ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00865

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 725 del 13/07/2022
Firmatari
Primo firmatario: SPENA MARIA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 13/07/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
NEVI RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
SAVINO SANDRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
BARONI ANNA LISA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
CAON ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
CASINO MICHELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
LABRIOLA VINCENZA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
FERRAIOLI MARZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022
CORTELAZZO PIERGIORGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/07/2022


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00865
presentato da
SPENA Maria
testo di
Mercoledì 13 luglio 2022, seduta n. 725

   Le Commissioni VIII e XIII,

   premesso che:

    l'Ispra segnala il riscaldamenti dell'atmosfera terrestre come causa delle modifiche del ciclo dell'acqua e il cambiamento nella quantità e nella qualità della risorsa idrica disponibile. La variazione dei valori delle temperature e delle precipitazioni presenta evidenti ricadute sull'umidità del suolo, sulle portate dei fiumi e dei laghi, sulla distribuzione superficiale dell'acqua, sulla ricarica delle falde acquifere;

    i cambiamenti climatici potranno inoltre provocare conseguenze più o meno dirette sulla qualità delle risorse idriche, alterandone sia i parametri fisici come temperatura, pH, torbidità, stratificazione termica che quelli chimici come la concentrazione di nutrienti, sostanza organica, ossigeno disciolto, metalli pesanti, con effetti a cascata in termini biologici ed ecologici;

    sempre da dati elaborati dall'Ispra si evince che il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dai 1961, mentre l'indice di siccità Spi (Standardized precipitation index) a 6 mesi calcolato a gennaio 2022 mette in evidenza estese condizioni di aridità sul nord Italia, dovute ad un livello di precipitazioni decisamente inferiori alle medie sulle regioni alpine. Pochissima anche la neve caduta durante l'inverno. Ciò rischia di complicare ancora di più la grave crisi energetica. Le scarse precipitazioni hanno ridotto le portate nei bacini idrici, anche in quelli utilizzati per produrre energia rinnovabile idroelettrica, ambito in cui il Paese eccelle poiché il settore idroelettrico genera circa la metà dell'elettricità rinnovabile italiana. Secondo le stime dell'Agenzia Internazionale dell'energia, il settore idroelettrico nel 2020 ha generato elettricità in misura maggiore di quella prodotta dai settori fotovoltaico eolico sommati tra loro;

    in questo contesto, lo strutturale ripetersi nel nostro Paese di fenomeni siccitosi dovuti all'emergenza climatica in atto rischiano di provocare effetti dirompenti e duraturi sul contesto socioeconomico per il preoccupante e progressivo aumento dei prezzi di acquisto dei beni energetici e alimentari;

    un dato preoccupante riguarda le perdite eccessive di acqua a causa della fatiscenza delle reti di distribuzione. Dati Istat evidenziano una perdita pari a circa il 42 per cento della risorsa a livello nazionale, corrispondente e 3,5 miliardi di metri cubi di acqua sprecata e dispersa a causa delle cattive condizioni dell'infrastruttura idrica, ovvero tubi vecchi e rotti. Il fenomeno comporta anche lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere modificando il contesto naturale;

    si consideri che l'irrigazione è particolarmente necessaria in più di un quarto del territorio italiano, poiché ben il 28 per cento di esso è a rischio desertificazione. Per questo motivo il settore agricolo ha ridotto il consumo idrico di quasi il 40 per cento, ricorrendo a investimenti tecnologici per utilizzare modelli sostenibili di gestione come l'irrigazione di precisione;

    per carenze infrastrutturali, ogni anno in Italia viene trattenuta solo l'11 per cento circa dell'acqua piovana. Circostanza che rende urgente la realizzazione di nuovi invasi per la raccolta. C'è poi la necessità di fare un migliore utilizzo delle acque reflue, anche per realizzare forme efficaci di economia circolare. Naturalmente l'acqua impiegata in agricoltura non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale, ma viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi. Infatti l'agricoltura non consuma acqua, bensì la utilizza. Solo ricorrendo a investimenti strutturali si potranno raggiungere due obiettivi vitali per il futuro dell'Italia ovvero l'autosufficienza alimentare, disponendo più superfici agricole coltivabili e maggiori rese produttive unitarie e l'autosufficienza energetica. A causa dei cambiamenti climatici in atto entrambi dovranno essere raggiunti mantenendo inalterati gli obiettivi della transizione ecologica e della decarbonizzazione come previsto dall'ordinamento dell'Unione europea con il New green deal di Agenda 2030, del Towards Zero Pollution for Air, Water and Soil, del Farm to fork strategy e della Strategia sulla biodiversità per il 2030;

    l'acqua è infatti il fattore produttivo determinante per incrementare le superfici produttive agricole e le rese unitarie dei terreni poiché in Italia, per motivi climatici e orografici, l'85 per cento delle coltivazioni agricole ha necessità di irrigazione. Si tratta di prodotti che fanno del settore agroalimentare «made in Italy» un vanto del Paese, il cui valore produttivo nel 2021 è stato pari a 575 miliardi di euro, rappresentando il 25 per cento dell'intero PIL italiano e coinvolto, dai campi al consumo, compresa la ristorazione, più di 4 milioni di occupati;

    il deficit idrico verificatosi in inverno di cui ha sofferto soprattutto il Centro-Nord del Paese nel frattempo si è aggravato, il fiume Po ha valori di portata pari ad appena il 30 per cento della media del periodo, il deficit di pioggia ha un valore del 70 per cento, l'accumulo di neve in montagna è stato inferiore di oltre l'80 per cento rispetto alle medie degli anni precedenti, le risorgive della pianura Padana sono ai minimi storici come anche valori delle falde freatiche ai minimi. Nel distretto del Po, la siccità ha fatto emergere alcune criticità nel comparto idropotabile, richiedendo misure straordinarie come i dissalatori nonché la necessità improrogabile di interconnessioni acquedottistiche;

    l'attuale prolungata siccità ha causato l'indisponibilità di acqua necessaria al Paese, quindi avremo una annata agraria 2022 disastrosa. È stimato che la carenza idrica è la calamità più rilevante per l'agricoltura italiana con danni stimati in media in oltre 1 miliardo l'anno;

    appare necessario ampliare, la superficie attrezzata con impianti irrigui collettivi come quelli progettati, realizzati e gestiti dai consorzi di bonifica muniti dei sistemi più innovativi di digitalizzazione, monitoraggio e gestione automatizzata e telecontrollata delle reti di adduzione e distribuzione e avanzati servizi climatici a sostegno del processo decisionale irriguo per un uso razionale ed efficiente della risorsa idrica. Inoltre l'utilizzo di droni e i satelliti, possono essere di grande aiuto al risparmio della risorsa idrica favorendo il presidio del territorio;

    dall'innovazione e dalla ricerca (possono venire soluzioni per lenire lo stress idrico, monitorando clima e uso dell'acqua, digitalizzando le infrastrutture, usando big data science e machine leasing, promuovendo l'approvvigionamento in emergenza da fonti alternative come la desalinizzazione, il riutilizzo in sicurezza di acque depurate, ricorrendo alla ricarica gestita delle falde acquifere, usando le più moderne tecnologie per favorire le precipitazioni nelle zone aride, escludendo i sistemi che ricorrono all'uso di prodotti chimici. In particolare si segnala un nuovo sistema studiato dall'Università di Reading, con droni che caricano elettricamente l'aria per aggregare l'umidità e generare precipitazioni di tipo piovoso;

    in questo contesto, gli invasi e le dighe sono una risorsa strategica fondamentale per le attività e l'economia del Paese nei settori energetico, agricolo, industriale e dell'uso potabile rendendo urgente l'adozione di piani di adattamento al clima dotati di adeguate risorse. Opportuno appare anche il miglior utilizzo di quelle previste nel Pnrr al fine di realizzare opere che risolvano, o almeno riducano, il problema delle perdite di rete. Si consideri poi che il Pnrr non prevede la misura più utile, ovvero la realizzazione di nuovi invasi, bacini o sbarramenti necessari per dare continuità all'erogazione di acqua, soprattutto nei periodi siccitosi;

    particolarmente grave la situazione dei bacini endoreici poiché la quantità d'acqua raccolta dipende dalle condizioni climatiche, le quali condizionano il bilancio esistente fra precipitazioni ed evaporazione. Per questo motivo, seguendo le variazioni dell'andamento meteorologico stagionale, stanno prosciugandosi. Il fenomeno è emblematicamente rappresentato dalla situazione drammatica in cui versano i laghi laziali di Albano e Nemi, i quali potrebbero compensare la diminuzione della portata se fossero realizzate le infrastrutture necessarie per utilizzare le acque reflue dei comuni di Genzano, Ariccia, Albano Laziale e Castel Gandolfo al fine di stabilizzarne il livello. I comuni citati, invece, recapitano le acque reflue presso due depuratori siti in S. Maria in Fornarola (Albano Laziale) e Montagnano (Ardea) entrambi gestiti da Acea Ato 2. Purtroppo, una volta depurate le acque, invece di essere reimmesse nei laghi al fine di stabilizzarne la portata per mantenere il fragile equilibrio idrogeologico dell'ecosistema al quale appartengono, vengono immesse e disperse in fossi naturali;

    la realizzazione di invasi, come previsto nel piano dell'Anbi denominato «piano laghetti», in equilibrio con i territori per conservare acqua da distribuire in modo razionale ai cittadini, all'industria e all'agricoltura, avrebbe una ricaduta importante sull'ambiente, sulla biodiversità e sull'occupazione coniugando sostenibilità ecologica, sociale ed economica, riducendo l'abbandono delle attività agricole e lo spopolamento delle aree interne marginali di collina e bassa montagna, aumentando la loro capacità di resilienza climatica e riducendone il divario socioeconomico coi territori del resto del Paese. I bacini idrici contribuirebbero anche alla produzione di energia rinnovabile idroelettrica e fotovoltaica galleggiante, alla decarbonizzazione del Paese, al potenziamento della produzione energetica nazionale e alla ricarica delle falde ai fini idro-potabili. Ciò incrementerebbe la capacità d'invaso, migliorandone l'efficienza di utilizzo e riducendone ogni spreco, anche quello determinato dalla vetustà delle infrastrutture esistenti, pari a 62 anni di età media, per trattenere l'acqua piovana autunno-invernale sul territorio;

    sarebbe quindi necessario modificare il «Next generation EU» garantendo agli Stati membri risorse aggiuntive per incrementare la dotazione dei piani nazionali, per l'Italia il Pnrr, per realizzare nuovi invasi nonché proporre in sede Ue, come già accaduto per fronteggiare la pandemia da COVID-19, un Recovery fund dedicato al settore primario, necessario per fronteggiare la straordinarietà della situazione di crisi, con particolare riguardo per le infrastrutture necessarie a fronteggiare le siccità e garantire l'autosufficienza alimentare a livello unionale e infine ad adottare un Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) per accelerare la realizzazione di progetti strategici di infrastrutturazione come gli invasi e le altre infrastrutture idrauliche e acquedottistiche (S.I.I.) di cui necessita il Paese;

    come detto, a tutto ciò si aggiunga che la grave e persistente siccità che sta colpendo duramente il nostro Paese in questi mesi, sta mettendo in ginocchio tutto il settore idroelettrico. L'idroelettrico è da sempre una fonte preziosa per l'Italia, e la sua energia pulita svolge un importante contributo se raffrontato a quello delle altre rinnovabili;

    si rammenta che le circa 4 mila centrali idroelettriche presenti sul territorio nazionale, senza inquinare e sfruttando con dighe e turbine la forza dell'acqua, garantiscono ogni anno mediamente 45 terawattora di elettricità. Mediamente coprono il 15 per cento del consumo complessivo di elettricità del Paese;

    secondo una stima di Assoidroelettrica, la gravissima e persistente siccità porterà, senza una inversione di tendenza nei mesi di novembre e dicembre, a un vero e proprio crollo della produzione nel 2022;

    le centrali idroelettriche poste sui corpi idrici principali, faranno infatti registrare nel 2022 una riduzione di produzione pari al 50-60 per cento, mentre le centrali poste sui corpi idrici secondari, chiuderanno l'anno con un valore della produzione compreso tra meno 60 per cento, e meno 75 per cento. Una riduzione che, per la sua durata e intensità, non si è mai vista nella storia dell'idroelettrico;

    già da alcun settimane, il settore ha chiesto al Governo, il riconoscimento dello stato di calamità naturale, quale misura indispensabile perlomeno per ottenere la sospensione del pagamento di mutui, leasing e canoni. Le imprese dell'idroelettrico sono in profonda sofferenza, e molte di loro si trovano nell'impossibilità di far fronte al pagamento di concessioni e mutui, e sono costrette a dichiarare fallimento per il crollo degli introiti;

    il 4 luglio 2022, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022, quindi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 159 del 9 luglio 2022, in relazione alla situazione di deficit idrico in atto nei territori delle regioni e delle province autonome ricadenti nei bacini distrettuali del Po e delle Alpi orientali. Per far fronte ai primi interventi vengono stanziate risorse a favore dell'Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto. È certamente un primo importante passo che però, non risponde pienamente alle richieste del settore dell'idroelettrico, in quanto è necessario ottenere l'efficacia sull'intero territorio nazionale con una decorrenza che tenga però conto del periodo reale interessante l'idroelettrico, ovvero, dall'inizio del 2022,

impegnano il Governo:

   1) ad adottare iniziative per realizzare un piano di opere irrigue, in particolare realizzando gli oltre 200 nuovi invasi previsti nel progetto Anbi denominato «piano laghetti» citata in premessa, i 337 impianti fotovoltaici galleggianti e i 76 impianti idroelettrici, capaci di produrre complessivamente oltre 7 milioni di megawattora all'anno;

   2) ad adottare iniziative volte ad avviare in sede dell'Unione europea la richiesta di un ampliamento delle misure del «Next generation EU» per consentire il finanziamento delle ulteriori infrastrutture idriche necessarie a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, in particolare nei distretto idrografico del Po, ad adottare iniziative volte a proporre in sede Ue la predisposizione di un Recovery fund dedicato al settore primario, per il finanziamento degli investimenti strutturali destinati alle opere di regimentazione delle acque ai numerosi fini necessari descritti in premessa;

   3) ad adottare iniziative volte a dare soluzioni strutturali all'emergenza idrica predisponendo un piano per realizzare invasi ed acquedotti, adottando un Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) tra enti statali e regionali, con il coinvolgimento dei territori interessati, prevedendo investimenti articolati in più interventi tra loro funzionalmente connessi;

   4) ad adottare iniziative volte ai rafforzamento della capacità previsionale degli effetti dei cambiamento climatico tramite sistemi avanzati ed integrati di monitoraggio e analisi;

   5) ad adottare iniziative volte a migliorare e ammodernare il sistema di depurazione delle acque reflue derivanti sia da usi civili che industriali, promuovendo e incentivando l'adozione di servizi ecosistemici per ottimizzare l'uso multifunzionale della risorsa idrica, a realizzare la salvaguardia e la ricarica gestita delle falde acquifere, a potenziare gli investimenti in tecnologia digitale con l'obiettivo di ottimizzare i rendimenti e la sostenibilità di tipo climatico, ambientale, economico, produttivo e sociale del settore primario in particolare facendo ricorso all'agricoltura di precisione nei sistemi di irrigazione e provvedendo all'idonea formazione continua degli operatori impiegati allo scopo, nonché a sperimentare l'efficacia e la salubrità delle più recenti tecniche scientifiche utilizzate per favorire le precipitazioni nelle zone aride citate in premessa;

   6) ad adottare iniziative volte a finanziare lo studio e la realizzazione di sistemi di recupero e utilizzazione delle acque reflue urbane e industriali depurate per alimentare in particolare i laghi craterici e più in generale i bacini naturali che versano in condizioni di particolare sofferenza a causa della riduzione delle risorse idriche naturali;

   7) ad adottare tutte le iniziative necessarie a garantire un sostegno alle imprese del settore idroelettrico del nostro Paese colpite dalla gravissima crisi idrica, anche attraverso la deliberazione dello stato di emergenza per calamità, che tenga conto delle condizioni di estrema difficoltà che fin dall'inizio del 2022 stanno vivendo le imprese del comparto con un crollo della produzione elettrica, molte delle quali si trovano nell'impossibilità o comunque in estrema difficoltà nel far fronte al pagamento di mutui, leasing e canoni;

   8) ad adottare iniziative per garantire le forniture idriche e prevedere forme di sostegno per quelle attività produttive e impianti industriali che per loro caratteristiche produttive sono a maggior consumo di acqua.
(7-00865) «Spena, Mazzetti, Nevi, Cortelazzo, Sandra Savino, Anna Lisa Baroni, Bond, Caon, Casino, Labriola, Ferraioli, Paolo Russo, Valentini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

produzione d'energia

utilizzazione dell'acqua

Agenzia internazionale per l'energia