Legislatura: 19Seduta di annuncio: 217 del 20/12/2023
Primo firmatario: SCUTELLA' ELISA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/12/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BRUNO RAFFAELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/12/2023 SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 20/12/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 20/12/2023 SIRACUSANO MATILDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 20/12/2023
NON ACCOLTO IL 20/12/2023
PARERE GOVERNO IL 20/12/2023
RESPINTO IL 20/12/2023
CONCLUSO IL 20/12/2023
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 1, del provvedimento in esame, reca la delega legislativa al Governo per l'adozione dei decreti legislativi di attuazione degli atti normativi dell'Unione europea indicati nell'articolato del provvedimento in esame, nonché per l'attuazione delle direttive elencate nell'allegato A;
in particolare il provvedimento reca la delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2023/970 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, volta a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione;
sebbene il diritto alla parità di retribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore tra lavoratori di sesso femminile e maschile sia un principio fondamentale dell'Unione europea, l'effettiva attuazione di tale principio continua a incontrare una serie di ostacoli, come dimostra il dato sul divario retributivo di genere (gender pay gap) nell'UE in base al quale le donne guadagnano a parità di mansioni, in media il 13 per cento in meno rispetto agli uomini;
il lavoro è uno degli ambiti in cui i divari di genere sono più visibili. Molto spesso le donne incontrano maggiori difficoltà a trovare un impiego e a coprire ruoli di prestigio e responsabilità. Secondo le stime contenute nella recente ricerca di Banca d'Italia: «Le donne, il lavoro e la crescita economica», In Italia solo poco più di una donna su due ha un lavoro, con un tasso di occupazione femminile del 51, 1 per cento, ben al di sotto della media europea del 65 per cento;
le donne più svantaggiate sono quelle con figli, al contrario dei padri che riportano un tasso di occupazione più elevato. Preoccupante è in questo senso il dato evidenziato con riferimento alla cosiddetta «child penalty» sui redditi da lavoro nel nostro Paese: tra le madri occupate, a 15 anni dalla nascita dei figli, la retribuzione annua è circa la metà rispetto a quella delle donne senza figli;
il differenziale tra retribuzioni, che si amplifica se si considera il divario retributivo complessivo di genere, determina ripercussioni a lungo termine sulla qualità della vita delle donne, le espone a un maggiore rischio di povertà e perpetua il divario retributivo pensionistico (gender pension gap), che è addirittura pari al 29 per cento nell'UE,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative, anche normative, finalizzate, nel quadro del rafforzamento dell'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne, a facilitare la conciliazione dei tempi vita-lavoro, attraverso il potenziamento dei servizi di cura per l'infanzia e il riequilibrio del sistema dei congedi.
9/1342-A/4. Scutellà, Bruno, Scerra.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):applicazione del diritto comunitario
retribuzione del lavoro
Unione europea