ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01627/150

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 220 del 29/12/2023
Firmatari
Primo firmatario: AIELLO DAVIDE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/12/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MORFINO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 29/12/2023


Stato iter:
29/12/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 29/12/2023
ALBANO LUCIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 29/12/2023

PARERE GOVERNO IL 29/12/2023

RESPINTO IL 29/12/2023

CONCLUSO IL 29/12/2023

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01627/150
presentato da
AIELLO Davide
testo di
Venerdì 29 dicembre 2023, seduta n. 220

   La Camera,

   premesso che:

    la Grande Recessione (2008-09) e la crisi dei debiti sovrani (2011-13) hanno avuto ricadute negative in Italia sul livello e sulla distribuzione del reddito disponibile: l'aumento della quota di famiglie in condizione di povertà assoluta è stato marcato (dal 4 per cento del 2008 al 6,3 del 2013) e non si è riassorbito nei sei anni successivi (6,4 per cento nel 2019), nonostante la ripresa economica. Anche la crisi da COVID-19 e lo shock inflazionistico hanno colpito più intensamente i nuclei a basso reddito, sebbene gli interventi governativi, sia strutturali sia straordinari, abbiano significativamente mitigato gli effetti regressivi. Nel 2021 la quota di famiglie in povertà assoluta era salita al 7,5 per cento. Secondo i dati dell'ISTAT, tra il 2008 e il 2021 la disuguaglianza del reddito disponibile, misurata dall'indice di Gini, è cresciuta di 0,5 punti;

    la Commissione europea ha recentemente rinnovato ai Governi dei Paesi membri la raccomandazione di attuare misure che garantiscano un reddito minimo adeguato (Commissione europea, 2022). Fino al 2017 l'Italia, insieme alla Grecia, era l'unico paese dell'Unione europea a non prevedere alcuna forma di sostegno universale al reddito per i poveri (Crepaldi et al., 2017). Nel 2018 è stato introdotto il reddito di inclusione (ReI), uno strumento di contrasto alla povertà nazionale e strutturale. Nell'aprile del 2019 il ReI è stato sostituito da un nuovo sussidio, il reddito di cittadinanza (RdC), che ha aumentato significativamente sia la platea di beneficiari sia gli importi medi erogati e impiegato risorse pari a circa tre volte quelle assorbite dal ReI;

    l'RdC è stato disegnato per essere al contempo uno strumento di contrasto alla povertà e una misura di politica attiva del lavoro. Come strumento di contrasto alla povertà, secondo le stime basate sul modello di microsimulazione della Banca d'Italia (BIMic), l'introduzione dell'RdC avrebbe comportato una riduzione di circa 0,5 punti percentuali dell'indice di Gini; l'incidenza e l'intensità della povertà assoluta sarebbero scese, rispettivamente, di oltre 2 e 3 punti percentuali;

    con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, il Governo Meloni è intervenuto in materia, ridisegnando le misure di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale: a) l'assegno di inclusione (AdI) sostituirà dal 1° gennaio 2024 l'RdC quale «misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all'esclusione sociale delle fasce deboli», rinnovabile fino a quando persista lo stato di bisogno; b) il regime transitorio dell'RdC per il 2023 limita la durata del beneficio a sette mesi per alcune tipologie di nuclei percettori; c) il supporto per la formazione e il lavoro (SFL), dal 1° settembre 2023, fornisce un'indennità condizionata all'adesione a programmi formativi o progetti utili per la collettività, di durata limitata e non rinnovabile;

    come l'RdC – almeno nelle intenzioni del Governo – l'AdI consiste in un'integrazione al reddito familiare, cui si aggiunge un contributo a copertura del canone di locazione per le famiglie in affitto. Nel complesso, l'accesso all'AdI è subordinato a requisiti anagrafici ed economici più stringenti rispetto all'RdC, mentre risulta allentato il requisito di residenza per i nuclei di origine straniera. Per quanto riguarda l'SFL, questo non è rinnovabile, ha durata limitata e requisiti di accesso molto selettivi. Il costo complessivo a regime di entrambe le misure (5,8 miliardi all'anno per l'AdI e 1,3 per l'SFL8) è chiaramente inferiore a quello per l'RdC (8,8 miliardi all'anno prima delle limitazioni introdotte dalla disciplina transitoria per il 2023);

    secondo il Paper 820, pubblicato a dicembre 2023 dalla Banca d'Italia e titolato «La revisione delle misure di contrasto alla povertà in Italia», attraverso il modello di microsimulazione statica, si stima che i requisiti anagrafici ed economici più restrittivi dell'AdI riducano la platea dei potenziali beneficiari da 2,1 a 1,2 milioni rispetto all'RdC; il calo interessa sia le famiglie italiane sia, nonostante l'allentamento del requisito di residenza, quelle di origine straniera. Il reddito disponibile delle famiglie nel primo decimo della distribuzione del reddito disponibile equivalente diminuisce in media di circa 1.300 euro annui (-11 per cento);

    in particolare, da un lato, in termini di equità, nel passaggio dall'RdC all'AdI risultano maggiori sia l'incidenza della povertà assoluta (di 0,8 punti) sia l'indice di Gini (di 0,4 punti), dall'altro, osservando le caratteristiche degli attuali percettori dell'RdC, almeno nel breve periodo, il percorso di (re)inserimento lavorativo non sarà tuttavia privo di difficoltà,

impegna il Governo

a prevedere, nel prossimo provvedimento utile, misure volte a modificare la natura dell'AdI di modo da garantire che sia uno strumento universale di integrazione e sostegno al reddito, quindi non discriminante, rigido ed inefficace nel contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, coerentemente alla raccomandazione europea citata in premessa.
9/1627/150. Aiello, Morfino.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

reddito delle famiglie

inflazione

basso salario