ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00646

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 499 del 03/05/2021
Abbinamenti
Atto 7/00273 abbinato in data 05/05/2021
Atto 7/00645 abbinato in data 05/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: DI STASIO IOLANDA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/05/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
05/05/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/05/2021
DI STASIO IOLANDA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 05/05/2021
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 05/05/2021
DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/05/2021

DISCUSSIONE IL 05/05/2021

ACCOLTO IL 05/05/2021

PARERE GOVERNO IL 05/05/2021

APPROVATO IL 05/05/2021

CONCLUSO IL 05/05/2021

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00646
presentato da
DI STASIO Iolanda
testo di
Lunedì 3 maggio 2021, seduta n. 499

   La III Commissione,

   premesso che:

    in Pakistan la religione di Stato è l'islam sunnita, ed è anche la religione maggioritaria, mentre numerosi sono i gruppi religiosi di minoranza, tra cui, in prevalenza: cristiani, indù, sikh, sciiti, ahmadi, buddisti, parsi, bahà'i;

    la Costituzione pakistana del 1973 al capitolo sui diritti fondamentali garantisce la libertà di professare una religione e di gestire istituzioni religiose (articolo 20), l'uguaglianza di tutti i cittadini (articolo 25) e i diritti e interessi legittimi delle minoranze (articolo 26);

    tuttavia l'articolo 260 della medesima Costituzione opera una distinzione tra musulmani e non musulmani, ammettendo pertanto la discriminazione sulla base della religione;

    in aggiunta, le norme giuridiche note come «leggi sulla blasfemia», introdotte nel 1982 e nel 1986, pregiudicano i fondamentali diritti religiosi e di minoranza garantiti dalla Costituzione e nei casi di blasfemia la sezione 295 C del codice penale pakistano prevede la condanna alla pena capitale o all'ergastolo;

    anche se la maggioranza delle persone accusate in virtù delle leggi sulla blasfemia è di fede musulmana, molto spesso le leggi sulla blasfemia sono indebitamente utilizzate dai gruppi estremisti e da chi è interessato a un regolamento di conti personali e hanno provocato una recrudescenza delle violenze nei confronti dei membri di minoranze religiose, in particolare gli ahmadi, ma anche i cristiani, gli indù, i sikh, gli sciiti, i buddisti, i parsi, i bahà'i;

    il Pakistan è uno dei Paesi chiave nella lotta al terrorismo e alla diffusione dell'estremismo violento e la sua stabilità interna e le sue istituzioni democratiche sono state messe a dura prova dalle azioni, dalle minacce e dagli attentati violenti messi in pratica dagli estremisti;

    in particolare, l'incessante minaccia delle forze radicali islamiche ha reso sempre più imperativi gli sforzi concertati a livello internazionale per sostenere e rafforzare lo sviluppo economico e sociale in Pakistan;

    a questo riguardo, il Pakistan, ha ratificato nel 2010 il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti del 1984, annunciando una riforma più ampia delle leggi sulla Blasfemia;

    seguirono manifestazioni scioperi e azioni violente e due delle personalità che più si erano spese per le riforme, l'allora Governatore del Punjab Salmaan Taseer, musulmano e l'allora Ministro per le Minoranze religiose Shahbaz Bhatti, cattolico, furono assassinati da estremisti contrari alla cancellazione delle predette leggi;

    nonostante siano ancora in vigore le leggi sulla blasfemia, in questo decennio il Pakistanha approvato diverse riforme a tutela delle minoranze, tra cui: quella che introduce una quota del 5 per cento, da riservare alle minoranze nel mondo del lavoro, nei concorsi pubblici e nelle scuole; quella che prevede la presenza nel Senato ora di rappresentanti di altre religioni; quella che ha dato luogo all'istituzione della festa nazionale del «Minorities day», che si celebra ogni anno l'11 agosto;

    ad ogni modo, anche se i casi di violenza cruenta contro i Cristiani e le altre minoranze hanno subìto una diminuzione degli anni, permane ancora un clima di violenza che sfocia anche in episodi di conversione forzata. Tuttavia, permangono i problemi politici, l'instabilità e la povertà che sono spesso alla base del consenso delle organizzazioni radicali, estremiste e fondamentaliste,

impegna il Governo:

   a continuare, nelle opportune sedi multilaterali, ad incoraggiare le autorità pakistane a garantire la libertà di religione o credo, a partire dalla depenalizzazione della blasfemia, e ad adottare ulteriori iniziative per proteggere i diritti delle persone appartenenti a minoranze religiose;

   ad approfondire insieme agli altri partner europei il dialogo con il Pakistan sul tema dei diritti umani, inclusa la tutela della libertà di religione o credo;

   a continuare a prevedere, nell'ambito dell'attività della Cooperazione italiana, iniziative a sostegno delle popolazioni appartenenti a minoranze cristiane oggetto di persecuzione nelle aree di crisi.
(7-00646) «Di Stasio».