ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/00836-A/003

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 283 del 23/04/2024
Firmatari
Primo firmatario: ZARATTI FILIBERTO
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 23/04/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PICCOLOTTI ELISABETTA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
BORRELLI FRANCESCO EMILIO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
DORI DEVIS ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
EVI ELEONORA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
FRATOIANNI NICOLA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
GHIRRA FRANCESCA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024
MARI FRANCESCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 23/04/2024


Stato iter:
23/04/2024
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE VOTO 23/04/2024
Resoconto ZARATTI FILIBERTO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
 
PARERE GOVERNO 23/04/2024
Resoconto ABODI ANDREA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (SPORT E GIOVANI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/04/2024

NON ACCOLTO IL 23/04/2024

PARERE GOVERNO IL 23/04/2024

RESPINTO IL 23/04/2024

CONCLUSO IL 23/04/2024

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/00836-A/003
presentato da
ZARATTI Filiberto
testo di
Martedì 23 aprile 2024, seduta n. 283

   La Camera,

   premesso che:

    durante l'esame in commissione è emerso con chiarezza che il declino della nazionale di calcio, con le mancate qualificazioni ai mondiali del 2018 e del 2022, ha inevitabilmente peggiorato il modello gestionale dello sport italiano, più specificamente quello calcistico, che ha subito gli effetti negativi derivanti dalla persistenza di perdite nei bilanci della maggioranza delle società, con ripercussioni non solo sulle medesime società sportive, ma anche sulle amministrazioni territoriali;

    il provvedimento in esame mira a introdurre nella legislazione strumenti idonei a coinvolgere i tifosi nell'assetto societario delle società sportive professionistiche e dilettantistiche, attraverso una specifica modalità di gestione della società sportiva rappresentata dall'azionariato popolare, che prevede anche l'ingresso dei tifosi nell'organigramma, in qualità di soci-investitori della società stessa;

    già la legge 8 agosto 2019, n. 86, recante deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione, all'articolo 1, comma 1, lettera n), delegava espressamente il Governo a «individuare forme e condizioni di azionariato e altri strumenti di partecipazione popolare per le società sportive professionistiche» (delega che purtroppo non è stata esercitata);

    come ben illustrato da Milena Gabanelli nel Dataroom del 27 marzo scorso sul Corriere della Sera «Ai dittatori non piace essere degli osservati speciali che violano i diritti umani. Per accrescere la propria reputazione sui palcoscenici internazionali e pulire l'immagine dei loro Paesi investono cifre astronomiche nello sport. Il fenomeno si chiama sportwashing. Il termine è stato coniato nel 2015 da “Reporter senza frontiere” per denunciare gli sfarzosi “Giochi Europei”, organizzati dall'autocrate azero Ilham Aliyev;

    sono almeno 20 anni che gli autocrati puntano soprattutto sullo sport più popolare: il calcio;

    la strategia è sempre la stessa: acquistare o sponsorizzare squadre europee per allontanare la loro immagine repressiva conquistando la benevolenza di tifosi e federazioni sportive. A suon di milioni di dollari;

    il primo ad intuire le potenzialità dello sportwashing è Vladimir Putin. All'inizio degli anni 2000 manda in avanscoperta gli oligarchi russi alla conquista del calcio europeo e punta soprattutto su Londra. Nel 2003 Roman Abramovich acquista per 150 milioni di sterline la squadra del Chelsea. In 18 anni l'allora magnate del petrolio investe più di un miliardo di sterline, compra calciatori di fama mondiale che permettono alla squadra londinese di vincere, tra l'altro, 5 Premier e due Champions League. Dal 2007 al 2018 scende in campo anche il miliardario uzbeko Ališer Usmanov che è uno dei principali azionisti dell'Arsenal;

    poi dal luglio 2019 il suo gruppo USM holdings è lo sponsor ufficiale dell'Everton in cui investe oltre 400 milioni di sterline: “Il Cremlino – racconta Catherine Belton ne Gli uomini di Putin – aveva calcolato accuratamente che il modo per essere accettato dalla società britannica passava attraverso il grande amore del Paese, il suo sport nazionale”;

    le mire degli oligarchi russi non si fermano a Londra. Nel 2011 l'imprenditore Dmitrij Rybolovlev acquista prima il Monaco e poi il team belga Cercle Brugge; Maxim Victorovich Demin mette le mani sul britannico Bournemouth (poi ceduto nel 2022), gli affaristi Alexander Chigirinsky e Valeriy Oyf si scambiano la proprietà dell'olandese Vitesse e Ivan Savvidis, eletto per due mandati nel Parlamento di Mosca con Russia Unita, il partito di Putin, diventa il patron del Paok Salonicco in Grecia;

    la compagnia statale Gazprom è per anni sponsor delle due organizzazioni che controllano il calcio internazionale, Uefa e Fifa. Quest'ultima, nonostante i ripetuti delitti del Cremlino contro i dissidenti, assegna a Mosca l'organizzazione del mondiale del 2018 con una votazione molto discussa. Solo con l'invasione dell'Ucraina il velo dell'ipocrisia cade: gli oligarchi Abramovich e Usmanov sono sanzionati sia dalla Ue che dal Regno Unito e il patron del Chelsea è costretto a vendere la squadra e a lasciare la capitale. La Fifa, dopo aver condannato l'invasione, sospende le squadre russe dalle competizioni internazionali e cancella tutti i contratti di sponsorizzazione;

    lo scorso decennio la Cina prova a riabilitare la propria immagine, screditata dalla feroce repressione nei confronti delle minoranze tibetana e uigura. Per far breccia in Europa il presidente Xi Jinping, appena diventato segretario del Partito Comunista cinese, vara un piano decennale per trasformare il calcio nello sport nazionale: imprenditori e fondi statali investono oltre 2,5 miliardi di dollari nelle squadre europee, e tra il 2015 e il 2017, finiscono in mani cinesi Milan, Inter, Parma, Aston Villa, Auxerre, Birmingham City, Espanyol, Granada, Slavia Praga, Sochaux, Southampton, West Bromwich Albion e Wolverhampton Wanderers;

    a completare l'opera ci sono le partecipazioni di minoranza in altre squadre blasonate come Manchester City e Atletico Madrid, gli investimenti negli stadi e le sponsorizzazioni di team europei. Pechino prova a rendere competitivo anche il campionato nazionale facendo sbarcare in Oriente campionissimi come Carlos Tevez e Oscar e offrendo loro cifre stellari (il primo incassa 800 mila euro a settimana, il secondo si accontenta di 430 mila euro);

    durante la stagione 2016/17 la Chinese Super League diventa la lega più attiva nel calciomercato, spendendo la bellezza di 388 milioni di euro in solo due mesi. L'investimento in soft power non dà i frutti sperati e il Partito Comunista cinese fa marcia indietro: il regime ordina lo stop della fuga dei capitali in Paesi stranieri e impone una gigantesca tassa sui trasferimenti dei calciatori. Oggi le spese nella Super League cinese sono una frazione rispetto alle cifre raggiunte pochi anni fa, e solo quattro squadre europee sono rimaste in mani orientali: Inter, Wolverhampton, Espanyol e Granada;

    negli anni più recenti gli Stati autoritari che hanno meglio utilizzato lo sportwashing sono Emirati Arabi, Qatar e soprattutto Arabia Saudita. Gli sceicchi dei primi due Paesi possiedono due delle squadre più forti al mondo, il Manchester City e il Paris Saint-Germain. Il Qatar nel 2022 ha organizzato il Mondiale di calcio registrando numeri record di partecipanti e un pubblico televisivo globale che ha superato 1,5 miliardi per la finale. Quel “mondiale” è stato definito “il più grande scandalo di corruzione nella storia dello sport”, e nel 2023 la magistratura francese ha emesso un mandato di cattura internazionale per il qatariota Mohamed bin Hammam, ex vicepresidente della Fifa, condannato per aver versato tangenti ai funzionari dell'organizzazione;»,

impegna il Governo

ad avviare, per quanto di competenza, un approfondimento sul fenomeno dello «sportwashing» evidenziato nelle premesse, con riferimento alla realtà sportiva italiana, e a predisporre tutte le iniziative necessarie, anche normative, al fine di evitare che settori industriali italiani, come lo sport che rappresenta un asset strategico dell'intero Sistema Paese, un comparto economico in grado di coinvolgere 12 diversi settori merceologici nella sua catena di attivazione di valore, con un impatto indiretto e indotto sul PIL italiano pari a 10,2 miliardi di euro e oltre 112.000 posti di lavoro attivati, possa diventare preda di autocrati, o loro prestanomi, senza scrupolo.
9/836-A/3. Zaratti, Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sport professionale

diritti umani

minoranza nazionale