ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01523

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 696 del 18/05/2022
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 13/05/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/05/2022
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 23/05/2022
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/07/2022

Atto Camera

Interpellanza 2-01523
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Mercoledì 18 maggio 2022, seduta n. 696

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   doveva essere il vaccino italiano contro il COVID-19, era stato annunciato come la soluzione per garantire all'Italia indipendenza vaccinale, rendendo l'Italia autonoma dalle consegne dall'estero, spesso in ritardo rispetto alla tabella di marcia fissata dalla Commissione europea, tanto da avere ottenuto l'impegno di finanziamenti per oltre 80 milioni di euro dallo Stato – cifra peraltro contenuta rispetto ad analoghi investimenti di altre nazioni europee – ma il percorso del vaccino messo a punto dalla biotech ReiThera Srl ha subìto intralci che ne hanno compromesso lo sviluppo;

   ufficializzato a gennaio 2021 con un contratto tra il Ministero dello sviluppo economico, Invitalia e la biotech laziale ed entrato trionfalmente in fase 2 di sperimentazione a marzo, Grad-Cov-2 (questo il nome del vaccino ad adenovirus messo a punto con la collaborazione dello Spallanzani) non è mai partito con la fase 3 della sperimentazione, quella operativa della inoculazione, nonostante sia stata autorizzata e pianificata;

   in base all'accordo sottoscritto il 17 febbraio 2021 era previsto un finanziamento statale di 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato; ReiThera avrebbe investito 32 milioni. L'operazione prevedeva, inoltre, l'ingresso di Invitalia con 15 milioni nel capitale sociale della biotech (pari al 27 per cento delle quote);

   il 31 luglio 2020, l'AIFA aveva già autorizzato la sperimentazione di fase 1 di GRAd-CoV2 (a marzo 2021 lo studio di fase 2), per valutarne sicurezza e immunogenicità: il progetto è sostenuto da un finanziamento pubblico di 8 milioni di euro, stanziati dal Presidente della regione Lazio Zingaretti (5 milioni) e dal Ministero dell'università e della ricerca e Cnr (3 milioni), che si sommano ai 12 milioni già investiti da ReiThera; a coordinare lo studio l'istituto Lazzaro Spallanzani di Roma;

   come ricordato dall'azienda italiana in merito al vaccino che stava sviluppando, gli studi di fase 1 e 2 hanno dimostrato che il vaccino GRAd-CoV2 è «sicuro e ben tollerato negli adulti e negli anziani, così come nei soggetti con comorbidità, con tassi di sieroconversione contro Sars-CoV-2 superiori al 93 per cento dopo una singola dose e di oltre il 99 per cento con un regime a due dosi»;

   l'azienda di Castel Romano ha investito nell'area Gmp (Good manufacturing practices) con l'acquisto di tecnologie all'avanguardia, come i bioreattori a tecnologia monouso, in grado di supportare un volume di lavoro fino a 3.000 litri e grazie a questi strumenti sarebbe stato possibile produrre il vaccino su larga scala; il processo di produzione di GRAd-Cov2, inoltre, secondo quanto sostenuto dall'azienda italiana, «potrebbe essere facilmente trasferito a siti esterni per la produzione locale nei Paesi in cui la domanda di questo nuovo vaccino è maggiore»;

   a maggio 2021 la Corte dei conti ha bloccato il finanziamento pubblico per realizzare la fase 3 della sperimentazione del vaccino e avviarne la produzione industriale, chiedendo maggiori dettagli sull'investimento, ma da allora non si è saputo più nulla e lo sviluppo del vaccino è, di fatto, naufragato;

   l'azienda si era anche offerta di creare un polo produttivo dei vaccini in Italia, annunciato dallo stesso Ministro Giorgetti, ma anche di questo progetto ad oggi non c'è traccia;

   solo nelle ultime settimane sono emerse indiscrezioni su presunte pressioni russe per sperimentare il vaccino Sputnik: il 20 marzo 2021, infatti, viene inaspettatamente annunciato un primo accordo «per la collaborazione scientifica tra l'istituto Spallanzani di Roma e l'istituto Gamaleya di Mosca per valutare la copertura delle varianti di Sars-CoV-2 anche del vaccino Sputnik V»;

   nonostante Ema non abbia mai autorizzato lo Sputnik, tra le due strutture sanitarie ci sono stati numerosi scambi di dati «sensibili» relativi al COVID-19 e lo scorso gennaio lo Spallanzani ha reso nota la collaborazione con l'istituto Gamaleya di Mosca per realizzare uno studio comparativo sull'efficacia di Sputnik V contro la variante Omicron;

   secondo quanto riportato sul quotidiano Repubblica, che smentirebbe quanto, invece, si legge nell'articolo su medRxiv, il progetto con lo Spallanzani è stato, peraltro, finanziato «interamente dall'Italia»;

   ad aggiungere mistero, la notizia che due dei più importanti dirigenti dello Spallanzani, subito dopo l'avvio del protocollo, «sono andati via» anticipando la pensione o per cambiare lavoro la professoressa Maria Capobianchi, che per prima ha isolato il COVID-19 in Italia, e l'infettivologo Petrosillo, che ha curato i primi pazienti affetti da COVID-19; ma anche il direttore generale, Marta Branca; Ippolito, direttore scientifico; Roberto Noto, direttore amministrativo; Di Caro, responsabile del laboratorio di microbiologia; Nardacci, responsabile della microscopia elettronica; De Angelis, responsabile degli infermieri e Castilletti, responsabile dell'Unità virus emergenti; trasferimenti, probabilmente legati alle decisioni prese dalla Regione, che hanno, inevitabilmente, depotenziato l'istituto in un momento cruciale, sia per l'assistenza sanitaria, sia per la ricerca scientifica;

   e ancora va ricordata quella che l'interrogante giudica l'ostinazione con cui l'allora premier Conte ha tenuto sempre per sé la delega ai servizi nei suoi anni a Palazzo Chigi –:

   di quali informazioni disponga il Governo in merito ai fatti di cui in premessa e per quali motivazioni non si sia dato seguito né alla creazione di un polo produttivo dei vaccini in Italia, né alla fase tre di sperimentazione del vaccino ReiThera con lo stanziamento dei finanziamenti promessi;

   quali iniziative il Governo intenda assumere per fare piena chiarezza sulla grave vicenda, con particolare riguardo alle ragioni per le quali si sia deciso di consegnare il virus Sars-Cov-2 all'Istituto russo e alla eventuale sussistenza di pressioni esterne alla base della scelta di abbandonare la sperimentazione del vaccino italiano per puntare sul vaccino russo.
(2-01523) «Rampelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

vaccino