ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01304/012

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 240 del 07/02/2024
Firmatari
Primo firmatario: LA SALANDRA GIANDONATO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 07/02/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CERRETO MARCO FRATELLI D'ITALIA 07/02/2024
ALMICI CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 07/02/2024
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 07/02/2024
MALAGUTI MAURO FRATELLI D'ITALIA 07/02/2024
MARCHETTO ALIPRANDI MARINA FRATELLI D'ITALIA 07/02/2024
LA PORTA CHIARA FRATELLI D'ITALIA 07/02/2024
MATTIA ALDO FRATELLI D'ITALIA 07/02/2024
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 07/02/2024


Stato iter:
07/02/2024
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 07/02/2024
LA PIETRA PATRIZIO GIACOMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 07/02/2024

ACCOLTO IL 07/02/2024

PARERE GOVERNO IL 07/02/2024

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 07/02/2024

CONCLUSO IL 07/02/2024

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01304/012
presentato da
LA SALANDRA Giandonato
testo di
Mercoledì 7 febbraio 2024, seduta n. 240

   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, a partire dall'articolo 1, lascia emergere dalla propria ratio legis un'idea di ambiente con l'uomo al centro, dove il primario baluardo delle biodiversità è rappresentato proprio dalla figura dell'agricoltore, in tutte le sue differenti operatività del settore primario: agricoltura, silvicoltura, pesca e acquacoltura;

    in Italia la superficie agricola complessiva è pari a 16,5 milioni di ettari, di cui 12,6 milioni utilizzati. Il valore della produzione derivante dall'agricoltura, dalla silvicoltura e dalla pesca deve stimarsi in circa 57 miliardi di euro. Per cui lo sviluppo rurale è una priorità rilevante, soprattutto nelle aree marginali che non hanno accesso agli stessi servizi d'interesse pubblico disponibili in città, ivi considerando che la superficie forestale italiana è pari ad 11 milioni di ettari, equivalenti a circa 39 per cento della superficie totale del territorio nazionale;

    in tale prospettiva, nell'indifferenza degli anni passati, appare oggi opportuno un approfondimento dedicato ai temi della bioeconomia e degli ecosistemi forestali, in una lettura dinamica del ruolo che l'ambiente e l'agricoltura può avere nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e nel raggiungimento degli obiettivi della Strategia dell'Unione europea per la biodiversità;

    finanche leggendo l'articolo 2, comma 1 lettera a) del provvedimento in esame, si evidenzia e riconosce come proprio l'agricoltura e la silvicoltura si pongono come attività primarie basiche atte ad offrire alla collettività Servizi Ecosistemici di valore straordinario, e tanto ove esse siano maggiormente connesse alla valorizzazione delle cosiddette aree interne, così immaginando una gestione forestale e agricola sostenibile e responsabile, in un contesto di ridefinizione nelle aree naturalistiche e di pregio, del peso dei pagamenti ecosistemici;

    il Green Deal e il Next Generation EU possono contribuire a cambiare i tempi ove essi siano posti in un contesto di diretto collegamento tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica per gli operatori dei citati settori primari, e ciò soprattutto in una prospettiva di salvaguardia dei territori interni e montani, di per sé fragili per condizioni fisicogeografiche, ambientali e per processi modificativi della vita sociale, posto che l'attuale sistema italiano manifesta profonde disuguaglianze di tipo economico, sociale, territoriale e geomorfologico, con la necessità ed indifferibilità di un superamento dell'attuale condizione di squilibrio tra aree urbane ed interne con la previsione di interventi immediati per le aree montane e l'ambito forestale e agricolo, che necessariamente importano il canone della priorità per l'attenzione delle Green Community e così per il tema dei Servizi Ecosistemici ed alla emersione dei relativi pagamenti;

    la transizione energetica, sino ad oggi caratterizzata da un pregiudizievole ed ossessivo ambientalismo ideologico, è comunque sicuramente tra i contenuti irrinunciabili delle azioni che la Strategia Nazionale delle Green Community dovrà mettere in campo, potendo fare riferimento a un vasto campo di opportunità nel PNRR;

    in Italia, la legge n. 221 del 2015, quella che contiene le «Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di Green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali» rappresenta – comunque – il primo vero e proprio passo in avanti a livello nazionale sul tema. In particolare, si segnala l'articolo 67, quello che istituisce presso il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica il Comitato per il Capitale Naturale anche per la promozione ed adozione di sistemi di Contabilità Ambientale e Bilanci Ambientali. Anche il successivo articolo 70 impegna il Governo ad adottare, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, uno o più decreti legislativi per introdurre il Sistema PSEA (Pagamento dei Servizi Ecosistemici ed Ambientali);

    un approccio di governance emerso negli ultimi anni è proprio quello dei PES (Pagamenti per i Servizi Ecosistemici), definiti «un trasferimento di risorse tra attori sociali, allo scopo di creare degli incentivi per far coincidere decisioni individuali e collettive di uso del suolo con l'interesse della società nella gestione delle risorse naturali» (Muradian et al., 2010). Già il decreto legislativo n. 34 del 2018 «Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali» sottolineava il ruolo che devono svolgere le Regioni nella promozione di sistemi PES derivanti da attività forestali e dalla loro gestione sostenibile;

    nella superiore prospettiva, proprio le zone appenniniche e montane dell'Italia, quelle meno popolate e meno «ricche», sono veri e propri fornitori di servizi per il resto del Paese: acqua, energia, boschi, biodiversità, qualità dell'aria, sicurezza idrogeologica, presidio territoriale, beni ambientali e paesaggistici «prodotti», custoditi e salvaguardati da enti locali molto piccoli e non adeguatamente strutturati, rilevandosi, tuttavia che questi beni e servizi non sono ancora dei tutto riconosciuti nelle transazioni di mercato né compensati dalla regolazione dell'economia pubblica, con l'effetto che i ridetti Servizi Ecosistemici sia pure «prodotti» all'oggi sono ancora non «pagati»,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e le relative coperture, ad una revisione complessiva della normativa in essere per il definitivo riconoscimento dei Servizi Ecosistemici, e così per la definizione di standard per il «calcolo del valore» di tali servizi, da reimpiegare nella tutela, salvaguardia e riproduzione dei beni capaci di generare i servizi stessi, per il possibile rafforzamento del sistema di governance territoriale in virtù delle fondamentali funzioni che svolge (perché dalla chiusura delle Comunità Montane, infatti, non si è passati a un nuovo modello idoneo a far emergere la propria forza endogena), a riconoscere che la crisi ambientale e demografica possono essere affrontate solo con uno straordinario sforzo di innovazione sociale del settore primario nelle sue distinte attività (agricoltura, silvicoltura, pesca e acquacoltura) nella consapevolezza che le realtà italiane agricole operano in eccellenza per la valorizzazione delle biodiversità maggiormente nelle aree interne intese come veri e propri laboratori di capitale naturale.
9/1304/12. (Testo modificato nel corso della seduta) La Salandra, Cerreto, Almici, Caretta, Malaguti, Marchetto Aliprandi, La Porta, Mattia, Ciaburro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica forestale

ipersfruttamento delle risorse

protezione forestale