ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00192

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 529 del 23/06/2021
Abbinamenti
Atto 6/00191 abbinato in data 23/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 23/06/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
ALBANO LUCIA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
DE TOMA MASSIMILIANO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
VINCI GIANLUCA FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 23/06/2021


Stato iter:
23/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 23/06/2021
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
INTERVENTO GOVERNO 23/06/2021
Resoconto DRAGHI MARIO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 23/06/2021
Resoconto ANGIOLA NUNZIO MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE-PSI
Resoconto GEBHARD RENATE MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto FIORAMONTI LORENZO MISTO-FACCIAMO ECO-FEDERAZIONE DEI VERDI
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-RINASCIMENTO ADC
Resoconto ERMELLINO ALESSANDRA MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto CABRAS PINO MISTO-L'ALTERNATIVA C'È
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto MUGNAI STEFANO CORAGGIO ITALIA
Resoconto MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA
Resoconto LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SGARBI VITTORIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-RINASCIMENTO ADC
Resoconto FRATOIANNI NICOLA LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 23/06/2021

NON ACCOLTO IL 23/06/2021

PARERE GOVERNO IL 23/06/2021

DISCUSSIONE IL 23/06/2021

VOTATO PER PARTI IL 23/06/2021

RESPINTO IL 23/06/2021

CONCLUSO IL 23/06/2021

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00192
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo di
Mercoledì 23 giugno 2021, seduta n. 529

   La Camera,
   in occasione della riunione del Consiglio europeo che avrà luogo a Bruxelles il 24 e 25 giugno 2021 udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio,
   premesso che:
    il primo punto dell'ordine del giorno concerne la situazione epidemiologica e vaccinale e gli sforzi di coordinamento in risposta alla pandemia di COVID-19, affrontando gli eventuali ostacoli rimanenti in relazione al diritto alla libera circolazione in tutta l'Unione europea;
    le campagne di vaccinazione in corso presso tutti gli Stati europei stanno producendo gli effetti sperati, abbattendo in modo significativo i contagi ma la situazione resta ancora grave – soprattutto a causa delle nuove varianti che stanno dilagando in Gran Bretagna e Portogallo – ed è fondamentale rafforzare la preparazione e la cooperazione tra gli Stati membri, accelerare gli sforzi di vaccinazione e promuovere la solidarietà europea;
    con il miglioramento della situazione sanitaria generale, tutti gli Stati membri hanno iniziato a revocare alcune delle misure applicate a livello nazionale o regionale, tra le quali rientrano l'eliminazione graduale dei controlli alle frontiere e il pieno ripristino della libera circolazione delle persone che era stata limitata a causa della pandemia;
    è stato introdotto, dal 1o luglio 2021, il certificato COVID digitale UE con l'obiettivo di agevolare la libera circolazione delle persone in condizioni di sicurezza durante la pandemia di COVID-19 e rilanciare il settore del turismo;
    tale certificato potrà, infatti, essere una efficace risposta alla necessità invocata di poter riprendere a viaggiare senza necessità di sottoporsi a quarantene e di salvare i flussi turistici previsti per l'estate a patto che sia realmente garantita la possibilità di vaccinarsi a chiunque ne faccia richiesta e non sia comunque discriminatorio;
    in occasione del Consiglio europeo straordinario degli scorsi 24 e 25 maggio, i leader dell'Unione hanno ribadito la necessità di una risposta al COVID-19 su scala mondiale e che l'Unione, essendo il maggiore esportatore nel mondo di vaccini anti COVID-19, continuerà ad adoperarsi per aumentare le capacità mondiali di produzione al fine di soddisfare il fabbisogno globale;
    in quella occasione il Consiglio europeo ha chiesto che fossero intensificati i lavori per garantire un accesso equo ai vaccini anti COVID-19, e ha ribadito la determinazione dell'Unione europea e dei suoi Stati membri ad accelerare la condivisione dei vaccini per sostenere i paesi bisognosi, con l'obiettivo di donare almeno cento milioni di dosi entro la fine dell'anno, e a contribuire allo sviluppo delle capacità produttive locali in linea con la dichiarazione di Roma del vertice mondiale sulla salute;
    al secondo punto dell'ordine del giorno i Capi di Stato europei esamineranno lo stato di avanzamento dell'attuazione di Next Generation EU;
    tra aprile e maggio la maggior parte dei Governi nazionali ha presentato i propri piani per gli investimenti e le riforme, con tappe e obiettivi chiari per accedere ai finanziamenti per la ripresa;
    dopo la ratifica della decisione sulle risorse proprie da parte di tutti gli Stati membri, l'Unione europea può iniziare a mettere a disposizione finanziamenti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza; gli Stati membri riceveranno un prefinanziamento pari al 13 per cento dell'importo totale stanziato per rilanciare la ripresa;
    è di ieri la notizia dell'approvazione da parte della Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, grazie alla quale sarà autorizzata la percentuale di prefinanziamento all'Italia, pari a circa 25 miliardi di euro;
    stando alle dichiarazioni riportate, la Commissione europea avrebbe ritenuto che il PNRR italiano «rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale, contribuisce in maniera efficace ad affrontare le sfide identificate dalle raccomandazioni, e rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, e la resilienza economica, sociale ed istituzionale»;
    nella sua valutazione, in particolare, la Commissione ha assegnato una «A» alle misure ma una «B» all'aspetto dei costi, perché l'Italia come altri Paesi non è riuscita a rispettare le rigide indicazioni sulla definizione dei costi delle misure, e quindi le stime si sono perlopiù basate su costi di misure simili, con un risultato di eccessiva approssimazione;
    nell'ambito della sua predisposizione il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è mai stato compiutamente esaminato dal Parlamento, il quale ha dovuto approfondire e votare la bozza presentata dal precedente Governo e modificata prima della sua presentazione ufficiale all'Europa da parte del Governo attualmente in carica;
    in sede di approvazione parlamentare della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza, lo scorso 31 marzo, il Gruppo di Fratelli d'Italia aveva chiesto al Governo di impegnarsi formalmente a «trasmettere al Parlamento il Piano definitivo prima che sia trasmesso all'Unione europea e al rispetto delle prerogative del Parlamento nelle fasi di esame e approvazione dei singoli stati di attuazione del Piano, nonché nella elaborazione di modalità procedurali che permettano la effettiva fruizione delle risorse nei tempi previsti», e a «enunciare con chiarezza quali riforme strutturali si intenda realizzare per “accompagnare” l'attuazione del Piano, e a riconoscere il ruolo preminente del Parlamento nell'adozione delle stesse»;
    a entrambi questi impegni, come, in maniera ancora più plateale, a quello che invitava il Governo «a presentare al Parlamento la proposta di PNRR definitiva prima che sia trasmessa all'Unione europea come allegato al Documento di economia e finanza (DEF), o comunque in tempo congruo affinché possa essere esaminata nel merito», l'attuale maggioranza parlamentare sia nelle file parlamentari sia nella compagine di Governo ha opposto un netto rifiuto;
    tale atteggiamento, ulteriormente rinforzato dalla mancanza di un vero esame – e voto – parlamentare del testo definitivo, confermano ancora una volta l'esautorazione del Parlamento e l'assenza della benché minima forma di rispetto delle sue prerogative;
    il terzo punto dell'ordine del giorno riguarda la situazione migratoria lungo le varie rotte:
     è rilevante l'osservazione dei dati sulle migrazioni nel nostro Paese; dati che diventano sempre più allarmanti di giorno in giorno: a decorrere dal 1o gennaio 2021 fino a ieri, 22 giugno, infatti, il cruscotto statistico del Ministero dell'interno ha registrato 19.320 migranti sbarcati, più del triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e più di 16.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2019;
     le proposte normative incluse nel Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, presentate dalla Commissione europea il 23 settembre 2020 (dopo che erano già state preannunciate negli orientamenti della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen), intervengono in un contesto caratterizzato dal sostanziale stallo dell'iter normativo dell'iniziativa di complessiva riforma del Sistema europeo comune di asilo (CEAS) del 2016;
     particolare rilievo, in tale ambito, assumeva la proposta di modifica del regolamento sui criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un Paese terzo o da un apolide (il cosiddetto regolamento di Dublino);
     il nuovo Patto non sostituisce integralmente le proposte del 2016, ma è dovuto al fatto che la Commissione ha ritenuto opportuno intervenire sulle proposte del 2016 volte a riformare il regime di Dublino e in materia di procedura di asilo, nella consapevolezza che le precedenti iniziative normative avevano provocato significative distanze tra le posizioni assunte dai Governi degli Stati membri in sede di Consiglio dell'Unione europea e anche nell'ambito del dibattito interistituzionale;
     in sintesi, la proposta della Commissione si compone di cinque proposte di Regolamento, e da una Comunicazione, in cui viene riaffermato il principio secondo il quale nessuno Stato membro dovrebbe accollarsi una responsabilità sproporzionata, mentre tutti gli Stati membri dovrebbero contribuire alla solidarietà su base costante; l'approccio seguito dovrebbe essere – quindi – globale, in grado di contemplare le politiche nei settori della migrazione, dell'asilo, dell'integrazione e della gestione delle frontiere;
     la «tabella di marcia», contenuta nell'allegato alla predetta Comunicazione, stabilisce una serie di scadenze concentrate in un arco di tempo che inizia dall'ultimo trimestre 2020 all'intero 2021; l'elenco contiene, da un lato, le prossime iniziative della Commissione europea, dall'altro, le date entro le quali, auspicabilmente, Parlamento europeo e Consiglio dell'Unione europea dovrebbero concludere l'iter normativo delle proposte messe in campo;
     attenzione va data alle attività di interferenza delle Organizzazioni Non Governative durante le operazioni di contrasto all'immigrazione clandestina o di salvataggio in mare, che cagionano, in molti casi, un rallentamento delle operazioni stesse oltre che la necessità di utilizzare per altro scopo, risorse umane ed economiche per altro già insufficienti alla missione assegnata;
    in seguito all'incontro svoltosi il 21 giugno tra Mario Draghi e Angela Merkel in vista del Consiglio Europeo è emerso un comune impegno di aiuto reciproco e di revisione dei meccanismi di riallocazione, visto che la Cancelliera ha riconosciuto che l'Italia è un Paese di arrivo mentre gli altri Paesi europei sono perlopiù colpiti dai flussi secondari;
     il Presidente Draghi ha ribadito la linea del processo di Berlino sulla Libia che dovrebbe vedere un maggiore impegno dell'Unione europea in quell'area, sostenendo come sia necessario contenere i flussi di immigrazione illegali, ma anche organizzare l'immigrazione legale, aiutando i Paesi oltremare a trovare la pace;
     la comunanza di vedute tra Italia e Germania sulla dimensione esterna dovrebbe riguardare una maggiore presenza dell'Unione europea nel Nord Africa, non solo in Tunisia e in Libia, ma anche in Sahel, Mali Etiopia, Eritrea;
    con riferimento alla politica estera i leader riprenderanno le discussioni sulle relazioni con la Turchia:
     la Turchia del presidente Erdogan ha assunto, da tempo, una pericolosa deriva islamista che nella politica domestica si estrinseca nella compressione dei più elementari diritti politici e sociali dei cittadini, mentre nella politica estera si traduce nella costante eccitazione di una logica di scontro di civiltà in nome dell'islamismo politico;
     nel contesto della guerra all'Isis in Siria, i funzionari turchi hanno garantito accoglienza all'interno dei confini del Paese della mezzaluna ai militanti di Isis che scappavano dai curdi, fatto confermato dalla notizia che molti jihadisti catturati dai curdi nel Nord della Siria fossero in possesso di documenti per entrare e uscire regolarmente dal territorio turco e abbiano affermato di essere stati assistiti da funzionari turchi;
     secondo diversi osservatori Erdogan sarebbe il principale sponsor del terrorismo jihadista nella regione, una sorta di padrino per i «fratelli» del Califfato, che in Turchia sono sostenuti e protetti;
     la Turchia svolge anche un ruolo di primo piano nel finanziamento delle moschee e degli imam in Europea; a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, a Strasburgo è in fase di costruzione la moschea più grande d'Europa che verrà completata nel 2025; il progetto, che comprende la costruzione di due minareti alti 36 metri e ha un costo complessivo di oltre 36 milioni di euro, è finanziato e supportato da due associazioni islamiche turche. Mili Gorus e il Comité de coordination des musulmans tures de France (Ccmtf), vicine all'islamo-nazionalismo di Erdogan;
     inoltre, al fine di rappresentare la simbolica battaglia ingaggiata contro l'Europa, l'Occidente e la Cristianità, riproducendo la retorica jihadista volta a cancellare le tracce della Cristianità proprio dalle terre ove ha mosso i primi passi, il Presidente Erdogan, nel 2019 ha avviato la riconversione di Santa Sofia a moschea, poi aperta ufficialmente alla preghiera dal 24 luglio 2020, con tale decisione contravvenendo a quanto suggerito dall'UNESCO, che aveva invitato a non modificare lo status di museo dell'edificio senza aver prima avviato un dialogo sull'argomento inclusivo di tutte le comunità del Paese;
     l'Unione europea ha inserito il caso Turchia più volte nell'agenda delle ultime riunioni del Consiglio europeo al fine di valutare la possibilità di assumere misure più severe contro Ankara per la spregiudicata posizione in campo di accaparramento energetico al di fuori di ogni legalità ed in spregio alla territorialità cipriota;
     le politiche di blande sanzioni non hanno fermato Erdogan che, a più riprese, ha accompagnato con navi militari le sue navi da trivellazioni all'interno della ZEE cipriota, con ciò violando, con mezzi militari ed unilateralmente, la sovranità marittima di una nazione europea;
     Erdogan, dunque da tempo, destabilizza intere aree a partire dal mediterraneo orientale, dalla Siria e dalla Libia, la cui rilevanza per l'Italia in termini di sicurezza nazionale e approvvigionamento energetico merita successive e particolari considerazioni;
     con particolare riferimento alla Libia, infatti, sin dallo scoppio del conflitto che ha rovesciato il Governo di Gheddafi, la Turchia ha sempre cercato di giocare un ruolo di primo piano sullo scacchiere libico, a tutto danno dell'Italia;
     negli ultimi dieci anni l'Unione europea ha finanziato con più di cinque miliardi i progetti finalizzati all'adesione della Turchia (somme cui devono aggiungersi gli ingenti stanziamenti per fermare i flussi di immigrati mediorientali), la quale si è invece sempre più allontanata dall'Europa e dagli standard europei, mostrando un atteggiamento abbastanza benevolo verso il fondamentalismo e verso l'Islam politico, mentre ha continuato a provocare la Grecia e Cipro, al contempo svolgendo un ruolo sempre più influente in Libia, nella logica di un neo-ottomanesimo che va energicamente respinto;
     in tema di sicurezza, la perdita della leadership e la fine dell'esperienza territoriale dell'Isis, sta provocando una modifica delle modalità operative delle organizzazioni estremiste, che sfruttano la tratta del Mediterraneo e le vie dell'immigrazione illegale per arrivare sul suolo europeo;
    e con la Russia basandosi su una relazione dell'Alto rappresentante e della Commissione:
     lo scorso 16 giugno la Commissione europea e l'Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune hanno presentato una comunicazione congiunta sulle relazioni dell'Unione europea con la Russia, con una serie di raccomandazioni in vista della riunione del prossimo Consiglio europeo;
     nelle sue dichiarazioni l'Alto rappresentante ha rilevato come «Nelle circostanze attuali un rinnovato partenariato tra l'Unione europea e la Russia, che consenta una cooperazione più stretta, sembra una prospettiva lontana» ma ha anche ribadito come il potenziale per la cooperazione UE-Russia sia considerevole: «La Russia resta più grande vicino l'Unione europea, ed è un attore internazionale molto importante»;
    la comunicazione congiunta, che era stata chiesta dallo stesso Consiglio europeo durante la sua ultima riunione il 24 e 25 maggio, esamina lo stato di attuazione dei cinque principi che guidano da anni le relazioni dell'Unione europea-Russia: 1) «la piena attuazione degli accordi di Minsk» sul conflitto in Ucraina; 2) «relazioni rafforzate con i partner orientali dell'Unione europea e altri vicini»; 3) «resilienza rafforzata dell'Unione europea»; 4) «Impegno selettivo» in negoziati e discussioni fra le due parti «su questioni di interesse per l'Unione europea»; 5) «contatti interpersonali e sostegno alla società civile russa»;
    per far fronte alla sfida strategica posta dalla leadership di Mosca, la Commissione e l'Alto rappresentante propongono una triplice linea d'azione per l'Unione europea, che «respinga, limiti e coinvolga» contemporaneamente e su diversi piani le attività della Russia, con l'obiettivo di procedere verso un impegno politico e un atteggiamento più costruttivo da parte dei dirigenti russi, invertendo l'attuale tendenza;
    per promuovere i propri interessi l'Unione europea dovrebbe impegnare la Russia in diverse sfide chiave: la pandemia di COVID-19 ha mostrato l'interesse comune per un impegno costruttivo sulla salute pubblica, per la lotta al cambiamento climatico e le altre questioni ambientali, rispetto alle quali la Comunicazione afferma che «sarebbe necessario un dialogo più stretto»;
     soprattutto in vista del vertice Onu sul clima Cop-26, a Glasgow in Novembre, e di quello sulla biodiversità Cop-15 a Kunming, in Cina, in ottobre;
     la cooperazione è necessaria anche riguardo all'Artico, sulla prevenzione dei conflitti, sulle questioni regionali, dall'Iran (soprattutto riguardo all'Accordo sul nucleare Jcpoa) dal Medio Oriente alla Libia e all'Afghanistan, e su quelle globali, dall'antiterrorismo alla non proliferazione,

impegna il Governo

   1) in tema di lotta alla pandemia da COVID-19:
    a) a potenziare con interventi mirati la rete ospedaliera e l'assistenza territoriale, anche attraverso lo stanziamento delle risorse necessarie, al fine di garantire una efficace risposta alla eventuale ripresa dei contagi;
    b) a procedere con speditezza nella attuazione del Piano vaccinale, al fine di giungere in tempi rapidi al raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge per garantire appieno la libertà dei cittadini e scongiurare l'adozione di ulteriori provvedimenti limitativi delle libertà individuali dei cittadini;
    c) a monitorare e fronteggiare con ogni strumento i problemi di salute mentale che rischiano di rappresentare una vera e propria emergenza sociale e sanitaria durante e dopo la pandemia;
   2) con riferimento all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza:
    a) a sottoporre all'esame e al voto parlamentare tutti gli atti relativi alle fasi di esame e approvazione dei singoli stati di attuazione del Piano, nonché nella elaborazione di modalità procedurali che permettano la effettiva fruizione delle risorse nei tempi previsti;
    b) a coinvolgere il Parlamento nella individuazione ed elaborazione delle riforme strutturali che dovranno garantire l'attuazione del Piano, evitando il ricorso a disegni di legge delega;
    c) ad attivarsi in sede europea per il superamento delle risoluzioni Paese adottate prima della pandemia essendo il quadro economico dei paesi membri, Italia compresa, completamente mutato con esigenze complessive differenti da quelle precedenti;
    d) ad attivarsi in sede europea per il superamento definitivo di politiche di austerità che nei prossimi anni rappresenterebbero un freno alla ripartenza;
   3) in tema di migrazione:
    a) a sostenere la predisposizione di un presidio navale al largo delle coste africane, finanziato dal bilancio dell'Unione europea, coadiuvato da un sistema di pattugliamento aereo dedicato all'intercettazione degli allontanamenti illegali, il cui obiettivo sia quello di contrastare le partenze di migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale, in stretta collaborazione con le autorità dei Paesi terzi interessati;
    b) a promuovere un ampliamento del mandato della missione militare EUNAVFOR MED IRINI, affinché venga ad essa assegnato il compito di evitare nuove partenze di migranti illegali, attraverso lo smantellamento del modello di business criminale dei trafficanti di esseri umani;
    c) a promuovere la creazione di centri controllati nel territorio dei principali paesi di origine e di transito dei migranti, nei quali poter esaminare le domande di protezione internazionale, con l'obiettivo di distinguere gli autentici rifugiati dai migranti irregolari prima che essi possano affidarsi alle mani dei trafficanti di vite per raggiungere, via mare, il territorio dell'Unione europea;
    d) a garantire che l'Unione europea gestisca direttamente eventuali risorse economiche da destinare a Paesi terzi africani disposti a collaborare nella gestione del fenomeno migratorio, nella prospettiva di scongiurare possibili tensioni di natura diplomatica tra le parti interessate;
    e) ad opporsi all'aggiornamento del quadro di stanziamenti finanziari destinati alla Turchia in cambio della collaborazione del Paese nella gestione del fenomeno migratorio, avendo il governo turco dato prova di inaffidabilità, e scarsa prevedibilità;
   4) con riferimento al tema dei rapporti della Unione europea con Turchia e Russia:
    a) ad assumere iniziative affinché in sede di Unione europea sia affrontata la questione della Turchia, in particolare richiedendo:
     1) l'adozione di severe sanzioni per la denegata ipotesi che la Turchia non ritiri ogni rivendicazione sulla ZEE di Cipro, rispettando le legittime concessioni estrattive, non si ritiri immediatamente dai confini della libera Siria, cessando ogni operazione militare e non riveda, con tutti gli Stati interessati, l'accordo di delimitazione delle rispettive ZEE sottoscritto con la Libia in spregio delle norme internazionali a tutela degli altri stati rivieraschi;
     2) in ogni caso all'Unione europea la formale revoca dello status di «associato» all'Europa della Turchia, ponendo unilateralmente fine a qualsivoglia negoziato per l'adesione della Turchia all'Unione europea;
   5) a promuovere nelle competenti sedi europee ed internazionali un rinnovato coinvolgimento della Russia nelle politiche atlantiste.
(6-00192) «Lollobrigida, Meloni, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, De Toma, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».