ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00597

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 449 del 12/01/2021
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00108
Firmatari
Primo firmatario: SURIANO SIMONA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/01/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PERANTONI MARIO MOVIMENTO 5 STELLE 12/01/2021
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 12/01/2021
MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA 12/01/2021
PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI 12/01/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
21/04/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/03/2021
PERANTONI MARIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 30/03/2021
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 30/03/2021
MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA
COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/04/2021
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA
 
INTERVENTO GOVERNO 07/04/2021
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/04/2021
DI STASIO IOLANDA MOVIMENTO 5 STELLE
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/04/2021
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/03/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 30/03/2021

DISCUSSIONE IL 07/04/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 07/04/2021

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 21/04/2021

DISCUSSIONE IL 21/04/2021

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 21/04/2021

CONCLUSO IL 21/04/2021

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00597
presentato da
SURIANO Simona
testo di
Martedì 12 gennaio 2021, seduta n. 449

   La III Commissione,

   premesso che:

    in seguito al fallito golpe del 2016, il Governo turco ha imputato condotte o attività terroristiche o sovversive ad avvocati, giuristi, accademici, intellettuali, giornalisti, musicisti e artisti in genere, rei di svolgere in maniera indipendente la loro professione o di aver manifestato la loro contrarietà alla politica governativa e solo per questo minacciati, arrestati e condannati a lunghe pene detentive, al termine di processi svolti in violazione dei principi del contraddittorio e del giusto processo, come è stato denunciato da numerosi organismi internazionali;

    sino al febbraio 2020, più di 1.500 legali sono stati indagati, 605 sono stati arrestati e posti in custodia cautelare, e secondo l'ultimo aggiornamento del rapporto di Arrested Lawyers Initiative, finora 441 avvocati sono stati condannati alla pena complessiva di 2.728 anni di reclusione per presunta appartenenza ad un'organizzazione terroristica armata o per aver diffuso propaganda terroristica;

    inoltre, durante il periodo emergenziale, 34 delle 1.412 associazioni di avvocati operanti in 20 diverse province del Paese sono state soppresse definitivamente, ne sono stati confiscati i beni e la gran parte dei loro membri sono stati indagati sulla base delle leggi antiterrorismo;

    è dei giorni scorsi la notizia di ulteriori arresti di massa a Diyarbakir: la polizia ha fatto irruzione nelle case di avvocati e rappresentanti delle organizzazioni della società civile, a cui sono stati confiscati computer, libri e materiali digitali;

    per protestare contro le violazioni del diritto alla, difesa e dei diritti dei detenuti, numerosi avvocati turchi detenuti in ragione della loro attività professionale hanno effettuato un lungo sciopero della fame in forma controllata che, per due di loro – Ebru Timtik ed Aytac Unsal – si è trasformato in «sciopero fino alla morte», fino a quando le autorità turche non avessero liberato tutti gli avvocati e le avvocate e le detenute e i detenuti e fino a quando non avessero garantito il rispetto dello stato di diritto;

    Ebru Timtik, avvocata e attivista per i diritti umani nota per le sue battaglie in difesa delle donne vittime di violenza e soprattutto della minoranza curda, è morta in difesa della giustizia, del diritto alla difesa e della dignità della professione forense, dopo 238 giorni di sciopero della fame, mentre era detenuta, il 27 agosto 2020;

    Ebru ed Aytac erano stati arrestati insieme ad altri colleghi della medesima associazione degli avvocati progressisti nell'ottobre del 2018. A marzo 2019 erano stati condannati rispettivamente a 13 anni e mezzo e 10 anni e mezzo di reclusione. L'accusa era di affiliazione a organizzazione terroristica, nello specifico, il DHKP/C, considerato tale da Turchia, Europa e Stati Uniti. A ottobre 2020, la sentenza è stata confermata in appello e i due avvocati hanno allora avviato lo sciopero della fame, chiedendo di essere sottoposti ad un giusto processo;

    dopo la morte dell'avvocata e attivista e a seguito della mobilitazione internazionale dell'Avvocatura e dell'opinione pubblica, l'avvocato Aytac Unsal è tornato in libertà il 3 settembre 2020 dopo 213 giorni di sciopero della fame a seguito della pronuncia della Corte Suprema, che ha deciso la sua temporanea scarcerazione in attesa che le sue condizioni di salute migliorino sulla base della perizia medico legale che già a fine luglio aveva definito le sue condizioni incompatibili con la detenzione;

    il caso di Ebru Timtik è drammatico ma non è isolato. La sua morte ricorda quella dei tre componenti del Grup Yorum, un complesso musicale noto per i suoi testi di denuncia sociale e le loro critiche al regime di Erdogan. Condannati con lo stesso capo di accusa dell'avvocata, anche loro chiedevano solo di venire giudicati in modo neutrale e con le garanzie previste dalla legge;

    la mobilitazione a sostegno degli avvocati turchi è stata ed è trasversale: l'intera classe forense nazionale è in mobilitazione a supporto dei colleghi turchi almeno dal 2017. Nello specifico, i Giuristi Democratici e l'Osservatorio avvocati minacciati dell'Unione delle Camere Penali, hanno pubblicato tutti i report relativi all'osservazione internazionale ai processi, e numerosi comunicati;

    il Consiglio nazionale forense, con una delibera del 17 gennaio 2020, ha proclamato il 2020 l'Anno dell'avvocato in pericolo nel mondo e denuncia da anni, anche in sinergia con il Consiglio degli ordini forensi europei (Ccbe) e l'Osservatorio degli avvocati in pericolo (Oiad), le violazioni dei diritti umani in Turchia;

    800 avvocati di tutta Europa, e finanche dal Giappone, Stati Uniti e Brasile hanno firmato una petizione rivolta alla Cassazione turca per chiedere l'immediata liberazione dei colleghi;

    anche il Ccbe, organismo di rappresentanza dell'avvocatura dei Paesi del Consiglio d'Europa, è intervenuto più volte pubblicamente sollecitando le autorità turche a consentire ai colleghi cure mediche di fiducia e i diritti che spettano ad ogni detenuto;

    i Relatori Speciali dell'Onu hanno chiesto al Governo turco di intraprendere azioni immediate per rilasciare le persone detenute e condannate in violazione del diritto internazionale;

    i relatori dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Pace) hanno espresso la loro preoccupazione per la nuova ondata di arresti di avvocati e per le perquisizioni dei loro uffici;

    anche il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa è intervenuto affermando che «il sistema giudiziario turco si sta trasformando in uno strumento per zittire avvocati, difensori dei diritti umani e giornalisti, attraverso una negazione sistematica dei principi più basici dello stato di diritto». Per tali ragioni, «le autorità turche devono urgentemente rispettare i principi di equità processuale levando le restrizioni al diritto di difesa introdotte durante lo stato d'emergenza, e garantendo che nessuno sia incarcerato senza processo», condannando quindi l'attitudine crescente del sistema giudiziario turco di considerare gli avvocati colpevoli per associazione con i loro clienti;

    l'Unione europea ha sottolineato l'urgente necessità per le autorità turche di affrontare in modo credibile le preoccupazioni sulla situazione dei diritti umani nel Paese, così come affermato in una nota il portavoce del Servizio per l'azione esterna dell'Unione europea, secondo cui «la Turchia ha urgente bisogno di dimostrare progressi concreti in materia di Stato di diritto e libertà fondamentali»;

    ugualmente, sul piano interno, l'indignazione è stata trasversale e tutte le forze politiche condividono la necessità di una condanna formale e un appello al rispetto dello Stato di diritto;

    insieme a tali censure da parte degli organismi internazionali ed ai moniti espressi dal Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, Robert Ragnar Spano, durante la sua visita istituzionale in Turchia, sono proseguite le operazioni antiterrorismo e gli arresti di avvocati ad Ankara ed in 7 altre province;

    tutto ciò premesso, si esprime la piena solidarietà nei confronti di chi lotta quotidianamente per il rispetto delle libertà democratiche e per il diritto ad un processo giusto ed imparziale, nonché preoccupazione per la tenuta dello Stato democratico ed il rispetto dei diritti umani in Turchia,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative di competenza per monitorare costantemente la situazione in Turchia in merito ad arresti da considerarsi arbitrari di avvocati, giuristi, professori, giudici, giornalisti, musicisti, politici e quanti siano ingiustamente detenuti e affinché sia garantito loro il diritto alla salute e ad un giusto processo, oltre che il rispetto dei diritti fondamentali;

   ad attivare la rappresentanza diplomatica italiana in Turchia affinché verifichi, in raccordo con gli altri partner europei e con la Delegazione dell'Unione europea, le condizioni detentive e di salute di quanti si ha motivo di credere che si trovino ingiustamente in stato di arresto o detenzione;

   ad invitare le autorità turche, congiuntamente con i partner europei, ad acconsentire all'ingresso nel Paese degli osservatori internazionali, anche revocando l'eventuale divieto di ingresso stabilito nei confronti di giornalisti ed avvocati in ragione del mero esercizio della loro attività professionale, garantendo loro la dovuta sicurezza;

   ad attivarsi presso l'Unione europea ed il Consiglio d'Europa affinché tali istituzioni:

    esortino la Turchia a favorire la distensione del clima politico e chiedano al Governo turco di osservare gli impegni assunti con la sottoscrizione dei trattati internazionali, per il rispetto dei principi dello Stato di diritto dell'indipendenza della giurisdizione e del diritto di difesa in un giusto processo;

    esortino la Turchia a dare esecuzione alle sentenze della Corte europea dei diritti umani, avuto riguardo in particolare a quelle relative al rispetto delle condizioni detentive ed all'ingiusta detenzione.
(7-00597) «Suriano, Perantoni, Quartapelle Procopio, Migliore, Palazzotto».