ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05154

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 442 del 17/12/2020
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 3/01930
Firmatari
Primo firmatario: ZANETTIN PIERANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/12/2020


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 15/12/2020
Stato iter:
22/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/12/2020
Resoconto FERRARESI VITTORIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 22/12/2020
Resoconto ZANETTIN PIERANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/12/2020

DISCUSSIONE IL 22/12/2020

SVOLTO IL 22/12/2020

CONCLUSO IL 22/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05154
presentato da
ZANETTIN Pierantonio
testo di
Giovedì 17 dicembre 2020, seduta n. 442

   ZANETTIN. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa informano che il Ministro interrogato ha provveduto a sostituire il dottor Giulio Romano alla direzione generale dei detenuti e del trattamento del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;

   la posizione è rimasta a lungo vacante ed è stata ora affidata al dottor Gianfranco De Gesu, stimato dirigente dell'amministrazione penitenziaria;

   l'incarico, che negli ultimi trentacinque anni è stato sempre ricoperto da magistrati, è stato ora affidato ad un dipendente dell'esecutivo;

   l'interrogante ha sempre sostenuto la necessità di limitare al massimo gli incarichi fuori ruolo dei magistrati, ma le peculiari e delicatissime funzioni di questo specifico ruolo giustificano appieno che venga esso ricoperto da un magistrato;

   il direttore generale dei detenuti gestisce in particolare l'applicazione del 41-bis nei nostri penitenziari;

   in questa veste interloquisce quotidianamente con le procure su indagini delicatissime per le quali sono spesso necessarie azioni congiunte con la direzione generale nell'ambito della più assoluta segretezza;

   vengono confidate al direttore generale le più delicate azioni investigative, che necessitano spesso di un intervento consapevole da parte di un soggetto, che non può non avere la sensibilità e la prontezza di un magistrato;

   per altro verso, un dirigente penitenziario, a differenza del magistrato, non gode dello status che ne fa un soggetto autonomo ed indipendente dal potere esecutivo;

   il dirigente penitenziario è soggetto al gradimento del Ministro in quanto dal Ministro dipendono la sua stessa riconferma nell'incarico, la possibilità di essere trasferito, prebende di carattere economico e di carriera;

   ai dirigenti penitenziari in passato era giustamente affidato il ruolo di vice capo del dipartimento, destinato in concreto ad occuparsi di materie diverse da quelle trattate dalla direzione generale detenuti;

   peraltro, con la nomina di un vice capo dipartimento magistrato, il Ministro, ad avviso dell'interrogante, ha deliberatamente sottratto alla dirigenza penitenziaria un ruolo che le è storicamente appartenuto;

   il Ministro ha dunque, secondo l'interrogante, errato due volte: allora nominando un magistrato vice capo; oggi nominando un dirigente penitenziario a capo della direzione generale detenuti;

   due errori che si sommano e che non si compensano;

   alla luce di quanto sopra esposto, la decisione del ministro interrogato appare sorprendente –:

   per quali motivi il Ministro, nella sua scelta, pur legittima, abbia inteso discostarsi dalla prassi consolidata di affidare ad un magistrato la direzione generale dei detenuti.
(5-05154)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 22 dicembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-05154

  Con l'atto di sindacato ispettivo l'interrogante solleva precisi quesiti inerenti la scelta dell'occorsa nomina di un dirigente della carriera penitenziaria in luogo di un Magistrato nella posizione di Direttore generale dei detenuti e del trattamento in forza al D.A.P., quindi della nomina di un Magistrato e non già di un dirigente della carriera penitenziaria nella posizione di Vice Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.
  Orbene debbo premettere che sul tema sono già state fornite risposte in ragione di interrogazioni di tenore parzialmente sovrapponibile avanzate nei due rami del Parlamento.
  Ciò detto, evidenzio che la posizione di Direttore generale dei detenuti e del trattamento si è resa disponibile a seguito del decreto del Ministro 11 giugno 2020 con il quale è stato disposto il richiamo nel ruolo organico della magistratura del dottor Giulio Romano che in data 21 maggio 2020 aveva fatto richiesta di ricollocamento in ruolo con esercizio delle funzioni giurisdizionali.
  Pertanto, in data 6 luglio 2020, è stato pubblicato avviso per la ricognizione di disponibilità relativa alla posizione dirigenziale di livello generale di Direttore generale dei detenuti e del trattamento, con scadenza al 27 luglio 2020.
  In data 14 settembre 2020, inoltre, è stato bandito avviso di riapertura dei termini, tenuto conto che il precedente interpello era stato pubblicato a ridosso del periodo feriale e che tale situazione, unitamente allo stato emergenziale determinato dalla pandemia, poteva aver verosimilmente contribuito alla presenza di un numero ridotto di candidati, al fine di ampliare la platea degli aspiranti, consentendo, al tempo stesso, una scelta più oculata sul miglior profilo da selezionare.
  Con decreto ministeriale del 4 novembre 2020 l'incarico è stato affidato al dirigente generale dottor Gianfranco De Gesu.
  Sul merito della scelta si rappresenta che il dottor Gianfranco De Gesu, prima della nomina a dirigente generale, ha diretto istituti penitenziari molto complessi avendo modo di acquisire una notevole esperienza nella gestione dei detenuti, anche di quelli appartenenti alla criminalità organizzata.
  Ha maturato, inoltre, esperienze professionali negli Uffici del Provveditorato e negli uffici del Dipartimento, ove è stato direttore dell'Ufficio del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria.
  Nel 2010 è stato nominato dirigente generale ed ha avuto l'incarico di Provveditore della Sardegna.
  Dal 2014 al 2016 è stato direttore generale delle risorse, beni materiali e servizi del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e successivamente ha svolto l'incarico di Provveditore della Sicilia e, da ultimo, Provveditore della Toscana e Umbria.
  Nella funzione di Provveditore regionale, tra l'altro, per gli effetti del decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 444 recante «Attribuzioni degli organi centrali dell'Amministrazione penitenziaria e decentramento di attribuzioni ai provveditorati regionali dell'Amministrazione penitenziaria ed agli istituti e servizi penitenziari, a norma dell'articolo 30, comma 4, lettere a) e b), della legge 15 dicembre 1990, n. 395», ha avuto competenza specifica anche in materia di gestione dei detenuti ristretti negli istituti penitenziari del territorio di competenza.
  Peraltro, nella sua attività di Direttore Generale dei detenuti e del trattamento il dottor De Gesu coadiuverà il capo DAP ed in particolare il Vice Capo del Dipartimento al quale sono state delegate le iniziative da intraprendere, tra le altre cose, nella gestione dei detenuti alta sicurezza e dei detenuti sottoposti al regime di cui all'articolo 41-bis O.P.
  Ciò detto, rammento che la carriera dirigenziale penitenziaria individuata dalla legge 27 luglio 2005, n. 154 è retta dal proprio ordinamento rappresentato dal decreto legislativo 15 febbraio 2006, n. 63 che, in particolare all'articolo 8 «Nomina a dirigente generale penitenziario» e all'articolo 9 «Individuazione dei posti di funzione» fa espresso rinvio a quanto previsto dall'articolo 18, decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e dall'articolo 19 decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
  La pianta organica della carriera dirigenziale penitenziaria, come modificata dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 giugno 2015, n. 84, prevede una dotazione organica di n. 16 dirigenti generali.
  L'articolo 18 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 al primo comma prevede le figure cui può essere affidata la direzione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e la direzione dei dipartimenti, mentre al secondo comma prevede le figure cui può essere affidata la direzione degli uffici dirigenziali generali all'interno dei dipartimenti.
  Nello specifico, dunque, l'incarico di Direttore Generale può essere conferito ad un dirigente generale dell'Amministrazione penitenziaria o ad un magistrato fuori ruolo.
  Interpretazione assolutamente confermata dall'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante la procedura da utilizzare per il conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale nelle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, che ai commi 4 e 5-bis prevede che gli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale possano essere affidati ai dirigenti generali appartenenti ai ruoli dell'amministrazione ed entro i limiti stabiliti dalla norma anche a magistrati previo collocamento fuori ruolo.
  L'incarico di Direttore Generale è attribuito ai sensi dell'articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 15 febbraio 2006, n. 63 per la durata di tre anni, e non è assoggettabile alla disciplina dello spoil system.
  Per gli effetti del comma 8 dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, infatti, solo gli incarichi di vertice (Capo del Dipartimento e Vice Capo del Dipartimento) cessano decorsi novanta giorni dal voto sulla fiducia al Governo.
  In conclusione, si tratta di scelta pienamente ponderata, oltre che legittima.
  Quanto alla decisione di nominare come Vice Capo Dipartimento un magistrato in luogo di un dirigente penitenziario, si evidenzia che in più occasioni, in passato, il ruolo di Vice Capo del Dipartimento è stato ricoperto proprio da magistrati fuori ruolo.
  Come è noto, il dottor Roberto Tartaglia, è stato nominato con in data 30 aprile 2020.
  La piena legittimità della scelta, si ribadisce, si rinviene nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 giugno 2015, n. 84, recante «Regolamento di riorganizzazione del Ministero della giustizia e riduzione degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche» ove all'articolo 3, comma 4, prevede che il Capo del Dipartimento sia coadiuvato nell'esercizio delle sue funzioni da un vice Capo, nominato per la durata del suo mandato all'interno delle dotazioni organiche dirigenziali complessive del Ministero, quindi dal decreto legislativo 30 luglio 1999 n. 300, che all'articolo 18 comma 2 consente la scelta tra i dirigenti generali dell'Amministrazione penitenziaria ed i magistrati fuori ruolo.
  Il noto curriculum del dottor Tartaglia, già magistrato del pubblico ministero in funzione presso la D.D.A. della Procura preso il Tribunale di Palermo e, da ultimo, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, rendono ragione della bontà, nel merito, della scelta per il ruolo conferitogli.