ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00850

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 707 del 14/06/2022
Abbinamenti
Atto 7/00821 abbinato in data 15/06/2022
Atto 7/00827 abbinato in data 15/06/2022
Atto 7/00837 abbinato in data 15/06/2022
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/06/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 14/06/2022
BONOMO FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 14/06/2022
D'ELIA CECILIA PARTITO DEMOCRATICO 14/06/2022
MANCA GAVINO PARTITO DEMOCRATICO 14/06/2022
SOVERINI SERSE PARTITO DEMOCRATICO 14/06/2022
ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 14/06/2022


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 05/07/2022
NARDI MARTINA PARTITO DEMOCRATICO
VIANELLO GIOVANNI MISTO-ALTERNATIVA
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 05/07/2022
DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/06/2022

AUDIZIONE INFORMALE IL 15/06/2022

ATTO MODIFICATO IL 17/06/2022

DISCUSSIONE IL 05/07/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 05/07/2022

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00850
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo presentato
Martedì 14 giugno 2022
modificato
Venerdì 17 giugno 2022, seduta n. 709

   Le Commissioni III e X,

   premesso che:

    la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti di gas hanno assunto importanza se possibile ancora più strategica in relazione alla guerra in Ucraina e per ovviare alla pandemia energetica a cui si assiste da mesi, nei giorni scorsi il Governo italiano ha avviato interlocuzioni con diversi Stati, al fine di stipulare nuovi accordi e renderci maggiormente indipendenti dal gas russo;

    all'interno di una strategia finalizzata alla sicurezza, economicità e sostenibilità degli approvvigionamenti energetici in generale, il ruolo del gas riveste un'importanza fondamentale nella fase attuale di transizione verso la decarbonizzazione: l'emancipazione dalle fonti fossili e la diversificazione dell'approvvigionamento del gas vanno fatte tenendo presente lo scenario geopolitico attuale e cercando di immaginarne uno futuro. In questo caso, la scelta tecnologica può e deve essere un fattore di aiuto;

    il gas, con una quota prossima al 40 per cento, costituisce la principale fonte primaria del paniere energetico nazionale e la sua valenza è accentuata dal fatto che le centrali alimentate a metano rappresentano circa la metà della produzione elettrica italiana. Nella prospettiva della progressiva decarbonizzazione e in linea con le previsioni del Piano nazionale integrato energia e clima, la rilevanza del gas appare destinata a perdurare, fino almeno al prossimo decennio, quale complemento delle rinnovabili discontinue (eolico e fotovoltaico) nella fase di transizione;

    attualmente il gas arriva in Italia in due modi: tramite gasdotti o grazie alle navi. Attraverso il Transmed, una struttura lunga 2.000 chilometri, il gas parte dall'Algeria, attraversa anche la Tunisia e giunge all'impianto siciliano di Mazara del Vallo. Dalla Libia, invece, il gas arriva attraverso i 520 chilometri di tubature di Greenstream all'impianto di Gela. Per far arrivare il gas dall'Azerbaijan all'Italia sono necessari tre gasdotti. Il Scp (South Caucasus Pipeline), lungo 692 chilometri collega Baku, la capitale azera, con la Turchia. Il Tanap (Trans Anatolian Pipeline) trasporta il gas per 1.840 chilometri portandolo in Grecia. Da lì partono gli 878 chilometri del Tap (Trans Adriatic Pipeline) che trasportano il gas fino alla Puglia. Dal Nord Europa il gas percorre i 293 chilometri del Transitgas e si collega alla rete nazionale in Piemonte, in particolare a Passo Gries;

    per quanto riguarda il trasporto via mare, il gas viene raffreddato (a -162 gradi) in modo da diventare Gnl (gas naturale liquefatto) che può essere stoccato e trasportato con apposite navi. Per essere utilizzato, però, va rigassificato. In Italia esistono attualmente tre impianti: a Panigaglia (vicino La Spezia), a Livorno e a Rovigo;

    la strutturale ed elevata dipendenza dalle importazioni di gas, (la produzione nazionale non arriva a soddisfare nemmeno il 5 per cento del consumo) rappresenta dunque un elemento di significativa criticità per la sicurezza dell'approvvigionamento nazionale, la cui affidabilità risulta garantita, tuttavia, da un'ampia e diversificata capacità di importazione e da una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda, nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto o di un terminale di rigassificazione;

    secondo alcune stime nella sola regione del Mediterraneo orientale sono stoccati sotto il fondo marino circa 3,5 mila miliardi di metri cubi di gas naturale, l'equivalente delle riserve dell'intero continente europeo, che sono rimasti fin qui inutilizzati a causa di limiti tecnologici, unitamente a fattori economici e geo-politici;

    proprio per cercare di sfruttare parte di tali risorse, è stato pensato il progetto EastMed-Poseidon (Poseidon è il nome del tratto tra Italia e Grecia), la costruzione di un gasdotto, del costo di oltre sei miliardi di euro, lungo più di duemila chilometri, con un tratto sottomarino tra i più estesi al mondo (1.300 chilometri), con lo scopo di portare in Europa 15-20 miliardi di metri cubi di gas naturale l'anno dai giacimenti al largo di Israele e di Cipro, via Grecia, favorendo la diversificazione energetica e riducendo così la dipendenza dalla Russia;

    nell'ambito dell'apertura del cosiddetto «Corridoio Sud», identificato nella «Comunicazione sulle priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre» dell'Unione europea (adottata il 17 novembre 2010), i Governi precedenti hanno approvato il progetto di realizzazione del terminal del gasdotto «IGI-Poseidon (Itgi)» da effettuarsi in Puglia: il tratto italiano del gasdotto è stato autorizzato il 2 maggio del 2011 con decreto del Ministro dello sviluppo economico, allora competente in materia, previa pronuncia di compatibilità ambientale positiva del 2 agosto 2010. Attualmente, tale tratto italiano non è stato realizzato e, con decreto del 26 marzo 2021, è stata disposta la proroga del termine per l'avvio dei lavori al 1° ottobre 2023. Sul progetto inoltre, è ancora in corso una seconda fase di studi relativa alle attività ingegneristiche, di indagine marina, autorizzative e regolatorio-commerciali, necessarie per l'avvio della fase realizzativa dell'opera vera e propria. La conclusione di questa fase di studio è prevista per la fine del 2022 ed è finalizzata, appunto, a verificare la fattibilità tecnica, economica e commerciale dell'iniziativa;

    l'obiettivo di questo progetto considerato prioritario dalla Unione europea, come dichiarato nella suddetta comunicazione, era di creare le infrastrutture necessarie (come del resto il progetto Tap) per permettere al gas proveniente da una qualsiasi fonte di essere acquistato e venduto ovunque nell'Unione europea, a prescindere dalle frontiere nazionali, al fine di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti;

    lo sviluppo del progetto EastMed è stato trasversalmente sostenuto dalla Unione europea e dai Paesi coinvolti dall'opera (Israele, Cipro e Grecia), tant'è che è stato inserito nella quinta lista dei progetti di interesse comune (PCI), una scelta ribadita a inizio 2022 dal Parlamento europeo e dovrebbe ricevere finanziamenti pubblici europei e privati anche se occorre verificare la struttura economica dell'investimento e la relativa fattibilità;

    nel 2021 è stato rafforzato l'East Mediterranean Gas Forum-Emgf, principale iniziativa multilaterale della regione in ambito energetico, con l'adesione della Francia in qualità di membro e di Stati Uniti, Unione europea e Banca mondiale come osservatori, che vanno ad aggiungersi ai Paesi fondatori, ovvero Cipro, Grecia, Egitto, Giordania, Israele e Autorità nazionale palestinese, oltre che Italia. Tali iniziative trovano però l'opposizione della Turchia che, dal canto suo, ambisce a diventare il principale hub di passaggio di gas verso il territorio europeo. Al riguardo, Ankara ha contestato i criteri di ripartizione delle Zee tra i Paesi rivieraschi, denunciando l'inadeguatezza del principio che estende anche alle isole i diritti di sfruttamento delle risorse presenti nelle piattaforme;

    l'intelligence italiana, nell'ultima relazione annuale del Dipartimento per le informazioni della sicurezza, evidenzia che il quadrante del Mediterraneo orientale può essere strategico ricordando proprio la partecipazione italiana all'East Mediterranean Gas-Forum, ma che esiste anche una incognita ben identificata, il ruolo della Turchia, che «dal canto suo ambisce a diventare il principale hub di passaggio di gas verso il territorio europeo» e «contesta i criteri di ripartizione delle Zee tra i Paesi rivieraschi», a partire da Grecia e Cipro;

    i nuovi equilibri energetici e geopolitici che prima la pandemia, poi la poderosa spinta inflattiva dei costi delle materie prime ed energetiche ed infine la guerra in Ucraina stanno tracciando, pongono una serie di interrogativi sulle scelte fatte finora e soprattutto su quelle da fare: da una parte, infatti, l'attuale livello di prezzi del gas, unitamente alla necessità di ridimensionare se non annullare la dipendenza dagli approvvigionamenti dalla Russia, riportano in vita l'opportunità e la fattibilità del progetto Eastmed, che, a regime, sarebbe un elemento stabilizzatore sia dell'approvvigionamento energetico sia della sicurezza nel Mediterraneo. C'è da chiedersi però se lo stesso risultato possa essere ottenuto prima, con costi analoghi se non ridotti, e, soprattutto, se si possa fare con una o più soluzioni che aumentino il potenziale di diversificazione dei soggetti fornitori insieme alla sostenibilità economica ed alla sicurezza degli approvvigionamenti, riservando all'Italia il ruolo di hub energetico del Mediterraneo da e verso l'Europa;

    i principali elementi di criticità finora emersi sul progetto Eastmed riguardano la sua sostenibilità economica, visto che un investimento per un gasdotto come questo ha tempi di rientro di almeno 40 anni, mentre entro il 2050 è previsto che non si dovrà più usare gas naturale fossile in Europa. Anche dal punto di vista tecnico, lavorare su un tratto così lungo e affrontando profondità che arrivano a superare i 3 chilometri rende il progetto costoso e complicato da realizzare. Così come complicato dal punto di vista tecnologico è pensare di veicolarci, dopo averlo utilizzato per il trasporto del gas, miscele con biometano e idrogeno. E infine, bisogna considerare il fatto che 1.900 chilometri di gasdotto di cui 1.400 in mare sono comunque a rischio di attentati e incidenti e la vicinanza della Turchia, in conflitto perenne con la Grecia su Cipro e sul controllo delle acque dell'area, è un elemento di potenziale rischio e pericolo, alla luce di come potrebbe evolvere (in negativo), la situazione geopolitica dell'area in futuro;

    inoltre, c'è da rilevare che negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento del mercato del gas, con l'aumento di interesse verso i terminali che ne consentano la liquefazione ed i rigassificatori: il gas è diventato un mercato sempre più liquido dove le opportunità di commercializzazione cambiano di momento in momento, a seconda dei Paesi che offrono e dei Paesi che chiedono. Il mercato del Gnl è inoltre più diversificato, flessibile e più sicuro rispetto ai gasdotti, e vede Usa e Australia come principali fornitori mondiali. C'è inoltre da rilevare come finora sia stato possibile scongiurare il rischio di cartelli come fa l'Opec per il petrolio;

    alla luce di quanto esposto finora sarebbe auspicabile avere il maggior numero possibile di alternative per arrivare alla sicurezza ed alla indipendenza energetica in Italia e in Europa;

    il Governo giustamente ha già intrapreso molteplici iniziative, fra cui l'incremento dei volumi di importazione tramite gasdotti che hanno il punto di approdo nelle regioni meridionale, e in questo scenario il progetto EastMed si porrebbe in linea con la strategia di diversificazione delle rotte del gas, con la azione di rafforzamento verso i Paesi già fornitori, come Algeria e Libia, e con l'ipotesi di fare dell'Italia un vero hub europeo dell'energia, valorizzando il bacino mediterraneo e, in particolare, la sua sponda meridionale: nell'ambito delle diverse valutazioni condotte per incrementare la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali va quindi certamente presa in considerazione anche l'eventuale realizzazione dell'interconnessione EastMed-Poseidon. La strategia messa in campo finora dal Governo prevede il rafforzamento delle acquisizioni da Paesi affidabili, l'incremento di alcuni miliardi di metri cubi la produzione nazionale, il raddoppio della Tap e, appunto, l'implementazione dei nostri sistemi di rigassificazione: queste misure, in meno di tre anni, potrebbero portare ad una situazione nella quale l'Algeria con 30 mld/mc, la Libia con 10, la Tap con 10 (che potrebbe salire a 20 nello stesso periodo di tempo), i rigassificatori con 40 (esistenti 16 e nuovi 24), la produzione nazionale con 5 vedrebbero l'Italia in grado di sviluppare una capacità complessiva di 95 miliardi l'anno, potendone esportare circa 20 miliardi da sud verso nord, prevedendo consumi nazionali intorno ai 75 miliardi. Questo darebbe l'opportunità di rifornire anche i mercati europei attraverso i gasdotti, a Passo Gries, che già opera in controflusso, e a Tarvisio, quando non sarà più occupato dal gas russo;

    per quanto riguarda l'Italia quindi vi sono possibili soluzioni alternative in tempi più brevi e più economiche e sostenibili rispetto alla costruzione delle infrastrutture per un gasdotto delle caratteristiche di Eastmed: una possibile alternativa potrebbe essere, invece della costruzione del gasdotto, l'aumento della capacità di liquefazione attuale attraverso il potenziamento degli impianti già esistenti ovvero con la costruzione di un hub di liquefazione nell'area (costa di Israele), più veloce da costruire e con meno implicazioni tecniche e geopolitiche per realizzarlo, così come, in un'ottica di rendere la nostra penisola un hub energetico, realizzare più interconnessioni tra Italia ed Africa con lo scopo di favorire la produzione e il trasferimento di energia elettrica prodotta dalle fonti rinnovabili e facilitare lo sviluppo dei mercati energetici regionali,

impegnano il Governo:

   a valutare l'opportunità di promuovere un'azione politica con i Paesi dell'area del vicino levante (Egitto, Israele, Libano, Cipro) per un'azione di sfruttamento delle previste riserve di gas dell'area, condizione prima e necessaria per la realizzazione e lo sfruttamento congiunto di, una grande infrastruttura come Eastmed;

   a valutare, con i Paesi interessati, come questa infrastruttura si colleghi ai loro piani nazionali di sfruttamento delle risorse, potenziali ma non ancora disponibili, in modo da rendere certa la disponibilità di flussi di gas a monte della realizzazione della opera;

   a valutare come la realizzazione di Eastmed, nei tempi di costruzione e di ammortamento dell'investimento, possa integrarsi nel piano italiano di diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas (con specifico riferimento al superamento della elevata dipendenza dalle forniture dalla Federazione russa), alla luce delle tempistiche previste a livello europeo per la transizione ecologica e il superamento dell'uso fonti fossili.
(7-00850) «Quartapelle Procopio, Benamati, Bonomo, D'Elia, Gavino Manca, Soverini, Zardini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gas naturale

approvvigionamento d'energia

politica energetica