ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04344

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 370 del 13/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: FERRARI ROBERTO PAOLO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 13/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SUTTO MAURO LEGA - SALVINI PREMIER 13/07/2020
FANTUZ MARICA LEGA - SALVINI PREMIER 13/07/2020
TOCCALINI LUCA LEGA - SALVINI PREMIER 13/07/2020
BONIARDI FABIO MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER 13/07/2020
PICCOLO TIZIANA LEGA - SALVINI PREMIER 13/07/2020
PRETTO ERIK UMBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 13/07/2020
ZICCHIERI FRANCESCO LEGA - SALVINI PREMIER 13/07/2020
CASTIELLO GIUSEPPINA LEGA - SALVINI PREMIER 13/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 13/07/2020
Stato iter:
12/05/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/05/2021
Resoconto MULE' GIORGIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 12/05/2021
Resoconto FERRARI ROBERTO PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/07/2020

DISCUSSIONE IL 12/05/2021

SVOLTO IL 12/05/2021

CONCLUSO IL 12/05/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04344
presentato da
FERRARI Roberto Paolo
testo di
Lunedì 13 luglio 2020, seduta n. 370

   FERRARI, SUTTO, FANTUZ, TOCCALINI, BONIARDI, PICCOLO, PRETTO, ZICCHIERI e CASTIELLO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   durante la grave crisi causata dalla pandemia da Covid-19, anche in Italia si sono verificati seri problemi di approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale;

   in particolare, nella cosiddetta fase due della pandemia, fase in cui la raccomandazione delle autorità sanitarie è stata quella di fare più tamponi, sono mancati i reagenti, senza i quali i «bastoncini svela-Covid» sono inutili;

   tre mesi dopo l'inizio dell'emergenza sanitaria il commissario straordinario per la gestione dell'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, nominato dal Governo, ha annunciato solo l'11 maggio 2020 che avrebbe indetto una gara nazionale e internazionale per acquisire i reagenti in modo da far funzionare 5 milioni di kit che si accingeva a spedire alle regioni;

   il sottosegretario per la salute, Sandra Zampa, aveva nel frattempo dichiarato che: «Ci vuole poco a produrre reagenti», basta investire «denaro sufficiente a remunerare qualcosa che non si fa più perché non remunerativa. È un problema serio. Intanto ne abbiamo per un po' e speriamo ci accompagni fino a quando non se ne produce di nuovo»;

   alla carenza di reagenti il commissario Arcuri ha cercato di sopperire mobilitando Farmindustria e Federchimica ma non ha interpellato le consociate di Confindustria dispositivi medici, che sono le dirette interessate, né ha interpellato lo Stabilimento chimico farmaceutico militare a Firenze, fiore all'occhiello della farmaceutica che produce e commercia articoli farmaceutici e per il soccorso-trattamento, sia in ambito militare che civile, nonché 2.000 litri al giorno di disinfettante in grado di eliminare il virus in circa 30-60 secondi;

   l'istituto ha collaborato in passato con l'istituto superiore di sanità per la produzione di alcuni medicinali come le compresse di ioduro di potassio per il disastro di Chernobyl del 1986 e l'antivirale Oseltamivir fosfato per la pandemia da virus dell'influenza aviaria (2009-2017);

   il Ministro della difesa, ad una specifica domanda, posta dal primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo durante l'audizione del 13 maggio 2020 dinanzi le Commissioni difesa di Camera e Senato, rispondeva che lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze ha le capacità e gli ambienti per poter seguire questo tipo di produzione, garantendo i necessari requisiti di standardizzazione e sicurezza, a fronte di un investimento iniziale approssimativo compreso tra 500.000 e un milione di euro e di un accordo con il dicastero della salute;

   il commissario Arcuri, durante un'audizione svoltasi in XII Commissione alla Camera il 9 giugno 2020, alla richiesta di spiegazioni sul perché non si sia fatto ricorso a tale Stabilimento per reintegrare le carenze di reagenti, anche al fine di valorizzare e riconoscere, in questa come in altre situazioni, l'alto valore di questa istituzione, ha risposto che «gli uffici del Commissario non si occupano (omissis) di reperire farmaci, (omissis)». Sono certo che non sia così semplice, né così tempestiva la possibilità di impiantare una produzione di reagenti che, all'esito dei risultati della richiesta di offerta, non mi sembra che sia neppure necessaria –:

   se il Ministro interrogato non ritenga utile mettere a disposizione l'impianto dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, valorizzandone le potenzialità e avviando una produzione di reagenti in un'ottica di approntare le necessarie scorte in caso di una seconda fase di emergenza.
(5-04344)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 maggio 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-04344

  Prima di passare all'esame della tematica posta dall'onorevole interrogante, occorre chiarire che – analogamente ad altre malattie di origine virale – la verifica della positività al virus COVID-19 avviene attraverso il prelievo di un campione biologico (es. saliva e/o muco) mediante applicazione di un tampone naso-faringeo successivamente analizzato tramite una particolare tecnologia denominata «Reverse Real time PCR».
  Tale metodica è caratterizzata da un trattamento del campione prelevato con particolari reagenti, che consentono l'estrazione del materiale genetico specifico del virus (RNA) e la successiva analisi strumentale del campione preparato, mediante l'uso di specifiche apparecchiature e relativi kit di ulteriori reagenti specifici.
  Ogni strumento analitico reperibile in commercio funziona – di norma – con kit specifici, forniti dal produttore; in alcuni casi è poi possibile utilizzare anche reagenti prodotti da terze parti, compatibili con le caratteristiche tecniche dello strumento stesso e capaci di garantire risultati altrettanto attendibili.
  Analogamente, le procedure di preparazione del campione (tramite reagenti chimici, oggetto della problematica) possono presentare delle differenze in funzione della strumentazione/kit posseduti ed impiegati.
  In altre parole, per poter trattare i campioni, talune apparecchiature potrebbero necessitare di reagenti chimici «proprietari», con formulazione potenzialmente brevettata, mentre, per altri apparati, è possibile l'impiego di ricette alternative che, tuttavia, devono essere testate e inquadrate, da un punto di vista regolatorio, nell'ambito dei Dispositivi Medico Diagnostici in vitro, ai sensi del decreto legislativo n. 332 del 2000.
  A tale proposito, si ricorda che, per poter immettere sul mercato tali tipologie di reagenti, serve predisporre una adeguata documentazione che, con l'ausilio di un Ente Certificatore (Organismo Notificato), ne dichiari la conformità alla Direttiva Comunitaria 98/79 CE in modo da consentirne la marcatura CE (vedi, per analogia, allegato II elenco B del decreto legislativo n. 332 del 2000).
  Tale procedura richiede, in caso si conosca già la composizione qualitativa/quantitativa del reagente (o dei reagenti) da produrre, un tempo stimabile in almeno 6 mesi dal momento di inizio delle prove di realizzazione del prototipo di prodotto.
  Al riguardo preme evidenziare che lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, al momento non possiede esperienza pregressa nella produzione di tali dispositivi. Conseguentemente, nell'ipotesi di un avvio di produzione dei reagenti in parola, sarà necessario porre in essere l'intera procedura prevista dalla citata normativa.
  Da un punto di vista prettamente tecnico, la preparazione di reagenti è una lavorazione relativamente semplice, che richiede, tuttavia, particolari accorgimenti per impedire l'inquinamento delle soluzioni da parte di alcuni materiali biologici (ribonucleasi) generalmente presenti nell'acqua, nelle materie prime e nell'ambiente. Detto inquinamento è assolutamente da evitare in quanto porterebbe a dei risultati falsati a causa dell'alterazione del campione prelevato.
  Occorre inoltre rilevare che, l'eventuale predisposizione di un reparto con caratteristiche idonee alla produzione di reagenti per tamponi, non può prescindere da una serie di preventive valutazioni riguardanti:

   l'individuazione di opportune risorse finanziarie;

   l'individuazione di personale tecnico specialistico, militare e civile, da dedicare al progetto;

   l'esatta definizione, in termini qualitativi e quantitativi degli ambiti di intervento.

  A conclusione dell'intervento occorre osservare che, come a tutti noto, il Servizio Sanitario Militare è chiamato a concorrere con il Servizio Sanitario Nazionale/Protezione Civile, a fronteggiare gravi eventi calamitosi/crisi sia a livello nazionale che internazionale.
  Un chiaro esempio di fattiva collaborazione tra la Sanità Militare ed il Servizio Sanitario Nazionale è dato dall'attuale crisi pandemica, che ha visto la componente sanitaria della Difesa pienamente integrata con le strutture sanitarie civili nei diversi consessi, sia tecnico-strategico, che operativo.
  In tale ottica, nel redigendo decreto-legge cosiddetto «Sostegni-bis» si sta valutando di autorizzare la spesa nell'ordine di 16,5 milioni di euro per la realizzazione di un reparto di infialamento dei farmaci, da costituirsi all'interno dello Stabilimento Chimico-Farmaceutico Militare di Firenze per le esigenze della Sanità Militare e della Sanità Pubblica, proprio al fine di conseguire, tra l'altro, l'autonomia produttiva di anticorpi monoclonali per il contrasto al Coronavirus, di selezionati vaccini e di specifici antidoti per il bioterrorismo.