ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00015

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 12 del 22/11/2022
Abbinamenti
Atto 1/00004 abbinato in data 23/11/2022
Atto 1/00005 abbinato in data 23/11/2022
Atto 1/00017 abbinato in data 23/11/2022
Atto 1/00018 abbinato in data 23/11/2022
Atto 1/00019 abbinato in data 23/11/2022
Firmatari
Primo firmatario: RICHETTI MATTEO
Gruppo: AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Data firma: 21/11/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENZONI FABRIZIO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
BONETTI ELENA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
BONIFAZI FRANCESCO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
BOSCHI MARIA ELENA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
CARFAGNA MARIA ROSARIA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
CASTIGLIONE GIUSEPPE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
COSTA ENRICO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
D'ALESSIO ANTONIO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
DEL BARBA MAURO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
DE MONTE ISABELLA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
FARAONE DAVIDE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
GADDA MARIA CHIARA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
GIACHETTI ROBERTO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
GRIPPO VALENTINA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
GRUPPIONI NAIKE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
MARATTIN LUIGI AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
PASTORELLA GIULIA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
ROSATO ETTORE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
RUFFINO DANIELA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022
SOTTANELLI GIULIO CESARE AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE 22/11/2022


Stato iter:
23/11/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/11/2022
Resoconto D'ALESSIO ANTONIO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 23/11/2022
Resoconto CAVO ILARIA NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto APPENDINO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto TESTA GUERINO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto MARINO MARIA STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto MORRONE JACOPO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto DORI DEVIS ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto SCHLEIN ELLY PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto MATONE SIMONETTA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto GIANASSI FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto AMBROSI ALESSIA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto LANCELLOTTA ELISABETTA CHRISTIANA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto BISA INGRID LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto FRATOIANNI NICOLA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COLOSIMO CHIARA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 23/11/2022

DISCUSSIONE IL 23/11/2022

RITIRATO IL 23/11/2022

CONCLUSO IL 23/11/2022

Atto Camera

Mozione 1-00015
presentato da
RICHETTI Matteo
testo presentato
Martedì 22 novembre 2022
modificato
Mercoledì 23 novembre 2022, seduta n. 13

   La Camera,

   premesso che:

    il 25 novembre si celebra nel mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite;

    con la legge 27 giugno 2013, n. 77, l'Italia ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), la quale precisa che «con l'espressione “violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata»;

    il 29 ottobre 2021 si è concluso il processo di ratifica della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 del 2019 sulla violenza e le molestie nel mondo del lavoro, un'adesione che colloca l'Italia al nono posto nel mondo e al secondo in Europa, tra i Paesi che hanno ratificato la Convenzione;

    il nostro Paese, in particolare da ultimo il Governo Draghi, ha profuso un notevole impegno per una piena applicazione della Convenzione di Istanbul, sia con un'ampia implementazione normativa sia con un approccio strategico e risorse per attuare gli assi previsti da tale Convenzione: prevenzione, protezione, persecuzione dei colpevoli e promozione dell'autonomia delle donne;

    la legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio per il 2022), in particolare il comma 149 dell'articolo 1, ha reso strutturale l'adozione, da parte del Governo, di un Piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica e ha delineato un sistema di governance composto da una cabina di regia interistituzionale e da un osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica. Il nuovo Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, presentato in Consiglio dei ministri il 18 novembre 2021 in continuità con il primo Piano strategico nazionale introdotto per il triennio 2017-2020, è articolato per assi, in linea con la Convenzione di Istanbul: prevenzione, protezione e sostegno, perseguire e punire, assistenza e promozione. A ciascun asse sono associate specifiche priorità, che affrontano le dimensioni più significative della violenza maschile sulle donne. Tale Piano è il risultato di un lavoro condiviso, che ha visto il coinvolgimento della cabina di regia nazionale (amministrazioni centrali, regioni e autonomie locali), delle parti sociali e delle principali realtà associative attive nel settore della prevenzione e del contrasto della violenza di genere;

    la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere ha approvato nella XVIII legislatura la «Relazione sulla governance dei servizi antiviolenza e sul finanziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio», approvata il 14 luglio 2020, e la «Relazione sui percorsi trattamentali per uomini autori di violenza nelle relazioni affettive e di genere: prevenire e trattare la violenza maschile sulle donne per mettere in sicurezza le vittime», approvata il 16 febbraio 2022;

    a partire nel disegno di legge di bilancio per l'anno 2022, lo stanziamento delle risorse a favore dei centri antiviolenza e case rifugio è stato reso strutturale, evitando un rinnovo di volta in volta che produce inevitabilmente ritardi e precarietà; con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 settembre 2022 sono state potenziate le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli attraverso il finanziamento ai centri antiviolenza e agli altri servizi di assistenza; nello specifico, vengono attribuiti a tali strutture 30 milioni di euro, ripartite in egual misura tra i centri antiviolenza e le case rifugio, e una somma di 10 milioni di euro agli interventi regionali, secondo le specifiche esigenze della programmazione territoriale, per un ammontare complessivo di risorse pari a 40 milioni di euro (10 milioni in più rispetto al 2021); è stata, inoltre, potenziata l'azione di monitoraggio e valutazione del Dipartimento sul corretto utilizzo delle risorse finanziarie a partire dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di riparto delle risorse tra le regioni del 2019 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 dicembre 2019). La revisione dell'intesa del 27 novembre 2014 sui requisiti minimi dei centri antiviolenza e case rifugio ha raggiunto l'intesa in sede di Conferenza unificata in data 14 settembre 2022;

    è stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di ripartizione delle risorse stabilite nelle leggi di bilancio 2020 e 2022 a favore dei programmi e centri per gli uomini autori di violenza, per un ammontare totale di 9 milioni di euro. Si è finalizzato, in stretta collaborazione con le regioni, un documento recante indicazioni sui requisiti per i centri per uomini autori o potenziali autori di violenza di genere. Tale documento costituisce un rilevante elemento di novità, in quanto consente di dotare il settore di una disciplina specifica e di regolamentare l'accreditamento e la definizione degli standard di qualità dei servizi, al fine di evitare che possano operare realtà senza la dovuta esperienza e qualifica, in linea con la Convenzione di Istanbul, per prevenire e interrompere la violenza anche al fine di evitare la recidiva. Il rispetto dei requisiti previsti dall'intesa sui centri per uomini autori o potenziali autori di violenza di genere costituirà condizione necessaria per accedere ai finanziamenti pubblici. L'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni sui requisiti minimi dei centri per uomini autori o potenziali autori di violenza di genere è stata sancita il 14 settembre 2022;

    con la legge di bilancio per il 2018 (legge 27 dicembre 2017, n. 205, articolo 1, commi 279-280) è stato istituito un fondo per l'erogazione di borse di studio e contributi per l'inserimento lavorativo degli orfani per crimini domestici; il fondo, rifinanziato negli anni successivi e reso attuativo con decreto interministeriale 21 maggio 2020, n. 71, rappresenta, insieme a quello per le vittime di reati intenzionali violenti, un importante strumento di sostegno per gli orfani, vittime anch'essi della violenza maschile;

    la violenza contro le donne, in prevalenza nell'ambito domestico e delle relazioni affettive, in Italia è un fenomeno strutturale e diffuso e rappresenta uno dei maggiori ostacoli al conseguimento dell'uguaglianza di genere. Nei casi più estremi la violenza contro le donne può portare al femminicidio, quasi sempre epilogo drammatico di una storia di violenza e abusi, spesso vissuti in solitudine;

    in base ai dati del Ministero dell'interno del 13 novembre 2022, relativamente al 2022, sono stati registrati 261 omicidi, con 96 vittime donne, di cui 84 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 49 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner;

    le donne con disabilità hanno una probabilità di essere vittime di violenza da due a cinque volte superiore rispetto alle donne non disabili, frequentemente nell'ambito delle relazioni domestiche, a causa della posizione di maggiore fragilità e vulnerabilità sofferta;

    la legge 23 aprile 2009, n. 38, che ha convertito in legge il decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante «Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori», ha istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le pari opportunità un servizio telefonico di pubblica utilità per tutelare vittime di violenza e di atti persecutori. Tale servizio di pubblica utilità, raggiungibile al n. 1522 o via app, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno svolge un ruolo centrale nel quadro delle politiche di supporto alle vittime di violenza e stalking ed opera anche in chiave di prevenzione. Le campagne che ne promuovono la diffusione hanno negli ultimi anni rappresentato un'azione importante per sensibilizzare l'opinione pubblica e dare piena informazione alle donne vittime di violenza. Tra queste hanno svolto un ruolo importante le campagne istituzionali promosse dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le pari opportunità (tra cui «Sblocca il coraggio» e «Libera puoi»), in particolare durante la pandemia, come ha certificato l'Istat, e le altre numerose campagne volte a sensibilizzare l'opinione pubblica, tra cui la campagna «Non è normale che sia normale» con adesione di UNWomen;

    la violenza economica è una delle ragioni per cui le donne faticano a denunciare violenze in ambito familiare, soprattutto quando il partner detiene il potere economico, il controllo completo sulle finanze e sulle risorse familiari; fondamentale è, dunque, il sostegno economico alle vittime per aiutarle a conseguire l'indipendenza finanziaria dal partner violento. In tal senso gli strumenti di welfare e di sostegno ai percorsi di libertà e autonomia delle donne rivestono un ruolo estremamente importante;

    va in questa direzione l'istituzione nella XVIII legislatura del reddito di libertà (articolo 105-bis del decreto-legge n. 34 del 2020), consistente in un contributo economico, stabilito ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2020, per un importo massimo di 400 euro mensili pro capite per 12 mensilità, erogato dall'Inps alle donne vittime di violenza che ne fanno richiesta, seguite dai centri antiviolenza; le risorse attribuite al fondo per l'anno 2020 ammontavano a 3 milioni di euro; queste sono state incrementate dalle leggi di bilancio per gli anni 2021 e 2022 di ulteriori 9 milioni di euro; sempre in tale direzione va il microcredito di libertà in collaborazione con Abi e Federcasse, l'Ente nazionale per il microcredito e la Caritas, con un fondo di garanzia di 3 milioni di euro a carico del Dipartimento per le pari opportunità;

    fondamentali sono le iniziative di prevenzione al fine di informare le donne sui loro diritti in ambito economico e finanziario, su come riconoscere la violenza economica ed eliminarla dalla propria vita. In tal senso, l'educazione finanziaria è uno strumento importante per accelerare il processo di uscita dalla violenza e per favorire percorsi di inclusione delle donne che vogliono riprendere in mano la loro vita; l'importanza dell'educazione finanziaria come leva di una fattiva partecipazione delle donne alla vita del nostro Paese è stata indicata con grande chiarezza nella Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2025;

    sul versante processual-civilisitico, importanti novità sono state introdotte con la legge n. 206 del 2021, recante «Delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata», che introduce il pieno riconoscimento della violenza contro le donne anche nel processo civile, in primis nelle cause di separazione e divorzio; la riforma prevede, tra l'altro, che il consulente tecnico d'ufficio debba attenersi «ai protocolli e alle metodologie riconosciute dalla comunità scientifica» e l'introduzione di specifici requisiti di competenza necessari per l'iscrizione dei professionisti in tale categoria;

    a tal proposito si ricorda che la sindrome da alienazione parentale non è riconosciuta dalla comunità scientifica e che la Corte di cassazione ha ribadito più volte che non si possono adottare provvedimenti giudiziari basati su soluzioni prive del necessario conforto scientifico. Ma, nonostante ciò, è sempre più utilizzata in sede giudiziale dalle consulenze tecniche d'ufficio quale causa per allontanare i minori principalmente dalle madri, definite alienanti, simbiotiche, malevole e manipolatrici, per il solo fatto di aver denunciato le violenze e dato avvio alla separazione dal partner violento. La riforma prevede, inoltre, tra le altre cose, che i giudici dovranno ascoltare e rispettare la volontà espressa da bambini e ragazzi che rifiutano di vedere un genitore;

    sul fronte penalistico, invece, sono stati compiuti notevoli progressi, a partire dall'introduzione del reato di stalking nel 2009, cui è seguito il decreto-legge n. 93 del 2013 che interviene sul codice penale con disposizioni volte a prevenire e reprimere la violenza domestica e di genere; da ultimo, la legge n. 69 del 2019 (cosiddetto codice rosso) ha rafforzato le tutele processuali delle vittime di reati violenti, con particolare riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica; infine, tra le norme introdotte in sede parlamentare alla legge delega 27 settembre 2021, n. 134, si segnala una previsione che estende la portata applicativa delle norme a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere introdotte dal «codice rosso» anche alle vittime dei suddetti reati in forma tentata e alle vittime di tentato omicidio. Si inserisce, tra i delitti per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza, quello di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, colmando un vulnus presente nel «codice rosso» che esponeva la vittima a un grave pericolo per la sua incolumità;

    era stato presentato dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, dalla Ministra dell'interno e dalla Ministra della giustizia il disegno di legge atto Senato n. 2530, recante «Disposizioni per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica», che interveniva con modifiche ai codici penale, di procedura penale, alle leggi antimafia e alle misure di prevenzione (decreto legislativo n. 159 del 2011) e ad alcune leggi speciali, al fine di rendere maggiormente efficace l'impianto delle misure di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne. Tale disegno di legge non ha tuttavia completato il suo iter e per questo la proposta è stata già ripresentata nella XIX legislatura, sia alla Camera che al Senato (atto Camera n. 439 Bonetti e atto Senato n. 237 Gelmini);

    molte sono, altresì, le misure approvate nella XVIII legislatura, da Governo e Parlamento, volte a promuovere con decisione politiche per garantire la parità di genere, incrementare l'occupazione femminile, sostenere l'indipendenza economica, l'autonomia e l'emancipazione delle donne;

    nel luglio 2021 per la prima volta l'Italia si è dotata di una Strategia nazionale per la parità di genere, che riprende i principi già definiti dalla Strategia europea per la parità di genere 2020/2025 e che si concentra sui temi del lavoro, del welfare, dell'educazione e della promozione della leadership femminile, con un substrato di approccio culturale, di linguaggio, di rimozione degli stereotipi che è condizione necessaria di qualsiasi politica attiva sulla parità di genere;

    nel Piano nazionale di ripresa e resilienza l'empowerment femminile e il contrasto alle discriminazioni di genere sono perseguiti come obiettivi trasversali nell'ambito di tutte le componenti del Piano; in questa direzione va la clausola di condizionalità e premialità definita ai sensi dell'articolo 47 del decreto-legge n. 77 del 2021 («decreto semplificazioni»); con decreto interministeriale del 7 dicembre 2021 sono state adottate le «Linee guida volte a favorire le pari opportunità di genere e generazionali, nonché l'inclusione delle persone con disabilità nei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR e del PNC», con cui sono definiti le modalità e i criteri applicativi delle misure previste, indicate misure premiali e predisposti modelli di clausole da inserire nei bandi di gara;

    quella culturale è certamente la sfida più grande da vincere, come si evince anche dalla narrazione che i media fanno della violenza sulle donne che è ancora pervasa da stereotipi e sessismo. La donna diventa così vittima due volte: del reato e del racconto che di quella violenza viene fatta pubblicamente;

    l'educazione svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo delle capacità che aiuteranno i bambini e le bambine a creare rapporti sani, in particolare insegnando la parità di genere, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti, la violenza di genere, il rispetto della libertà delle donne, così come previsto dal V Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva per l'infanzia e l'adolescenza (decreto del Presidente della Repubblica del 25 gennaio 2022);

    è fondamentale lavorare sulla formazione degli operatori per abbattere stereotipi e pregiudizi e favorire un cambiamento culturale anche di polizia e carabinieri, magistrati, personale della giustizia, polizia municipale e personale sanitario, psicologi, periti e tutti coloro che vengono a contatto con la violenza sulle donne. Quando le donne trovano la forza di denunciare devono trovare dall'altra parte persone che credono a ciò che dicono e che conoscono il ciclo della violenza, perché la violenza va letta correttamente e in tempo utile, come previsto dal Piano per il contrasto alla violenza;

    la vittimizzazione secondaria è un rischio a cui sono sottoposte le donne vittime di violenza, come evidenziato nella «Relazione sulla vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l'affidamento e la responsabilità genitoriale», approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere nella seduta del 20 aprile 2022. Emblematica la sentenza del 27 maggio 2021 con cui l'Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per violazione dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (diritto al rispetto della vita privata e familiare), non avendo tutelato l'immagine, la privacy e la dignità di una giovane donna che aveva denunciato di essere stata violentata da sette uomini: nella sentenza con cui sono stati definitivamente assolti tutti gli imputati, è stato infatti utilizzato, a parere dei giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo, un «linguaggio colpevolizzante e moraleggiante che scoraggia la fiducia delle vittime nel sistema giudiziario» per la «vittimizzazione secondaria cui le espone»; una preoccupazione in questo senso era stata manifestata anche dal Grevio nel suo recente rapporto sull'applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia, laddove si sottolinea la «presenza di stereotipi persistenti nelle decisioni dei tribunali sui casi di violenza»;

    nell'era del web la violenza corre anche in rete e le donne sono le principali vittime del discorso d'odio on line; il 16 settembre 2021 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con la quale si chiede alla Commissione europea di includere la violenza di genere, sia on line che off line, come una nuova sfera di criminalità ai sensi dell'articolo 83 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea insieme ad altri crimini che devono essere combattuti su base comune, come il terrorismo, il traffico di esseri umani, di droga, di armi. I reati contro le donne diverrebbero pertanto «eurocrimini»;

    in ambito internazionale, un tema che suscita preoccupazione è quello delle mutilazioni genitali femminili; come confermato da una ricerca del Dipartimento per le pari opportunità del 2018, il fenomeno è diffuso anche nel nostro Paese, dove tali pratiche hanno coinvolto o rischiano di coinvolgere le ragazze di alcune particolari nazionalità; per tale ragione, in aderenza a quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul, il tema è oggetto di apposita sezione nell'ambito del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023;

    in attuazione dell'articolo 37 della Convenzione di Istanbul, il nostro Paese ha introdotto un'apposita fattispecie all'articolo 558-bis del codice penale per punire i matrimoni forzati; alla repressione bisogna, tuttavia, coniugare l'attività di informazione e sensibilizzazione affinché le potenziali vittime siano informate sui loro diritti e sugli strumenti per tutelarli;

    la crisi pandemica prima e gli eventi internazionali poi hanno determinato la necessità di rafforzare l'azione volte a prevenire e contrastare il fenomeno della tratta di esseri umani; in tale ambito, a seguito degli eventi bellici interessanti il territorio ucraino, è stata sottoscritta una convenzione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati per il potenziamento delle attività di sostegno ai rifugiati svolte sulle frontiere;

    è stato approvato in data 19 ottobre 2022 dal Consiglio dei ministri il nuovo Piano nazionale d'azione contro la tratta e lo sfruttamento di essere umani, frutto di un percorso ampio e condiviso tra i soggetti istituzionali coinvolti e il terzo settore;

    le donne sono tra le principali vittime di violenza nei contesti di guerra e di violazione dei diritti umani, basti pensare alla violenza subita dalle donne ucraine da parte dell'esercito russo, alle gravissime violazioni dei diritti umani che le donne afgane stanno subendo sin dalla riconquista militare dell'Afghanistan da parte dei talebani, alla crudele repressione e alla violenza che stanno subendo a seguito del loro coraggio le donne iraniane che, dopo la morte di Masha Amini, continuano nella legittima rivendicazione dei propri diritti,

impegna il Governo:

1) a dare piena ed efficace attuazione al Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne per il triennio 2021-2023, con particolare attenzione:

   a) alla formazione degli operatori, affinché tutti coloro che vengono a contatto con donne vittime di violenza siano adeguatamente preparati per riconoscere la violenza sulle donne, valutare il rischio che corrono e garantire, tramite risorse idonee, il pieno accesso a una protezione giuridica e ad un'assistenza adeguata;

   b) all'educazione nelle scuole, al fine di destinare le risorse necessarie a promuovere temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati e la violenza di genere, attraverso la formazione del personale della scuola e i programmi scolastici;

   c) al tema della disabilità, al fine di rispondere alle peculiari problematiche che devono affrontare le ragazze e le donne con disabilità vittime di violenza non soltanto nella fase della denuncia, ma anche nel successivo percorso di assistenza, di cura e di individuazione di percorsi per l'uscita dalla violenza;

   d) al tema dell'accesso alle strutture sanitarie attraverso percorsi agevolati, garantendo la diffusione in tutto il territorio nazionale del «codice rosa», nell'ottica di un continuum assistenziale e di presa in carico globale;

2) ad adottare iniziative volte ad aumentare le risorse strutturali destinate ai centri antiviolenza e alle case rifugio e a dare piena attuazione al processo di monitoraggio previsto sull'utilizzazione delle risorse da parte delle regioni, potenziando la governance centrale del sistema, anche al fine di evitare disparità a livello territoriale;

3) a potenziare, per quanto di competenza, i programmi di trattamento per gli uomini autori di violenza contro le donne, secondo le linee di intervento indicate dalla «Relazione sui percorsi trattamentali per uomini autori di violenza nelle relazioni affettive e di genere: prevenire e trattare la violenza maschile sulle donne per mettere in sicurezza le vittime», approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, che il Senato della Repubblica ha fatto propria con l'approvazione di una risoluzione all'unanimità il 25 maggio 2022;

4) ad adottare iniziative per incrementare ulteriormente le risorse destinate al Fondo per le vittime di reati intenzionali violenti e il Fondo per il sostegno agli orfani di crimini domestici e di reati di genere alle famiglie affidatarie, al fine di rafforzare le tutele per i figli rimasti orfani a seguito di un femminicidio;

5) ad adottare iniziative per rendere strutturale le risorse per il reddito di libertà, per favorire, attraverso l'indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza che si trovano in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà, e ad implementare progetti e percorsi di educazione finanziaria e di supporto all'autonomia, all'empowerment e all'integrazione lavorativa delle donne nella fase di uscita dall'esperienza di violenza;

6) a dare efficace e piena attuazione alla Strategia nazionale per la parità di genere, con particolare attenzione alle iniziative volte ad incrementare l'occupazione femminile, anche aumentando le risorse destinate al Fondo per le pari opportunità;

7) ad adottare iniziative specifiche per eliminare la violenza on line, comprese le molestie on line e l'istigazione all'odio verso le donne, e ad adottare iniziative per sensibilizzare gli operatori dei settori dei media per la realizzazione di una comunicazione e informazione rispettosa della rappresentazione di genere, in particolare della figura femminile;

8) a dare piena attuazione alla Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 del 2019;

9) ad attuare per quanto di competenza il Piano nazionale «antitratta» e incrementare le risorse destinate al Fondo «antitratta», a portare avanti ogni azione di contrasto alla pratica delle mutilazioni genitali femminili, a promuovere ogni iniziativa possibile per eliminare il fenomeno dei matrimoni forzati;

10) sul piano europeo, a sostenere la Commissione europea nelle iniziative volte ad attuare la strategia contro la violenza maschile contro le donne, ad adoperarsi perché venga dato seguito alla risoluzione con la quale si chiede alla Commissione europea di presentare una proposta di decisione del Consiglio volta all'inserimento della violenza di genere tra i cosiddetti «eurocrimini», a promuovere la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte di tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa;

11) sul piano internazionale, ad adottare e sostenere le più opportune iniziative diplomatiche per la tutela delle donne, dando seguito, in particolare, all'appello per la tutela delle donne in Afghanistan prodotto in occasione della Conferenza G20 sull'empowerment delle donne e alla dichiarazione congiunta del G7 di Berlino di ottobre 2022 sulle donne ucraine e iraniane;

12) a favorire, per quanto di competenza, l'iter parlamentare delle proposte di legge in materia di prevenzione e di contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica.
(1-00015) «Richetti, Benzoni, Bonetti, Bonifazi, Boschi, Carfagna, Castiglione, Enrico Costa, D'Alessio, Del Barba, De Monte, Faraone, Gadda, Giachetti, Grippo, Gruppioni, Marattin, Pastorella, Rosato, Ruffino, Sottanelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

violenza sessuale

delitto contro la persona

vittima