ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07167

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 411 del 19/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: PROVENZA NICOLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/10/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 19/10/2020
Stato iter:
06/11/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/11/2020
SPERANZA ROBERTO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/11/2020

CONCLUSO IL 06/11/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07167
presentato da
PROVENZA Nicola
testo di
Lunedì 19 ottobre 2020, seduta n. 411

   PROVENZA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Fonderia Pisano (Salerno, Fratte), classificata come industria insalubre di prima classe, secondo il testo unico delle leggi sanitarie, regio decreto n. 1265 del 1934, produce manufatti di ghisa attraverso due differenti procedimenti. Uno dei due opera mediante fusione di scarti e rottami di materiali ferrosi, bruciati in un forno alimentato a carbon coke o pet coke; quest'ultimo emette fumi in atmosfera, pericolosi per salute e ambiente. L'impianto, risalente agli anni '60, non è mai stato sottoposto ad adeguamenti ed ammodernamenti significativi;

   da decenni la popolazione che vive nelle zone limitrofe alla fonderia lamenta emissioni moleste e significativi depositi di polveri nere metalliche;

   l'area comprende i tre diversi comuni di Salerno, Pellezzano e Baronissi; in base al piano regolatore generale (Puc piano urbanistico comunale) 2006, l'area su cui la Fonderia insiste non è più di tipo industriale bensì edificabile. Ciò rende l'impianto di fatto incompatibile con l'area. Ad oggi non è stata attivata né la delocalizzazione dell'impresa, né il monitoraggio costante;

   nel 2016 la regione ha sospeso le attività della Fonderia sulla base della relazione dell'Arpac che aveva riscontrato gravi criticità. Successivamente è stata disposta la riapertura dell'impianto ed è stata richiesta la revisione dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia). Tuttavia, è intervenuto il sequestro preventivo da parte della procura;

   nel 2018 il competente ufficio regionale con appositi decreti ha espresso parere sfavorevole di Via e Vi sul progetto Pisano, ha disposto l'archiviazione del procedimento di riesame dell'Aia rilasciata nel 2012 ed ha definitivamente revocato la stessa. Successivamente il Tar di Salerno ha accolto la sospensiva dei predetti decreti della regione Campania e le Fonderie Pisano hanno ripreso l'attività;

   i decreti in questione sono stati oggetto di vicende giudiziarie; sono, inoltre, da segnalare, tre procedimenti penali che hanno interessato la Fonderia dal 2004 al 2015. Tutti, seppur riguardanti gravi reati, si sono conclusi con il patteggiamento e con il pagamento di ammende irrisorie. Attualmente, è in corso un procedimento per altri reati ambientali commessi dal 2014, un altro processo a carico di funzionari Arpac che avrebbero falsificato controlli ed è in corso un'indagine per stabilire il nesso di causalità tra le numerosi morti nella valle dell'Irno e l'attività delle fonderie Pisano;

   nell'area interessata si riscontra, tra l'altro, un'incidenza anomala di tumori (alcuni definiti rari) e di malattie respiratorie. Nel 2016 l'Asl competente ha comunicato l'avvio di uno studio epidemiologico per monitorare lo stato di salute della popolazione. È partito anche lo studio Spes-Valle dell'Irno per indagare sullo stato di salute degli abitanti e del territorio dell'area Salerno nord; la prima relazione ha dimostrato che aria, suolo e acqua, sono tutte interessate dalla condotta della proprietà Pisano che per anni ha operato in totale spregio delle norme ambientali;

   i risultati definitivi dello studio Spes-Valle dell'Irno sono stati di recente consegnati alla regione Campania da parte dell'istituto zooprofilattico e ad oggi non sono stati resi pubblici;

   nell'ambito di tale studio vi è un accordo con l'istituto superiore di sanità con l'obiettivo di verificare le analisi effettuate e l'elaborazione dei dati per stabilire l'impatto delle sorgenti di contaminazione sugli abitanti potenzialmente esposti;

   in pieno lockdown, con decreto dirigenziale n. 85 del 20 aprile 2020 a prima firma del dirigente Antonello Barretta, la regione Campania ha rinnovato l'autorizzazione integrata ambientale (Aia) con validità di 12 anni, nonostante dati preliminari sospetti per forte accumulo di metalli pesanti ritrovati nell'organismo degli abitanti delle zone circostanti la fonderia –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative intenda porre in essere per verificare, anche con l'ausilio dell'istituto superiore di sanità, gli impatti sull'ambiente e sulla salute dei cittadini connessi alle attività della Fonderia e se, pertanto, intenda avviare, tramite l'istituto superiore di sanità, apposite verifiche, finalizzate alla pubblicazione dei dati definitivi dello studio Spes-Valle dell'Irno nell'esclusiva tutela del diritto alla salute dell'intera comunità.
(4-07167)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 novembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 424
4-07167
presentata da
PROVENZA Nicola

  Risposta. — In riferimento all'atto parlamentare in esame si rappresenta quanto segue.
  Con nota pervenuta a questo Ministero in data 8 settembre 2020, la regione Campania, in merito alla problematica delineata nell'atto ispettivo in esame, riferisce di avere approvato con provvedimento n. 85 del 20 aprile 2020 «... i necessari lavori di ammodernamento e di adeguamento dell'istallazione di che trattasi con riesame della autorizzazione integrata ambientale rilasciata con d.d. n. 149 del 2012, richiesti da questo ufficio con nota del 24 marzo 2016 prot. 0757335, a seguito della relazione finale di ispezione del Arpac – Dipartimento di Caserta – pervenuta in data 28 gennaio 2016 prot. 061401, con cui si evidenziavano gravi criticità ambientali e nocumento alla salute pubblica, e contestuale sospensione dell'autorizzazione per due volte e conseguente sequestro giudiziario da parte della Procura della Repubblica di Salerno».
  La regione prosegue precisando che: «L'installazione infatti, tranne che per il breve periodo di chiusura di cui al decreto del Presidente del Consiglio per l'emergenza covid-19, è in esercizio, atteso il dissequestro giudiziario disposto dalla magistratura penale e la sospensione prima e l'annullamento poi dei decreti regionali n. 01, 02, 03 del 2018 con cui tra l'altro veniva revocata l'Aia; rispettivamente con ordinanza n. 174 del 29 marzo 2018 e sentenza n. 02254/2019 del Tar Campania sede di Salerno sezione II, con conseguenti quotidiani invii da parte dei residenti di comunicazioni di lamentela, principalmente legate agli odori, alle emissioni in atmosfera e rumori, e contestuale richiesta di controllo al Dipartimento Arpac di Salerno da parte di questo ufficio».
  I lavori di ammodernamento e adeguamento delle installazioni risultavano assolutamente necessari ed urgenti.
  Il progetto, che ha visto impegnati a supporto della regione i dipartimenti di ingegneria dell'università «Partenope» di Napoli e dell'università del Sannio, contempla una serie di importanti interventi a tutela di tutte le matrici ambientali, in particolare per il contenimento delle emissioni in atmosfera, tra cui quelle odorigene, per il potenziamento del sistema di depurazione delle acque di processo e meteoriche, per il contenimento dei rumori, per la revisione ed il potenziamento del piano di monitoraggio e controllo, nonché per la prescrizione concernente limiti emissivi più rigorosi rispetto ai precedenti.
  Tali interventi costituiscono ottemperanza alla sentenza n. 2254 del 2019, menzionata in precedenza.
  A tal proposito, il Tar Campania – sede di Salerno, sezione II, in tale sentenza, aveva statuito che: «... in caso di stabilimenti preesistenti all'introduzione della disciplina ambientale, alla soluzione della delocalizzazione osta la teorica dei diritti quesiti e, in buona sostanza, il principio di affidamento (principio, questo, di rango euro-unitario) sicché il punto di equilibrio fra la tutela delle contrapposte situazioni in conflitto (prosecuzione dell'attività di impresa-tutela ambientale) deve essere necessariamente rinvenuto nell'individuazione delle migliori “soluzioni” disponibili per la mitigazione dell'impatto ambientale da parte dell'amministrazione procedente, le quali dovranno essere doverosamente adottate dall'impresa per poter continuare lo svolgimento della sua attività produttiva. La responsabilizzazione di entrambe le parti (la Regione, che deve farsi carico di indicare puntualmente le “soluzioni” da adottare; l'imprenditore, che deve adottarle per continuare lo svolgimento della sua attività in quella determinata area) costituisce lo strumento per contemperare le esigenze della produzione con le ragioni dell'ambiente».
  Il progetto di ammodernamento ed adeguamento delle installazioni della «Ditta Fonderie Pisano S.p.A.» è stato approvato all'unanimità nella conferenza di servizi in data 13 novembre 2018 ed è escluso dalla verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale, con parere favorevole di valutazione di incidenza-valutazione appropriata; tuttavia, essendo interessata l'intera installazione, è stato effettuato il riesame dell'originaria autorizzazione integrata ambientale, e ne sono state aggiornate le relative condizioni di rilascio.
  Per quanto riguarda il regime dell'autorizzazione rilasciata, la regione Campania ha precisato che la disciplina normativa del decreto legislativo 4 marzo 2014 n. 46, «Attuazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento)», che ha modificato il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, «Norme in materia ambientale», non ne disciplina la durata, introducendo il nuovo istituto del «riesame» con le cadenze temporali previste dal testo unico ambientale all'articolo 29-
octies.
  In merito alle attività ispettive effettuate presso la «Ditta Fonderie Pisano S.p.A.» con cadenza semestrale a cura del dipartimento Arpac di Salerno, la regione Campania ha comunicato a questo Ministero gli esiti della recente ispezione relativa al primo semestre 2020.
  Dalla relazione dell'attività ispettiva, risulta che l'installazione opera, a causa del calo delle commesse dovuto alle ricadute dell'epidemia di Covid-19, solo alcuni giorni ogni mese.
  Peraltro, la ditta «ha sostanzialmente attuato» quanto previsto per il primo semestre dell'anno 2020 e «le prescrizioni previste per il periodo transitorio, sono state in linea di massima ottemperate».
  Inoltre, «i valori limite di emissione autorizzati dei parametri analizzati e riferiti alle varie matrici campionate durante le giornate di sopralluogo sono rispettati» e «le Bat risultano coerenti con quanto autorizzato».
  La regione ha comunicato, altresì, che la ditta ha presentato di recente «alla stampa» il progetto di delocalizzazione dell'installazione, da realizzarsi nell'area industriale del comune di Buccino (Salerno).
  Tanto premesso, si ritiene che alla luce delle informazioni e degli atti acquisiti dalla regione Campania e tenuto conto di quanto rappresentato dall'interrogante, sussistono fondati elementi per disporre una istruttoria di natura tecnica al fine di verificare le condizioni reali di presenza di inquinanti nell'area interessata.
  Pertanto, è intenzione di questo Ministero interessare l'istituto superiore di sanità al fine di avviare uno studio epidemiologico sulla popolazione residente nella zona dove insiste lo stabilimento, assegnando un termine di 90 giorni per predisporre una relazione illustrativa.
  Sarà cura di questo Ministero informare degli esiti dell'indagine l'interrogante.

Il Ministro della salute: Roberto Speranza.