ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00577

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 425 del 10/11/2020
Abbinamenti
Atto 7/00555 abbinato in data 11/11/2020
Atto 7/00569 abbinato in data 11/11/2020
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00092
Firmatari
Primo firmatario: LUCCHINI ELENA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 10/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BADOLE MIRCO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
BENVENUTO ALESSANDRO MANUEL LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
D'ERAMO LUIGI LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
PAROLO UGO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
PATASSINI TULLIO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
RAFFAELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
VALBUSA VANIA LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
VALLOTTO SERGIO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
GAVA VANNIA LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020
RIXI EDOARDO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
18/11/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/11/2020
LUCCHINI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/11/2020
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 18/11/2020
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/11/2020
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 18/11/2020
MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/11/2020
PATASSINI TULLIO LEGA - SALVINI PREMIER
 
PARERE GOVERNO 18/11/2020
MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/11/2020

DISCUSSIONE IL 11/11/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 11/11/2020

DISCUSSIONE IL 18/11/2020

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 18/11/2020

ACCOLTO IL 18/11/2020

PARERE GOVERNO IL 18/11/2020

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 18/11/2020

CONCLUSO IL 18/11/2020

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00577
presentato da
LUCCHINI Elena
testo di
Martedì 10 novembre 2020, seduta n. 425

   L'VIII Commissione,

   premesso che:

    i contratti di fiume sono stati introdotti in Europa a seguito del secondo Forum internazionale sull'acqua tenutosi all'Aja nel 2000, organizzato dal World Water Council, quali forme di accordo che permettono di «adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale»;

    un notevole passo in avanti è stato compiuto dal legislatore nazionale con la legge 28 dicembre 2015, n. 221, che ha inserito l'articolo 68-bis nel codice dell'ambiente, di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152), introducendo nel nostro ordinamento i «contratti di fiume»; secondo il codice «i Contratti di Fiume concorrono alla definizione e all'attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.»;

    sulla base di tale definizione le regioni hanno previsto nella propria legislazione i contratti di fiume, comprensivi di quelli di lago e di costa e di foce e di acque di transizione, individuando i requisiti a cui devono rispondere, come strumenti volontari, di programmazione strategica e partecipata, finalizzati alla gestione integrata delle politiche di bacino e sottobacino idrografico, alla tutela, valorizzazione e riqualificazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi, alla salvaguardia dal rischio idraulico, alla gestione sostenibile della naturalità e del paesaggio fluviale e del rischio idrogeologico, alla manutenzione del territorio, e all'implementazione del ruolo ambientale dell'agricoltura, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree;

    è chiara la volontà delle regioni di creare occasioni di collaborazione e di integrazione tra le istituzioni pubbliche, tra queste e gli attori privati presenti localmente, nelle scelte di pianificazione e programmazione dei diversi comparti produttivi, dell'ambiente e del territorio. I contratti di fiume rappresentano, pertanto, un'opportunità per coinvolgere il governo territoriale del bacino idrografico ad incrementare l'efficacia dell'azione delle pubbliche amministrazioni, avviando quella manutenzione del territorio che troppo spesso manca e che rappresenta un prerequisito fondamentale per la prevenzione dei disastri naturali e il superamento della sola logica dell'emergenza nonché per il sostegno a uno sviluppo ecocompatibile, anche sul piano economico, dei territori;

    i soggetti che aderiscono al contratto di fiume definiscono quindi un programma d'azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo. Rientrano in questa definizione anche i contratti di lago e di costa, di acque di transizione, di foce e di falda;

    nel corso dell'esperienza maturata, i contratti di fiume hanno dimostrato di sapere integrare tra loro discipline, obiettivi e politiche per la gestione integrata dei corpi idrici e dei bacini idrografici, attraverso il miglioramento della governance multi-stakeholder e la promozione della partecipazione attiva;

    in Italia sin dal 2007 il Tavolo nazionale sui contratti di fiume ha operato mettendo a sistema le esperienze di contratti di fiume diffuse sul territorio nazionale, contribuendo allo scambio di conoscenze, progettualità e buone pratiche che ne ha consentito una significativa diffusione in tutto il Paese, così come risulta dal documento di posizione e proposta approvato dalla relativa Assemblea nel corso di tre sessioni tenutesi nel mese di luglio 2020. Oggi in Italia si contano oltre 200 processi di contratti di fiume in essere a diversi stadi di sviluppo e, tra questi, diverse decine sottoscritti ed in fase di attuazione dei rispettivi programmi d'azione, distribuiti in tutte le regioni italiane; esperienze di contratto di fiume sono presenti su tutti i grandi fiumi italiani sia al Nord che al Sud del Paese (Po, Piave, Tevere, Adda, Arno, Brenta, Trebbia e altro); ai contratti di fiume è ormai riconosciuto un ruolo rilevante nell'attuazione e miglioramento delle politiche di governo del territorio;

    l'assemblea del Tavolo nazionale dei contratti di fiume del luglio 2020 si è espressa su una necessaria evoluzione attuativa dei contratti di fiume, a partire dall'assegnazione di un ruolo specifico all'interno della nuova programmazione europea 2021-2027, riconoscendone la capacità di integrare nel rispetto delle diversità dei singoli territori, alcuni gli obiettivi strategici della programmazione della politica di coesione 2021-2027;

    è stato evidenziato come questi strumenti possano permettere di integrare, nel rispetto delle diversità dei singoli territori, tutti e 5 gli obiettivi di policy oggetto della proposta di regolamento (UE) recante le disposizioni comuni sui fondi: Ob1 - Un'Europa più intelligente; Ob2 - Un'Europa più verde; Ob3 - Un'Europa più connessa; Ob4 - Un'Europa più sociale; Ob5 - Un'Europa più vicina ai cittadini. I contratti di fiume costituiscono, inoltre, un patrimonio di partenariati pubblico privato e rappresentano un modello per lo sviluppo di accordi ambientali d'area, strumenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green deal europeo: 1) preservare gli ecosistemi e la biodiversità; 2) inquinamento zero per un ambiente privo di sostanze tossiche con particolare riferimento all'acqua e al suolo; 3) lotta ai cambiamenti climatici; 4) riduzione della vulnerabilità ai disastri naturali;

    è stata inoltre ribadita la necessità di individuare i contratti di fiume, in accordo con le Autorità di bacino distrettuale e le regioni, tra i destinatari e attuatori delle strategie nazionali per la mitigazione del rischio idraulico e geologico, per la tutela della biodiversità e la valorizzazione del patrimonio naturale, per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici e per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità previsti dall'Agenda 2030, la mitigazione della vulnerabilità delle risorse idriche e il contenimento dell'impatto degli eventi estremi;

    è evidente il contributo che i contratti di fiume possono fornire per mettere in atto una gestione integrata dei rischi idraulico-geologici e una manutenzione dei corsi d'acqua secondo principi di sostenibilità ambientale, sociale, organizzativa ed economica, che permettano di raggiungere e mantenere l'obiettivo di buona qualità ambientale previsto dalla direttiva quadro acque; infatti, l'assemblea del Tavolo nazionale dei contratti di fiume del luglio 2020 ha sottolineato l'esigenza di una grande opera di integrazione disciplinare per rendere il territorio più resiliente ed in grado di superare le emergenze; in questo quadro le politiche di tutela delle acque e di difesa dal rischio necessitano di un'integrazione funzionale con la pianificazione territoriale e paesaggistica;

    il Tavolo nazionale dei contratti di fiume ha avanzato specifiche e chiare proposte al Governo, che il presente atto di indirizzo fa proprie, affinché i contratti di fiume facciano un ulteriore passo in avanti e divengano ancora di più uno strumento ordinario per la gestione sostenibile dei bacini idrografici e la prevenzione dei rischi ambientali,

impegna il Governo:

   ad adottare le opportune iniziative normative affinché i contratti di fiume entrino nel quadro delle politiche di sostegno delle amministrazioni coinvolte nell'attuazione dei progetti green proposti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per accedere anche ai fondi del Recovery Plan, per la loro capacità di superare la logica meramente amministrativa e settoriale, essendo in grado di produrre programmi d'azione partecipati a scala di territorio;

   ad adottare le opportune iniziative normative affinché i contratti di fiume possano trovare un adeguato riconoscimento in seno all'accordo di partenariato attualmente in corso di concertazione con tutte le amministrazioni centrali e regionali e la Commissione europea, in particolare, rispetto agli obiettivi tematici OB2 «Europa più verde» e OB5 «Europa più vicina ai cittadini», e affinché nella nuova programmazione 2021-2027 vi sia una specifica dotazione finanziaria per i territori interessati da partenariati stabili;

   ad adottare iniziative per destinare una quota percentuale di risorse europee e nazionali in materia di dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici a interventi individuati nei contratti di fiume;

   a favorire una maggiore sinergia e continuità tra le strategie e le scelte operate dalle Autorità di bacino distrettuale (Adbd), i lineamenti delle politiche regionali e le istanze delle comunità locali in materia di gestione dei bacini idrografici nella prossima fase di aggiornamento dei piani di gestione dei distretti idrografici;

   ad adottare iniziative per prevedere concrete misure di sostegno per favorire i partenariati pubblico/privato affinché, così come già sperimentato in altri strumenti partecipativi come gli investimenti territoriali integrati, possano maturare le competenze per gestire le complesse fasi di attuazione delle decisioni assunte nei contratti di fiume;

   ad adottare le iniziative di competenza per prevedere il riconoscimento dei contratti di fiume nei programmi di educazione allo sviluppo sostenibile e il loro inserimento nelle nuove programmazioni Infeas (Informazione, formazione ed educazione all'ambiente e alla sostenibilità);

   ad adottare le opportune iniziative affinché i contratti di fiume assumano concretamente il ruolo che già viene riconosciuto agli stessi nella Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, contribuendo alla definizione degli scenari e dei piani in relazione alla mitigazione della vulnerabilità delle risorse idriche e al contenimento dell'impatto degli eventi estremi, in attuazione della decisione del Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020;

   ad adottare le opportune iniziative di competenza, in accordo con le autorità di bacino distrettuale e le regioni, affinché, attraverso i contratti di fiume, siano garantiti programmi di manutenzione idraulica periodica di tutti bacini e sottobacini idrografici, che mirino alla pulizia dei corsi d'acqua e delle foci e alla manutenzione delle caratteristiche dell'alveo e della sezione fluviale, ai fini della mitigazione del rischio idraulico e geologico, della mitigazione della vulnerabilità delle risorse idriche, del contenimento dell'impatto degli eventi estremi, dell'incremento della resilienza del territorio e dell'adattamento ai cambiamenti climatici, secondo principi di sostenibilità ambientale, sociale, organizzativa ed economica;

   ad attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, affinché i programmi d'azione dei contratti di fiume vengano considerati dalle regioni per la stesura delle Strategie regionali per lo sviluppo sostenibile «Verso un'Europa sostenibile entro il 2030», al fine di individuare i principali strumenti per contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) nonché ai goal e ai target contenuti nella risoluzione «Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile» adottata nel 2015 dall'Assemblea generale dell'Onu anche realizzando «Interventi integrati» che trovano nel modus operandi partecipato dei contratti di fiume uno strumento essenziale di attuazione.
(7-00577) «Lucchini, Badole, Benvenuto, D'Eramo, Parolo, Patassini, Raffaelli, Valbusa, Vallotto, Gava, Rixi».