ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00468

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 336 del 07/05/2020
Abbinamenti
Atto 7/00459 abbinato in data 12/05/2020
Atto 7/00460 abbinato in data 12/05/2020
Atto 7/00462 abbinato in data 12/05/2020
Atto 7/00469 abbinato in data 12/05/2020
Atto 7/00473 abbinato in data 12/05/2020
Atto 7/00477 abbinato in data 20/05/2020
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00074
Firmatari
Primo firmatario: DI GIORGI ROSA MARIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PICCOLI NARDELLI FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO 12/05/2020
CIAMPI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 12/05/2020
ROSSI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 12/05/2020
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 12/05/2020
PEZZOPANE STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 12/05/2020
PRESTIPINO PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 13/05/2020
ORFINI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 13/05/2020
DE MENECH ROGER PARTITO DEMOCRATICO 15/05/2020
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 15/05/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Stato iter:
20/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/05/2020
DI GIORGI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/05/2020
MELICCHIO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
 
ILLUSTRAZIONE 20/05/2020
PICCOLI NARDELLI FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/05/2020
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE
MELICCHIO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
BASINI GIUSEPPE LEGA - SALVINI PREMIER
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA
CASCIELLO LUIGI FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
DI GIORGI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
TOCCAFONDI GABRIELE ITALIA VIVA
TUZI MANUEL MOVIMENTO 5 STELLE
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO GOVERNO 20/05/2020
MANFREDI GAETANO MINISTRO - (UNIV. E RICERCA)
 
PARERE GOVERNO 20/05/2020
MANFREDI GAETANO MINISTRO - (UNIV. E RICERCA)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/05/2020

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/05/2020

DISCUSSIONE IL 12/05/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/05/2020

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 13/05/2020

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/05/2020

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/05/2020

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 20/05/2020

DISCUSSIONE IL 20/05/2020

ACCOLTO IL 20/05/2020

PARERE GOVERNO IL 20/05/2020

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 20/05/2020

CONCLUSO IL 20/05/2020

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00468
presentato da
DI GIORGI Rosa Maria
testo presentato
Giovedì 7 maggio 2020
modificato
Venerdì 15 maggio 2020, seduta n. 341

   La VII Commissione,

   premesso che:

    la pandemia da COVID-19 sta mettendo e metterà a dura prova il nostro Paese, con pesanti riflessi, molti ancora da valutare nella loro entità e complessità, in campo economico e sociale;

    in particolare, il sistema pubblico della formazione superiore e della ricerca si è trovato ad affrontare situazioni imprevedibili fino a poche settimane fa, sia con la completa chiusura per cinque settimane di tutte le strutture e attività in presenza, sia, adesso, con la fase di ripartenza parziale e graduale delle attività con tutte le cautele richieste dalla necessità di evitare ogni ulteriore occasione di diffusione del virus sulla base di dettagliati protocolli di comportamento e di sanificare preventivamente e attentamente tutti gli ambienti di lavoro;

    questo sistema ha peraltro mostrato un'eccezionale capacità di impegno e di resilienza nell'affrontare l'emergenza, come dimostra l'immediato e non facile trasferimento di quasi tutte le attività didattiche (lezioni, esercitazioni, esami) di università, accademie di belle arti e conservatori di musica in modalità a distanza con l'uso di tecnologie informatiche, telematiche e della comunicazione, spesso messe a punto ad hoc da docenti e tecnici in brevissimo tempo, in modo da non far perdere agli studenti settimane e mesi di studio, vista l'impossibilità di frequentare di persona le strutture formative;

    naturalmente, non è possibile trasferire tutte le attività in modalità a distanza, nemmeno in fase emergenziale: basta pensare, solo a titolo di esempio, alle attività di laboratorio o di tirocinio e alla consultazione di documenti in biblioteche e archivi o, più in generale, a grandissima parte dell'attività di ricerca delle università, delle istituzioni Afam e degli enti di ricerca che richiede la disponibilità di strutture e strumenti specifici come appunto laboratori, biblioteche, archivi e altro, senza dimenticare il ruolo che in molte discipline è giocato dai gruppi di ricerca in cui molti ricercatori collaborano al medesimo progetto; non di rado, il confronto continuo e diretto tra loro è strumento fondamentale e insostituibile dell'avanzamento delle conoscenze;

    non dev'essere nemmeno dimenticato il ruolo eccezionale giocato nell'emergenza sanitaria anche dai medici universitari della sanità pubblica, dagli specializzandi ai docenti e ricercatori di discipline cliniche, biologiche e epidemiologiche, senza dimenticare i giovani laureati neo-abilitati, i quali tutti hanno dato un esempio di abnegazione, competenza, impegno diretto nelle attività sanitarie e ospedaliere in momenti e situazioni estremamente difficili;

    tutto ciò non solo ha avuto enormi costi, che attendono di essere quantificati con precisione, ma li avrà anche nel prossimo futuro per la prevedibile impossibilità di riprendere in poco tempo il normale svolgimento di tutte le attività di ogni istituzione;

    le nuove problematiche della sicurezza sanitaria e del distanziamento sociale, che sicuramente varranno ancora per mesi, avranno certamente un pesante impatto sulla ripresa sia delle attività didattiche nell'anno accademico 2020/2021, quantomeno nel primo semestre, sia delle attività di ricerca con i ritmi e metodi usuali;

    sono da valutare attentamente anche le conseguenze che l'emergenza sanitaria potrebbe indurre sulle immatricolazioni alle università, alle istituzioni Afam e alle altre istituzioni della formazione superiore, per il doppio effetto della purtroppo prevedibile profonda crisi economica che attende le famiglie italiane, come del resto quelle di tutti gli altri Paesi, e delle restrizioni alla mobilità imposte dai protocolli di sicurezza o anche scelte dai singoli per timore di un'eventuale recrudescenza dell'epidemia, effetti che diverrebbero ancora più lesivi per le famiglie a reddito medio-basso o che vivono in località lontane dalle città universitarie o dove hanno sede le istituzioni della formazione superiore;

    non sono nemmeno da dimenticare gli effetti negativi che i maggiori costi in capo alle istituzioni per il mantenimento di corretti livelli di sicurezza sanitaria finiranno col sottrarre ulteriori risorse alle attività istituzionali, tra cui in primo luogo le attività di ricerca, già adesso e da tempo molto sottofinanziate rispetto ai parametri internazionali;

    né vanno dimenticati gli effetti negativi che ricadranno in particolare sui ricercatori più giovani e precari, che si trovano e si troveranno a non poter mantenere i tempi previsti per il raggiungimento dei loro obiettivi formativi e di ricerca a fronte di norme di legge o di contratto che impongono lo stretto rispetto di termini temporali;

    d'altra parte, non sembra né superfluo né retorico ricordare che solo un rinnovato, anzi maggiorato, impegno nell'alta formazione e nella ricerca da parte dello Stato, delle istituzioni formative e di ricerca, delle pubbliche amministrazioni, delle imprese, delle famiglie, dei singoli e in particolare dei giovani, potrà garantire all'Italia la speranza di uscire solida dall'emergenza del COVID-19 e anzi di rafforzarsi, recuperando con intelligenza, creatività e preparazione culturale e tecnica le posizioni che erano state lentamente perdute negli ultimi lustri rispetto al contesto internazionale,

impegna il Governo:

   a predisporre, con urgenza, una valutazione accurata e documentata dei maggiori costi sostenuti e, soprattutto, da sostenere da parte delle istituzioni pubbliche della formazione superiore e della ricerca, a causa dell'emergenza sanitaria e dei protocolli di sicurezza che è stato doveroso approntare, in modo da poter quantificare con esattezza le risorse finanziarie aggiuntive, oltre a quelle molto limitate già stanziate negli ultimi provvedimenti governativi, da fornire loro nel prossimo futuro e nei prossimi anni attraverso un congruo aumento del fondo di finanziamento ordinario delle università (Ffo) e degli enti pubblici di ricerca (Foe), nonché delle dotazioni ordinarie delle istituzioni Afam, al fine strategico di rafforzare, rispetto al passato, il sistema della formazione superiore e della ricerca, quale investimento irrinunciabile nello sviluppo culturale e strumento fondamentale per un nuovo periodo e modello di sviluppo economico e sociale del nostro Paese;

   ad adottare prontamente, iniziative anche con strumenti adeguati di orientamento e comunicazione pubblica, per il sostegno alle immatricolazioni nelle istituzioni della formazione superiore degli studenti neo-maturi, in particolare ampliando l'area delle famiglie esentate dalle contribuzioni universitarie (no-tax area) – tenendo in particolare presente il problema di un calcolo corretto dell'Isee attuale – e incrementando, ancor più decisamente di quanto positivamente fatto con l'ultima legge di bilancio, il finanziamento del diritto allo studio universitario e dei suoi fondamentali strumenti di sostegno alla frequenza, alla mobilità, all'indipendenza e alla crescita culturale degli studenti universitari;

   ad adottare iniziative per dare agli atenei la possibilità di realizzare soluzioni alternative e innovative in merito alle carriere degli studenti che potrebbero risultare rallentate o bloccate dalle normative dell'emergenza sanitaria, aumentando in modo insopportabile i già lunghi tempi di laurea e i relativi costi per gli studenti e le loro famiglie;

   ad adottare iniziative per sostenere, con proroghe di retribuzione, differimento dei termini, congedi retribuiti e strumenti analoghi, le attività di ricerca di dottorandi di ricerca, assegnisti, ricercatori a tempo determinato e di tutti i ricercatori precari delle università e degli enti di ricerca, affinché l'inevitabile rallentamento o addirittura la sospensione per periodi non brevi dell'attività di ricerca non porti ad una loro ingiusta espulsione dal sistema nazionale della ricerca e quindi, in fondo, ad un danno strategico al futuro del Paese;

   ad adottare iniziative per incrementare decisamente, anche sulla scorta dell'esperienza fatta durante l'emergenza sanitaria, il numero dei posti disponibili per l'immatricolazione nei corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e nei corsi di laurea delle professioni sanitarie, pur nei limiti delle risorse infrastrutturali disponibili presso le università, ed a decidere immediatamente con quali forme selettive regolarne l'accesso programmato per il prossimo anno accademico, in modo da garantire un afflusso futuro continuo e ben calibrato di giovani leve al sistema sanitario nazionale;

   ad adottare iniziative in merito alla questione perfettamente analoga e altrettanto, se non più, urgente che riguarda l'accesso ai corsi di specializzazione medica e alle regole di selezione dei candidati, tema che è ancora più caldo, urgente e decisivo dopo la recente esperienza dell'emergenza sanitaria e una cui rivisitazione, nel tempo anche normativa, potrebbe recare immediato sollievo al sistema sanitario nazionale, tenendo conto dell'enorme divario tra numero dei candidati e numero dei posti che si è venuto a creare anche per l'accumularsi di un ritardo, ora pari a oltre dodici mesi, tra anno di pertinenza del finanziamento e anno di inizio delle attività di specializzazione e che richiede un immediato investimento in almeno 5.000 borse in più per il prossimo anno accademico;

   ad assumere iniziative per estendere gradualmente la positiva scelta dell'esame di laurea abilitante, appena introdotta anche per la laurea magistrale in medicina e chirurgia e quindi ora presente in tutta l'area medica e sanitaria, anche ad altre aree disciplinari, al fine di favorire un più pronto ingresso nel mondo del lavoro dei neo-laureati, con particolare attenzione alle professioni intermedie che potrebbero rappresentare un interessante bacino di nuovi studenti universitari interessati ad una formazione superiore a rapida professionalizzazione;

   ad adottare iniziative in profondità e con coraggio sulla «Babele» burocratica che affligge il mondo universitario e della ricerca, eliminando la maggior parte possibile dell'attuale congerie di norme che finiscono col rendere meno competitiva a livello internazionale la ricerca italiana e con l'allontanare il personale docente e di ricerca dalle loro attività istituzionali di didattica e di ricerca per tempi troppo lunghi e carichi di lavoro eccessivi in rapporto ai benefici organizzativi, economici e di qualità dei risultati che ne dovrebbero conseguire ma che spesso rimangono solo attesi;

   in visione strategica, a ripensare profondamente gli attuali meccanismi che regolano l'assunzione del personale nel sistema della formazione superiore e della ricerca e che sostanzialmente impediscono, indebolendo l'intero sistema, un congruo recupero della forte diminuzione degli organici conseguente ai tagli operati dal 2008 al 2018, spesso con vistose disparità territoriali che squilibrano il sistema;

   ad adottare iniziative per ripensare in modo altrettanto profondo le attività di valutazione della qualità della didattica e della ricerca, proprio per salvarle e consolidarle per il futuro, evitando alcuni fenomeni di accelerazione e ripetitività quasi parossistica nei tempi e un eccesso di confidenza nei dati statistici che si adatta male all'attività di ricerca, che genera carichi compilativi spesso tanto pesanti quanto inutili e, soprattutto, che finisce con l'imporre linee di tendenza ai comportamenti che finiscono con il contrastare con la libertà e autonomia di ricerca di ciascun ricercatore, il che, in un momento di ripensamento del futuro, potrebbe rappresentare un errore strategico;

   ad adottare iniziative per ripensare, proprio a seguito del periodo di emergenza per la pandemia e delle problematiche emerse, il sistema dell'accesso aperto alle conoscenze scientifiche e umanistiche, aggiornando la legge esistente in consonanza con le migliori pratiche internazionali ma con occhio esperto attento alle complesse problematiche connesse con i costi;

   ad adottare iniziative per ripensare infine, sempre in visione strategica, al caso molto particolare del sistema pubblico dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, rimasto in uno strano guado a seguito della mancata emanazione di gran parte dei decreti attuativi previsti dalla riforma di ben vent'anni fa (legge n. 508 del 1999), col risultato che quella stessa legge di riforma appare oggi essere del tutto antiquata e fuori contesto internazionale in un'area che invece comprende settori in cui l'Italia vanta un'indiscussa leadership internazionale, che attira studenti stranieri dei più vari continenti in percentuali sconosciute alle altre istituzioni della formazione superiore e che potrebbe rappresentare un vero punto di forza del sistema Paese.
(7-00468) «Di Giorgi, Piccoli Nardelli, Ciampi, Andrea Rossi, Carnevali, Pezzopane, Prestipino, Orfini, De Menech, Cenni».