Legislatura: 18Seduta di annuncio: 648 del 01/03/2022
Primo firmatario: SURIANO SIMONA
Gruppo: MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA
Data firma: 01/03/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma SARLI DORIANA MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA 01/03/2022 EHM YANA CHIARA MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA 01/03/2022 BENEDETTI SILVIA MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA 01/03/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 01/03/2022 Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI) INTERVENTO GOVERNO 01/03/2022 Resoconto DRAGHI MARIO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI) DICHIARAZIONE VOTO 01/03/2022 Resoconto ANGIOLA NUNZIO MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI Resoconto DORI DEVIS MISTO-EUROPA VERDE-VERDI EUROPEI Resoconto EHM YANA CHIARA MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA Resoconto SCHULLIAN MANFRED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-RINASCIMENTO ADC Resoconto ERMELLINO ALESSANDRA MISTO-CENTRO DEMOCRATICO Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE-PSI-FACCIAMOECO Resoconto VIANELLO GIOVANNI MISTO-ALTERNATIVA Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI Resoconto MARIN MARCO CORAGGIO ITALIA Resoconto BOSCHI MARIA ELENA ITALIA VIVA Resoconto MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA Resoconto BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto LETTA ENRICO PARTITO DEMOCRATICO Resoconto FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto TRIZZINO GIORGIO MISTO Resoconto DALL'OSSO MATTEO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/03/2022
NON ACCOLTO IL 01/03/2022
PARERE GOVERNO IL 01/03/2022
DISCUSSIONE IL 01/03/2022
IN PARTE PRECLUSO IL 01/03/2022
VOTATO PER PARTI IL 01/03/2022
RESPINTO IL 01/03/2022
CONCLUSO IL 01/03/2022
La Camera,
premesso che:
lo scorso 24 febbraio la Federazione Russa ha avviato un'operazione militare su larga scala nel territorio dell'Ucraina e delle autoproclamate repubbliche secessioniste di Donetsk e Lugansk. La repentina escalation del conflitto russo-ucraino e l'offensiva russa con esplosioni e incursioni nelle città di Odessa, Kharkiv, Ivano Frankivsk, Kherson, Lutsk, Mariupol, fino alla capitale Kiev, hanno di fatto cambiato l'assetto geopolitico mondiale, in chiara violazione del diritto internazionale compiuto da uno Stato su un altro Stato indipendente e sovrano riconosciuto nei suoi confini;
la storia dell'Ucraina è strettamente correlata alla storia della Russia e nell'epoca moderna viene caratterizzata dalla guerra ucraino-sovietica del 1918. Conflitto concluso con l'annessione dell'Ucraina all'Unione Sovietica. Nel 1991 con la caduta dell'URSS, l'Ucraina venne dichiarata stato indipendente conservando al suo interno forti sacche filorusse di popolazione;
l'operazione di questi giorni risulta come l'ultima di una catena di eventi di un conflitto innescatosi in Ucraina nel 2014, con la cosiddetto Rivoluzione Ucraina in opposizione all'allora presidente Viktor Janukovič. La destituzione dell'ex leader Janukovič e l'elezione del nuovo presidente Petro Poroshenko hanno portato ad una serie di proteste e al controllo da parte di Mosca della Crimea, penisola a maggioranza russa riannessa alla federazione in seguito ad apposito referendum popolare del 16 marzo;
nella primavera del 2014 nel Donbass, area dell'Ucraina orientale a maggioranza russa, sono state proclamate le due repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk che, fino a oggi, sono state teatro di un ininterrotto conflitto armato tra le forze di Kiev e le due entità separatiste, provocando più di 14 mila morti. Il primo luglio 2015 viene raggiunto l'Accordo di Minsk II le cui parti Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck e Repubblica Popolare di Lugansk s'impegnano, oltretutto, ad una decentralizzazione del potere e dunque ad una elargizione di maggiori poteri alle regioni di Donbass e Lugansk, accordi di fatto non rispettati e a cui seguiranno anni di scontri e contrasti all'interno del Paese;
tra la fine di marzo e l'inizio di aprile 2021 l'esercito russo spostava grandi quantità di armi, equipaggiamenti e navi nell'area tra il Mar Caspio e il Mar Nero e in Crimea, precisamente nel centro di Pogonovo, mentre il 15 aprile 2021 annunciava arbitrariamente la chiusura di intere aree nel Mar Nero. Operazione condannata fermamente dal ministro degli esteri ucraino come una «grave violazione del diritto alle libertà di navigazione» Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, New York, 10 dicembre 1982, sezione III, articolo 19;
gli incontri intercorsi tra il governo ucraino, i Paesi membri dell'Unione europea e i Paesi membri della NATO hanno sancito appelli di ferma condanna nei confronti della Russia e l'auspicio ad una risoluzione diplomatica dell'avanzata russa in Ucraina mentre la Russia, in un incontro congiunto con il Presidente Joe Biden lo scorso 7 dicembre rivendicava la pericolosa avanzata NATO ai confini della Russia chiedendo «garanzie giuridiche affidabili» tali, da impedire alla NATO una estensione oltraggiosa verso est;
difatti la crisi ucraina è il risultato di un percorso trentennale, che ha visto una costante espansione dell'Alleanza atlantica della Nato verso l'Europa orientale, fino a mettere di fatto in discussione gli accordi ed equilibri del periodo post-Guerra fredda. Dall'impegno dell'ex segretario di Stato USA, James Baker, che nel 1990 dichiarò «la Nato non si sposterà d'un pollice verso Est», l'adesione di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Albania, Croazia, Montenegro e Macedonia del Nord ha difatti comportato sino ad oggi l'allargamento della Nato da 16 a 30, esacerbando negli anni i già fragili e complessi rapporti di sicurezza tra occidente e oriente;
il conflitto Russia-Ucraina, ha di fatto radici in un assetto di rapporti e interessi che va ben oltre quello dei due Paesi in questione, inserendosi nello storico scontro tra Russia e USA, per le loro mire espansionistiche ed interessi economici. Conflitto reso ancora più aspro in quanto le due grandi potenze sono portatrici ed esportatrici di modelli economici e sociali radicalmente antitetici. Già negli ultimi mesi, il delinearsi di schieramenti sempre più evidenti e contrapposti, non faceva presagire una svolta pacifica del suddetto quadro geopolitico. Sul fronte filorusso si sono registrati diversi eventi significativi come la concessione della Bielorussia alla Russia di parte del proprio territorio di confine per l'attraversamento della frontiera ucraina, nonché l'incursione di nove caccia militari cinesi, in appoggio alla Russia, nella zona di identificazione aerea di Taiwan; sul fronte occidentale, invece, la continua militarizzazione dei Paesi di confine con la Russia, annessi negli ultimi decenni all'Unione Europea e alla NATO e la minaccia di sanzioni da parte dell'Unione Europea, che si sono storicamente dimostrate un inefficace strumento di pressione politica, con gravi ricadute sulla popolazione civile e sul nostro tessuto produttivo e fabbisogno energetico;
le conseguenze socio-economiche di una guerra si riversano sempre soprattutto sulla popolazione civile, sia essa la parte lesa che subisce il conflitto o quella che lo determina, perché i conflitti armati non fanno mai sconti a nessuno e il risultato è sempre lo stesso: sofferenza, perdite di vite umane, violenze psicologiche, paura, devastazione, violazione di diritti e il forte aumento dei flussi migratori della popolazione in fuga;
il nostro Paese, membro della NATO dal 1949, ha relazioni storiche sia con l'Ucraina che con la Russia. Quanto alla prima, nella sfera economica, dopo il 2015 l'Italia è diventata il partner numero uno in Europa per gli esportatori ucraini. A conferma di ciò, dal 1° gennaio 2016, data di inizio dell'area di libero scambio tra l'Ucraina e l'Unione Europea, l'export italiano verso l'Ucraina è cresciuto del 40 per cento. Con la Russia, invece, come evidenziato lo scorso 26 gennaio 2022 nel corso di un incontro tra la delegazione russa e un gruppo di imprenditori italiani, il nostro Paese ha legami economici principalmente collegati alla fornitura di gas russo, che rappresenta il 46 per cento dei consumi italiani, intensi rapporti di import-export, nonché importanti e storici rapporti bilaterali di amicizia e collaborazione nel settore economico, diplomatico e culturale, con oltre 500 imprese presenti nel Paese e rapporti bilaterali particolarmente intensi nel settore energetico, aerospaziale, automobilistico, agroalimentare, costruzioni, settore bancario ed assicurativa e investimenti diretti esteri (IDE);
attraverso il cosiddetto «decreto Ucraina», l'Italia ha autorizzato il potenziamento di personale militare e dispositivi per la sorveglianza dello spazio aereo e navale sul fronte orientale della Nato e, a seguito della repentina escalation ha autorizzato altresì la presenza di 250 uomini in Lettonia, 130 soldati e 14 velivoli in Romania e 235 marinai, 2 navi e un aereo per il pattugliamento del Mar Nero. Infine verranno impiegate le cosiddette «forze ad alta prontezza»: 1.350 soldati, 77 mezzi terrestri, 2 navali e 5 aerei, cedendo altresì materiale militare non letale. Vengono stanziati inoltre fondi per gli aiuti umanitari in Ucraina, si procede al rafforzamento nel periodo del conflitto dell'Unità di Crisi del Ministero degli Esteri per la tutela dei connazionali all'estero e la Protezione Civile, che avrà la facoltà di intervenire anche in Ucraina in caso di emergenze umanitarie;
il nostro Paese, secondo l'articolo 11 della nostra Costituzione, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo»;
ai fini della risoluzione del conflitto, l'invio di ulteriori assetti, armi e contingenti non farebbe che alimentare la spirale pericolosa della guerra, mentre sarebbe altamente opportuno utilizzare tutti gli strumenti della diplomazia e favorire il dialogo tra tutte le parti;
per concedere l'avvio e il coinvolgimento eventuale nelle operazioni NATO in Ucraina o per l'invio di personale militare nella stessa è necessario il voto del Parlamento, con tutte le dovute valutazioni sul rischio associato ai sistemi d'arma nucleare e all'aumento delle spese militari in un contesto di bilancio economico non già favorevole vista l'emergenza sanitaria che stiamo ancora fronteggiando e che ha portato ricadute economiche negative, primo fra tutti il calo del potere d'acquisto;
al termine della guerra fredda e con la caduta del muro di Berlino, la NATO ha progressivamente perso la propria caratteristica di «Alleanza Difensiva», fino a mutare i propri principi generali in seguito agli eventi dell'11 settembre 2001, divenendo di fatto una vera e propria organizzazione militare tra i paesi membri, che storicamente si è dimostrata, più spesso, fattore di guerra e non di pace;
la Commissaria europea agli affari interni ha recentemente comunicato che nel Consiglio dei Ministri dell'interno vi è appena stata un'ampia condivisione da parte di tutti gli Stati circa l'attivazione in favore degli ucraini in fuga, della direttiva 2001/55/CE sulla protezione temporanea in caso di sfollati. Questa Direttiva è attuata in Italia con decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85, in base al quale il Presidente del Consiglio dei Ministri con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ne disciplina le modalità attuative. Tuttavia, nel nostro ordinamento già esiste un permesso di soggiorno per protezione speciale di cui all'articolo 19 comma 1.1 TUI, recentemente novellato dal decreto-legge n. 130 del 2020 che ha reintrodotto il riferimento agli obblighi costituzionali dell'Italia di cui all'articolo 5 comma 6 TUI, tipologia di permesso rinnovabile e convertibile per motivi di studio, lavoro, famiglia e formazione professionale. Il ricorso alla suddetta protezione speciale semplificherebbe anche il riconoscimento di tutele a cittadini ucraini già presenti in Italia in condizioni di soggiorno irregolare o precario e che non possono fare rientro nel Paese d'origine,
impegna il Governo:
1) a rafforzare ogni azione diplomatica volta alla risoluzione del conflitto in atto, promuovendo il dialogo tra Stati;
2) a non partecipare ad alcun intervento militare italiano, a non inviare armamenti letali, a ritirare gli assetti militari dispiegati e a farsi promotore dei valori di pace e dialogo in seno all'Unione europea, esortando gli stati membri all'invio solo di aiuti umanitari, escludendo armamenti e materiale bellico;
3) a farsi promotore in sede internazionale di una politica di disarmo, promuovendo un nuovo progetto di sicurezza europea e internazionale fondato sulla cooperazione tra stati, non ispirata al militarismo;
4) ad estendere ad un anno il visto per i cittadini ucraini regolarmente presenti sul territorio italiano titolari di Visto a qualunque titolo rilasciato;
5) ad utilizzare lo strumento della protezione speciale di cui all'articolo 19 comma 1.1 del Testo Unico Immigrazione per il riconoscimento in capo ai cittadini ucraini e ai migranti in fuga, della citata protezione speciale, convertibile per motivi di lavoro, famiglia, studio e/o formazione professionale; altresì per consentire il riesame delle domande di protezione internazionale avanzate dagli stessi, già presenti sul territorio;
6) a promuovere la neutralità dell'Ucraina in sede internazionale quale via pacifica di risoluzione del conflitto;
7) a creare dei corridoi umanitari per la popolazione migrante in fuga dal paese, dando priorità a soggetti vulnerabili, quali malati oncologici e pediatrici, donne, bambini e anziani;
8) a farsi promotore in seno all'Unione europea dei valori di pace e di non conflitto così come ribaditi dalla nostra Costituzione e promuovere disarmo e diplomazia quale unica via internazionale di risoluzione dei conflitti;
9) ad attivarsi in tutte le sedi opportune al fine di promuovere e ospitare a Roma una Conferenza di pace e per il disarmo che coinvolga tutte le parti in conflitto;
10) a coinvolgere maggiormente in tutte le fasi di discussione e approvazione delle scelte di Governo le forze politiche di maggioranza e opposizione al fine di instaurare uno spirito di piena collaborazione per tutelare maggiormente la posizione storicamente pacifista del nostro Paese.
(6-00208) «Suriano, Sarli, Ehm, Benedetti».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):risoluzione
NATO
instaurazione della pace