ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06679

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 566 del 17/09/2021
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/09/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 17/09/2021
Stato iter:
05/10/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/10/2021
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 05/10/2021
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/09/2021

DISCUSSIONE IL 05/10/2021

SVOLTO IL 05/10/2021

CONCLUSO IL 05/10/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06679
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Venerdì 17 settembre 2021, seduta n. 566

   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la Defend Ethiopia Task Force/Italy ha denunciato lo, lo schieramento di bambini soldato da parte del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf) nel conflitto in corso in Etiopia, a partire dalle immagini – poi rimosse – riportate per la prima volta dal New York Times il 12 luglio 2021;

   si tratta di una serie di fotografie di ragazzi e ragazze chiaramente minorenni che trasportano fucili d'assalto fornite dal Tplf, che sono state scattate dal fotoreporter Finbarr O'Reilly, che si trovava in Etiopia, come inviato del New York Times. In poco tempo quelle immagini sono diventate virali sui social media, soprattutto su Twitter dove centinaia di etiopici da tutto il mondo hanno chiesto una condanna unanime all'utilizzo dei bambini soldato. Questa strategia di utilizzare bambini è stata preannunciata dall'ex Presidente della regione del Tigray, nonché anche Presidente del Tplf, nella sua dichiarazione in TV nei primi mesi del conflitto innescato dallo stesso TPLF;

   ai sensi dello Statuto della Corte penale internazionale e di molti altri strumenti di legge internazionale, il Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti dell'infanzia sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati (Opac) definisce il reclutamento e l'uso di bambini da parte delle forze armate o dei gruppi in conflitto come una violazione dei diritti dell'infanzia e del diritto internazionale. Vieta il reclutamento di bambini in qualsiasi circostanza, da parte di qualsiasi gruppo; i Protocolli aggiuntivi alle Convenzioni di Ginevra del 1949 (1977, art. 77,2), la Convenzione sui diritti del fanciullo (1989) e lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (2002) riconoscono tutti che l'uso di minori nelle ostilità armate che si tratti di forze armate statali o non statali, come crimine di guerra;

   dopo un conflitto durato otto mesi, il 28 giugno 2021 il Primo Ministro Abiy Ahmed ha annunciato il cessate il fuoco unilaterale nel Tigray per permettere ai contadini tigrini di approfittare della stagione delle piogge ed arare la loro terra, onde evitare una futura crisi alimentare. Di conseguenza, ha ordinato il ritiro dell'Esercito federale da Macalle e dalle altre città per posizionarsi fuori dalla regione; lo stesso ha fatto anche l'Esercito eritreo che è arretrato trincerandosi sul confine etio-eritreo;

   difatti, l'agenzia umanitaria statunitense valuta che nel Tigray almeno 900.000 persone sono già in condizioni di carestia, mentre altri cinque milioni hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria. Per la prima volta in nove mesi di guerra, gli operatori umanitari questa settimana finiranno il cibo da consegnare a milioni di persone che soffrono la fame, ha detto la scorsa settimana il capo dell'UsAid, accusando il Governo di aver limitato l'accesso. Le forze del Tigray e il Governo federale di continuo si scambiano accuse sul fatto di ostacolare il flusso di aiuti;

   tuttavia, nonostante la tregua accordata, il Tplf avrebbe aperto nelle regioni limitrofe di Amhara e Afar diversi focolai di guerra, impegnando queste giovani reclute soldati e utilizzandoli principalmente come scudo umano;

   in questa fase del conflitto occorre che i media stranieri e la comunità internazionale e tutte le organizzazioni incaricate di salvaguardare il diritto d'infanzia e la protezione dei bambini in tutto il mondo pongano molta attenzione a quanto sta accadendo nei territori interessati e indaghino sulla coscrizione dei bambini nel gruppo armato Tplf e il loro dispiegamento diretto nelle zone di conflitto –:

   quali notizie abbia il Ministro in merito all'uso di bambini soldato nel conflitto Tigray e se non ritenga di condannare con la massima fermezza il fenomeno, anche promuovendo iniziative di competenza presso le organizzazioni internazionali deputate alla protezione dei bambini.
(5-06679)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 5 ottobre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06679

  Nel solco del tradizionale impegno italiano in Etiopia e nell'intera regione del Corno d'Africa, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale continua a seguire la crisi in Tigray con estrema preoccupazione, specialmente con riferimento alla drammatica situazione umanitaria e alle gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. L'estensione degli scontri alle regioni etiopi di Amhara e Afar, che ha comportato il progressivo deterioramento dello scenario securitario e umanitario nelle ultime settimane, desta nuova apprensione.
  In linea con i partner internazionali, primi fra tutti l'Unione Europea e gli Stati Uniti, le nostre priorità nella regione restano: la completa cessazione delle ostilità; il ritiro delle truppe eritree dal Tigray; il pieno, sicuro e incondizionato accesso umanitario nella regione; indagini imparziali e indipendenti sugli abusi e sulle violazioni dei diritti umani; il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario; l'avvio di un dialogo politico rappresentativo e inclusivo in Etiopia.
  Abbiamo espresso queste aspettative alle autorità etiopi in più occasioni. Ricordo, ad esempio, l'incontro del 14 giugno scorso tra il Ministro Di Maio e il Ministro della Giustizia etiope Gedion, in missione in Italia su specifico incarico del Primo Ministro Abiy.
  Abbiamo inoltre intensificato il coordinamento con i nostri partner internazionali in ambito Unione Europea e Nazioni Unite e in seno al Gruppo di Contatto sull'Etiopia a guida statunitense, volto ad incrementare le pressioni diplomatiche sulle autorità etiopi e sulle altre parti in causa, al fine di porre fine alla spirale di violenza nel Paese e, più in generale, di favorire la stabilizzazione della regione del Corno d'Africa.
  Ci preoccupano le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario commesse in Tigray e diffusamente segnalate dalle Agenzie ONU, ivi incluse le notizie riportate da alcuni media internazionali circa il presunto reclutamento di bambini soldato da parte del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF). Quest'ultimo ha respinto le accuse formulate in tal senso anche dal Governo di Addis Abeba.
  I crescenti ostacoli all'accesso alla regione del Tigray rendono difficile appurare ufficialmente lo stato effettivo di tale pratica. Guardiamo con favore all'indagine congiunta della Commissione Etiope per i Diritti Umani e dell'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, avviata nel mese di maggio e i cui risultati saranno resi noti il prossimo primo novembre, così come alla recente missione di inchiesta sul Tigray della Commissione Africana sui Diritti dell'Uomo e dei Popoli, che opera nel contesto dell'Unione Africana.
  Abbiamo ribadito il nostro fermo appello al rispetto dei diritti umani anche nel quadro del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite. Nel corso della 46a sessione svoltasi dal 22 febbraio al 24 marzo 2021 abbiamo focalizzato l'attenzione sul Tigray, mediante un intervento pronunciato dalla Slovenia a nome di 26 Paesi dell'Unione europea (tutti eccetto l'Ungheria) sulle situazioni più gravi dei diritti umani e l'adesione alla dichiarazione congiunta sul Tigray promossa dalla Germania. Durante la 47a sessione dello stesso Consiglio Diritti Umani, dal 21 giugno al 13 luglio, l'Italia ha promosso, insieme agli altri Paesi dell'Unione europea, una risoluzione di condanna delle gravi violazioni e abusi dei diritti umani e delle violazioni del diritto internazionale umanitario in Tigray.
  In essa si dà mandato all'Alta Commissaria ONU per i diritti umani Bachelet di fornire consulenza e assistenza tecnica per rafforzare le capacità della Commissione Etiope per i Diritti Umani e il sistema di giustizia penale, chiedendole di tenere aggiornato il Consiglio sugli sviluppi nella regione e sui progressi delle indagini congiunte. Da ultimo, nel quadro della 48a sessione sempre del Consiglio Diritti Umani, svoltasi tra il 13 settembre e l'8 ottobre, l'Italia è intervenuta a titolo nazionale – oltre che mediante l'intervento pronunciato dall'Unione europea a nome dei 27 Stati Membri – al Dialogo Interattivo con l'Alta Commissaria Bachelet sulla situazione dei diritti umani in Tigray, per ribadire l'appello a un cessate il fuoco immediato, al ritiro delle forze straniere dall'Etiopia e al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Abbiamo, inoltre, aderito alla dichiarazione congiunta sul Tigray promossa dagli Stati Uniti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti del bambino

guerra

tutela