ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06734

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 571 del 24/09/2021
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 24/09/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 24/09/2021
Stato iter:
05/10/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/10/2021
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 05/10/2021
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/09/2021

DISCUSSIONE IL 05/10/2021

SVOLTO IL 05/10/2021

CONCLUSO IL 05/10/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06734
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Venerdì 24 settembre 2021, seduta n. 571

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, l'Australia ha reso noto di aver siglato un patto di natura militare con Stati Uniti e Gran Bretagna;

   il patto militare «Aukus» è stato siglato allo scopo di contenere l'espansionismo cinese zona indo-pacifica;

   nell'ambito di tale accordo, l'Australia ha cancellato una commessa dal valere di 56 miliardi di euro per l'acquisto di 12 sottomarini francesi da Naval Group, ma ne costruirà di propri, a propulsione nucleare, utilizzando la tecnologia statunitense e britannica;

   la Cina è senza dubbio una minaccia globale, poiché persegue politiche egemoni, sia nel campo commerciale attraverso pratiche non concorrenziali e massicci investimenti a favore di Stati in crisi, sia nel campo militare attraverso accordi bilaterali con Stati limitrofi che con il dispiegamento delle forze di mare per la difesa dei territori contesi;

   nel suo discorso sullo «State of the Union», Ursula Von der Leyen ha assunto toni duri nei confronti della Cina, annunciando un piano denominato «Global Gateway», per contrastare la cosiddetta «Via della Seta» sottoscritta anche dal Governo italiano, nonché un intervento legislativo per mettere al bando prodotti cinesi frutto dei lavori forzati degli internati come gli Uiguri e altri prigionieri di coscienza;

   la Francia non è nuova ad uno spiccato bilateralismo nel settore militare, conducendo operazioni a difesa dei propri interessi particolari che, di fatto, hanno costretto l'Unione europea a convergere verso le posizioni francesi;

   giova ricordare che è francese anche il fondamentale Commissario europeo al mercato interno, titolare del pesante portfolio sugli investimenti del Fondo europeo per la difesa (Edf), propedeutici alla formazione di una difesa comune europea e che tale proposta sarà lanciata nel corso della presidenza di turno francese;

   poiché il Governo francese ha dichiarato che la vicenda dei sottomarini avrà delle ripercussioni in ambito Nato, e poiché dall'Unione europea si sono alzate solo voci a difesa degli interessi francesi, appare necessario un chiarimento sulla strategia di politica estera che il Governo italiano intende promuovere, sia a livello bilaterale, sia nelle deputate sedi europee, per scongiurare il rischio che la difesa europea sia a trazione francese e rispondente esclusivamente ai relativi desiderata geopolitici e industriali –:

   quale sia la linea di politica estera del Governo italiano, sia a livello bilaterale, sia nelle sedi europee, per il settore indo-pacifico, alla luce del patto Aukus e del rinnovato espansionismo cinese.
(5-06734)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 5 ottobre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06734

  La conclusione del cosiddetto patto AUKUS va inquadrata in considerazioni strategiche molto ampie, da esaminare con equilibrio e senza semplificazioni drastiche o, ancor peggio, reazioni emotive. Le nostre valutazioni devono essere imperniate intorno a Unione europea e NATO e alla loro condivisione di valori e visioni convergenti circa le sfide globali alle quali siamo chiamati a rispondere, anche nell'Indopacifico.
  La NATO resta una Alleanza difensiva regionale, centrata sull'area euro-atlantica. Essa è tuttavia investita da sfide che presentano sempre di più un carattere globale e l'Indopacifico è certamente tra le aree del mondo maggiormente interessate da una evoluzione strategica da monitorare.
  In modo analogo, anche l'Unione europea dedica crescente attenzione alle evoluzioni nel quadrante dell'Asia-Pacifico. Poche settimane fa, il 16 settembre, è stata presentata la nuova Strategia UE per la cooperazione nell'Indopacifico. Una serie di direttrici politiche riguardanti i filoni principali dell'azione europea che comprendono iniziative in ambito di sicurezza e difesa. L'obiettivo è quello di favorire lo sviluppo delle capacità dei partner nella regione, incrementando la presenza dell'Unione a sostegno della sicurezza marittima e promuovendo il rispetto della libertà di navigazione e sorvolo, anche nel Mar Cinese Meridionale, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare.
  L'annuncio del patto AUKUS deve portarci a guardare al rafforzamento delle capacità militari europee in modo non alternativo bensì complementare rispetto all'appartenenza atlantica. La Dichiarazione congiunta Biden-Macron del 22 settembre e la prevista visita a Parigi del Presidente americano rappresentano un segnale incoraggiante circa il riconoscimento statunitense dell'importanza di una Difesa europea più forte e più capace, che contribuisca alla sicurezza transatlantica e globale in complementarità con la NATO. Come dichiarato dal Ministro Di Maio proprio a riguardo dei segnali distensivi giunti dopo la telefonata tra i due Presidenti di Stati Uniti e Francia, le tensioni non fanno bene alla nostra Alleanza e bisogna fare attenzione a non trasformare noi stessi nei principali nemici.
  Le relazioni transatlantiche restano imprescindibili e proprio per questo è importante evitare passi indietro. Non si tratta di un gioco a somma zero. Al contrario, un maggiore impegno nella difesa europea è essenziale per il salto di qualità che la NATO è chiamata a compiere a seguito delle recenti decisioni del Vertice di Bruxelles. Come il Segretario Generale Stoltenberg ricorda sempre, dopo la Brexit l'80 per cento delle spese di difesa della NATO proviene da alleati che non sono Paesi membri UE. Non possiamo inoltre dimenticare che la protezione del vantaggio tecnologico e il rafforzamento della collaborazione scientifica e tecnologica tra Alleati, in modo coordinato e sinergico con l'Unione europea, sono specifiche aree di interesse per l'Alleanza atlantica.
  In linea con il nostro interesse nazionale, il Governo sosterrà quindi gli sforzi volti a dotare l'Unione di un'autonoma capacità di agire e di gestire crisi a livello globale. Il potenziamento della Politica di Sicurezza e Difesa Comune dovrà consentire all'Unione di essere riconosciuta quale partner affidabile in ambito di sicurezza e difesa.
  Nuovo Concetto Strategico della NATO e Strategic Compass europeo, entrambi in corso di elaborazione, devono essere sfruttati al meglio anche alla luce delle valutazioni sul patto AUKUS. Lavorare in sinergia e trasparenza con i principali alleati transatlantici e i partner europei ci permetterà di costruire una architettura di difesa più efficace, sinergica e adatta a raccogliere le crescenti sfide di un ambiente di sicurezza sempre più complesso.
  Sotto il profilo della tutela dell'industria nazionale, a livello europeo ricordo che l'azione di sostegno della Farnesina e della nostra Rappresentanza a Bruxelles ha consentito finora l'aggiudicazione da parte dell'Italia del 20 per cento dei fondi messi a disposizione dai programmi europei di difesa, tra i quali si è recentemente inserito il Fondo Europeo per la Difesa, finanziato con 7,9 miliardi fino al 2027. Un risultato che ci rende il secondo Paese nell'Unione europea per numero e valore di progetti.
  La nostra attenzione all'Indopacifico non può limitarsi agli aspetti securitari. Abbiamo per questo accentuato la nostra azione nei confronti degli organismi regionali maggiormente rappresentativi. È nato così il rapporto di partenariato strategico con l'ASEAN e con la Indian Ocean Rim Association, senza dimenticare il ruolo di partner detenuto dall'Italia nei confronti del Pacific Islands Forum. Nell'ambito del medesimo sforzo, alla luce della recrudescenza della pandemia nel Sud Est Asiatico, ricadono le recenti donazioni nel quadro della COVAX Facility a Vietnam e Indonesia di oltre 3 milioni di dosi, così come il contributo di 2 milioni e mezzo di euro all'ASEAN Covid Response Fund.
  Anche a seguito del patto AUKUS, l'impegno nell'Indopacifico si fonda dunque sulla convinzione circa la necessità di essere presenti in quell'area, come anche riconosciuto dalla Strategia, europea varata a settembre. Per scongiurare un disimpegno europeo, ritenuto lesivo dei nostri interessi anche nella riunione informale dei Ministri degli Affari esteri UE tenutasi a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 settembre, intendiamo contribuire alla Strategia europea sul piano bilaterale e insieme all'Unione lungo le linee sopra tratteggiate.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo bilaterale

politica comune di difesa

politica estera