ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00041

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 37 del 17/01/2023
Firmatari
Primo firmatario: ZUCCONI RICCARDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 17/01/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023
CERRETO MARCO FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023
ALMICI CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023
LA PORTA CHIARA FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023
LA SALANDRA GIANDONATO FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023
MALAGUTI MAURO FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023
MARCHETTO ALIPRANDI MARINA FRATELLI D'ITALIA 17/01/2023


Stato iter:
28/02/2023
Fasi iter:

RITIRATO IL 28/02/2023

CONCLUSO IL 28/02/2023

Atto Camera

Mozione 1-00041
presentato da
ZUCCONI Riccardo
testo di
Martedì 17 gennaio 2023, seduta n. 37

   La Camera,

   premesso che:

    conformemente alla direttiva (UE) n. 2015/1535, il 27 gennaio 2016, l'Irlanda ha notificato alla Commissione europea un pacchetto normativo sul rapporto tra alcol e salute pubblica, del 2015, le cui modifiche sono poi state successivamente notificate ai servizi della Commissione il 3 febbraio 2018, sino ad arrivare alla versione finale del «Public Health Alcohol Labelling Regulations», notificata il 21 giugno 2022;

    la proposta normativa irlandese prevede, tra l'altro, l'introduzione dell'obbligo di riportare sulle bottiglie indicazioni relative alle patologie tumorali e alle malattie del fegato che potrebbero essere determinate dal consumo di alcol, dei rischi per le donne in gravidanza;

    la procedura adottata secondo la citata direttiva (UE) n. 2015/1535, prevede la possibilità per gli Stati membri di esprimere le proprie posizioni in merito alla normativa notificata, affidando alla Commissione europea la possibilità di ostacolare o meno l'adozione delle norme notificate;

    nonostante la forte contrarietà espressa da Italia, Francia, Spagna e altri Stati europei, che hanno identificato la misura come una barriera al commercio nel mercato interno dell'Unione, la Commissione europea non ha avanzato obiezioni verso la normativa irlandese;

    nell'ambito del pacchetto normativo proposto dalle autorità irlandesi, ad essere abbinato a gravi rischi per la salute è il semplice consumo di bevande alcoliche e non il loro abuso;

    quest'ultimo elemento solleva numerosi profili di incertezza anche in relazione alla metodologia adottata dai servizi della Commissione circa la scelta adottata, in quanto, come noto, il 16 febbraio 2022 il Parlamento europeo ha votato ed approvato la «Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 su rafforzare l'Europa nella lotta contro il cancro – Verso una strategia globale e coordinata»;

    tale risoluzione è stata esito del lavoro della Commissione speciale sulla lotta contro il cancro del Parlamento europeo (Commissione Beca), istituita nel giugno 2020, con mandato fino al 23 dicembre 2021, per redigere un rapporto che si presti a linea guida per un Piano d'azione europeo contro i tumori;

    la prima versione del testo elaborata dalla Commissione Beca recava, tra le altre, la raccomandazione di integrare l'etichettatura delle bevande alcoliche con chiara indicazione delle controindicazioni per la salute, come già in atto per le sigarette e gli altri prodotti a base di tabacco, nonché di incrementare le accise sulle bevande alcoliche;

    tale testo, inoltre, non recava alcuna distinzione tra consumo responsabile e consumo dannoso delle bevande alcoliche, presupponendo una condotta costantemente irresponsabile in capo ai consumatori e una insalubrità implicita nei prodotti alcolici;

    nel corso dei lavori parlamentari legati alla votazione della risoluzione, e, dunque, all'approvazione del predetto Piano sono, tuttavia, state approvate diverse proposte emendative volte a porre particolare enfasi sul contrasto del consumo eccessivo di bevande alcoliche, scongiurando l'introduzione di un approccio trasversalmente dannoso ed erroneo secondo il quale qualsiasi consumo di alcol è dannoso;

    il testo della citata risoluzione del Parlamento europeo, al punto 16 specifica che il Parlamento: «incoraggia la Commissione e gli Stati membri a promuovere azioni tese a ridurre e prevenire i danni provocati dall'alcol nel quadro della revisione della strategia europea sull'alcol, ivi compresa una strategia europea volta ad azzerare il consumo di alcol per i minori, corredata, se del caso, di proposte legislative, rispettando nel contempo il principio di sussidiarietà e le normative nazionali vigenti sui limiti di età per il consumo di alcol; sostiene la necessità di offrire ai consumatori informazioni appropriate migliorando l'etichettatura delle bevande alcoliche con l'inclusione di informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol e introducendo l'indicazione obbligatoria degli ingredienti e delle informazioni nutrizionali nonché mediante l'introduzione dell'etichettatura digitale; chiede alla Commissione di adottare azioni specifiche contro il consumo eccessivo e pericoloso di alcol»;

    dal testo licenziato dal Parlamento europeo si evince, quindi, come la politica europea della lotta contro il cancro preveda la promozione di un uso moderato e responsabile delle bevande alcoliche, disponendo che sulle etichette delle bevande alcoliche ci siano informazioni su un consumo moderato e sui valori nutrizionali delle bevande stesse, consumo moderato che rappresenta forti differenze rispetto ad un consumo tout court;

    nonostante la risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 non costituisca atto normativo dell'Unione europea ai sensi dell'articolo 288 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue), è indiscutibile che l'atto esprima un forte indirizzo politico, di cui la Commissione europea deve in un certo qual modo tenere conto;

    proprio ai sensi della risoluzione approvata il Parlamento europeo ha conferito alla Commissione europea un mandato ben circoscritto e perimetrato, relativamente alla lotta contro il cancro, finalizzato a promuovere un consumo moderato di prodotti che rappresentano eccellenze e tradizioni di tutta l'Europa e, in modo particolare, dei Paesi dell'area mediterranea;

    il silenzio assenso adottato dalla Commissione europea rappresenta un duplice profilo di rischio non solo, infatti, in relazione alle esportazioni di vino in Irlanda, in costante crescita e con un valore attestato superiore ai 40,5 milioni di euro, ma anche in relazione al tipo di precedente normativo che andrebbe a costituire nell'ambito del diritto dell'Unione;

    infatti, una effettiva autorizzazione dell'impianto normativo irlandese porterebbe all'estensione di questo meccanismo di etichettatura verso altri mercati di rilievo per le esportazioni, e potrebbe altresì rappresentare un precedente per cui la Commissione europea autorizza di fatto atti normativi che vanno espressamente contro l'indirizzo politico dettato dal Parlamento europeo, conculcando la sovranità parlamentare di una istituzione che rappresenta tramite elezione diretta i cittadini dell'Unione;

    il mancato intervento della Commissione europea può mettere a repentaglio il principio di libera circolazione delle merci in ambito comunitario e segna un precedente estremamente pericoloso in tema di etichettatura di messaggi allarmistici sul consumo di vino;

    come illustrato dalle autorità irlandesi, guardando ai Paesi del Nord Europa e considerando la situazione dell'Irlanda, i livelli di consumo di alcol sono rimasti estremamente elevati negli ultimi anni, nonostante le chiusure prolungate dei locali con licenza a causa del COVID-19;

    nel notificare la propria normativa, infatti, sono stati evidenziati gli elevati livelli di pericolosità delle propensioni al consumo dei bevitori irlandesi e altri dati relativi alla scarsa consapevolezza dei danni alla salute derivanti da un consumo irresponsabile di bevande alcoliche, con particolare incidenza tra i giovani;

    al netto delle evidenze presentate, la soluzione proposta dalle autorità irlandesi più che affrontare e risolvere un problema di carattere socio-sanitario, metterebbe a rischio il mercato unico europeo e il principio fondamentale del Tfue della libera circolazione delle merci originarie degli Stati membri e delle merci provenienti da paesi terzi che si trovano in libera pratica negli Stati membri, di cui all'articolo 28 del Trattato;

    l'Irlanda e i Paesi del Nord Europa inoltre non sono grandi importatori di vino ma produttori e consumatori soprattutto di bevande superalcoliche, il cui consumo ha conseguenze di portata diversa sulla salute rispetto al vino;

    secondo le prime rilevazioni effettuate dalle categorie sulla proposta della Commissioni Beca, un italiano su quattro smetterebbe di bere qualora le bevande alcoliche venissero paragonate alle sigarette, rischio ormai concretizzato dalla proposta normativa irlandese;

    questa normativa aprirebbe le porte ad una serie di iniziative destinate a mettere a repentaglio una filiera che in Italia, dal campo alla tavola, garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell'export agroalimentare;

    nell'anno 2021 il vino Made in Italy ha conquistato il primato europeo per esportazioni e produzione, con oltre un milione e mezzo di addetti, un fatturato di 12 miliardi di euro ed un valore di esportazioni pari a 7 miliardi di euro, in continua e costante crescita sugli anni precedenti;

    l'Italia è al nono posto in Europa per volumi di produzione di vino, mentre è quinta per numero di birrifici, con un costante aumento di birra artigianale e di quella agricola, fatto che ha comportato anche un aumento di attività condotte da giovani, a beneficio dei territori;

    è fondamentale difendere un settore che ha scelto da tempo la strada della qualità con le bottiglie Made in Italy che, come ha sottolineato la Coldiretti, sono destinate per circa il 70 per cento a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola;

    nel 2022 l'Italia ha raggiunto un nuovo record di fatturato (più 12 per cento rispetto al 2021) con otto miliardi di export di vino;

    un settore che tra vino e spirits (il cui fatturato estero ammonta a 1,7 miliardi) e aceti (le spedizioni di balsamico sono aumentate del 15 per cento) hanno fornito un importante contributo a quello che si avvia a essere un nuovo record anche per le esportazioni agroalimentari, che nel complesso si avviano verso il picco massimo di 59 miliardi di euro, con un aumento del 16 per cento;

    questi risultati positivi dimostrano come la diversificazione dei mercati, soprattutto quelli emergenti, e gli investimenti nelle attività di promozione siano fondamentali per continuare a crescere anche in uno scenario complesso come l'attuale, che non può essere messo a rischio a livello europeo ma che deve garantire il rispetto dei principi fondamentali del mercato unico;

    il consumo di vino in Italia vede una vieppiù crescente attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende;

    i dati dell'Osservatorio Federvini mettono in luce come siano stati soprattutto tre i fattori che hanno inciso sul positivo trend delle esportazioni 2022: il cambio euro-dollaro ha permesso di compensare gli aumenti dei costi di produzione e recuperare competitività sui mercati legati al dollaro come Usa e Canada; la ripresa del turismo a livello globale, che ha dato impulso ai consumi di vini e spiriti nel canale ho.re.ca. dal momento che in Italia, a fine agosto, gli arrivi dei turisti internazionali hanno superato i 35 milioni (+125 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021); la diversificazione dei mercati, come strategia adottata da molte aziende che guardano ai paesi emergenti come Tailandia e Vietnam, dove nei primi otto mesi del 2022 il valore dell'export del vino è cresciuto rispettivamente del 158 per cento e dell'82 per cento;

    il placet della Commissione Ue non è tuttavia definitivo, dal momento che l'Irlanda dovrà attendere il processo di autorizzazione, da parte dell'Organizzazione mondiale del commercio, che ha una durata di sessanta giorni, in quanto questa normativa rappresenta una barriera anche a livello internazionale,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi nelle sedi di competenza al fine di scongiurare l'adozione della normativa di cui in premessa e l'adozione di divieti e sanzioni in ambito comunitario che possano tradursi in un danno per i produttori di bevande alcoliche anche sollevando la questione dei rischi per il mercato unico europeo e per il settore vinicolo nei prossimi Consigli europei;

2) ad adottare iniziative di competenza volte a far sì che non trovino applicazione sistemi di etichettatura che definiscano gli alcolici di produzione nazionale quali «pericolosi per la salute», sulla falsariga di quanto già avviene per i prodotti a base di tabacco;

3) a promuovere campagne volte a evidenziare il ruolo del vino nella dieta mediterranea e le sue proprietà benefiche, richiedendo la redazione di uno studio scientifico che attesti e confermi in modo definitivo gli effetti positivi di un consumo responsabile di vino e birra di qualità per la salute;

4) a farsi promotore, in accordo con gli altri Stati produttori di vino, della necessità di mantenere la distinzione tra consumo «responsabile» e «dannoso» di bevande alcoliche, garantendo giusto seguito all'indirizzo politico adottato dal Parlamento europeo.
(1-00041) «Zucconi, Foti, Cerreto, Caretta, Almici, Ciaburro, La Porta, La Salandra, Malaguti, Marchetto Aliprandi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

consumo alimentare

alcolismo

consumo