ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00625

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 479 del 01/04/2021
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00107
Firmatari
Primo firmatario: FASSINO PIERO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/04/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
07/04/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/04/2021
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/04/2021
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/04/2021

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 07/04/2021

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 07/04/2021

CONCLUSO IL 07/04/2021

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00625
presentato da
FASSINO Piero
testo di
Giovedì 1 aprile 2021, seduta n. 479

   La III Commissione,

   premesso che:

    in Myanmar/Birmania il 1° febbraio 2021 un colpo di Stato organizzato dai vertici delle forze armate ha rovesciato il legittimo Governo democratico, impedito l'insediamento del Parlamento eletto nelle elezioni del 6 novembre, arrestato Aung San Suu Kyi e numerosi esponenti di governo e della Nld vincitrice delle elezioni, sospeso ogni garanzia costituzionale;

    si è così interrotta la transizione democratica in corso in Myanmar dal 2010, dopo oltre mezzo secolo di dittatura militare;

    il colpo di Stato ha suscitato in tutto il Paese una immediata reazione democratica con manifestazioni di resistenza non-violenta e vasta partecipazione popolare guidata da migliaia di giovani;

    dal 1° febbraio giungono quotidianamente notizie di una violenta e brutale repressione che ha già causato oltre 400 vittime e migliaia di arresti;

    nella sola giornata domenica 28 marzo, Festa nazionale delle Forze armate, le vittime della repressione militare sono state 100, tra cui anche bambini, minori e donne inermi;

    nonostante ciò, in tutto il Paese proseguono manifestazioni in difesa della democrazia;

    la repressione militare colpisce anche le diverse minoranze comunità etniche, con il rischio di ripresa di forme lotta armata che vanificano gli accordi di cessate il fuoco promossi dal governo democratico;

    Papa Francesco ha manifestato il suo dolore per le vittime facendo appello a spezzare la spirale di violenza;

    il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres ha condannato il colpo di Stato, richiedendo la immediata liberazione delle persone arrestate e il ripristino della legalità democratica;

    il relatore per i diritti umani in Myanmar del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha denunciato le gravi violazioni perpetrate dall'esercito in dispregio di leggi e principi etici;

    la presidente della Commissione europea Von der Leyen, il Presidente del Consiglio europeo Michel, l'Alto Rappresentante Borrell, il Consiglio dei Ministri degli esteri europei hanno ripetutamente chiesto l'immediata cessazione della repressione, la liberazione delle persone arrestate e il ritorno alla legalità democratica, dichiarandosi pronti ad adottare misure sanzionatorie verso gli autori del golpe senza peraltro che abbia a soffrirne la popolazione;

    anche il Parlamento europeo ha unito la sua voce con una risoluzione approvata a larghissima maggioranza;

    il Presidente degli Stati Uniti Biden ha manifestato sdegno per le violenze perpetrate dalle Forze armate, annunciando sanzioni nei confronti di chi se ne sia reso responsabile, posizione ulteriormente ribadita dal segretario di Stato Blinken;

    il Governo italiano – come tutti i Governi europei – ha chiesto alle autorità militari di fermare l'azione repressiva;

    il Primo Ministro dell'Indonesia – Presidente di turno dell'Asean – ha chiesto la convocazione urgente di un vertice dell'Associazione per assumere iniziative volte a fermare l'escalation violenta della crisi;

    i Capi di Stato maggiore di Australia, Canada, Corea del Sud, Danimarca, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Nuova Zelanda, Olanda, Stati Uniti hanno espresso – in quanto militari – il loro sdegno per l'utilizzo di metodi violenti da parte delle Forze armate contro una popolazione inerme;

    dalle opinioni pubbliche di tutto il mondo si leva la richiesta di mettere fine alle repressione;

    una incisiva influenza possono avere Russia, Cina, India, Giappone, Corea del Sud, nonché i Paesi dell'Asean;

    ogni iniziativa della comunità internazionale va finalizzata a creare le condizioni per riprendere il cammino di transizione democratica interrotto e sovvertito dal colpo di Stato;

    si ribadiscono le indicazioni della risoluzione approvata all'unanimità nella seduta della Commissione il 2 marzo 2021,

impegna il Governo:

   a richiedere la immediata sospensione di ogni azione repressiva e la liberazione di Aung San Suu Kyi, dei parlamentari, degli esponenti del governo legittimo e di tutte le persone arrestate;

   a sostenere tutte le iniziative assunte dall'Unione europea per favorire il ripristino della legalità costituzionale;

   stante la loro incisiva influenza, ad adottare ogni iniziativa di competenza affinché i grandi players asiatici – in primis Cina, Russia, India e Giappone – e le nazioni del sud-est asiatico e l'Asean promuovano le azioni utili al superamento della crisi e al ritorno alla legalità democratica;

   a favorire e sostenere tutte le iniziative bilaterali e multilaterali utili all'apertura tra tutte le componenti civili e militari della società birmana di un confronto finalizzato al superamento dell'attuale crisi e alla ripresa del cammino di transizione democratica.
(7-00625) «Fassino».