ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00627

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 483 del 09/04/2021
Abbinamenti
Atto 7/00613 abbinato in data 21/04/2021
Atto 7/00623 abbinato in data 21/04/2021
Atto 7/00626 abbinato in data 21/04/2021
Atto 7/00628 abbinato in data 21/04/2021
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00120
Firmatari
Primo firmatario: DI STASIO IOLANDA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/04/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DEL RE EMANUELA CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/04/2021
BUFFAGNI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 09/04/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
26/05/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/04/2021
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 26/05/2021
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/05/2021
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/05/2021
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/04/2021

DISCUSSIONE IL 21/04/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 21/04/2021

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/05/2021

ACCOLTO IL 26/05/2021

PARERE GOVERNO IL 26/05/2021

DISCUSSIONE IL 26/05/2021

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 26/05/2021

CONCLUSO IL 26/05/2021

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00627
presentato da
DI STASIO Iolanda
testo di
Venerdì 9 aprile 2021, seduta n. 483

   La III Commissione,

   premesso che:

    la promozione e il rispetto dei diritti umani dovrebbero rimanere al centro delle relazioni tra l'Italia e la Cina;

    lo Xinjiang è una regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese dal 1955. Ospita numerosi gruppi etnici, tra cui uiguri, han, kazaki, tibetani, hui, tagiki, kirghizi, mongoli, russi e xibe. Su una popolazione di quasi 22 milioni di persone, più di 10 milioni sono di origine uigura;

    nella regione, da almeno 50 anni oggetto di rivendicazioni indipendentiste, a seguito delle rivolte iniziate nel 2009 e sfociate in scontri e proteste violente, in particolare, a partire dal 2014, è stata lanciata una campagna del Governo cinese di lotta contro il terrorismo e l'estremismo violento;

    come conseguenza di questa campagna, secondo diverse fonti attendibili, più di un milione di persone sarebbero state detenute nei cosiddetti centri di «rieducazione politica». Sarebbero oltre 380 i sospetti centri di rieducazione che sono stati costruiti o ampliati a partire dal 2017 e almeno 61 i centri di detenzioni costruiti o ampliati tra luglio 2019 e luglio 2020;

    secondo quanto riferito dalle stesse fonti, i bambini piccoli dei genitori internati nei campi di rieducazione sarebbero stati mandati in orfanotrofi gestiti dallo Stato cinese. Alla fine del 2019 risulterebbero oltre 880 mila bambini uiguri collocati in centri di accoglienza;

    già nell'agosto del 2018 il Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale ha denunciato gli abusi commessi nello Xinjiang, compresa l'istituzione di campi di detenzione arbitraria di massa;

    parallelamente alla campagna di lotta al terrorismo violento, sempre a partire dal 2014 sarebbero aumentati i programmi di riduzione della povertà nella regione dello Xinjiang, con il conseguente trasferimento di manodopera in altre regioni cinesi. Secondo un'indagine dell'Australian Strategic Policy Institute (Aspi) del marzo 2020, almeno 80 mila uiguri sarebbero stati trasferiti in nove province cinesi, in fabbriche, principalmente operanti nel campo dell'abbigliamento, della tecnologia e dell'automobile;

    la Cina è uno dei maggiori produttori di cotone al mondo e la regione dello Xinjiang rappresenta oltre il 20 per cento della produzione mondiale di cotone. L'industria dell'abbigliamento e del tessile costituirebbe un elemento centrale di tale programma, aneto alla luce del fatto che il Governo cinese prevede di raddoppiare entro il 2025 la capacità produttiva di cotone nella regione. A tal fine sarebbero diverse centinaia di migliaia le persone già mobilitate nelle operazioni di raccolta del cotone;

    come conseguenza, molti noti marchi dell'industria mondiale dell'abbigliamento, che fino ad ora hanno tratto notevole profitto da questa situazione, hanno sottoscritto o annunciato l'impegno pubblico a dismettere gli approvvigionamenti dallo Xinjiang e uscire dalla regione;

    gli Stati Uniti hanno affermato, il 3 dicembre 2020, che proibiranno 1'ingresso nel proprio territorio di cotone prodotto nei Xinjiang Production and Construction Corps della regione autonoma del Xinjiang, e di prodotti con esso realizzati, in quanto ritengono che la loro produzione sia avvenuta sfruttando i lavori forzati;

    il 22 marzo 2021, il Consiglio dell'Unione europea ha adottato misure restrittive nei confronti degli abusi perpetrati nei uiguri dal Governo cinese. In particolare, sono stati sanzionati lo Xinjiang Production and Construction Corps Public Security Bureau e altri 4 funzionari cinesi,

impegna il Governo:

   ad adottare, in coordinamento con gli altri Stati dell'Unione europea, tutte le iniziative necessarie per persuadere il Governo cinese alla chiusura dei centri di «rieducazione politica» e a porre fine alla pratica della detenzione arbitraria nei confronti dei membri delle minoranze e a cessare tutte le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang;

   ad invitare le autorità cinesi a garantire un accesso libero, effettivo e senza ostacoli alla regione dello Xinjiang ai giornalisti e agli osservatori internazionali;

   ad adottare le iniziative di competenza affinché il Governo cinese pervenga alla ratifica e all'attuazione della Convenzione n. 29 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) sul lavoro forzato, la Convenzione n. 105 dell'Oil sull'abolizione del lavoro forzato, la Convenzione n. 87 dell'Oil sulla libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale, e la Convenzione n. 98 dell'Oil sul diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva.
(7-00627) «Di Stasio, Del Re, Buffagni».