Legislatura: 18Seduta di annuncio: 695 del 17/05/2022
Primo firmatario: CONTE FEDERICO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 17/05/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 17/05/2022 STUMPO NICOLA LIBERI E UGUALI 17/05/2022
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 17/05/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 18/05/2022 Resoconto STUMPO NICOLA LIBERI E UGUALI RISPOSTA GOVERNO 18/05/2022 Resoconto SPERANZA ROBERTO MINISTRO - (SALUTE) REPLICA 18/05/2022 Resoconto CONTE FEDERICO LIBERI E UGUALI
DISCUSSIONE IL 18/05/2022
SVOLTO IL 18/05/2022
CONCLUSO IL 18/05/2022
CONTE, FORNARO e STUMPO. – Al Ministro della salute . – Per sapere – premesso che:
l'articolo 2, comma 71, della legge n. 191 del 2009 stabilisce che «gli enti del Servizio sanitario nazionale concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica adottando, anche nel triennio 2010-2012, misure necessarie a garantire che le spese del personale (...) non superino per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012 il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito dell'1,4 per cento»;
tale misura è stata prorogata nel triennio 2013-2015 (decreto-legge n. 98 del 2011, decreto-legge n. 95 del 2012);
nella legge di bilancio per il 2018 fu ritoccato tale limite, introducendo la possibilità di una variazione dello 0,1 annuo;
con il decreto-legge n. 35 del 2019 si è intervenuti più decisamente sul vincolo, introducendo, all'articolo 11, questa disposizione: a decorrere dal 2019, la spesa per il personale degli enti del Servizio sanitario nazionale di ciascuna regione e provincia autonoma non potrà superare il valore della spesa sostenuta nell'anno 2018 o, se superiore, il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito dell'1,4 per cento, mentre i predetti valori potranno essere incrementati annualmente del 5 per cento, regionalmente, sulla base dell'aumento stabilito per il Fondo sanitario regionale;
l'abolizione del tetto, salutata con favore dalle regioni, non ha risolto i problemi evidenziati negli anni precedenti;
il riferimento alla spesa del 2018 ha consentito solo alle regioni che avevano superato il limite precedente (Lombardia, Veneto, Piemonte), con risorse proprie, di agire, mentre regioni che avevano rigorosamente rispettato il tetto, come quelle del Mezzogiorno (ad esempio, la Campania), sottoposte a piano di rientro dal deficit, non hanno tratto quasi alcun giovamento;
senza lo sblocco (anche per regioni in piano di rientro) del limite, non si può procedere al turn over funzionale, né all'attuazione di modelli organizzativi appropriati per la sanità territoriale, né offrire prospettive di stabilizzazione ai precari;
il Governo, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha messo in campo uno sforzo straordinario per la rete territoriale di assistenza primaria; uno stanziamento di 7,9 miliardi di euro per case della comunità (ne sono previste 1.350), case come primo luogo di cura, assistenza domiciliare e telemedicina, sviluppo delle cure intermedie, ovvero ospedali di comunità (ne sono previsti 400);
tutto quanto, però, risulterebbe vano se non si procedesse, contestualmente, anche ad adeguare i livelli occupazionali e il fabbisogno del personale –:
quali siano gli intendimenti del Governo rispetto ai tetti fissati normativamente per la spesa del personale sanitario, anche al fine di garantire gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e il superamento del precariato.
(3-02972)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):servizio sanitario nazionale
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