ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00203

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 615 del 15/12/2021
Abbinamenti
Atto 6/00200 abbinato in data 15/12/2021
Atto 6/00201 abbinato in data 15/12/2021
Atto 6/00202 abbinato in data 15/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 15/12/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
ALBANO LUCIA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
DE TOMA MASSIMILIANO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
RUSSO GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
VINCI GIANLUCA FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 15/12/2021


Stato iter:
15/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 15/12/2021
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
INTERVENTO GOVERNO 15/12/2021
Resoconto DRAGHI MARIO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 15/12/2021
Resoconto ANGIOLA NUNZIO MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Resoconto GEBHARD RENATE MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-RINASCIMENTO ADC
Resoconto MURONI ROSSELLA MISTO-MAIE-PSI-FACCIAMOECO
Resoconto FORCINITI FRANCESCO MISTO-ALTERNATIVA
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI
Resoconto PETTARIN GUIDO GERMANO CORAGGIO ITALIA
Resoconto COLANINNO MATTEO ITALIA VIVA
Resoconto FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto IANARO ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SGARBI VITTORIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-RINASCIMENTO ADC
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/12/2021

NON ACCOLTO IL 15/12/2021

PARERE GOVERNO IL 15/12/2021

DISCUSSIONE IL 15/12/2021

RESPINTO IL 15/12/2021

CONCLUSO IL 15/12/2021

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00203
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo di
Mercoledì 15 dicembre 2021, seduta n. 615

   La Camera,

   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre 2021,

   premesso che:

    nella sua prossima riunione, come già nelle precedenti, come primo punto all'ordine del giorno il Consiglio europeo «esaminerà l'attuale situazione epidemiologica nel contesto della pandemia di COVID-19 e della comparsa di una nuova variante»;

    anche se la campagna di vaccinazione in corso in tutti gli Stati europei sta producendo gli effetti sperati, abbattendo in modo significativo i contagi e i ricoveri ospedalieri, la situazione resta ancora grave e rimane fondamentale rafforzare la preparazione e la cooperazione tra gli Stati membri, accelerando gli sforzi di vaccinazione e promuovendo la solidarietà europea;

    in tale quadro, la situazione appare allo stato aggravata dalla comparsa della variante del virus SARS-CoV-2 denominata «omicron», individuata per la prima volta l'11 novembre 2021 in Botswana e il 14 novembre 2021 in Sud Africa e classificata in data 26 novembre 2021 come nuova variante preoccupante variants of concern – VOC dall'Organizzazione mondiale della sanità;

    in un'intervista al quotidiano spagnolo El Pais la responsabile tecnica per la pandemia di Covid dell'Oms ha ipotizzato «uno tsunami di contagi nel mondo» a causa della variante omicron e di quella denominata Delta, esortando i Governi ad agire con tempestività;

    la variante omicron, che, tuttavia, non è l'unica variante del virus sars-Cov-2 ad aver suscitato preoccupazione nella comunità scientifica e l'avvicinarsi del periodo delle feste natalizie impongono particolare attenzione nella gestione della pandemia da parte delle autorità, che deve però avvenire nel pieno rispetto delle libertà individuali dei cittadini e con un particolare impegno a tutela delle imprese e del mondo del lavoro, già troppo duramente provati dalla fase emergenziale;

    nell'ambito della precedente riunione del Consiglio europeo, il 21 e 22 ottobre 2021, i leader dell'Unione, pur rilevando che le campagne di vaccinazione in tutta Europa hanno fatto segnare notevoli progressi, hanno invitato a intensificare gli sforzi volti a superare l'esitazione vaccinale, anche contrastando la disinformazione;

    in particolare, in tale occasione sono state segnalate, tra le altre, la necessità di proseguire il coordinamento per la libera circolazione all'interno dell'Unione europea e i viaggi verso di essa, incoraggiando la Commissione ad accelerare i lavori riguardanti il riconoscimento reciproco dei certificati con i Paesi terzi, e quella di rimuovere rapidamente gli ostacoli che impediscono la diffusione a livello mondiale dei vaccini affinché gli Stati membri dell'Unione europea, possano accelerare la fornitura di dosi donate ai Paesi che ne hanno maggiormente bisogno;

    il secondo punto all'ordine del giorno riguarda la capacità di risposta dell'Unione alle crisi che la investono, con particolare riferimento alle politiche economiche; e il Consiglio dovrà approvare le conclusioni del Consiglio affari generali del 23 novembre 2021, che hanno evidenziato il ruolo svolto dai fondi di coesione, volti a ridurre le disparità in termini di sviluppo regionale nell'Unione europea e negli Stati membri, sulla base dell'assunto che «sarà possibile rendere più forte e più resiliente l'Unione europea nel suo insieme solo se nessuna regione sarà lasciata indietro»;

    nelle Conclusioni è stato sottolineato come la pandemia abbia evidenziato la necessità di collaborare per rafforzare la resilienza del mercato unico alle perturbazioni, anche per quanto riguarda le principali catene di approvvigionamento e i principali settori economici dell'Unione europea quali i prodotti farmaceutici, i dispositivi medici e i semiconduttori, tenendo conto anche della situazione delle comunità transfrontaliere e delle regioni vitali di transito;

    il dilagare del COVID-19 ha contribuito a far vacillare alcune delle granitiche certezze all'interno dell'Unione europea: da un lato la questione legata al debito pubblico e dall'altro gli stringenti vincoli del Patto di stabilità e crescita;

    il 23 marzo 2020, infatti, l'Unione europea ha optato per la sospensione del Patto di stabilità e crescita, attualmente prorogata ufficiosamente sino al 2022, e, in particolare, si è deciso di congelare la procedura di infrazione per il superamento della soglia percentuale del rapporto deficit/Pil nella valutazione di conformità alle disposizioni dettate dal Patto, con il fine di garantire agli Stati membri spazi di manovra per politiche fiscali espansive e, pertanto, fronteggiare anti-ciclicamente lo shock simmetrico causato dalla pandemia;

    la sospensione del Patto è stata resa possibile dall'attivazione, per la prima volta, della clausola di salvaguardia generale (general escape clause) inserita nel PSC;

    in questo contesto, si è recentemente riacceso il dibattito sulla modifica del Patto, prospettata già prima dell'emergenza sanitaria, che da mesi impegna le cancellerie europee in un dialogo finalizzato a mettere a punto specifici accorgimenti che possano permettere di superare le criticità emerse nitidamente nell'ultimo decennio;

    l'esame dei livelli di debito raggiunti all'interno dell'Unione, sensibilmente cresciuti (in media del 15 per cento, superando in molti casi il 100 per cento del Pil) anche in seguito al ricorso da parte degli Stati all'indebitamento verificatosi durante la pandemia, ha permesso di constatare quanto le regole attuali del Patto, in particolare il vincolo del 3 per cento nel rapporto deficit/PIL, non sembrino consone a gestire la situazione corrente, considerato che, come rilevato da autorevoli osservatori, una volta riattivato il Patto lo stock di debito accumulatosi comporterebbe, in alcuni Stati, la necessità di adottare misure di austerità, controproducenti nelle fasi di bassa crescita, anche in presenza di debiti pubblici elevati;

    terzo punto all'ordine del giorno del Consiglio sarà quello relativo ai prezzi dell'energia. Negli ultimi mesi, in particolare nelle ultime settimane, infatti, un aumento esorbitante del prezzo dell'energia ha interessato tutti gli Stati membri, in conseguenza a un aumento dei prezzi a livello globale, causando gravi pregiudizi alle imprese e alle famiglie, in specie quelle maggiormente vulnerabili;

    gli effetti immediati, riscontrabili nell'impennata delle bollette energetiche, hanno avuto risvolti diversificati tra gli Stati membri, con conseguenze meno gravi in quegli Stati che hanno potuto disporre di una percentuale maggiore di produzione propria e conseguenze più impattanti invece per gli altri;

    in tale situazione, l'Italia paga un prezzo salatissimo, non solo nell'immediato ma anche e soprattutto in prospettiva, dovendo il nostro sistema fare ricorso ad approvvigionamenti esteri per una percentuale molto elevata;

    dall'inizio della pandemia a oggi il prezzo del petrolio è aumentato del 200 per cento, mentre quello del gas naturale, nell'arco di un solo trimestre (da aprile a giugno 2021), è aumentato del 30 per cento, e per entrambi non si stimano ribassi nell'immediato;

    in Italia, tra le cause principali che hanno determinato l'impennata del prezzo dell'energia, si annoverano certamente la cronica carenza di materie prime e alcune scelte poco lungimiranti in materia degli ultimi Governi; a queste, si sommano elementi che coinvolgono, in maniera diversa, tutti gli Stati membri, come la transizione green (costi dei permessi per la produzione di anidride carbonica, aumenti previsti dal Sistema per lo scambio delle quote di emissione (ETS UE), rilascio di permessi e quote ed altro) e il complesso delle relazioni internazionali instaurate dall'Unione europea con i Paesi terzi esportatori di materie prime per la produzione di energia;

    il tenace perseguimento delle istituzioni comunitarie di una politica green che sta avendo un effetto determinante sull'aumento delle bollette energetiche, rischia di risolversi in un aggravio inutile se poi le politiche d'importazione senza dazio agevolano Stati come la Cina, responsabile da sola di oltre il 22 per cento delle emissioni globali di CO2, a fronte del 6,4 per cento imputabile agli Stati membri dell'Unione europea;

    a tali fattori, già di per sé non marginali, si aggiungono prepotentemente anche le tensioni su diversi scenari internazionali, tra cui particolarmente suscettibili di conseguenze quelle innescatesi tra Russia e Ucraina, stante la presenza di imponenti riserve di gas naturale che giunge in Europa per la produzione di energia elettrica; del pari, non sono trascurabili le minacce di interrompere il flusso del gasdotto Yamal (che porta il gas dalla Russia in Europa) che il Presidente bielorusso Lukashenko ha rivolto all'Unione europea in risposta alla possibilità di un'estensione delle sanzioni contro il suo regime;

    negli ultimi giorni si è fatta sempre più insistente la voce che la crisi energetica si possa spingere addirittura fino a provocare uno o più blackout elettrici in Europa, tanto che in Spagna o Austria le autorità locali o nazionali stanno preallertando la popolazione;

    nell'ambito delle iniziative in materia di politiche di sicurezza e difesa comune dell'Unione europea sono stati avviati i lavori per la definizione di una «Bussola strategica» dell'Unione europea, che dovrebbe promuovere una cultura strategica condivisa, definendo gli obiettivi prioritari per i prossimi 5-10 anni in settori quali la gestione delle crisi, la resilienza, lo sviluppo di capacità e i partenariati;

    il progetto di bussola strategica si dispiega su 4 assi principali: azione, sicurezza, investimenti, partner; nell'ambito di questi, la Commissione europea e gli Stati membri sono chiamati a individuare le azioni prioritarie che concorreranno, nei prossimi mesi, alla definizione ultima della «Bussola strategica» dell'Unione europea;

    nell'ambito di una necessaria e improcrastinabile edificazione di una difesa comune europea, il Rapporto di complementarietà con la Nato assume un'importanza strategica, anche in considerazione delle nuove minacce e delle future sfide da affrontare, come la cybersicurezza, lo spazio, le migrazioni;

    nel settore degli investimenti, anche in virtù del rapporto di complementarietà con la Nato e vista l'appartenenza a questa di 21 dei 27 Stati membri, sembra utile sottolineare come, nell'ambito delle Nato guidelines assunte nel 2014 in Galles, sia stata identificata nel 2 per cento del Pil la quota da destinare alle spese per la difesa (l'Italia si attesta intorno all'1,22 per cento;

    tutti i 4 filoni di lavoro individuati nelle prospettive di sviluppo della «Bussola strategica» vanno inevitabilmente a intersecarsi con gli aspetti esterni della migrazione, viste la complessità e la crescente rilevanza dei flussi migratori che interessano le frontiere esterne dell'Unione europea anche alla luce dei mutevoli assetti geopolitici in diverse aree del mondo;

    in tal senso, la gestione dei flussi migratori, soprattutto via mare, rimane ancora una questione sospesa, come dimostrano anche i numeri forniti dall'Unhcr che, da inizio 2021 e fino al 28 novembre, scrive di migranti giunti via mare in Unione europea nel numero di 104.400, di cui ben 62.500 in Italia; a questi si devono aggiungere i numerosi ingressi illegali dalla rotta balcanica e le nuove e crescenti pressioni di migranti alle frontiere orientali dell'Unione europea;

    la richiesta di maggiore sicurezza avanzata dalla Commissione europea, in specie per quel che riguarda il controllo delle frontiere esterne, non può essere lasciata cadere nel vuoto, così come le richieste avanzate da singoli Stati membri anche di supporto finanziario per l'implementazione delle difese fisiche ai confini, anche considerando le gravi crisi politiche e umanitarie in Bielorussia, in Afghanistan, nel Medioriente in generale;

    nell'ambito del Consiglio europeo del 22 ottobre 2021, nel confermare la particolare gravità della situazione generata dagli imponenti flussi migratori, è stato rivolto un invito alla Commissione «a proporre qualsiasi cambiamento necessario alla legislazione dell'Unione europea e misure concrete sostenute da adeguato supporto finanziario per assicurare una risposta immediata e appropriata, in linea con il diritto dell'Unione europea e gli obblighi internazionali, inclusi i diritti fondamentali», anche in relazione alla richiesta di maggiore sicurezza e di controllo delle frontiere avanzate da numerosi Stati membri;

    in tema di sicurezza, in evidente correlazione con il controllo delle frontiere e con il problema irrisolto dell'immigrazione, va posto all'attenzione il pericoloso fenomeno dei foreign fighters, sul quale sembrano essere ancora poco incisive le iniziative dell'Unione europea volte al monitoraggio e al contrasto dei soggetti attratti dalla radicalizzazione religiosa, in assenza di efficaci azioni volte a disinnescare un fenomeno che potrebbe costituire una grave minaccia per la sicurezza dei singoli Stati membri e dell'Unione tutta;

    ulteriore tema che lega sicurezza e migrazione è quello del fondamentalismo islamico, anche alla luce degli ultimi accadimenti in Francia che hanno portato alla chiusura di alcune moschee e centri di culto per l'indottrinamento radicale che in esse era proposto;

    l'ultimo punto all'ordine del giorno riguarda le relazioni esterne dell'Unione, con specifico riferimento alla situazione alla frontiera dell'Unione europea con la Bielorussia, all'incremento delle forze militari russe al confine con l'Ucraina e ai lavori preparatori in atto in vista del vertice UE-Unione africana del mese febbraio 2022;

    sono ormai diversi mesi che al confine tra l'Unione e la Bielorussia stazionano alcune migliaia di migranti con la speranza di poter entrare in territorio europeo, una crisi migratoria e umanitaria rispetto alla quale l'atteggiamento del Presidente Lukashenko ha spinto, l'Unione europea a trovare un accordo per imporre sanzioni alla Bielorussia, culminato nell'adozione, il 2 dicembre 2021, di un ulteriore pacchetto di sanzioni in risposta «alle continue violazioni dei diritti umani e alla strumentalizzazione dei migranti»;

    inoltre, il 1° dicembre 2021 la Commissione europea ha presentato una proposta di decisione del Consiglio dell'Unione europea relativa a misure temporanee (per un periodo di 6 mesi) in materia di asilo e rimpatrio per aiutare la Lettonia, la Lituania e la Polonia ad affrontare la situazione di emergenza alle frontiere esterne dell'Unione europea con la Bielorussia;

    l'ultimo «Rapporto su migrazione e asilo» ha stigmatizzato gli «attraversamenti illegali di frontiera organizzati e sostenuti dallo Stato bielorusso verso Lituania e Polonia» affermando che voli e viaggi interni sarebbero organizzati da Minsk per facilitare il transito dei migranti dal confine nordorientale dell'Unione ai Paesi limitrofi, nei quali gli ingressi irregolari sarebbero 50 volte superiori rispetto a quelli dell'anno precedente, e ha spinto la Commissione a cambiare strategia e punire gli Stati che favoriscono l'immigrazione clandestina con il blocco degli accordi commerciali e la sospensione di finanziamenti e aiuti;

    secondo rapporti d'intelligence americana, recentemente condivisi con i Paesi della Nato, la Russia avrebbe in corso preparativi volti a mobilitare ingenti contingenti militari, pari a 100 gruppi tattici di battaglione per un totale di circa 175.000 militari sostenuti da 100.000 riservisti, in posizioni strategiche lungo il confine ucraino, in vista di una possibile azione militare ai primi del 2022, circostanza tuttavia smentita dalla Russia;

    lo stanziamento di forze militari russe lungo il confine sta comunque generando forte preoccupazione nell'Unione e in tutto il mondo circa i possibili sviluppi della situazione;

    rispetto ai suoi rapporti con l'Africa e con l'Unione africana occorre che l'Unione europea prenda atto del fallimento delle proprie politiche di cooperazione allo sviluppo, che stanno lasciando gli Stati africani in mano al predominio della Cina, proprietario del loro debito e che perciò sfrutta le risorse minerarie e di materie prime del territorio, comprese le cosiddette terre rare, indispensabili allo sviluppo tecnologico dell'Occidente;

    occorre instaurare un nuovo rapporto di collaborazione con l'Africa che abbia tra i suoi punti principali anche quello del contrasto alle rotte dell'immigrazione clandestina e ai trafficanti di uomini;

    ha destato scalpore nelle scorse settimane la predisposizione in ambito europeo di un documento contenente le linee guida sulla comunicazione nel quale si chiedeva di non utilizzare la parola «Natale», poi provvisoriamente ritirato a fronte delle proteste che aveva suscitato;

    la recente sentenza pronunciata dal Consiglio di Stato in merito alla controversa questione delle concessioni demaniali marittime, che il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, ha ricondotto nel campo di applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein, che impone l'obbligo agli Stati membri di mettere a gara a livello europeo, al momento della loro scadenza, tra le altre, proprio queste concessioni;

    con la sentenza il Consiglio di Stato ha stabilito che la disciplina nazionale che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, inclusa la moratoria pandemica disposta dal decreto rilancio, collide con l'articolo 49 del TFUE e con l'articolo 12 della direttiva 2006/123/CE, e che, di conseguenza, tali norme non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione, fissando al 1° gennaio 2024 il termine per l'indizione delle gare;

    il turismo balneare italiano rappresenta un unicum nel panorama europeo e mondiale, soprattutto grazie agli investimenti sostenuti negli anni dai concessionari, e la decisione del Consiglio di Stato non ha tenuto in considerazione le ragioni che vorrebbero tali concessioni non rientranti nel campo di applicazione della direttiva Bolkestein, e rispetto alle quali altre nazioni europee, come la Spagna e il Portogallo, hanno disposto proroghe lunghissime senza incorrere in alcuna sanzione da parte della Commissione europea,

impegna il Governo:

   1) in tema di lotta alla pandemia da COVID-19:

    a) ad adoperarsi affinché, in ambito europeo, siano adottate misure uniformi e protocolli comuni tra gli Stati membri per la gestione delle pandemie e azioni uniformi sull'acquisizione dei vaccini, sulla validazione e sulla distribuzione degli stessi, sulle strutture di vaccino-vigilanza con standard omogenei di rilevazione, registrazione e comunicazione degli eventi avversi;

    b) a sostenere la necessità di garantire l'uniformità sulle azioni di tracciamento e sequenziamento delle varianti;

    c) ad adoperarsi per la distribuzione dei vaccini agli Stati meno abbienti al fine di intensificare il contrasto al virus Sars-Cov-2 su scala mondiale e scongiurare la diffusione di ulteriori varianti;

   2) con riferimento alla politica economica e commerciale dell'Unione europea e della gestione delle crisi:

    a) ad attivarsi in sede europea per il superamento definitivo di politiche di austerità che nei prossimi anni rappresenterebbero un freno alla ripartenza e a spingere verso politiche di sostegno dei settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi al fine di salvaguardare i livelli occupazionali;

    b) in questo ambito ad adottare iniziative per riformare le regole del Patto di stabilità e crescita, che, applicate alle mutate condizioni socio economiche post pandemia rischiano di determinare effetti molto negativi sulle economie nazionali degli Stati maggiormente colpiti, tra cui l'Italia;

    c) ad adottare urgenti iniziative nelle competenti sedi europee al fine di elaborare una soluzione all'annosa questione delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, salvaguardando centinaia di imprese e posti di lavoro e tutelando uno degli aspetti caratteristici della nostra economia;

   3) con riferimento ai recenti sviluppi in materia di prezzi dell'energia:

    a) a sostenere il principio della neutralità tecnologica, ovvero la possibilità di un mix autentico tra diverse fonti energetiche, che ha sempre consentito al sistema di reagire con flessibilità alle emergenze;

    b) a implementare lo sviluppo di una apposita filiera industriale europea che riduca la dipendenza tecnologica dall'estero;

    c) a supportare l'autonomia dell'Europa nella produzione di fonti energetiche rinnovabili garantendo, al contempo, la competitività del sistema produttivo nell'economia globale;

    d) a perseguire idonee politiche, anche e soprattutto a livello europeo, volte ad evitare che la transizione green rechi effetti eccessivamente distorsivi del mercato energetico e, di conseguenza, vada a penalizzare aziende e famiglie;

   4) con riferimento agli orientamenti in tema di difesa, sicurezza e migrazioni:

    a) a sollecitare, nei prossimi incontri per la definizione ultima della Bussola strategica dell'Unione europea, l'inserimento della quota del 2 per cento del Pil di spese per la difesa come obiettivo per tutti gli Stati membri, al fine di coordinare al meglio le politiche per la difesa comune, anche al cospetto delle nuove dinamiche internazionali che si stanno rapidamente delineando;

    b) a sostenere la richiesta degli Stati membri di maggiori fondi comunitari per l'edificazione di difese ai confini esterni dell'Unione europea, anche al fine di dar seguito alle richieste di maggiore sicurezza presenti nel Patto sulla migrazione e l'asilo;

    c) a coinvolgere l'intera Unione europea nell'interdizione delle partenze dei migranti dalle coste africane, in collaborazione con le autorità degli Stati della sponda sud del Mediterraneo, anche al fine di creare degli hot spot nel territorio degli stessi per identificare i migranti e individuare prima della partenza coloro che, a vario titolo, possano aver diritto a una qualunque forma di protezione internazionale;

    d) a sostenere la predisposizione di un presidio navale al largo delle coste africane, finanziato dal bilancio comunitario, coadiuvato da un sistema di pattugliamento aereo dedicato all'intercettazione degli allontanamenti illegali, il cui obiettivo sia quello di contrastare le partenze di migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale, in stretta collaborazione con le autorità dei paesi terzi interessati;

    e) a contrastare la diffusione del radicalismo islamico all'interno dell'Unione europea, promuovendo un modello di reato di integralismo islamico riconosciuto da tutti gli Stati membri e, in stretta continuità, a promuovere iniziative volte a prevenire il rientro dei foreign fighters;

   5) con riferimento alle Relazioni esterne dell'Unione:

    a) ad attivarsi in sede europea per scongiurare la strumentalizzazione politica dei migranti ai confini della Bielorussia;

    b) a sostenere ogni sforzo dell'Unione finalizzato a una de-escalation dello scontro in atto tra il Governo russo e l'Ucraina e l'Unione stessa, nel tentativo di definire una pace secolare con la Russia, anche al fine di sottrarla dall'abbraccio cinese, che scongiuri i timori russi di influenze esterne ma che nel contempo garantisca la indipendenza e la sovranità dei paesi confinanti, a partire dall'Ucraina;

    c) a promuovere un nuovo rapporto di collaborazione con l'Africa, che sostenga lo sviluppo di quei territori attraverso un marcato sviluppo infrastrutturale, al fine di sottrarre il continente africano dalla trappola del debito cinese e conquistarlo alle ragioni delle democrazie occidentali, coniugando lo sviluppo del continente con un protagonismo europeo che agevoli l'autonomia strategica europea dalla Cina;

    d) ad attivarsi, altresì, in sede europea per la definizione di un quadro normativo condiviso soprattutto dalle potenze extraeuropee per una produzione virtuosa e rispettosa dell'ambiente, anche attraverso misure che disincentivino l'acquisto e l'utilizzo di materiale inquinante applicando tasse o dazi in entrata all'interno dei confini europei, promuovendo l'introduzione di dazi su prodotti esteri che non rispecchiano gli standard, salariali, di sicurezza sul lavoro e di tutela ambientale vigenti in ambito europeo, per evitare un pericoloso dumping sociale e contrastare fenomeni di concorrenza sleale, cosiddetti dazi di civiltà;

    e) a ribadire nelle competenti sedi europee l'importanza delle radici cristiane dell'Europa e dei rispetto delle tradizioni ad esse legate.
(6-00203) «Lollobrigida, Meloni, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

frontiera esterna dell'Unione europea

paese membro

politica comune di difesa