ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00029

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 15 del 29/11/2022
Abbinamenti
Atto 1/00021 abbinato in data 30/11/2022
Atto 1/00027 abbinato in data 30/11/2022
Atto 1/00034 abbinato in data 30/11/2022
Firmatari
Primo firmatario: SCERRA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/11/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CONTE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022
SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022
SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022
BRUNO RAFFAELE MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022
TODDE ALESSANDRA MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022
FENU EMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022
ALIFANO ENRICA MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022
LOVECCHIO GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022
RAFFA ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE 28/11/2022


Stato iter:
30/11/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/11/2022
Resoconto FENU EMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/11/2022
Resoconto STEFANAZZI CLAUDIO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto TREMAGLIA ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto TODDE ALESSANDRA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BAGNAI ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto BORRELLI FRANCESCO EMILIO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto GIORGIANNI CARMEN LETIZIA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CANNATA GIOVANNI LUCA FRATELLI D'ITALIA
 
PARERE GOVERNO 30/11/2022
Resoconto ALBANO LUCIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 30/11/2022
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO MISTO-+EUROPA
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto MARATTIN LUIGI AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto ORSINI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CAVANDOLI LAURA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/11/2022

DISCUSSIONE IL 29/11/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/11/2022

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 30/11/2022

NON ACCOLTO IL 30/11/2022

PARERE GOVERNO IL 30/11/2022

DISCUSSIONE IL 30/11/2022

RESPINTO IL 30/11/2022

CONCLUSO IL 30/11/2022

Atto Camera

Mozione 1-00029
presentato da
SCERRA Filippo
testo presentato
Martedì 29 novembre 2022
modificato
Mercoledì 30 novembre 2022, seduta n. 16

   La Camera,

   premesso che:

    il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) è un'organizzazione istituita nel 2012, sulla base di un Trattato intergovernativo, siglato il 2 febbraio 2012 ed entrato in vigore l'8 ottobre 2012 a seguito della ratifica dei 17 Stati membri dell'eurozona (a cui si sono aggiunti in seguito la Lettonia e la Lituania), nel quadro del diritto pubblico internazionale. Ne sono membri tutti i 19 Paesi dell'eurozona (Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna) e l'adesione è aperta agli altri Stati membri dell'Unione europea;

    l'istituzione del Mes è avvenuta a seguito di un'apposita modifica all'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e ha dapprima affiancato, e poi sostituito, il Fondo europeo di stabilità finanziaria e il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria nel compito di fornire, laddove necessario, assistenza finanziaria agli Stati membri della zona euro;

    nel dicembre 2017 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento volta a integrare il Mes nell'ordinamento istituzionale dell'Unione europea, trasformandolo in un Fondo monetario europeo (Fme), proposta che non ha, tuttavia, generato un accordo sulla trasformazione dell'organismo;

    la riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità, i cui primi negoziati si sono svolti in occasione del Vertice dell'Eurogruppo del 12 marzo 2018, è una modifica che si inscrive nell'ambito di un più ampio ventaglio di interventi volti, secondo un approccio complessivo, al completamento dell'unione economica e monetaria in corso dal 2015 e che comprendono anche l'introduzione dello Strumento di bilancio per la competitività e la convergenza nell'eurozona (Bicc) e l'unione bancaria, incluso il pilastro dello schema comune di assicurazione dei depositi (European deposit insurance scheme, Edis);

    la riforma dell'unione economica e monetaria e dei suoi strumenti non è stata a tutt'oggi completata e in particolare, con riferimento all'Edis, terzo pilastro del progetto di unione bancaria, nonostante alcuni passi avanti nel negoziato, le trattative risultano ancora ad una fase di stallo a causa della mancanza di consenso degli Stati membri sul dispositivo;

    come è noto, la riforma del Mes, approdata sul tavolo dell'eurosummit nel dicembre 2019, incorporava l'introduzione del backstop comune al Fondo di risoluzione unico, a partire però dal 2024; grazie all'azione del Governo di allora, l'Italia è riuscita ad ottenere l'introduzione anticipata di tale meccanismo, che rappresenta una forma essenziale di condivisione dei rischi a livello dell'unione economica e monetaria, obiettivo cardine per il nostro Paese;

    con l'Eurogruppo del 13 giugno 2019 e, successivamente, con l'eurosummit del 21 giugno 2019, è stato quindi raggiunto un accordo, in sede europea, sulla proposta di revisione del Trattato istitutivo del Mes: la proposta di riforma, in sintesi, prevede una procedura semplificata per l'attivazione della linea di credito condizionale precauzionale, il sostegno del Mes al Fondo di risoluzione unico, alcune innovazioni nel riparto di competenze fra i soggetti chiamati a garantire l'attuazione del Trattato, anche con riferimento alla valutazione della situazione macroeconomica e finanziaria degli Stati membri, nonché l'introduzione delle clausole d'azione collettiva con approvazione a maggioranza unica per i titoli di Stato della zona euro di nuova emissione con scadenza superiore a un anno;

    dopo l'accordo politico raggiunto in sede di Eurogruppo il 20 novembre 2020, c'è stata la firma dell'accordo che modifica il Trattato Mes, cui però non ha fatto seguito la necessaria ratifica per l'entrata in vigore del Trattato, così come modificato, da parte di tutti e 19 gli Stati membri della zona euro, non avendo l'Italia e la Germania proceduto alla suddetta ratifica;

    il processo ha, quindi, subito una successiva battuta d'arresto a causa della pandemia da COVID-19, a fronte della sospensione temporanea, da parte dell'Eurogruppo, dei negoziati in corso a favore dell'adozione di tutta una serie di strumenti, coordinati e integrati con le politiche nazionali, volti a fronteggiare gli effetti della crisi sul piano economico e sociale;

    il più significativo di tali strumenti di risposta alla crisi è stata l'adozione, il 21 luglio 2020, del Next generation Eu, il programma comune di aiuti, da oltre 800 miliardi di euro, mirati a fronteggiare l'emergenza economica post-COVID. A questo si è aggiunta l'attivazione, nel marzo 2020, della clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita, che ha consentito agli Stati membri di adottare politiche fiscali espansive per sostenere il sistema economico entrato in crisi a causa delle restrizioni imposte dal contrasto alla diffusione del virus. La Commissione europea ha poi istituito un Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia, con il quale sono stati autorizzati specifici interventi di sostegno alle imprese. La Banca europea per gli investimenti ha approvato l'istituzione di una garanzia europea da 25 miliardi di euro (Fondo di garanzia paneuropeo), al fine di mobilitare fino a 200 miliardi di euro a sostegno dell'economia reale e, in particolare, alle piccole e medie imprese. Anche la Banca centrale europea ha adottato alcune misure straordinarie per fornire, tramite il sistema finanziario, il flusso di liquidità necessaria al sistema imprenditoriale e pubblico europeo, avviando, tra l'altro, un nuovo programma temporaneo di acquisto di titoli del settore privato e pubblico denominato «Programma di acquisto per l'emergenza pandemica» (Pandemic emergency purchase programme, Pepp), con una dotazione finanziaria complessiva di 1.350 miliardi di euro. Inoltre, è stato istituito uno strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (Sure);

    resta nella piena disponibilità del Parlamento, attraverso la procedura parlamentare di ratifica, in linea con la Costituzione, la scelta definitiva sull'adesione dell'Italia al nuovo Trattato riformato del Mes, anche alla luce della verifica del più generale stato di avanzamento e attuazione del pacchetto di riforme dell'unione economica e monetaria e di tutti gli impegni ad esso collegati, né tantomeno si intravede all'orizzonte alcuna necessità di ricorrere all'attivazione del Meccanismo europeo di stabilità;

    il processo di riforma del Mes, tornato recentemente al centro del dibattito europeo con particolare riferimento all'opportunità di mettere a disposizione del Fondo di risoluzione unico il sostegno del meccanismo di stabilità, va osservato nel contesto più generale di una riforma del sistema di governance dell'Unione europea;

    in questo quadro, il 9 novembre 2022, la Commissione europea ha adottato la comunicazione COM(2022)583 final in cui definisce gli orientamenti per una riforma del quadro di governance economica dell'Unione europea, comprensiva di una riforma delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, con l'intento espresso di «rafforzare la sostenibilità del debito e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva attraverso investimenti e riforme»;

    l'ipotesi di riforma, disegnata dalla proposta della Commissione europea, desta non poche perplessità in ordine, in primo luogo, al mantenimento dei parametri quantitativi del 3 per cento per il disavanzo – che resterebbe come è adesso e che sarebbe vincolante per tutti i Paesi – e all'obiettivo del 60 per cento per il rapporto debito su prodotto interno lordo, nonché all'assenza della previsione di una golden rule per escludere gli investimenti dalle norme fiscali dell'Unione europea;

    pochi giorni prima si è tenuta a Bruxelles anche la riunione dell'Eurogruppo in cui i Ministri delle finanze degli Stati membri della zona euro hanno proceduto a uno scambio di opinioni sugli ultimi sviluppi economici e sulle prospettive per la zona euro, discutendo, tra gli altri temi chiave, anche della modifica del Patto di stabilità e crescita e dello stato delle ratifiche del Mes. Il prossimo eurosummit è in programma per il 5 dicembre 2022;

    la legge 24 dicembre 2012, n. 234, nell'ambito della regolazione dei rapporti del nostro Paese con l'Unione europea, prevede tutta una serie di misure che assicurano la partecipazione attiva del Parlamento al processo normativo e decisionale dell'Unione europea, nonché le relative procedure di informazione da parte del Governo alle Camere,

impegna il Governo:

1) ad assicurare la coerenza della posizione del Governo con gli indirizzi precedentemente espressi dalle Camere, nonché un'interlocuzione costante e il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato sul futuro dell'unione economica e monetaria, incluso il completamento dell'iter di adesione al nuovo Trattato Mes, attraverso una procedura chiara di coordinamento e di approvazione, nel rispetto della legge n. 234 del 2012 e in coerenza con il principio di sovranità e centralità del Parlamento;

2) a promuovere, in sede europea, una verifica e valutazione congiunta sullo stato di avanzamento dei lavori e attuazione del pacchetto di riforme dell'unione economica e monetaria e di tutti gli impegni ad essa collegati, in ottemperanza alla logica del cosiddetto package approach – a partire da un sistema di assicurazione comune dei depositi che possa portare a una vera mutualizzazione dei rischi e al superamento del carattere intergovernativo dello stesso Mes – secondo una logica di condivisione politica e di equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell'unione economica e monetaria, al fine di costruire una nuova stagione dell'integrazione europea;

3) in ordine all'approfondimento dell'unione economica e monetaria, a disegnare, in sede europea, la strategia complessiva di riforma della nuova architettura dell'Unione europea in senso coerente con l'interesse dell'Italia, opponendosi a qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico e che finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti ed automatici, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci;

4) in merito alla recente comunicazione della Commissione europea sull'ipotesi di riforma del quadro di governance economica dell'Unione europea, ad avviare un dibattito nelle istituzioni europee sulle implicazioni negative per l'Italia del mantenimento delle attuali regole di bilancio, sostenendo altresì la necessità di ripensare tali parametri – alla luce del rinnovato contesto economico e alle nuove sfide che l'Unione europea e i suoi Stati membri sono chiamati ad affrontare – e di perseguire politiche di bilancio sostenibili, prevedendo percorsi di rientro dal debito realistici che tengano conto delle specificità degli Stati membri e del loro quadro macroeconomico complessivo e superando, infine, l'utilizzo prevalente di indicatori non osservabili come il saldo strutturale, al fine di ancorare la sorveglianza macroeconomica a indicatori direttamente osservabili e misurabili;

5) nell'ambito della discussione sulla riforma delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, ad intraprendere ogni iniziativa utile, in sede europea, finalizzata a prevedere, tra gli altri, l'esclusione degli investimenti produttivi, inclusi quelli in capitale umano, dal computo dei parametri utili al pareggio di bilancio e del rapporto deficit/prodotto interno lordo e la revisione del riferimento al saldo strutturale, al fine di sostenere crescita, lavoro e inclusione sociale, investendo nella politica industriale aperta alle nuove tecnologie, nella ricerca e nell'innovazione, nelle infrastrutture materiali e digitali, nella cultura, rilanciando l'economia e uscendo dalle spirali recessive.
(1-00029) «Scerra, Conte, Francesco Silvestri, Scutellà, Bruno, Todde, Fenu, Alifano, Lovecchio, Raffa».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Unione economica e monetaria

zona euro

paese membro