ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00121

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 88 del 17/04/2023
Abbinamenti
Atto 1/00064 abbinato in data 17/04/2023
Atto 1/00073 abbinato in data 17/04/2023
Atto 1/00081 abbinato in data 17/04/2023
Atto 1/00117 abbinato in data 17/04/2023
Atto 1/00123 abbinato in data 26/04/2023
Firmatari
Primo firmatario: ALMICI CRISTINA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 17/04/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERGAMINI DAVIDE LEGA - SALVINI PREMIER 26/04/2023
NEVI RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE 26/04/2023
BICCHIELLI PINO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE 26/04/2023
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
ZINZI GIANPIERO LEGA - SALVINI PREMIER 26/04/2023
GATTA GIANDIEGO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE 26/04/2023
SEMENZATO MARTINA NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE 26/04/2023
CERRETO MARCO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
CARLONI MIRCO LEGA - SALVINI PREMIER 26/04/2023
ARRUZZOLO GIOVANNI FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE 26/04/2023
MATTIA ALDO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
BOF GIANANGELO LEGA - SALVINI PREMIER 26/04/2023
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
BRUZZONE FRANCESCO LEGA - SALVINI PREMIER 26/04/2023
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
MONTEMAGNI ELISA LEGA - SALVINI PREMIER 26/04/2023
MILANI MASSIMO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
PIERRO ATTILIO LEGA - SALVINI PREMIER 26/04/2023
BENVENUTI GOSTOLI STEFANO MARIA FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
PIZZIMENTI GRAZIANO LEGA - SALVINI PREMIER 26/04/2023
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
IAIA DARIO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
LA PORTA CHIARA FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
LA SALANDRA GIANDONATO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
LAMPIS GIANNI FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
MALAGUTI MAURO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
MARCHETTO ALIPRANDI MARINA FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
ROSSI FABRIZIO FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023
SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA 17/04/2023


Stato iter:
26/04/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 17/04/2023
Resoconto LA SALANDRA GIANDONATO FRATELLI D'ITALIA
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/04/2023
Resoconto BICCHIELLI PINO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto GATTA GIANDIEGO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto FONTANA ILARIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BERGAMINI DAVIDE LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto ALMICI CRISTINA FRATELLI D'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 26/04/2023
Resoconto GAVA VANNIA VICE MINISTRO - (AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/04/2023

DISCUSSIONE IL 17/04/2023

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/04/2023

ATTO MODIFICATO IL 26/04/2023

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/04/2023

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/04/2023

ACCOLTO IL 26/04/2023

PARERE GOVERNO IL 26/04/2023

DISCUSSIONE IL 26/04/2023

APPROVATO IL 26/04/2023

CONCLUSO IL 26/04/2023

Atto Camera

Mozione 1-00121
presentato da
ALMICI Cristina
testo presentato
Lunedì 17 aprile 2023
modificato
Mercoledì 26 aprile 2023, seduta n. 92

   La Camera,

   premesso che:

    se il 2022 è stato segnato da siccità e da eventi climatici eccezionali, che in passato capitavano nell'arco di un decennio, il 2023 ha presentato con largo anticipo un quadro molto preoccupante, come documentato dalle fotografie della secca dei fiumi e dei laghi in Italia scattate da un satellite dell'Agenzia spaziale europea;

    laghi e fiumi risultano in forte sofferenza, quasi in secca come nell'estate 2022, mentre in montagna è scarsa la neve accumulata: è quanto registrato in Italia, a metà febbraio 2023, complice l'aumento delle temperature superiori ai valori di riferimento, le esigue precipitazioni e una crisi climatica senza precedenti;

    a segnalare gli allarmanti trend idrici in un periodo tradizionalmente piovoso e oggi addirittura afoso è l'osservatorio dell'Associazione nazionale delle bonifiche irrigazioni e miglioramenti fondiari (Anbi) sulle risorse idriche, che sottolinea innanzitutto come in tutta l'Emilia-Romagna tornino a calare vistosamente le portate dei fiumi, con il Po tornato su valori minimi, attorno al 30 per cento della media, e il Secchia che è sceso ai limiti del minimo storico (2,8 metri cubi al secondo), minimo sotto il quale è già sceso l'Enza;

    confrontando i dati 2021-2022 dei grandi bacini naturali del Nord, oggi tutti sotto media, si può notare come, ad eccezione del Lago di Como, le differenze siano notevoli: 12 mesi fa, Garda ed Iseo erano quasi al colmo di piena come il Maggiore, a cui oggi manca invece un buon 50 per cento del volume d'acqua presente nel 2022 e che, permanendo le attuali condizioni, segnerà prossimamente nuovi record di altezza idrometrica minima. In Valle d'Aosta le temperature della terza settimana di maggio, che sfiorano i 30 gradi, favoriscono lo scioglimento della neve, che sta rimpinguando i corsi d'acqua della regione. In Piemonte calano i livelli dei principali fiumi; in Lombardia, dove la neve che va sciogliendosi è circa il 62 per cento in meno di quella normalmente presente nel periodo, le portate del fiume Adda sono inferiori di oltre 200 milioni di metri cubi al secondo, rispetto allo stesso periodo del particolarmente siccitoso 2017. Il Veneto resta una delle regioni maggiormente in difficoltà idrica, con tutte le conseguenze che già ora si stanno manifestando per l'agricoltura e l'ambiente (gran parte delle risorgive sono ai minimi o perfino asciutte);

    scendono a livelli da piena estate anche le portate dei fiumi toscani e anche i corsi d'acqua marchigiani mostrano primi segnali di difficoltà. Nel Lazio, esigue, se confrontate con gli anni precedenti, sono le portate del fiume Tevere e non migliora la situazione del Lago di Bracciano. In Campania i livelli idrometrici dei corsi d'acqua sono in discesa: il rischio di siccità resta presente soprattutto nelle aree settentrionali della regione. Un leggero incremento nei volumi invasati si registra per le dighe della Basilicata, mentre quelle pugliesi calano di quasi 3 milioni di metri cubi in una settimana, segnando un leggero deficit sul 2022. In Sicilia, infine, rimane positiva la condizione complessiva degli invasi, nonostante le precipitazioni si manifestino da mesi in maniera disomogenea, lasciando all'asciutto una buona porzione di territorio;

    il bilancio complessivo è di una nuova ondata di siccità o forse sarebbe meglio parlare di un'emergenza siccità mai finita, con corsi d'acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica «media» in tre delle sette autorità di distretto secondo gli ultimi bollettini emanati dalle stesse in questi ultimi mesi: il distretto idrografico del Fiume Po, quello dell'Appennino settentrionale e quello dell'Appennino centrale;

    secondo Terna, la crisi idrica ha ridotto la produzione di energia idroelettrica del 37,7 per cento nel 2022 e a dicembre è stato registrato –18,6 per cento rispetto allo stesso mese del 2021; preoccupante anche la carenza di neve, con il 53 per cento in meno sull'arco alpino, e, in particolare, il bacino del Po, con un deficit del 61 per cento (fonte: Cima research foundation);

    tale emergenza ha scatenato una tempesta perfetta anche sull'agricoltura italiana, come denunciato dalla Coldiretti, che ha stimato in circa 6 miliardi di euro i danni da siccità, arrivando a bruciare così il 10 per cento del valore della produzione agricola nazionale. Previsioni simili arrivano anche dalla Cia-Agricoltori italiani: partendo da un valore aggiunto per il settore intorno ai 34 miliardi di euro annui, c'è effettivamente il rischio che se ne vada in fumo il 10 per cento del prodotto interno lordo del comparto. Più cauta Confagricoltura, che ad oggi stima i danni da siccità in 2 miliardi di euro e le perdite per il valore aggiunto agricolo attorno al 6 per cento, anche se la percentuale è destinata senz'altro a salire per colpa degli aumenti dei costi di produzione;

    preoccupante è l'allarme in agricoltura lanciato da Coldiretti: «Il Po è praticamente irriconoscibile con una grande distesa di sabbia che occupa la gran parte del letto del fiume, fondamentale per l'ecosistema della pianura padana, dove per la mancanza di acqua è minacciato oltre il 30 per cento della produzione agricola nazionale e la metà dell'allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo»;

    le difficoltà, ovviamente, si estendono a buona parte della penisola, dove con il picco delle temperature manca l'acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni;

    l'assenza di precipitazioni colpisce i raccolti nazionali in una situazione in cui l'Italia è dipendente dall'estero in molte materie prime e produce appena il 36 per cento del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53 per cento del mais per l'alimentazione delle stalle, il 56 per cento del grano duro per la pasta e il 73 per cento dell'orzo;

    per il raccolto del grano la Coldiretti stima un calo del 30 per cento per quello duro usato per la pasta e del 20 per cento per quello tenero, utilizzato per il pane, ma in alcune regioni si arriva addirittura a punte del 40 per cento di perdita delle rese;

    le stime per il mais sono ancora peggiori, il raccolto sarà dimezzato perché la siccità ha colpito più duro soprattutto in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, che rappresentano quasi il 90 per cento dell'intera produzione nazionale. Il crollo del raccolto impatta pesantemente sulle stalle, anche a causa della contemporanea diminuzione della produzione di foraggi, anch'essa dimezzata dalle alte temperature;

    anche nelle risaie è allarme rosso, con perdite stimate in oltre il 30 per cento del raccolto. Dei 217 mila ettari coltivati a riso in Italia, ricorda la Coldiretti, il 90 per cento è concentrato fra la Lombardia e il Piemonte, due delle regioni dove l'emergenza siccità è più grave. Il riso, ad esempio, nel 2022 ha perso 23.000 ettari soltanto nella Lomellina, 3.000 nel Novarese; i risicoltori, anche a causa dell'aumento dei costi dei fertilizzanti, dei principi attivi e per l'essiccazione, hanno abbandonato 9.000 ettari di riso, passando a coltivazioni come soia, girasole, mais: una scelta dettata proprio dai cambiamenti climatici;

    quanto all'olio, la campagna 2022 era già risultata compromessa nei mesi scorsi, quando il caldo anomalo aveva ridotto significativamente la trasformazione dei fiori in frutti e la situazione è particolarmente grave in Puglia, dove, nonostante i danni da Xylella, si coltiva ancora un terzo delle olive italiane, con una produzione stimata in calo del 40 per cento;

    la siccità condiziona anche le vigne: senza pioggia gli acini di uva faticano a ingrossarsi, quando addirittura non si asciugano, ed è a rischio anche la sopravvivenza dei nuovi impianti, specie nelle aree dove non c'è possibilità di irrigare;

    nei campi la frutta e la verdura stanno letteralmente bruciando, con danni che in alcune zone arrivano a provocare la perdita del 70 per cento del raccolto: peperoni, meloni, angurie, albicocche e melanzane soprattutto. Per evitare le scottature da caldo, si cerca di anticipare il raccolto quando possibile o si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere; per il pomodoro da sugo, ad esempio, la raccolta è cominciata con una settimana di anticipo, ma nonostante questo si stima un calo del raccolto dell'11 per cento;

    il caldo condiziona anche gli animali nelle fattorie, dove per via delle alte temperature le mucche stanno producendo fino al 20 per cento di latte in meno. Ogni singolo animale è arrivato a bere fino a 140 litri di acqua al giorno, contro i 70 dei periodi meno caldi. La mancanza di acqua per garantire il ricambio idrico e l'aumento della salinità lungo la costa stanno invece soffocando le vongole e le cozze del delta del Po, con la perdita del 20 per cento degli allevamenti, sempre secondo le stime di Coldiretti Impresa-pesca;

    condivisibili sono le preoccupazioni di Confagricoltura, che ha avanzato la necessità di una strategia idrica nazionale, dal rinnovamento delle infrastrutture all'innovazione, strettamente connessa alla produttività, dall'adozione di un nuovo piano sugli invasi al ripensamento dell'intera rete per evitare le attuali perdite d'acqua;

    se è vero che da quando le imprese hanno investito in irrigazione di precisione, in sistemi di riutilizzo delle acque reflue e di raccolta massiva, si è assistito ad un grande risparmio valutabile nel 30/35 per cento di consumi in meno (si calcola che su alcune colture, con l'irrigazione mirata, si risparmino circa 630 metri cubi all'anno di acqua), è altrettanto vero che il problema risiederebbe in un sistema di distribuzione vecchio e fallace, considerato che in Italia si perde, lungo la rete idrica, mediamente il 42 per cento dell'acqua quando in Germania, ad esempio, tale percentuale sfiora l'8 per cento;

    non è più pensabile rincorrere le emergenze, ma è necessario promuovere una politica di prevenzione, attraverso la definizione di una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare con interventi di breve, medio e lungo periodo. In particolare, sono necessarie misure che favoriscano l'adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione di prelievi e di sprechi d'acqua. La domanda di questa preziosa risorsa è alta perché riguarda diversi usi, da quello agricolo, a quello civile e industriale, pertanto non adottare misure ragionate significa rischiare nel medio periodo a non riuscire a soddisfare come sistema Paese il fabbisogno idrico nazionale;

    la transizione ecologica deve passare anche per il comparto idrico, oggi in forte sofferenza a causa soprattutto della crisi climatica. Una siccità prolungata comporta danni diretti derivanti dalla perdita di disponibilità di acqua per usi civili, agricoli e industriali ma anche perdita di biodiversità, minori rese delle colture agrarie e degli allevamenti zootecnici e perdita di equilibrio degli ecosistemi naturali. Da non sottovalutare, inoltre, il contributo che la neve apporta all'approvvigionamento idrico. La scarsa copertura nevosa unita alla fusione anticipata delle nevi condizioneranno pesantemente le capacità dei bacini idrografici nei prossimi mesi primaverili ed estivi;

    come ricordato da Legambiente, l'Italia – con oltre 33 miliardi di metri cubi di acqua prelevata per tutti gli usi ogni anno – è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, poiché utilizza il 30-35 per cento delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6 per cento ogni dieci anni. Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l'approvvigionamento idrico della penisola;

    secondo i dati diffusi dallo Giec (Gruppo intergovernativo degli esperti sul cambiamento climatico), all'aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde una riduzione del 20 per cento della disponibilità delle risorse idriche;

    in tale contesto il Governo, meritoriamente, per fronteggiare immediatamente la situazione di eccezionale gravità causata dai cambiamenti climatici in atto, ha adottato con urgenza un decreto-legge per la prevenzione e il contrasto della siccità e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche. Le misure adottate aumenteranno la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e diminuiranno le dispersioni di risorse idriche. Per riuscire nella missione si segnalano, in particolare, le misure adottate per garantire un regime procedurale semplificato per la progettazione e realizzazione delle infrastrutture idriche sul modello di quella assunte per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, l'aumento dei volumi utili degli invasi, la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito, il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo, l'introduzione di rilevanti semplificazioni nella realizzazione degli impianti di desalinizzazione;

    l'immediata attuazione delle misure è garantita da un efficace sistema di governance grazie all'istituzione d'una cabina di regia per effettuare nel breve termine una ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione per mitigare gli effetti della crisi idrica, individuando quelle da affidare immediatamente al commissario straordinario nazionale, il quale resterà in carica fino al 31 dicembre 2023 con possibilità di proroga, se permanesse la situazione descritta, fino al 31 dicembre 2024. Nel caso di ritardi o di altre criticità la cabina di regia interviene per superare i problemi anche nominando singoli commissari ad acta;

    il commissario straordinario nazionale non solo realizzerà, in via d'urgenza, gli interventi indicati dalla cabina di regia, ma svolgerà anche ulteriori importanti funzioni, come la regolazione dei volumi e delle portate degli invasi, la verifica e il coordinamento dell'adozione, da parte delle regioni, delle misure previste per razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi, la verifica e il monitoraggio dell'iter autorizzativo dei progetti di gestione degli invasi finalizzati alle operazioni di sghiaiamento e sfangamento, l'individuazione delle dighe per le quali risulta necessaria e urgente l'adozione di interventi per la rimozione dei sedimenti accumulati nei serbatoi, la ricognizione degli invasi fuori esercizio temporaneo da finanziare nell'ambito delle risorse del «Fondo per il miglioramento della sicurezza e la gestione degli invasi». Sono previste anche delle ulteriori procedure per consentire al Presidente del Consiglio dei ministri, previa delibera del Consiglio dei ministri, se e quando necessario, di imputare al commissario, in via sostitutiva, l'onere di adottare urgentemente tutti gli atti o i provvedimenti e di eseguire i progetti o gli interventi indispensabili alla nazione per contrastare con misure immediate la siccità e mitigarne efficacemente gli effetti che danneggiano tutti gli italiani e per dare una prima efficace soluzione alla preoccupante situazione economica e finanziaria vissuta dalle imprese a causa non solo della attuale congiuntura economico-finanziaria, ma anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici;

    fortunatamente le misure adottate per causa di necessità e urgenza dal Governo sopra descritte porteranno benefici nel breve periodo, ma ulteriori interventi futuri si ritengono necessari. Ad esempio, per risparmiare l'acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie, la Coldiretti, insieme all'Anbi (l'Associazione nazionale dei consorzi di bonifica), ha elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente. L'idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l'acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all'industria e all'agricoltura, con una ricaduta importante sull'ambiente e sull'occupazione;

    occorre pensare e realizzare una rete di micro/medi impianti di raccolta delle acque piovane e fluviali, utilizzando senza sprechi e in modo attento e mirato i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinati anche all'ammodernamento delle reti e delle captazioni dell'acqua. Occorre, altresì, ragionare sul riutilizzo delle acque depurate, che possono trovare nuovo impiego, anche in agricoltura, e al fine di non disperderle in mare, dove cagionerebbero danni certi giacché, trattandosi di acque dolci, la loro immissione nei bacini salati provoca alterazione dell'ecosistema;

    non meno importante è un'opera di sensibilizzazione della cittadinanza sul tema del contrasto allo spreco della risorsa idrica, posto che siamo i più alti consumatori pro capite di acqua in Europa con oltre 220 litri al giorno per abitante, con consumi medi familiari nell'ordine dei 150 metri cubi all'anno; altro tema particolarmente sentito in tutti i principali settori produttivi che contribuiscono alla tenuta e alla crescita del Paese, a partire ovviamente dall'agricoltura, è quello dell'accesso al credito, posto che la disponibilità di risorse e di prodotti finanziari rappresenta indubbiamente una delle condizioni indispensabili per la crescita di una qualsiasi impresa o attività produttiva;

    anche e soprattutto per tali ragioni, è fondamentale intervenire sugli accordi di Basilea, valutando la possibilità di un ripensamento che tenga conto delle particolarità dell'agricoltura: si pensi, ad esempio, a interventi sulle procedure di istruttoria e a deroghe apposite per il merito creditizio delle imprese agricole, la cui attività come noto è legata in maniera indissolubile ai cicli della natura e, in quanto tale, non ha le stesse tempistiche degli altri comparti produttivi;

    in ogni caso, è necessario continuare a lavorare sul rapporto tra gli istituti di credito e le imprese agricole, rafforzandolo e facilitandolo, tenendo anche conto del fatto che un altro grande problema è quello legato all'inasprimento dei tassi d'interesse per i prestiti bancari, in atto ormai da diversi mesi. Questione di fondamentale rilevanza in un'ottica di rilancio dell'economia, per la quale lo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza, come noto, oltre a prevedere risorse a fondo perduto, contempla prestiti ad interessi agevolati,

impegna il Governo:

1) ad intraprendere ogni opportuna iniziativa, anche di carattere normativo, volta ad adottare un piano nazionale per combattere l'emergenza idrica, fondato su alcuni principali pilastri:

  a) garantire la manutenzione costante della rete distributiva e degli invasi;

  b) prevedere il coinvolgimento dei bacini idroelettrici per sostenere le forniture di acqua ad uso potabile e agricolo nelle fasi più acute della siccità;

  c) favorire la ricarica controllata della falda, in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere a valle fino al mare;

  d) prevedere l'obbligo di recupero delle acque piovane con l'installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini;

  e) prevedere interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione;

  f) implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso la promozione delle modifiche normative necessarie;

  g) riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti;

  h) utilizzare i criteri minimi ambientali nel campo dell'edilizia per ridurre gli sprechi;

  i) favorire il riutilizzo dell'acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti;

  l) introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in ambito idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti;

  m) incentivare i comuni a dotarsi di strumenti di misura remoti smart meter e a promuovere progetti di intelligenza artificiale e data science per recuperare significative percentuali di risorse idriche perse;

  n) definire una gestione delle crisi basata sui bisogni concreti dei distretti idrografici minacciati dalla scarsità delle risorse idriche e dalla siccità, sulla partecipazione pubblica e sui sistemi di allerta rapida che operano a livello nazionale, regionale e locale;

  o) promuovere cooperazioni interregionali per la gestione integrata dei corsi d'acqua, in particolare in ambito agricolo;

2) a valutare l'opportunità di adottare iniziative di carattere economico a sostegno dei comparti produttivi maggiormente colpiti dall'emergenza idrica, con particolare riguardo a:

  a) misure di aiuto, prevenzione e compensazione a sostegno del settore agricolo, valutando l'opportunità di un miglior indirizzamento di quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

  b) estensione del credito di imposta per l'acquisto di gasolio agricolo, necessario ad arginare il «caro carburante»;

  c) sterilizzazione strutturale del sistema delle accise sui carburanti e definitiva eliminazione degli oneri di sistema;

3) sul piano ambientale, a promuovere una politica volta a:

  a) evitare la creazione di barriere al corso naturale dei fiumi nel tentativo di ridurre le inondazioni e condurre valutazioni più ampie dell'impatto in caso di sbarramento dei corsi naturali sul flusso d'acqua;

  b) favorire un maggior utilizzo del rimboschimento per limitare e mitigare il deflusso estremo delle acque di superficie e sotterranee e per contrastare il degrado e l'erosione del suolo;

  c) procedere a una nuova valutazione delle quantità di acqua sotterranea in Italia e delle norme che ne disciplinano l'uso, nel principale intento di garantire un uso razionale delle risorse d'acqua sotterranee in base alle esigenze dei singoli territori;

4) ad assumere iniziative di competenza presso le competenti sedi europee per l'estensione, anche per il 2023, delle deroghe accordate nel 2022 sull'uso non produttivo dei terreni e sulla rotazione annuale obbligatoria dei seminativi;

5) a istituire un tavolo di confronto permanente sul credito in agricoltura, vero e proprio motore della crescita e dell'innovazione, intorno al quale riunire le istituzioni, le organizzazioni di settore e l'Abi;

6) a promuovere campagne nazionali di informazione e sensibilizzazione su un uso ragionato dell'acqua.
(1-00121) «Almici, Foti, Cerreto, Mattia, Rotelli, Caretta, Milani, Benvenuti Gostoli, Ciaburro, Iaia, La Porta, La Salandra, Lampis, Malaguti, Marchetto Aliprandi, Fabrizio Rossi, Rachele Silvestri».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cambiamento climatico

corso d'acqua

prodotto agricolo