LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
PELLICINI ANDREA FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
CAVANDOLI LAURA LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
PITTALIS PIETRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE 02/08/2023
BICCHIELLI PINO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE 02/08/2023
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
MATONE SIMONETTA LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
LA SALANDRA GIANDONATO FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
MORRONE JACOPO LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
PULCIANI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
PRETTO ERIK UMBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
VINCI GIANLUCA FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
SUDANO VALERIA LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
COLOMBO BEATRIZ FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
ZINZI GIANPIERO LEGA - SALVINI PREMIER 02/08/2023
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
MALAGUTI MAURO FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023
RUSSO GAETANA FRATELLI D'ITALIA 02/08/2023


Stato iter:
02/08/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 02/08/2023
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 02/08/2023
Resoconto BICCHIELLI PINO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto GRUPPIONI NAIKE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto PITTALIS PIETRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto CAFIERO DE RAHO FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CAVANDOLI LAURA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/08/2023

ACCOLTO IL 02/08/2023

PARERE GOVERNO IL 02/08/2023

DISCUSSIONE IL 02/08/2023

APPROVATO IL 02/08/2023

CONCLUSO IL 02/08/2023

Atto Camera

Mozione 1-00173
presentato da
MOLLICONE Federico
testo di
Mercoledì 2 agosto 2023, seduta n. 152

   La Camera,

   premesso che:

    alle 10.25 di sabato 2 agosto 1980 un ordigno ad altissimo potenziale esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna, provocando il crollo della struttura sovrastante le sale d'aspetto e di trenta metri della pensilina, e investendo anche due vetture di un treno in sosta al primo binario;

    le conseguenze dell'esplosione furono di terrificante gravità, anche a causa dell'affollamento della stazione in un giorno prefestivo di agosto: rimasero uccise ottantacinque persone, oltre duecento furono ferite;

    quel giorno cominciò anche una delle più difficili indagini della storia giudiziaria; ad oggi, infatti, l'iter processuale, che pur ha già registrato condanne definitive, non è ancora concluso;

    nel 2016, in occasione del trentaseiesimo anniversario della strage di Bologna, nel suo messaggio all'Associazione dei familiari delle vittime, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito che «permangono ancora domande senza risposta e la memoria è anche sostegno a non dimettere gli sforzi per andare avanti e raggiungere quella piena verità, che è premessa di giustizia»;

    ricercare la verità storica e ampliare le basi documentali – anche e soprattutto attraverso la desecretazione degli atti – per agevolare eventuali ulteriori sviluppi in sede giudiziaria è, quindi, urgente e necessario;

    grazie ai numerosi elementi emersi negli anni in ambito giudiziario e parlamentare grazie al lavoro delle diverse Commissioni d'inchiesta, alle testimonianze, alle ricerche e ai saggi pubblicati in materia di politica internazionale, risulta ormai evidente l'esistenza di collegamenti internazionali del terrorismo italiano;

    tra il 1948 e il 1992, nel periodo storico definito Guerra fredda, l'Italia è stata terreno di scontro tra le grandi potenze globali nonché di singoli Stati o realtà politico-territoriali non allineate, implicate o comunque coinvolte nelle varie dinamiche della guerra a bassa intensità tra Est e Ovest e, in modo particolare, interessate al ruolo strategico peculiare della nostra Nazione in Europa e soprattutto nel bacino del Mediterraneo e alle sue specificità socio-politico-economiche;

    tale aspetto era già emerso, in particolare, grazie al lavoro svolto dalle Commissioni parlamentari di inchiesta succedutesi nel corso degli anni, quali la Commissione Stragi e la Commissione Mitrokhin, che hanno raccolto una serie di riscontri probatori in tal senso: da un lato, semplici contatti e collaborazione tattica o strategica tra organizzazioni terroristiche di analogo orientamento politico operanti in diversi Stati; da un altro lato, rapporti con apparati di potenze straniere e persino sostegno o vera e propria etero-direzione da parte di essi;

    nelle Commissioni parlamentari è emerso come il cosiddetto «lodo Moro», ossia l'accordo extra legem tra la cosiddetta diplomazia parallela italiana (affidata a settori dei servizi di informazione e sicurezza) e la dirigenza palestinese, maturato in ambito politico-istituzionale agli inizi degli anni Settanta (in seguito alla strage palestinese alle Olimpiadi di Monaco del 1972) per tutelare gli interessi italiani dalla minaccia di attentati, sia il cuore di molte vicende storico-giudiziarie: occorre, pertanto, che ne siano finalmente chiariti sia le esatte finalità sia i modi di applicazione e le conseguenze che questo patto extra legem determinò sul piano nazionale e nei rapporti internazionali con l'Alleanza atlantica;

    nella relazione sull'attività svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro (Doc. XXIII, n. 29, della XVII Legislatura), presieduta dal parlamentare del PD Giuseppe Fioroni, si legge: «Una delle principali acquisizioni è giunta dagli approfondimenti sulla dimensione “mediterranea” della vicenda Moro, con particolare riferimento agli accordi politici e di intelligence che fondavano la politica italiana, in particolare nei riguardi del Medio Oriente, della Libia e della questione israelo-palestinese. Gli approfondimenti sul ruolo dei movimenti palestinesi e del centro SISMI di Beirut hanno consentito di gettare nuova luce sulla vicenda delle trattative per una liberazione di Moro e sul tema dei canali di comunicazione con i brigatisti, ma anche di cogliere i condizionamenti che poterono derivare dalla collocazione internazionale del nostro Paese e dal suo essere crocevia di traffici di armi con il Medio Oriente, spesso tollerati per ragioni geopolitiche e di sicurezza nazionale»;

    con legge n. 124 del 2007 sono stati riordinati i servizi di informazione e sicurezza e la disciplina del segreto di Stato ma la Relazione del Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica sull'attività svolta dal 10 febbraio 2022 al 10 agosto 2022, trasmesso alle Presidenze il 19 agosto 2022 (Doc. XXXIV, n. 12) ha ribadito che «l'esigenza prospettata di una modifica della legge n. 124 del 2007 resta inalterata e si auspica possa essere presa in concreta considerazione anche in questa fase conclusiva della legislatura, o comunque già all'avvio della prossima»;

    nel marzo 2008, in occasione del trentesimo anniversario del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro, il Ministro dell'interno Amato propose di rendere accessibili i documenti a suo tempo resi disponibili alla Magistratura e alla Commissione stragi: tale proposta fu recepita dal Presidente del Consiglio Romano Prodi che con una direttiva dell'8 aprile 2008 interessò in questo senso le amministrazioni dello Stato;

    l'Archivio centrale dello Stato fu successivamente individuato come l'istituzione appropriata per assicurare la conservazione unitaria della documentazione sul caso Moro e consentirne la consultazione in un'unica sede;

    il 23 febbraio 2011 la Presidenza invitò nuovamente le amministrazioni interessate ad effettuare i versamenti;

    la declassifica di documenti e informazioni ricade interamente nella sfera di competenza e responsabilità dell'autorità che ne dispose l'attuazione;

    infatti, l'articolo 19, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 novembre 2015, n. 5, prevede che la «declassifica di un'informazione è disposta dall'autorità che ha apposto la classifica ai sensi dell'articolo 42, comma 2, della legge n. 124 del 2007, o da altro soggetto che, a richiesta, sia stato dalla stessa a ciò autorizzato. L'Autorità nazionale per la sicurezza nella generalità dei casi e gli organi di sicurezza di un'amministrazione o ente sovraordinati a quello che ha originato l'informazione, possono disporre la variazione o l'eliminazione della classifica di segretezza attribuita alla medesima da un'autorità sottordinata»;

    il «Codice dei beni culturali e del paesaggio», di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, stabilisce che rappresentano beni culturali «gli archivi e i singoli documenti dello Stato», ivi inclusi quindi gli archivi ministeriali e il versamento «all'Archivio Centrale dello Stato e agli archivi di Stato dei documenti relativi agli affari esauriti da oltre trent'anni, unitamente agli strumenti che ne garantiscono la consultazione»;

    la direttiva del Presidente del Consiglio del 22 aprile 2014, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, serie generale n° 100 del 2 maggio 2014, ha previsto la declassificazione e il versamento straordinario all'Archivio centrale dello Stato degli atti concernenti numerosi eventi legati alla storia repubblicana collegati alle vicende di Aldo Moro, successivamente ampliata nella sua portata dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 agosto 2021;

    per la documentazione del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) la Direttiva del 2 maggio 2014 prescrive che siano definiti i criteri con cui sono effettuati i versamenti all'Archivio centrale dello Stato e le modalità con cui si proteggono specifiche informazioni di cui si richiede la tutela nell'interesse della sicurezza di persone, della riservatezza di terzi, ovvero delle relazioni internazionali;

    con riferimento ai fatti citati nella direttiva del 2014, con decreto del Segretario generale del 28 settembre 2016 è stato istituito il Comitato consultivo sulle attività di versamento agli archivi di Stato e all'Archivio Centrale dello Stato della documentazione in oggetto, che, nell'ultima relazione annuale, ha riscontrato gravi carenze circa l'attuazione della direttiva del 2014 e grandi deficienze del materiale coevo ai fatti nelle varie amministrazioni pubbliche: carte mancanti, elenchi di nominativi non consegnati, carte censurate e interi pezzi cancellati proprio in concomitanza con la loro declassificazione;

    in seguito è intervenuta anche la direttiva del Presidente del Consiglio del 2 agosto 2021, che ha manifestato l'intenzione del Governo di «rendere consultabile anche la documentazione concernente l'organizzazione Gladio e quella relativa alla loggia massonica P2», disponendo, a tal fine, «la declassifica dei relativi documenti tuttora soggetti a tale vincolo ed il versamento anticipato di tutta la documentazione riguardante i due citati argomenti all'Archivio centrale dello Stato, da parte delle amministrazioni centrali, ed ai rispettivi Archivi di Stato, da parte delle amministrazioni periferiche»;

    la documentazione versata ai sensi di tale direttiva, tuttavia, è stata trasmessa in formati diversi: una parte solo cartacea, un'altra esclusivamente in copia digitale, ed un'altra ancora sia cartacea che in copia digitale;

    non tutte le Amministrazioni che hanno versato fino ad ora sono state in grado di fornire copie digitalizzate, pertanto tale attività sarà a carico dell'Archivio centrale dello Stato e comporterà dei tempi più lunghi per la messa in consultazione della documentazione;

    la declassifica dei documenti ha permesso di ricostruire molte pagine mancanti e rilevanti della storia italiana del dopoguerra;

    da ultimo, in relazione all'attentato alla Sinagoga maggiore di Roma del 1982: un'azione terroristica che, alla luce di alcuni i documenti declassificati in base alla direttiva del 2014, era stata «prevista» con sedici successivi avvertimenti dall'altera SISDE, ma che non fu comunque sventata;

    in data 28 febbraio 2023 il Presidente del Consiglio dei Ministri e il sottosegretario alla Presidenza hanno dato indicazione di far declassificare e versare in anticipo all'Archivio Centrale dello Stato 163 documenti inerenti ai rapporti SISMI-OLP, già coperti da segreto di Stato fino al 2014 e successivamente classificati e ancora conservati altrove;

    tali carte si vanno così ad aggiungere al versamento dei 32 documenti acquisti dalla Procura della Repubblica di Roma nell'ambito del nuovo procedimento penale relativo al disastro aereo del DC9 Itavia, precipitato nel Mar Tirreno tra le isole di Ponza e Ustica la sera del 27 giugno 1980, e che coprono un periodo di tempo che va dal 1975 al 1985, arrivando a un totale di 195 carte;

    la declassifica degli atti risponde concretamente alla richiesta avanzata dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi per fare piena luce e giustizia, quale contributo indispensabile alla ricostruzione di vicende drammatiche che hanno caratterizzato la storia della Repubblica e alla esigenza di trasparenza, conoscibilità ed accessibilità degli atti, provenienti da ricercatori, storici, esperti e semplici cittadini, oltre che dalla magistratura;

    queste finalità rappresentano un dovere che deve essere onorato dagli apparati dello Stato, a vario titolo chiamati in causa, nella direzione di pervenire al superamento di ogni zona d'ombra, rispetto ad avvenimenti che hanno lacerato la coscienza civile della Nazione;

    già il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, nella Relazione sull'attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022, trasmessa alle Presidenze il 10 febbraio 2022 (Doc. XXXIV, n. 8), ha evidenziato che «Uno dei limiti che sembra emergere è quello di una consultabilità ed accessibilità rese ardue dalla necessità di atti amministrativi costitutivi espressi ai quali la richiesta è subordinata. Per questo motivo, occorrerebbe in qualche modo invertire i termini della procedura attualmente seguita, recependo il contenuto, ad esempio, del disegno di legge (atto Senato n. 2018 della XVIII legislatura), presentato dal Presidente della Commissione Biblioteca e Archivio storico del Senato, senatore del Partito democratico Gianni Marilotti, che propone una rivoluzione copernicana: stabilita una durata per la segretezza del documento – trenta o quaranta anni – se questa è superata, la consultazione dovrà essere automaticamente consentita. In aderenza a questa possibile modifica di rango legislativo appare apprezzabile la stessa iniziativa del senatore Marilotti, in qualità di Presidente della predetta Commissione, che ha emanato linee di indirizzo per la declassifica del segreto eteronomo sugli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi, con lo scopo di venire incontro all'alta mole di richieste di consultabilità pervenute all'Archivio storico del Senato. Analogamente, si segnala l'ordine del giorno presentato dallo stesso senatore ed accolto dal Governo durante l'esame della legge di bilancio per il 2022 da parte della Commissione istruzione pubblica e beni culturali del Senato (seduta del 23 novembre 2021) che impegna il Governo, tra l'altro, a rendere accessibili e consultabili, alle condizioni poste dall'articolo 122 del Codice Urbani e salva soltanto l'apposizione del segreto di Stato nei limiti di cui alla legge n. 124 del 2007, anche i documenti degli archivi dello Stato maggiore della difesa, dei servizi segreti e degli organi, enti o uffici per i quali non è contemplato l'obbligo di versamento all'Archivio centrale dello Stato»;

    spetterà al Parlamento valutare se istituire una Commissione parlamentare di inchiesta «sulle connessioni del terrorismo interno e internazionale con gli attentati, le stragi e i tentativi di destabilizzazione delle istituzioni democratiche avvenuti in Italia dal 1953 al 1992 e sulle attività svolte dai servizi segreti nazionali e stranieri, anche relativamente alla scomparsa di Graziella De Palo e Italo Toni e all'attentato del 1982 alla Sinagoga di Roma», sul modello già presentato in Parlamento (Doc. XXII, n. 33);

    con riferimento all'atto di sindacato ispettivo n. 4-01219, con il quale l'interrogante chiedeva chiarimenti in merito alla composizione e al lavoro svolto dal Comitato consultivo sulle attività di versamento dell'Archivio di Stato e agli archivi di Stato sul territorio, istituito presso la Presidenza del Consiglio, il Sottosegretario competente ha avuto modo di rispondere che «sul punto giova ricordare che detto Comitato è stato istituito per la prima volta nel 2016 (con il decreto del Segretario generale pro tempore della Presidenza del Consiglio, del 28 settembre 2016) al fine di dare attuazione alla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 22 aprile 2014 sulla declassifica degli atti afferenti alle stragi che hanno colpito l'Italia tra il 1969 ed il 1984, consentendo – in quella sede – un confronto tra rappresentati delle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi, rappresentanti delle istituzioni competenti per la conservazione della documentazione di interesse storico oggetto della direttiva, storici e professionisti della ricerca archivistica. Negli anni a seguire, il decreto è stato più volte confermato anche con l'integrazione di associazioni di familiari delle vittime che ne facessero apposita istanza (nel 2019 la composizione fu integrata di tre nuove associazioni rispetto a quelle originariamente previste nel 2016) e, dopo l'adozione in data 2 agosto 2021 di una nuova direttiva del Presidente del Consiglio pro tempore – che ha esteso la declassifica e il versamento anticipato all'Archivio centrale dello Stato anche alla documentazione concernente l'organizzazione Gladio e la Loggia massonica P2 – con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 settembre 2021 è stato ricostituito il comitato consultivo, incardinandolo presso la Presidenza del Consiglio e attribuendo allo stesso compiti più incisivi nelle attività di Impulso e di monitoraggio delle attività di versamento all'Archivio centrale e agli Archivi di Stato della documentazione prevista dalle direttive. L'attuale Governo, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 febbraio 2023 e, a seguire, con il decreto del Segretario Generale del 23 marzo 2023, ha confermato la composizione del comitato consultivo, integrandola con tre ulteriori componenti: due professori ordinari di storia contemporanea (che completano il numero dei 10 esperti previsti e di cui solo 8 risultavano nominati) e il rappresentante dell'associazione “Verità sul disastro aereo di Ustica”, che aveva presentato apposita istanza di partecipazione. Al riguardo si sottolinea che l'integrazione della composizione del Comitato è avvenuta a seguito dell'istruttoria dei competenti uffici della Presidenza del Consiglio che ha confermato la legittima costituzione dell'Associazione richiedente e la coerenza dei relativi fini statutari con le attività del comitato nonché l'elevata e specifica professionalità dei due nuovi componenti provenienti dal mondo accademico. Occorre inoltre ribadire che il Comitato ha poteri e compiti relativi esclusivamente al monitoraggio delle attività di declassifica e di versamento della documentazione da parte delle amministrazioni interessate, nonché alla partecipazione al processo di formazione di soluzioni organizzative e operative che possano consentire la piena attuazione delle citate direttive. All'interno del Comitato l'intento comune di tutti i componenti è quello di consentire, facilitare, supportare e dare impulso al versamento da parte delle Pubbliche amministrazioni della documentazione afferente alle stragi indicate dalle direttive; anzi, proprio tale competenza del Comitato, propedeutica rispetto alla interpretazione a fini giudiziari e storici, esclude qualunque sovrapposizione o interferenza da parte del Comitato sulle successive attività di accertamento dei fatti, che – per la parte di competenza di ciascuno – spetta all'autorità giudiziaria e/o agli storici. Per queste ragioni è particolarmente importante il patrimonio di conoscenze e di esperienze professionali, individuali e collettive, di cui il Comitato può giovarsi nel perseguimento dei propri fini istituzionali e per favorire la messa a punto di iniziative unitarie e condivise. La forte legittimazione di questo Comitato deriva dal fatto che ciascun componente, pur proveniente da contesti istituzionali e civili differenti, persegue un obiettivo comune: facilitare e accelerare il versamento della documentazione all'Archivio centrale di Stato, permettere il più ampio patrimonio informativo a disposizione della collettività e della ricerca storica. Pertanto, il Comitato non può non essere aperto a ulteriori partecipazioni ed integrazioni, come avvenuto anche di recente. Il Governo ha piena autonomia nell'operare tale integrazione, non esistendo alcuna esclusiva da parte di questa o quella associazione nel trattare materia così delicata;

    si sottolinea da ultimo che il Comitato nella sua nuova composizione si è già insediato il 5 maggio 2023 e ha avviato la sua attività con i primi necessari adempimenti. In particolare, è stata trasmessa: una prima nota del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri dell'11 maggio 2023 alle amministrazioni interessate ai versamenti di cui alle direttive 2014 e 2021 per sollecitare il completamento delle operazioni di versamento e chiedere la conferma o la nuova designazione dei referenti da parte delle medesime amministrazioni e una seconda nota del Segretario generale del 25 maggio 2023 indirizzata ai Ministeri della giustizia e della cultura con cui si chiede di conoscere lo stato dell'arte della procedura di rinnovo del protocollo sulla digitalizzazione degli atti dei processi storici. Il Comitato si è, inoltre, riunito il 7 luglio 2023 e, in quella seduta, tutto il Comitato ha preso atto favorevolmente degli importanti passi avanti, sia in chiave quantitativa che qualitativa, dei versamenti di documentazione effettuati dalle amministrazioni, nonché della proroga dei finanziamenti per i progetti di digitalizzazione della documentazione versata all'Archivio Centrale e agli Archivi di Stato e dei processi giudiziari di interesse storico. Infine, il Comitato ha condiviso nuove modalità organizzative di lavoro che consentano di accelerare le operazioni di versamento e di risolvere le criticità manifestatesi in taluni settori. Per concludere, si conferma il pieno impegno del Governo a dare impulso alle tematiche della declassifica dei documenti oggetto delle direttive e a far sì che le amministrazioni completino (ed accelerino) il versamento di tutta la documentazione relativa al perimetro di declassificazione di cui alla direttiva del 2014 e alla direttiva del 2 agosto 2021»,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative urgenti, anche di carattere normativo, per la riforma della disciplina del cosiddetto segreto di Stato, per la declassifica e la consultabilità dei documenti declassificati, e l'accelerazione del processo di digitalizzazione;

2) a rafforzare l'intervento pubblico per gli Archivi, puntando alla costituzione di un unico archivio digitale presso l'Archivio centrale dello Stato che raccolga e razionalizzi, al fine di evitare i duplicati, i documenti declassificati esaminati dalle commissioni d'inchiesta, unificando gli archivi esistenti;

3) a proseguire in questa importante operazione di verità e trasparenza facilitando e accelerando il versamento della documentazione all'Archivio centrale di Stato, per mettere il più ampio patrimonio informativo a disposizione della collettività e della ricerca storica;

4) a favorire, per quanto di competenza, l'attività del Comitato consultivo sulle attività di versamento dell'Archivio di Stato e agli archivi di Stato sul territorio, valorizzando l'impostazione pluralista nel perseguimento dei suoi fini istituzionali.
(1-00173) «Mollicone, Cavandoli, Pittalis, Bicchielli, Varchi, Bellomo, Tassinari, Buonguerrieri, Davide Bergamini, Dondi, Bisa, Palombi, Carrà, Pellicini, Matone, La Salandra, Morrone, Pulciani, Pretto, Vinci, Sudano, Colombo, Zinzi, Lucaselli, Malaguti, Gaetana Russo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

documentazione

Capo di governo

applicazione del diritto comunitario