Legislatura: 19Seduta di annuncio: 60 del 01/03/2023
Primo firmatario: GHIO VALENTINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 01/03/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 02/03/2023 BERGAMOTTO FAUSTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (IMPRESE E MADE IN ITALY) DICHIARAZIONE VOTO 02/03/2023 Resoconto GHIO VALENTINA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 01/03/2023
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 01/03/2023
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 02/03/2023
ACCOLTO IL 02/03/2023
PARERE GOVERNO IL 02/03/2023
DISCUSSIONE IL 02/03/2023
APPROVATO IL 02/03/2023
CONCLUSO IL 02/03/2023
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame crea nuove problematiche senza risolvere i nodi relativi al futuro degli impianti ex Ilva e contiene invece una serie di disposizioni che fanno fare dei passi indietro a Taranto e agli altri stabilimenti del gruppo, penalizzando altresì tutto il settore siderurgico nazionale;
un insieme di norme che prefigurano un'autorizzazione ad Acciaierie d'Italia (attuale gestore degli impianti ex-Ilva), per produrre senza limiti di ordine ambientale e sanitario, in assenza di norme di reale rilancio, di garanzie sul pagamento dei crediti maturati dai fornitori, di rilancio dell'occupazione, di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, tutte tematiche che avrebbero giustificato la necessità e l'urgenza di un provvedimento come un decreto-legge;
un secondo ordine di motivi riguarda il finanziamento in conto soci da parte di Invitalia: il provvedimento in discussione non lega questi finanziamenti ad una modifica della governance, che invece è imprescindibile per un reale rilancio dell'ex Ilva: i 680 milioni di euro sembrano invece indirizzati al pagamento dei costi dell'energia, mentre la restante quota non viene legata ad un'accelerazione del passaggio del controllo azionario da Arcelor Mittal al socio pubblico né alla presentazione di un cronoprogramma di investimenti in vista, tra l'altro, della riconversione produttiva, del risanamento aziendale, dell'elettrificazione dei forni e del mantenimento dei livelli occupazionali;
si tratta, inoltre, di un provvedimento che non esprime una reale visione di politica industriale da parte del Governo sul settore della siderurgia: gli impianti del siderurgico di Taranto sono attualmente ai minimi livelli in termini di produzione mentre al contempo Arcelor Mittal ha aumentato la produzione di acciaio negli altri stabilimenti di proprietà al di fuori dell'Italia, arrecando danni al Paese in termini economici e occupazionali, di mancata disponibilità di acciaio per la manifattura nazionale, di mancate commesse per tutto l'indotto, come per quanto attiene alla lavorazione di materiali refrattari destinati al settore siderurgico dove va segnalata la situazione del gruppo Sanac con circa 380 dipendenti, con stabilimenti a Vado Ligure-Liguria, Gattinara-Piemonte, Massa-Toscana, Grogatsu-Sardegna, controllato da sempre dall'ex Ilva a livello produttivo e gestionale, che ha venduto finora il 70 per cento del prodotto allo stabilimento di Taranto e che ha denunciato la decisione unilaterale da parte di Acciaierie d'Italia di non rifornirsi di materiale refrattario dalla Sanac, approvvigionandosi all'estero, sospendendo anche il pagamento delle precedenti forniture,
impegna il Governo
a valutare la praticabilità di soluzioni a valere sul Fondo di garanzia al fine di agevolare l'accesso al credito da parte delle aziende dell'indotto creditrici.
9/908/13. (Testo modificato nel corso della seduta)
Ghio.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):sicurezza del lavoro
produzione
industria siderurgica