ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01627/093

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 220 del 29/12/2023
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 29/12/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
BORRELLI FRANCESCO EMILIO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
DORI DEVIS ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
EVI ELEONORA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
GHIRRA FRANCESCA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
MARI FRANCESCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
PICCOLOTTI ELISABETTA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023
ZARATTI FILIBERTO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 29/12/2023


Stato iter:
29/12/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 29/12/2023
ALBANO LUCIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/12/2023
Resoconto FRATOIANNI NICOLA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 29/12/2023

PARERE GOVERNO IL 29/12/2023

DISCUSSIONE IL 29/12/2023

RESPINTO IL 29/12/2023

CONCLUSO IL 29/12/2023

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01627/093
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Venerdì 29 dicembre 2023, seduta n. 220

   La Camera,

   premesso che:

    secondo l'ultimo rapporto Sipri (Stockholm International Peace Research Institute), pubblicato il 24 aprile 2023, la spesa militare mondiale ha raggiunto nel 2022 la somma record di 2.240 miliardi di dollari complessivi, che corrisponde ad una crescita del 3,7 per cento in termini reali rispetto all'anno precedente. In cifre si tratta di un aumento di ben 127 miliardi in un anno, che supera di gran lunga i 100 miliardi annui che sarebbero necessari a mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico ma che le Nazioni, innanzitutto quelle più ricche, non riescono o non intendono a destinare a tale scopo;

    le Forze armate italiane partecipano attualmente a 9 missioni della NATO, con una presenza massima autorizzata dal Parlamento di 5.200 unità e un finanziamento di 463,5 milioni di euro;

    la spesa militare aggregata dell'Unione europea e dei Paesi europei della NATO ha raggiunto i 346 miliardi di dollari nel 2022, con un aumento dell'1,9 per cento in termini reali rispetto al 2021 e del 29,4 per cento rispetto al punto di minimo del 2014;

    oltre alle spese militari nazionali, la stessa Unione europea ha aumentato esponenzialmente il proprio bilancio in armamenti in pochi anni. Mentre i Trattati europei per lungo tempo hanno escluso l'uso del bilancio comunitario per attività di questo tipo, oggi l'Unione europea destina almeno il 2 per cento del suo bilancio a scopi militari. A parte gli aiuti militari all'Ucraina, si tratta principalmente di finanziare l'industria degli armamenti attraverso il Fondo europeo per la difesa (European Defence Fund EDF) o il Fondo per le nuove munizioni (ASAP);

    questo rende, tra l'altro, la nostra spesa militare straordinariamente inefficiente, a causa della moltiplicazione delle spese nazionali e dei sistemi d'arma. A che servono 27 stati maggiori, accademie militari, e altro, quando ormai tutte le missioni militari sono multi-laterali? Una difesa europea sarebbe più efficace in termini di sicurezza e più efficiente economicamente;

    il disegno di legge di bilancio 2024-2026 autorizza, per lo stato di previsione del Ministero della difesa, spese finali, in termini di competenza, pari a 29,16 miliardi di euro nel 2024, a 28,85 miliardi di euro per il 2025 e 28,72 miliardi di euro per il 2026. Rispetto alla Legge di bilancio 2023, il disegno di legge di bilancio 2024-2026 espone dunque per il Ministero della difesa un incremento nelle spese finali nel 2024 (in termini assoluti pari a circa 1,4 miliardi di euro; +5 per cento), determinato dall'incremento delle spese in conto capitale (+21,9 per cento). Gli stanziamenti di spesa del Ministero della difesa autorizzati dal disegno di legge di bilancio si attestano, in termini di competenza, nell'anno 2024, in misura pari al 3,3 per cento della spesa finale del bilancio statale, percentuale in aumento rispetto all'esercizio precedente;

    in due anni il bilancio della Difesa ha sperimentato un aumento di circa il 12,5 per cento (oltre 3,2 miliardi in termini monetari). I fondi per gli approntamenti per le Forze terrestri, navali e aeree subiscono infatti tutti delle leggere flessioni (circa 250 milioni di euro complessivi) più o meno integralmente compensate da una crescita dei fondi per i Comandi interforze. Circa 1,4 miliardi in più vengono invece destinati al Programma di «Pianificazione generale delle Forze armate e approvvigionamenti militari» (per oltre il 95 per cento indirizzati ad «ammodernamento, il rinnovamento ed il sostegno delle capacità e i programmi di ricerca finalizzati all'adeguamento tecnologico dello Strumento militare», cioè nuove armi) che porta per la prima volta nella storia ad un totale per tale Programma di oltre 8 miliardi di euro. Aggiungendo a questo dato i circa 2 miliardi destinati all'industria militare nel bilancio del Ministero delle imprese e del made in Italy si può affermare che nel 2024 per la prima volta l'Italia destinerà una cifra di circa 10 miliardi di euro agli investimenti sugli armamenti. Inoltre, ci sono il fondo per le missioni militari all'estero presso il Ministero dell'economia e delle finanze e i fondi che il nuovo Ministero delle imprese e del made in Italy destina per acquisizione e sviluppo di sistemi d'arma;

    per contro, si riducono del 7 per cento i fondi per la Cooperazione allo sviluppo. Nonostante l'impegno preso a livello internazionale di portare allo 0,7 per cento del PIL gli aiuti allo sviluppo, siamo a poco più dello 0,32 per cento;

    nel corso del summit NATO del 2014 in Galles gli Stati membri della Nato hanno assunto l'impegno di incrementare le proprie spese per la difesa fino al raggiungimento dell'obiettivo del 2 per cento delle spese per la difesa rispetto al PIL. Ma se la spesa rimarrà nazionale aumenterà solo lo spreco. Per creare una difesa europea serve un accordo sullo strumento militare europeo, sul suo finanziamento e sul sistema di governance. Non può esistere se non nel quadro di un'unione politica, con un Governo federale europeo responsabile anche della politica estera, di cui la difesa europea, militare e civile, sarebbe uno strumento;

    nel marzo del 2022 la Camera ha approvato un ordine del giorno con il quale si impegna il Governo ad avviare l'incremento delle spese per la difesa nella direzione indicata nel citato vertice del Galles e successivamente ribadita nel vertice NATO di Varsavia del 2016: un grave errore;

    più armi, come evidenzia la terribile situazione a Gaza, non significa più sicurezza, ma più guerra e violenza. L'aumento della spesa militare e delle esportazioni o importazioni di armi di uno Stato aumenta la probabilità che questo Stato sia coinvolto in uno o più conflitti armati. Inoltre, più alta è la spesa militare di un Paese, più alte tendono ad essere le sue esportazioni e/o importazioni di armi. Per costruire e mantenere la pace, serve, invece, impegnarsi per il disarmo e lavorare politicamente per un futuro giusto, equo e rinnovabile. La spesa militare influisce sulle emissioni di gas serra: più alta è la spesa militare di un Paese, più alte sono le sue emissioni di CO2;

    è ancora più urgente un'inversione di tendenza sul tema delle spese militari a seguito dei recenti accordi, appresi da fonti di stampa, sull'esclusione degli investimenti per il settore della difesa dai vincoli del Patto di stabilità e crescita,

impegna il Governo

a ridurre le spese militari, rinunciando in particolare all'obiettivo di destinare il 2 per cento del Pil in spese per la difesa, riassegnando le risorse alla lotta contro il cambiamento climatico, alla transizione ecologica e agli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, verso un'economia verde ed equa per tutti i popoli.
9/1627/93. Fratoianni, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

spese di difesa

spesa nazionale

aiuto allo sviluppo