ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00759

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 598 del 18/11/2021
Abbinamenti
Atto 7/00713 abbinato in data 13/01/2022
Atto 7/00727 abbinato in data 13/01/2022
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/11/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE MICHELI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 22/11/2021
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 22/11/2021
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 22/11/2021
DELRIO GRAZIANO PARTITO DEMOCRATICO 22/11/2021
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2022


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 22/11/2021

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 14/01/2022

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/01/2022

AUDIZIONE INFORMALE IL 13/01/2022

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00759
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo presentato
Giovedì 18 novembre 2021
modificato
Venerdì 14 gennaio 2022, seduta n. 627

   La III Commissione,

   premesso che:

    la situazione attuale in Libano è estremamente critica, difatti, il Paese sta attraversando una crisi finanziaria, economica e istituzionale dall'ottobre 2019, e, in ultimo, un blackout totale ha lasciato al buio case, negozi, ospedali e strade. Già il 4 agosto 2020 un'esplosione nel porto di Beirut in Libano portò alla morte di 215 persone e provocò più di 7 mila feriti e circa 300 mila sfollati. Lo scoppio, che determinò un terremoto di magnitudo 3.5, fu causato dalla detonazione di 2750 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate nell'hangar 12 del porto;

    il porto di Beirut è la principale infrastruttura del Paese e prima dell'esplosione da lì transitava il 90 per cento delle importazioni libanesi. La Banca mondiale ha stimato che l'esplosione ha causato tra i 3,8 e i 4.5 miliardi di dollari di danni;

    l'interruzione del flusso commerciale ha quindi, aggravato una crisi già pesantissima, non soltanto sui libanesi, ma anche sui rifugiati ospitati all'interno del Paese;

    dopo poco più di un anno dall'esplosione il Libano è piombato in quella che la Banca mondiale stima essere una delle peggiori crisi economiche degli ultimi 150 anni. Il sistema bancario è pressoché insolvente e il debito pubblico, su cui il Governo ha annunciato il default a marzo 2020, sfiora oggi il 180 per cento del prodotto interno lordo. Nel maggio 2021 il principale produttore di energia elettrica del Libano, Electricité du Liban (Energia elettrica del Libano), ha annunciato che non disponeva più del denaro necessario per l'acquisto di carburante e il Libano si sta rivolgendo a diversi Paesi per far fronte al suo fabbisogno energetico immediato. Dal 2019 la lira libanese ha perso il 92 per cento del suo valore, il reddito pro capite è crollato del 40 per cento mentre il tasso di disoccupazione ha superato il 40 per cento;

    il 4 agosto 2021 è avvenuta un'altra protesta di massa nelle strade di Beirut per chiedere un'assunzione di responsabilità per l'esplosione del porto. Difatti, ad un anno dalla catastrofe, l'indagine sulle relative cause non è ancora stata conclusa, ma, al contempo, le autorità hanno destituito il primo giudice istruttore dopo che questi aveva convocato personalità politiche per interrogarle e hanno respinto le richieste del secondo giudice istruttore di revocare l'immunità di deputati sospettati e di interrogare membri di alto grado delle forze di sicurezza;

    il 12 ottobre 2021, i processi hanno subito una nuova battuta di arresto quando il giudice Tarek Bitar ha emesso un mandato nei confronti di Ali Hassan Khalil, ex Ministro delle finanze ed esponente del movimento sciita Amal. Khalil non si è presentato a processo ed è ricorso alla Cassazione. Il 14 ottobre, Amal e Hezbollah hanno organizzato una protesta davanti al Palazzo di Giustizia e la situazione è degenerata velocemente in guerriglia con sei vittime e 30 feriti;

    il 10 settembre 2021, dopo tre primi ministri designati (Mustapha Adib, Saad Hàùùariri e Najib Mikati), il Libano ha finalmente formato un Governo il cui nemico principale resta la corruzione che è diffusa e permea tutti i livelli della società. Nell'indice della corruzione percepita, il Libano, difatti, si posiziona al 149 posto su 180;

    per maggio e ottobre 2022, sono previste le elezioni comunali, parlamentari e presidenziali in Libano e, si dovrà garantire che siano elezioni inclusive, trasparenti ed eque, con un accesso paritario alla campagna elettorale e un accesso al voto garantito per tutti i cittadini libanesi;

    l'Unione europea ha assunto l'impegno di garantire la stabilità e l'unità del Paese mediante l'assistenza economica e solo nel 2021 ha fornito al Libano 55,5 milioni di euro in aiuti umanitari e altri 5,5 milioni di euro per rafforzare la risposta del Libano alla COVID-19 – che, purtroppo, ha esacerbato la già esistente e generalizzata crisi nel Paese – ed ha prorogato per un altro anno il mandato della missione Unifil;

    inoltre, la drammatica crisi si riversa anche sulle condizioni dei rifugiati, considerando che, si stima che, il Libano, avrebbe accolto 1,5 milioni di rifugiati siriani, in aggiunta ai circa 15.800 rifugiati etiopi, iracheni, sudanesi e di altra nazionalità registrati presso l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e ai circa 207.700 rifugiati palestinesi ed è uno dei due Paesi del Medio Oriente che accoglie un gran numero di lavoratori domestici migranti sottoposti al regime della kafala;

    il Libano resta un Paese fondamentale per la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo pacifico dell'intero Medio Oriente e la sua crisi ha già alimentato molteplici piani di instabilità anche a livello regionale,

impegna il Governo

   a proseguire, sia a livello bilaterale, sia nell'azione a livello europeo e con i partner internazionali, nell'adottare iniziative di competenza volte a:

    a) sostenere il nuovo Governo in un processo di riforme in grado di favorire una stabilità politica e il superamento della diffusa e preoccupante corruzione;

    b) sostenere la popolazione libanese e i rifugiati che il Paese ospita con interventi umanitari che allevino la loro enorme sofferenza e precarietà;

    c) far luce sulle responsabilità dell'esplosione del porto di Beirut.
(7-00759) «Quartapelle Procopio, De Micheli, Fassino, La Marca, Delrio, Boldrini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aiuto umanitario

crisi monetaria

gruppo religioso