ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00810

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 659 del 17/03/2022
Abbinamenti
Atto 7/00824 abbinato in data 28/04/2022
Firmatari
Primo firmatario: CARETTA MARIA CRISTINA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 17/03/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 17/03/2022
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 17/03/2022
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 17/03/2022
ALBANO LUCIA FRATELLI D'ITALIA 17/03/2022
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 17/03/2022
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 17/03/2022


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/04/2022
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/04/2022
VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/04/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/04/2022

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/04/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/04/2022

AUDIZIONE INFORMALE IL 28/04/2022

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00810
presentato da
CARETTA Maria Cristina
testo di
Giovedì 17 marzo 2022, seduta n. 659

   La XIII Commissione,

   premesso che:

    il fenomeno del rincaro di materie prime ed energia, quest'ultimo noto come energy crunch sta affermandosi in modo sostenuto dall'anno 2021, provvedendo ad erodere in modo consistente e costante la sostenibilità economica delle attività economiche nazionali, financo nel contesto agroalimentare ed ittico;

    l'invasione militare della Federazione russa ai danni dell'Ucraina e le conseguenti sanzioni economiche, nonché il successivo scenario di danneggiamento delle catene di fornitura ha dato un forte impulso ed aggravato l'attuale scenario;

    in data 7 marzo 2022, il prezzo del brent crudo, ovvero il petrolio di riferimento europeo, ha superato i 139 dollari al barile, avvicinandosi al massimo storico dei 147,50 dollari al barile di luglio 2008, valore che rischia di superare i 150 dollari al barile nel caso di ulteriori sanzioni in ambito energetico e senza misure di contenimento dei prezzi;

    secondo stime della Bank of America, l'embargo energetico alla Russia può comportare rincari fino a 200 dollari al barile;

    nella medesima data, è stato rilevato un incremento del prezzo del gas superiore ai 345 euro per MWh;

    come noto, il rincaro del petrolio colpisce anche il gasolio, in quanto i processi produttivi di questo carburante sono direttamente dipendenti dalle forniture e dai prezzi del greggio;

    secondo stime delle associazioni di categoria nazionali più rappresentative, il prezzo del gasolio per la pesca è sostanzialmente più che raddoppiato rispetto a marzo 2021, aumento che si è verificato senza un miglioramento delle condizioni lavorative e di sostenibilità economica delle attività ittiche; in media, il pieno di gasolio di un peschereccio è passato da circa 700 euro a oltre 1.300 euro, a fronte di entrate economiche sempre più esigue, al punto che, dal 7 al 13 marzo 2022, il comparto ittico nazionale ha indetto uno sciopero per protestare contro l'assenza di misure compensative da parte del Governo;

    con numerosi atti di sindacato ispettivo e di indirizzo politico presentate dall'opposizione parlamentare all'attuale Governo è stata evidenziata la potenziale gravità del fenomeno del rincaro di energia e materie prime già mesi prima che l'emergenza si manifestasse, senza tuttavia vedere corrisposta un'adeguata attenzione ed attivismo del Governo in materia;

    il regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio stabilisce le norme della politica comune della pesca (PCP) in attuazione degli articolati obblighi comunitari derivanti dagli articoli da 38 a 43 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue) ai fini di preservare gli stock ittici, tutelare l'ambiente marino, garantire la solidità economica delle flotte commerciali dell'Unione e fornire prodotti di alta qualità ai consumatori tenendo di conto, in una prospettiva di breve, medio e lungo periodo, della necessità di assicurare un equo e dignitoso tenore di vita per il settore della pesca ed i suoi operatori;

    negli ultimi tre anni l'Italia ha ridotto il proprio sforzo pesca del 20 per cento con ripercussioni sulle dimensioni della flotta di pesca nazionale, ridottasi di oltre il 16 per cento nell'ultimo decennio;

    la chiusura dei canali Ho.Re.Ca., nonché le difficoltà legate alla pandemia da COVID-19, le lungaggini burocratiche legate all'emanazione della normativa di dettaglio relativa agli indennizzi alle imprese, i ritardi legati agli indennizzi relativi al fermo-pesca e la continua restrizione dell'attività di pesca nelle acque italiane hanno inflitto duri colpi alla sostenibilità economica del comparto ittico nazionale;

    nell'ambito della citata pianificazione europea, il negoziato per la fissazione delle quote pesca 2022 ha visto l'imposizione, da parte dell'Unione europea, di ulteriori 4 giorni di fermo pesca in più rispetto al 2021;

    è importante ricordare che nell'anno 2019 il settore ittico nazionale ha già ridotto lo sforzo di pesca del 9 per cento e che nell'anno 2020 la riduzione è stata del 10 per cento e che, nel complesso, per alcuni segmenti di flotta, le giornate di effettiva operatività sono scese a meno di 140 l'anno, livello tale da rendere non più economicamente sostenibile l'attività di pesca;

    nell'assunzione di queste decisioni sfugge, a livello tecnico, che i pescatori sono tra i primi operatori a presidio della qualità dell'ambiente marino dove operano e degli stock ittici pescati;

    considerando la riduzione dello sforzo di pesca, è evidente che gli operatori ittici si trovano costretti a passare più ore in mare, anche in condizioni di forte maltempo, per massimizzare la propria attività, in quanto dovranno sfruttare maggiormente le poche giornate a loro disposizione;

    la continua riduzione dello sforzo di pesca, infatti, porta ad una crescente riduzione dell'operatività delle flotte a fronte di costi fissi del tutto immutati, con la conseguenza di una sempre minore redditività del proprio operato, tale da infliggere duri danni occupazionali, sociali ed economici al settore;

    non si considera, inoltre, che una maggiore operatività giornaliera implica importanti ripercussioni e rischi per la sicurezza dei pescatori medesimi;

    a seguito delle restrizioni e dei danni della pandemia, il settore ha registrato un rischio di insostenibilità economica per almeno 7 imprese su 10, dato ormai ulteriormente compromesso a seguito dei rincari energetici e delle materie prime, e dell'erosione della ricchezza dei cittadini;

    la sola flotta da traino nazionale conta oltre 2.300 imbarcazioni per circa 6.000 pescatori ed un valore della produzione superiore ai 500 milioni di euro;

    il Governo spagnolo, con una mozione parlamentare, è stato impegnato a sospendere l'applicazione del piano di pesca UE relativo al Mediterraneo richiedendo evidenze e documentazioni che provino l'effettiva esistenza di uno sfruttamento della pesca da parte della flotta spagnola, richiedendo al contempo l'elaborazione di un nuovo piano di gestione della pesca che garantisca la sostenibilità economica della propria flotta;

    con la risoluzione conclusiva n. 8-00145 votata ed approvata dalla XIII Commissione agricoltura della Camera dei deputati in data 9 dicembre 2021 a seguito dell'esame delle risoluzioni n. 7-00726, n. 7-00686 e n. 7-00743, il Governo italiano è stato impegnato ad adottare con tempestività le iniziative necessarie per tutelare la sostenibilità economica delle attività di pesca nazionali, anche arrestando il continuo incremento delle giornate di fermo pesca che ogni anno continuano ad affliggere in modo sempre maggiore il settore;

    tale impegno, stante quanto premesso, non è stato assunto in modo completo;

    l'Unione europea, con l'iniziativa cosiddetto «REPowerEU», presentata l'8 marzo 2022, intende lanciare un pacchetto di iniziative strategico-normative per raggiungere l'indipendenza energetica da fonti fossili di provenienza russa entro il 2030,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative per stanziare un contributo di almeno 40 milioni di euro a tutela del comparto ittico a compensazione dei danni conseguenti al COVID-19;

   ad adottare iniziative volte a sostenere un ulteriore scostamento di bilancio per compensare il rincaro di energia e materie prime e fornire ulteriori misure che garantiscano la sostenibilità economica del comparto ittico nazionale e ne permettano il rilancio;

   a permettere il ricorso alla cassa integrazione in deroga a tutela degli operatori del comparto della pesca, conseguentemente al ridotto e minore margine di attività di cui in premessa;

   ad adottare iniziative normative per incrementare le percentuali di sgravio contributivo a favore degli operatori del comparto pesca, in modo da incrementarne la sostenibilità economica;

   ad adottare iniziative normative per disporre una ulteriore sospensione e dilazione nel pagamento delle rate di mutui e finanziamenti, con riguardo al comparto ittico a sostegno delle crescenti difficoltà economiche di cui in premessa, anche tramite lo strumento della garanzia statale, come già disposto dal decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 e successive modificazioni nonché dal decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 e successive modificazioni;

   ad adottare iniziative per porre in essere immediate misure di sgravio sul costo del gasolio e dei carburanti utilizzati dal comparto ittico per lo svolgimento delle proprie attività, anche – se del caso – mediante temporanee riduzioni delle accise in vigore;

   a richiedere, anche nell'ambito del citato programma «REPowerEU», nonché nell'ambito di altri strumenti e dispositivi di finanziamento europei, ulteriori risorse comunitarie a sostegno del comparto ittico in luce delle difficoltà delineate in premessa e della necessità di rilancio della competitività economica del settore;

   ad adottare iniziative per anticipare, nelle more dell'attuazione di altre misure di sostegno di carattere più strutturale, le somme dovute agli operatori del comparto ittico nel quadro del fermo pesca, in modo da fornire la adeguata liquidità di breve periodo per continuare a garantire la sostenibilità economica delle proprie attività.
(7-00810) «Caretta, Ciaburro, Lollobrigida, Cirielli, Albano, Silvestroni, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gestione della pesca

risoluzione

ambiente marino