Legislatura: 19Seduta di annuncio: 128 del 28/06/2023
Primo firmatario: BRUNO RAFFAELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/06/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma AIELLO DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023 BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023 CAROTENUTO DARIO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023 ORRICO ANNA LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023 TUCCI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023 MORFINO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 28/06/2023 BELLUCCI MARIA TERESA VICE MINISTRO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI) PARERE GOVERNO 29/06/2023 Resoconto BELLUCCI MARIA TERESA VICE MINISTRO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 28/06/2023
PARERE GOVERNO IL 28/06/2023
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/06/2023
NON ACCOLTO IL 29/06/2023
PARERE GOVERNO IL 29/06/2023
RESPINTO IL 29/06/2023
CONCLUSO IL 29/06/2023
La Camera,
premesso che:
il decreto dispone, tra le altre previsioni normative, l'abrogazione dell'istituto del reddito di cittadinanza a decorrere dal 1° gennaio 2024, con conseguente drastica riduzione delle tutele assicurate dalle misure per il contrasto alla povertà;
ogni Stato europeo prevede un «reddito di cittadinanza»: ogni cittadino che si trovi in condizioni di indigenza o comunque al di sotto di una determinata soglia ha diritto ad un sostegno economico che gli consenta una vita dignitosa, a prescindere dalle sue condizioni anagrafiche o dalla composizione del nucleo familiare, per tutto il tempo in cui la necessità perdura, cui fa da contraltare il compimento di ogni sforzo, da parte del beneficiario e da parte delle istituzioni pubbliche, per uscirne;
nel nostro Paese con lo smantellamento «del reddito di cittadinanza, si cancella il diritto di ogni cittadino – quali che siano la sua età, la condizione lavorativa o altro – a una vita minimamente decente. Questo diritto viene assicurato da tutti i paesi europei, e l'Italia diventerà l'unico a non prevederlo più»;
l'abolizione del reddito di cittadinanza si inserisce nel contesto preoccupante dei cd. working poor – lavoratori il cui reddito è inferiore alla soglia di povertà relativa, un fenomeno drammaticamente in crescita nel nostro Paese, così come è crescente la distanza che li separa dal resto dei lavoratori dell'Unione europea;
secondo quanto riferito dal rapporto Eurostat «In-work poverty in the EU», in Italia circa l'11,7 per cento dei lavoratori dipendenti riceve un salario inferiore ai minimi contrattuali, dato ben al di sopra della media dell'Unione europea, che si attesta al 9,6 per cento;
tra i «goals» dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sono ricompresi anche gli obiettivi di «Sconfiggere la povertà» e quello di un assicurare un «Lavoro dignitoso e crescita economica»;
la garanzia di una retribuzione dignitosa e adeguata per tutti i lavoratori favorirebbe senz'altro la realizzazione di un mercato del lavoro più inclusivo, equo e paritario, abbattendo le disuguaglianze, anche in termini di divario retributivo di genere (gender pay gap),
impegna il Governo
ad adottare con urgenza tutte le misure – anche normative – necessarie ad assicurare, in mancanza delle tutele garantite dal Reddito di cittadinanza (RdC), conseguente alla sua abolizione, uno stile di vita dignitoso a coloro che, pur essendo titolari di un rapporto di lavoro, percepiscono un trattamento economico che non consente loro di superare la soglia di povertà.
9/1238/79. Bruno, Aiello, Barzotti, Carotenuto, Orrico, Tucci, Morfino.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):diritto dell'individuo
lavoratore della Comunita'
statistica comunitaria