ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00776

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 621 del 28/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: ROTTA ALESSIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/12/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PEZZOPANE STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 28/12/2021
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 28/12/2021
BURATTI UMBERTO PARTITO DEMOCRATICO 28/12/2021
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 28/12/2021
MORGONI MARIO PARTITO DEMOCRATICO 28/12/2021
PELLICANI NICOLA PARTITO DEMOCRATICO 28/12/2021


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/02/2022
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 09/02/2022
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
CIAGA' GRAZIELLA LEYLA PARTITO DEMOCRATICO
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/07/2022
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
PELLICANI NICOLA PARTITO DEMOCRATICO
CIAGA' GRAZIELLA LEYLA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/02/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/02/2022

AUDIZIONE INFORMALE IL 01/03/2022

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 12/07/2022

DISCUSSIONE IL 12/07/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/07/2022

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00776
presentato da
ROTTA Alessia
testo di
Martedì 28 dicembre 2021, seduta n. 621

   La VIII Commissione,

   premesso che:

    le politiche per il miglioramento della qualità dell'aria intercettano in modo decisivo le azioni per il contrasto alla crisi climatica, ma non tutti gli interventi volti a migliorare la qualità dell'aria presentano apprezzabili benefici anche in termini di mitigazione del cambiamento climatico, il che rende necessario riflettere sull'opportunità di dotare l'Italia di un quadro regolatorio comune per entrambi i fenomeni, che definisca con chiarezza responsabilità e strumenti di intervento e vi riconnetta gli effetti sistemici positivi nel contrasto ad entrambi i fenomeni;

    sul fronte della qualità dell'aria l'Italia ha fatto registrare negli ultimi anni progressi lenti e ancora insoddisfacenti, che scontano la mancanza di una sede unitaria di elaborazione e coordinamento delle politiche di contrasto all'emissione di sostanze inquinanti e climalteranti nell'atmosfera;

    come è noto, l'applicazione in Italia della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, recepita nell'ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 155 del 2010, è oggetto di due procedure di infrazione ancora pendenti nei confronti dell'Italia. In merito alla procedura d'infrazione n. 2014/2147, relativa al superamento dei valori di polveri sottili (PM10) nell'ambiente, la Commissione europea ha presentato ricorso presso la Corte di giustizia dell'Unione europea (causa C-644/18) in cui lamenta che i dati ottenuti sulla concentrazione di PM10 nell'aria dimostrano l'esistenza di una «violazione sistematica e continuata» della direttiva, nonché che i piani per la qualità dell'aria, adottati in seguito al superamento dei valori limite di concentrazione di PM10, «non permettono né di conseguire detti valori limite, né di limitare il loro superamento al periodo il più breve possibile». Relativamente alla procedura d'infrazione n. 2015/2043, con riferimento ai valori massimi di biossido di azoto che risultano superati in 12 zone, la Commissione ha invitato l'Italia a rispettare i valori limite convenuti sulla qualità dell'aria e ad adottare misure adeguate per ridurre i livelli di inquinamento in dieci agglomerati in cui risiedono circa 7 milioni di persone;

    il cosiddetto decreto clima (decreto-legge n. 111 del 2019) aveva introdotto disposizioni volte, principalmente, alla definizione di una politica strategica nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria. In questo senso spiccava la norma recata dall'articolo 1 che disciplinava l'approvazione del programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria, in coordinamento con il Pniec e con la pianificazione di bacino per il dissesto idrogeologico, e istituisce un tavolo permanente interministeriale per l'emergenza climatica. Tali disposizioni sono state però abrogate dal decreto-legge n. 152 del 2021, in corso di conversione, in ragione del fatto (come si legge nella relazione illustrativa al citato decreto) che il citato programma avrebbe contemplato «misure già adottate ovvero da adottarsi sulla base di piani e programmi esistenti (tra cui anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede, alla missione M2C 4.3 – riforma 3.1, l'adozione di programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico), senza, tuttavia, rispondere efficacemente a una finalità di coordinamento delle misure stesse»;

    lo stesso decreto-legge n. 111 del 2019 ha disposto che ciascuna amministrazione pubblica conforma le attività di propria competenza al raggiungimento degli obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria, e aveva istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (ora Ministero della transizione ecologica) il tavolo permanente interministeriale sull'emergenza climatica, composto da un rappresentante del Ministero medesimo e di ciascuno dei Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali, della salute, dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, al fine di monitorare, e adeguare ai risultati, le azioni del Programma strategico nazionale, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica;

    una specifica attenzione al miglioramento della qualità dell'aria è ora dedicata dalla proposta di Piano per la transizione ecologica (atto del Governo n. 297), adottato in attuazione dell'articolo 4 del decreto-legge n. 22 del 2021, il quale sottolinea che molte misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (mobilità sostenibile, riforestazione urbana, potenziamento ed elettrificazione del trasporto pubblico locale, sviluppo di una rete infrastrutturale di ricarica elettrica pubblica, energie rinnovabili) avranno effetti positivi sulla qualità dell'aria entro il 2026;

    lo stesso Pte preannuncia, nel quadro di un approccio multisettoriale e sinergico alle politiche di miglioramento della qualità dell'aria e di limitazione del riscaldamento climatico, una serie di misure per rispettare gli obiettivi europei di riduzione degli inquinanti al 2030 e le ambizioni poste dal Piano Toward Zero Pollution della Commissione europea. Il documento sottolinea, altresì, che, ai fini del miglioramento della qualità dell'aria, un'attenzione particolare andrà riservata all'impiego di biomasse e bioenergie, a una progressiva riduzione delle emissioni del settore agricolo (come l'ammoniaca), agli interventi nel Bacino Padano, agli interventi nelle città e aree metropolitane e al contrasto all'inquinamento indoor, aggiungendo che gli obiettivi al 2050 prevedono il rispetto dei valori soglia di molto più cautelativi stabiliti dall'organizzazione mondiale della sanità;

    come ricordato nel Rapporto 2020 Snpa «La qualità dell'aria in Italia», nel 2019 si sono verificati superamenti del valore limite giornaliero del PM10 in diverse regioni del Paese. Sussistono anche superamenti del valore limite annuale dell'NO2, ed è confermato il mancato rispetto dell'obiettivo a lungo termine per l'ozono esteso a tutto il territorio nazionale. Significative riduzioni delle concentrazioni di PM10, PM2,5 e NO2, sono state osservate nel decennio esaminato,

impegna il Governo:

   ad adottare, in linea con un approccio multisettoriale e sinergico alle politiche di miglioramento della qualità dell'aria e di contrasto al cambiamento climatico, iniziative normative finalizzate alla costituzione di una agenzia per il clima e la qualità dell'aria, dotata di adeguate professionalità, competenze tecnico-scientifiche e risorse finanziarie che, in collaborazione con i Ministeri interessati, il Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, le agenzie regionali di protezione ambientale, le regioni e le autonomie locali, assicuri sull'intero territorio nazionale uniformità dei criteri e delle tecniche di rilevamento degli agenti inquinanti, elabori proposte operative per il coordinamento e il perfezionamento delle tecniche di monitoraggio a livello territoriale e su scala disaggregata, con particolare riferimento alla pianura padana e alle aree metropolitane, e sviluppi modelli predittivi per verificare l'impatto sulla qualità dell'aria a livello locale di cambiamenti su scala globale della temperatura dell'aria e dei modelli di precipitazione;

   adottare iniziative di competenza per elaborare un codice di riferimento per le misure restrittive da adottare in caso di superamento dei valori soglia, con l'indicazione delle migliori pratiche adottate a livello internazionale e la raccomandazione alle autorità locali di incentivare il ricorso alle attività da remoto (lavoro agile, didattica a distanza, ed altro) quale strumento alternativo alla tradizionale misura del blocco del traffico veicolare;

   a promuovere campagne di comunicazione finalizzate a sensibilizzare la popolazione circa la necessità di un cambio radicale di abitudini in tema di mobilità e riscaldamento domestico, incentivare gli spostamenti ciclopedonali di prossimità e richiamare l'attenzione, anche attraverso lo svolgimento di sondaggi e consultazioni pubbliche, sulla qualità dell'aria negli ambienti domestici, lavorativi e scolastici e sui rischi per la salute umana ad essa connessi.
(7-00776) «Rotta, Pezzopane, Braga, Buratti, Morassut, Morgoni, Pellicani».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cambiamento climatico

controllo dell'inquinamento

inquinamento atmosferico