ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00122

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 88 del 17/04/2023
Abbinamenti
Atto 1/00056 abbinato in data 17/04/2023
Atto 1/00083 abbinato in data 17/04/2023
Atto 1/00098 abbinato in data 17/04/2023
Atto 1/00116 abbinato in data 17/04/2023
Atto 1/00118 abbinato in data 17/04/2023
Firmatari
Primo firmatario: DI SANZO CHRISTIAN DIEGO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 17/04/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIMIANI MARCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023
CURTI AUGUSTO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023
FERRARI SARA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023
DE MICHELI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023
DI BIASE MICHELA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023
GNASSI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023
ORLANDO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 17/04/2023


Stato iter:
09/05/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 17/04/2023
Resoconto DI SANZO CHRISTIAN DIEGO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
 
PARERE GOVERNO 09/05/2023
Resoconto GAVA VANNIA VICE MINISTRO - (AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 09/05/2023
Resoconto BICCHIELLI PINO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto RUFFINO DANIELA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto L'ABBATE PATTY MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ZINZI GIANPIERO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto DI SANZO CHRISTIAN DIEGO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/04/2023

DISCUSSIONE IL 17/04/2023

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/04/2023

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 09/05/2023

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 09/05/2023

PARERE GOVERNO IL 09/05/2023

DISCUSSIONE IL 09/05/2023

VOTATO PER PARTI IL 09/05/2023

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 09/05/2023

CONCLUSO IL 09/05/2023

Atto Camera

Mozione 1-00122
presentato da
DI SANZO Christian Diego
testo presentato
Lunedì 17 aprile 2023
modificato
Martedì 9 maggio 2023, seduta n. 100

   La Camera,

   premesso che:

    in occasione dell'audizione svolta in Parlamento nel dicembre 2022 sulle linee programmatiche del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro Pichetto Fratin ha riferito che «l'Italia produce solo il 25 per cento dell'energia di cui necessita, il restante 75 per cento viene importato da Paesi esteri, sotto forma di gas, di prodotti petroliferi e di carbone. (...) Inoltre, il conflitto russo ucraino ha mostrato con brutale evidenza che, per quanto riguarda il gas, la scelta di dipendere prevalentemente da un unico Paese fornitore – nel corso del 2021 il 40 per cento del nostro fabbisogno di gas è stato soddisfatto da import russo – espone il sistema a forti rischi per l'approvvigionamento, acuiti da dinamiche estremamente instabili dei prezzi non determinate esclusivamente da logiche di mercato e soggette a fenomeni speculativi. È evidente che per raggiungere elevati livelli di indipendenza energetica nazionale è necessario un percorso di crescita esponenziale delle fonti rinnovabili»;

    accanto alle misure emergenziali per affrontare la crisi contingente occorre quindi, continuare a puntare sul phase out dalle fonti fossili attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili che sia in grado di ridurre la domanda complessiva di gas;

    l'Italia si è dotata di una Strategia energetica nazionale (Sen) prima, e di un Piano nazionale integrato energia e clima poi, che in sostanziale continuità di struttura vanno a definire i futuri scenari energetici nazionali sulla base delle scelte compiute nel passato, degli impegni europei – a partire dal pacchetto Fit for 55 e, da ultimo, il piano REPowerEU, con investimenti imponenti di oltre 300 miliardi – e di quelli mondiali assunti con gli accordi per il clima nelle diverse Climate Change Conference (Cop) dell'Onu;

    in maniera schematica il processo verso la decarbonizzazione dell'economia e dei sistemi energetici si può suddividere in due parti. Una prima, intermedia e transitoria, che dura sino a circa il 2030, seguita poi da un secondo periodo di lavoro più incisivo che arriverà sino al 2050 per raggiungere «net zero» e decarbonizzazione totale di molti sistemi. In questo senso, nella fase intermedia è previsto che il nostro sistema energetico si regga sulle energie rinnovabili e sull'uso del gas, quali elementi di tenuta e bilanciamento della rete per la natura intermittente di quelle fonti. Ciò avendo anche previsto la fuoriuscita dal carbone in tempi ragionevolmente brevi;

    questi obiettivi comportano un notevole apporto delle Fer nel mix energetico primario complessivo;

    il phase out dalle fonti fossili potrà e dovrà subire un'accelerazione, sia per evidenti impatti sul clima, sia anche in considerazione della situazione di guerra in Ucraina, che rende sempre più necessaria ridurre la nostra dipendenza dall'estero. Occorre, infatti, puntare ancora più fermamente su misure di semplificazione nell'installazione e misure che portino alla diffusione dei contratti di fornitura a lungo termine, cosa che aiuterà nell'installazione di questi impianti e aiuterà nel contenimento dei costi per cittadini ed imprese;

    la transizione verso un'economia sostenibile comporta anche la necessità di investimenti in ricerca e sviluppo per incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso lo sviluppo di tecnologie avanzate, favorendo quanto più possibile nuove forme di utilizzo (ad esempio aggregazioni/comunità energetiche);

    in tale contesto riveste un ruolo di primaria importanza la destinazione di adeguate risorse al sistema della ricerca pubblica per sviluppare e diffondere tecnologie rinnovabili economicamente efficaci per la generazione di energia;

    il 12 luglio 2022 è entrato in vigore il regolamento (UE) 2020/852 («regolamento sulla tassonomia») con l'obiettivo di informare gli investitori sul carattere ecosostenibile di un'attività economica, definendo criteri comuni a livello di Unione europea;

    la tassonomia dell'Unione europea sulla sostenibilità di una serie di investimenti finanziari è concepito per contribuire al raggiungimento dei tre obiettivi del piano d'azione, che puntano a: a) riorientare i flussi di capitali verso investimenti sostenibili al fine di realizzare una crescita sostenibile e inclusiva; b) gestire i rischi finanziari derivanti da cambiamenti climatici, catastrofi naturali, degrado ambientale e questioni sociali; c) promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine nelle attività finanziarie ed economiche. Il regolamento stabilisce poi i passi che un'attività economica deve compiere per dare un contributo sostanziale o per non danneggiare in modo significativo nessuno di questi obiettivi;

    in particolare, l'atto delegato complementare «Clima» (regolamento delegato (UE) 2022/1214) modifica i regolamenti delegati (UE) 2021/2139 e (UE) 2021/2178, introducendo nella tassonomia dell'Unione europea altre attività economiche del settore energetico. Il testo stabilisce condizioni chiare e rigorose, a norma dell'articolo 10, paragrafo 2, del regolamento tassonomia, alle quali è possibile aggiungere, come attività transitorie, alcune attività nucleari e del gas a quelle già presenti nel primo atto delegato sulla mitigazione e sull'adattamento ai cambiamenti climatici, applicabile dal 1° gennaio 2023;

    si ricorda che la classificazione della tassonomia non determina se una data tecnologia rientrerà o meno nel mix energetico degli Stati membri;

    l'Italia si è già espressa due volte contro il nucleare a seguito dei referendum abrogativi, l'ultimo dei quali nel 2011;

    sul nucleare, la ricerca studia da anni i reattori a fissione di IV generazione e i reattori a fusione. Entrambe queste tecnologie, seppur con diverso grado, hanno aspetti ambientali migliori rispetto alle tecnologie odierne eliminando, nel caso della fusione, o riducendolo, nel caso della IV generazione, il problema delle scorie radioattive;

    si tratta di tecnologie assai diverse che operano sulla base di principi e processi differenti (l'obiettivo è lo stesso: produrre energia elettrica);

    nel caso della «fusione nucleare» per studiare questo processo, la fisica dei plasmi, la loro stabilità e le tecnologie necessarie per lo sviluppo ed il mantenimento di plasmi stessi, è in corso di costruzione in Francia il reattore sperimentale Iter con il sostegno di un ampio consorzio internazionale (Cina, Unione europea, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti);

    in parallelo, negli Stati Uniti, presso il Massachusetts Institute of Technology, è in corso l'esperienza Sparc che coinvolge attivamente molte realtà italiane;

    la «fusione nucleare» mostra importanti particolarità dal punto di vista della sicurezza ed in ottica ambientale, se si considera l'aspetto delle scorie nucleari che sarebbero praticamente eliminate;

    nel caso della «fissione» di IV generazione, si è invece in presenza di una evoluzione dei reattori ad oggi in operazione, da cui si distinguono per diversi fattori fra cui l'energia dei neutroni impiegati che può consentire un ciclo del combustibile molto differente dai reattori attuali;

    la natura del ciclo del combustibile nei reattori di quarta generazione riduce drasticamente la quantità delle scorie prodotte e il problema dei tempi di confinamento delle scorie radioattive, pur tuttavia senza eliminarlo;

    sempre sulla fissione nucleare è in fase di studio la possibilità dell'evoluzione della taglia del reattore andando verso unità di dimensioni più contenute (Small Modular Reactor) in modo da favorire la mitigazione del rischio, la standardizzazione della costruzione, a vantaggio dell'economia di sistema;

    è bene ricordare, anche, che ad oggi, nella maggior parte dei paesi che usano energia nucleare, non vi è ancora una soluzione definitiva in funzione per lo stoccaggio geologico dei rifiuti ad alta radioattività sin ora prodotti;

    a tal proposito, occorre porre un'attenzione adeguata e accelerare il programma di definizione del sito unico per i rifiuti nucleari, sia per quel che riguarda il programma già avviato dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica tramite Sogin per i rifiuti a bassa intensità, il cui percorso è in atto, sia per quel che riguarda la definizione del sito (geologico), anche di intesa con altri Paesi europei, per i rifiuti ad alta intensità, quelli delle centrali, per i quali lo Stato italiano ha versato nel tempo alla Francia ed alla Gran Bretagna importanti risorse per la loro gestione, non avendo ancora definito un sito di deposito; recentemente, inoltre, la Commissione europea ha deciso di inviare un parere motivato, il secondo passaggio della procedura d'infrazione, all'Italia, per l'adozione di programmi nazionali di gestione dei rifiuti radioattivi non interamente conformi alla direttiva sul combustibile esaurito e sui rifiuti radioattivi;

    sulle nuove tecnologie collegate al nucleare del futuro l'Italia ha oggi un indiscusso ruolo di primo piano, lo ha per la fusione, con la partecipazione importante ad Iter e ad Euro Fusion, con la partecipazione del Dtt (Divertor Tokamak Test Facility);

    lo ha anche, però, nella IV generazione a fissione nella versione refrigerata piombo, dove l'industria nazionale è leader indiscussa a livello europeo nella progettazione e sviluppo tecnologico di questi reattori;

    sviluppo che già oggi vede aziende pubbliche e private lavorare in diversi Paesi europei (ad esempio, Romania e Regno Unito) per dimostrare la fattibilità tecnica di questi reattori;

    in particolare, anche a prescindere dallo sviluppo del nuovo nucleare a fusione o di quarta generazione, occorrerà coltivare competenze nucleari nell'ambito della radioprotezione per continuare l'azione dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) e per continuare l'azione di decommissioning della Sogin;

    la rilevanza dell'impegno nazionale, pubblico e privato, e le consistenti capacità scientifiche e tecnologiche in questi settori, evidenziate da questi sviluppi, costituiscono importanti opportunità industriali per il futuro del Paese;

    come già indicato è bene ricordare che la Sen ed il Pniec poi, hanno confermato una struttura del sistema energetico nazionale basata su Fer e gas – quale elemento di transizione – unitamente a significative azioni di risparmio energetico;

    in tale contesto, investitori privati e pubblici stanno mettendo in campo uno sforzo significativo in termini di nuovi impianti (solo per la Fer più di 70 gigawatt prima del 2030 con una produzione di più di 100 TWh), di ristrutturazione delle reti elettrica e del gas, di azioni di risparmio energetico, con investimenti facilmente quantificabili per più di 120-130 miliardi di euro, che saranno utilizzabili per i prossimi 20-30 anni e costituiranno l'ossatura del nostro sistema energetico nel processo di decarbonizzazione,

impegna il Governo:

1) a confermare e sostenere a livello europeo e nazionale ogni sforzo necessario a realizzare gli obiettivi di decarbonizzazione e progressiva uscita dalla dipendenza dalle fonti fossili, provvedendo ad inviare alla Commissione europea l'aggiornamento del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) entro giugno 2023;

2) ad adottare programmi di ricerca e sviluppo dei sistemi a fusione e a fissione, del tipo quarta generazione, per consentire al Paese di mantenere le posizioni avanzate e di leadership conquistate nel settore, tenendo conto dell'esigenza di assicurare un impegno prioritario a sostenere lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie di fonti rinnovabili, l'efficienza energetica e la diversificazione delle fonti gas attualmente in uso, nell'ottica dell'autonomia energetica del Paese e per il raggiungimento dei target di neutralità climatica nei tempi stabiliti al 2030 e al 2050, concordati a livello europeo;

3) a concludere il programma, già avviato, per l'individuazione di un sito unico per i rifiuti nucleari sia di intensità bassa e media sia, in fase intermedia, per gli stessi rifiuti ad alta intensità, al fine di favorire la messa in sicurezza dei territori e di ottemperare alle direttive europee, interrompendo la procedura d'infrazione attualmente in atto, con i relativi costi, aggravati dagli oneri versati ad altri Paesi che attendono di poter restituire il materiale riprocessato delle nostre centrali dismesse;

4) a prevedere la formazione di competenze, tramite il potenziamento dei corsi e dell'offerta di formazione universitaria nell'ambito nucleare, anche attraverso l'eventuale reclutamento di docenti e ricercatori formatisi all'estero.
(1-00122) (Testo modificato nel corso della seduta)«Di Sanzo, Simiani, Peluffo, Braga, Curti, Ferrari, De Micheli, Di Biase, Gnassi, Orlando».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scorie radioattive

combustibile irraggiato

produzione d'energia