ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07433

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 633 del 04/02/2022
Firmatari
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA
Data firma: 31/01/2022


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 31/01/2022
Stato iter:
24/03/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/03/2022
Resoconto ACCOTO ROSSELLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 24/03/2022
Resoconto VALLASCAS ANDREA MISTO-ALTERNATIVA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/02/2022

DISCUSSIONE IL 24/03/2022

SVOLTO IL 24/03/2022

CONCLUSO IL 24/03/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07433
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo di
Venerdì 4 febbraio 2022, seduta n. 633

   VALLASCAS. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi alcuni organi di stampa, hanno fornito alcuni resoconti sulla relazione di fine consiliatura del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps Guglielmo Loy, soffermandosi su alcune criticità che emergerebbero dal documento;

   in particolare, il quotidiano Libero, nell'edizione del 20 gennaio 2022, ha posto l'accento su due questioni di rilievo: quella relativa alla gestione del patrimonio immobiliare dell'ente di previdenza e quella concernente il contenzioso legale;

   in merito alla questione della gestione del patrimonio immobiliare, il quotidiano riferisce che «Sul primo fronte lo scandalo è noto. Decine di migliaia di immobili abbandonati, occupati abusivamente, dati in affitto a canoni irrisori», una situazione che secondo l'Inps sarebbe «sotto controllo» visto che l'istituto, tra l'altro, «sta procedendo a spron battuto nella dismissione dei cespiti»;

   viceversa, secondo il giornale, dai dati del rendiconto sociale, presentato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza, emergerebbe una situazione ben diversa rispetto a quella fornita con le rassicurazioni dall'Ente;

   l'Inps avrebbe «un patrimonio complessivo di circa 2,8 miliardi, rappresentato da 24.601 immobili. La fetta delle proprietà “da reddito” è di oltre 2 miliardi. Tra questi ci sono anche circa 10mila abitazioni (valore un miliardo)»;

   a fronte di questo ingente patrimonio, «l'ente pubblico invece ha chiuso il 2020 con 33 milioni di entrate e [...] 74 milioni di spese», in pratica i 2 miliardi di immobili hanno prodotto (come accade da anni) una perdita netta di 41 milioni;

   la questione del contenzioso e delle liti per «calcoli pensionistici errati, soldi chiesti indietro, assegni non pagati» è ugualmente critica;

   a questo proposito, è il caso di riferire che nel 2020, l'ente avrebbe avuto circa 400 mila cause pendenti, un carico di lavoro e un arretrato che il giornale definisce «mostruoso»;

   ma di grande rilievo, oltre ai numeri dei contenziosi pregressi, sarebbero i dati delle liti concluse e, soprattutto, quelli relativi alle sentenze in cui l'ente sarebbe risultato soccombente;

   il giornale riferisce, infatti, che «Il problema è che l'ente non sempre riesce ad avere ragione, anzi spesso finisce dalla parte del torto. I giudizi favorevoli all'Inps, infatti sono solo il 68 per cento. Vale a dire che una volta su tre è il pensionato ad ottenere un verdetto positivo dai giudizi»;

   ne emergerebbe una situazione di grave danno per il cittadino e per le casse dell'ente, visto che «Il risultato, oltre che un evidente disagio per i cittadini, che spesso sono costretti a rivolgersi al tribunale per vedere riconosciuto un loro diritto, è che i costi lievitano»;

   secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, i costi delle liti giudiziarie incidono sulle casse dell'ente con una spesa che oscilla tra i 200 e i 230 milioni all'anno, che corrisponderebbero a un decimo dei costi che sarebbero necessari all'intero funzionamento dell'Inps che attualmente impiegherebbe poco meno di 30mila dipendenti;

   i dati della relazione di fine consiliatura farebbero emergere una grave situazione nella gestione dell'ente previdenziale, una situazione inaccettabile se confrontata con le misure adottate negli anni per rendere più efficiente ed equo il sistema previdenziale, con il passaggio dal sistema retributivo al contributivo e il differimento dell'età pensionabile, tutte misure che starebbero penalizzando oltre modo i lavoratori italiani –:

   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero e se non ritengano opportuno, per quanto di competenza, assumere iniziative, anche di natura normativa, volte a promuovere un processo di riordino della gestione del patrimonio immobiliare dell'Inps e delle stesse attività connesse alle liti giudiziarie, al fine di contenere le spese e assicurare una maggiore redditività del patrimonio.
(5-07433)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 marzo 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-07433

  L'Onorevole interrogante richiama l'attenzione sulla gestione del patrimonio immobiliare e sulle attività connesse alle liti giudiziarie dell'INPS.
  Al riguardo è stato interpellato l'Inps per acquisire ogni utile elemento aggiornato.
  Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, posso senz'altro dire che nell'ambito dell'insieme delle attività svolte, in applicazione delle previsioni del decreto-legge n. 50 del 2017 che ha previsto un piano di dismissione straordinario, l'Istituto ha dato avvio ad una importante attività di dismissione degli immobili, i cui introiti per gli anni 2020/2021 risultano pari a 130 milioni di euro, finalizzati totalmente alla compensazione del debito pubblico.
  Quanto al patrimonio immobiliare da reddito, L'Inps ha dichiarato che per il 43 per cento è locato a canone, prevalentemente «concordato» e pertanto non rinegoziabile, così come previsto dall'ordinamento vigente.
  Tuttavia, è fondamentale considerare che nel 2020 la grave crisi economica conseguente alla pandemia, ha avuto notevole impatto, determinando minori entrate dovute a mancato introito dei canoni.
  Il restante patrimonio immobiliare, stante il divieto di nuove locazioni e di rinnovi dei contratti delle unità immobiliari a uso residenziale libere, non può essere locato e, pertanto, non produce reddito.
  Sotto il profilo delle uscite deve poi essere considerata l'imposizione tributaria per IMU e TASI che l'Istituto è tenuto a sostenere e che nel solo 2020 è stata pari a oltre 28,5 milioni di euro.
  Sotto il profilo delle entrate, deve, invece, essere considerato che nell'anno 2020, a seguito del recupero delle morosità e di contenziosi favorevoli all'Istituto, sono stati introitati circa 14 milioni di euro che devono essere considerati, per completezza, in aggiunta alle entrate esposte nel bilancio sociale.
  Inoltre, e in linea con l'obiettivo di incrementare la capacità di intervento nell'acquisizione di sedi strumentali, l'Inps ha reso noto che è stato dato avvio al processo di acquisto di stabili sul territorio, attualmente in locazione passiva, il cui primo intervento è rappresentato dalla sede di Bari che comporterà un risparmio di spese di gestione pari a circa 1 milione di euro l'anno.
  Il processo avviato di acquisizione di ulteriori sedi produrrà pertanto conseguenti ulteriori risparmi per l'amministrazione.
  Per quanto concerne il contenzioso giudiziario dell'Inps, bisogna sottolineare che il dato relativo ai giudizi va rapportato ai milioni di istanze o affari annualmente trattati dall'Istituto, in un ambito peraltro caratterizzato da una normativa stratificata e in continua evoluzione e trasformazione per rispondere alle continue esigenze del Paese e dei cittadini.
  Inoltre l'Inps ha rassicurato di aver iniziato ad adottare iniziative per il contenimento del contenzioso. Ponendo i valori attuali in confronto con quelli degli anni precedenti, appare inequivocabile la diminuzione del volume del contenzioso passato dai n. 478.263 giudizi in trattazione nel 2018 ai n. 396.078 del 31 dicembre 2021 con una riduzione di oltre il 17 per cento.
  E l'opera di contenimento del contenzioso in atto trova conforto non solo nella riduzione delle cause pendenti ma anche nell'evidente calo dei nuovi giudizi introdotti.
  Infatti, il volume dei giudizi è in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti a conferma delle iniziative adottate per il contenimento del contenzioso e la correttezza dell'amministrazione considerato che l'esito dei giudizi è favorevole all'Ente in ben due casi su tre.
  Proprio con riferimento ai nuovi giudizi introdotti, il numero complessivo delle vertenze attengono per la maggior parte alla invalidità civile.
  Nell'ambito di tali giudizi, come noto, la legge, in considerazione della peculiarità della materia, pone a carico dell'Istituto nella quasi totalità dei casi le spese giudiziali, come ad esempio quelle relative alle consulenze tecniche d'ufficio, anche in caso di decisione favorevole all'Ente.
  Il quadro delineato consegna dati rilevanti per poter certamente migliorare in termini di efficacia. Alla luce di ciò, posso affermare che il Ministero del lavoro sostiene ogni utile azione volta a far perseguire all'Inps una maggiore efficacia operativa ed economica sotto l'aspetto della gestione del patrimonio immobiliare anche mediante l'adozione di opportune strategie di valorizzazione degli immobili e anche in funzione delle politiche di welfare.
  In equal modo, il Ministero del lavoro, per migliorare l'equità nell'erogazione delle prestazioni, nel solco delle iniziative già intraprese dall'Inps, sostiene ogni iniziativa utile volta al contenimento dei ricorsi giudiziali contro l'Istituto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cittadino

ente pubblico

proprieta' immobiliare