ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00684

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 722 del 08/07/2022
Abbinamenti
Atto 1/00681 abbinato in data 12/07/2022
Atto 1/00688 abbinato in data 12/07/2022
Atto 1/00689 abbinato in data 12/07/2022
Atto 1/00692 abbinato in data 12/07/2022
Firmatari
Primo firmatario: MANDELLI ANDREA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 08/07/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VERSACE GIUSEPPINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022
ROSTAN MICHELA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022
BRAMBILLA MICHELA VITTORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022
SESSA ROSSELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022
TORROMINO SERGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022
D'ATTIS MAURO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022
BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2022


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/07/2022
Resoconto ROSTAN MICHELA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/07/2022
Resoconto GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto PAOLIN GIUSEPPE LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto FURGIUELE DOMENICO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/07/2022

DISCUSSIONE IL 12/07/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/07/2022

Atto Camera

Mozione 1-00684
presentato da
MANDELLI Andrea
testo presentato
Venerdì 8 luglio 2022
modificato
Martedì 12 luglio 2022, seduta n. 724

   La Camera,

   premesso che:

    i presìdi sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane e non autosufficienti, come le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e le Residenze sanitarie per disabili (Rsd), sono stati fortemente interessati e colpiti dall'emergenza sanitaria da COVID-19. Soprattutto durante la prima forte ondata di contagi e di diffusione del virus, in tali strutture si è registrato un numero alto di decessi da Sars-Cov-2, e molto pesante è stato l'impatto della pandemia sui diritti alla vita privata e familiare degli ospiti delle medesime strutture;

    peraltro l'assenza di dati pubblici e informazioni dettagliate relative alla diffusione del contagio nelle strutture residenziali sociosanitarie non ha consentito di svolgere al meglio un'analisi complessiva a livello nazionale di quanto accaduto. Nonostante questo, le nostre Rsa hanno dimostrato comunque di saper reggere alla pandemia assicurando le cure necessarie con grande efficacia. Le Rsa, le Rsd e in generale tutte le strutture per anziani e persone con disabilità non autosufficienti, hanno dovuto modificare le loro politiche di assistenza, diventando di colpo in moltissimi casi corsie di malattia infettiva, imparando a loro spese come si affronta e si gestire una pandemia;

    le Residenze sanitarie ed i Centri diurni, dove la maggior parte degli ospiti è costituita dalla fascia più anziana e debole vulnerabile della popolazione, si sono ritrovate infatti a dover fronteggiare esigenze economiche e gestionali eccezionali;

    tali strutture, con il loro patrimonio di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, psicologi, assistenti sociali e altri, rappresentano ancora oggi uno dei presìdi più importanti dell'assistenza territoriale del nostro Paese, svolgendo un ruolo centrale, anche alla luce dell'invecchiamento della nostra società. È dunque della massima importanza intercettare la domanda economica e sociale di questa fascia di popolazione di anziani, spesso soli e con scarse disponibilità economiche e senza aiuto, traducendola in un'offerta efficace di servizi di sostegno;

    ad aggravare la situazione di questi importanti presìdi socio-sanitari e assistenziali già in difficoltà durante e dopo la pandemia da Sars-Cov-2, si è aggiunto in questi mesi un incremento generalizzato dei prezzi di beni e servizi, a cominciare dai rincari energetici iniziati negli ultimi mesi del 2021 a seguito della ripresa economica registrata in quella fase, e ora continuata a seguito della guerra in atto in Ucraina. Le stime indicano in dodici euro in più al giorno per posto letto, pari a 438.000 euro all'anno per una struttura con 100 posti letto. È questo l'aumento di costi approssimato che sopportano le Rsa, le Rsd e le strutture sociosanitarie nel 2022. A ciò, si aggiunga la crisi delle professioni sanitarie e i rinnovi contrattuali, che hanno portato a difficoltà nel reperire figure professionali e le risorse per poterle remunerare. Peraltro, molti sovracosti sanitari sono solo in parte coperti dai ristori pubblici;

    per tali motivi, il 20 giugno 2022, le associazioni Aris, Anaste, Agespi e Uneba, che rappresentano la gran parte delle strutture socio sanitarie italiane e una componente rilevante delle strutture sanitarie private, hanno scritto una lettera al Presidente Draghi, ai Ministri interessati, e al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga;

    le associazioni, nella citata lettera, evidenziano come si sia verificato negli ultimi mesi un incremento generalizzato dei beni e dei servizi, e che i costi energetici nelle strutture sanitarie nel 2022 sono aumentati del 90 per cento o anche 100 per cento rispetto al 2021. «In assenza di un intervento governativo, è forte il rischio di un generalizzato e pesante incremento delle rette sociali a carico dei cittadini o dei Comuni (per i meno abbienti). (...) Per molte strutture di medie e piccole dimensioni, molto diffuse sul territorio nazionale, potrebbe trattarsi addirittura di una congiuntura tale da comprometterne la possibile sopravvivenza, impoverendo ulteriormente l'offerta già insufficiente di posti letto nell'ambito delle fragilità». Le associazioni concludono la lettera chiedendo con urgenza un incontro operativo per definire e concordare le possibili risposte alla suddetta gravissima situazione;

    per la gran parte delle Rsa questi aumenti energetici rischiano di diventare insostenibili. Alcune hanno già aumentato le rette come unica soluzione, anche in risposta alle difficoltà nate già nel corso della pandemia. Le residenze per anziani non sono certo un settore energivoro come tante industrie, ma vivono nel quotidiano su cucine, luci, condizionatori d'estate e riscaldamenti d'inverno. Tante Residenze continuando così dovranno chiudere o vendere, e tante piccole strutture stanno già cercando acquirenti;

    un ulteriore criticità, che chiede soluzione, riguarda il personale medico e sanitario che lavora in dette strutture. La pandemia da COVID-19 ha infatti confermato ancora una volta, semmai ce ne fosse stato bisogno, la necessità improcrastinabile di potenziare la nostra rete di assistenza socio-sanitaria e quei presìdi sanitari e sociosanitari quanto più prossimi ai cittadini, e quindi, inevitabilmente, di implementare il ruolo dell'assistenza infermieristica e più in generale del personale sanitario;

    durante tutta la fase più acuta di emergenza epidemiologica il personale sanitario, mentre i contagi tra medici e infermieri crescevano giorno per giorno, ha lottato in prima linea contro il virus, lasciando sul campo un numero altissimo di morti tra il personale sanitario e sociosanitario stesso;

    si è assistito – e si sta ancora assistendo – ad un'emergenza sanitaria di fronte alla quale nessun professionista della salute si è tirato indietro, svolgendo un ruolo fondamentale e cercando anche di rimediare alle forti carenze di personale registratesi. Non è stato infrequente in alcune zone di Italia che gli stessi infermieri ospedalieri si siano ritrovati a prestare la loro opera anche nelle strutture sociosanitarie private in grande difficoltà;

    il 17° Rapporto Crea sanità (Centro per la ricerca economica applicata in sanità) dice, con riferimento alla sola fascia over 75, fascia in continua crescita per effetto della scarsa natalità e l'allungamento dell'aspettativa di vita, che il numero di medici ogni 1.000 abitanti over 75 risulta essere inferiore rispetto a quello della media dei Paesi europei e, ancora di più, quello degli infermieri: allo stato attuale, mancherebbero all'appello più di 17.000 medici e 350.000 infermieri. Gli infermieri svolgono un ruolo decisivo nel fornire assistenza negli istituti e nelle strutture di assistenza a lungo termine;

    da qui la necessità, oltre che di prevedere più posti nelle scuole di specializzazione per la professione infermieristica, anche quella di concretizzare provvedimenti legislativi che invoglino il personale in quiescenza a continuare il servizio nelle strutture e nei servizi extra ospedalieri a fronte di sgravi fiscali che non vadano a incidere sul reddito dell'infermiere in quiescenza;

    la scelta da parte di molte asl, di indire bandi di concorso per l'assunzione in strutture pubbliche del personale infermieristico, non ha tenuto conto del conseguente esodo degli infermieri proprio dalle RSA che assicuravano e assicurano protezione qualificata alla parte più fragile della popolazione ospite delle strutture residenziali extra ospedaliere. Di conseguenza si è verificato un indebolimento della qualità assistenziale di dette strutture;

    risulta indispensabile che il Governo intervenga con maggiore convinzione per la valorizzazione di tutti i professionisti del Sistema sanitario nazionale;

    a tal fine, è necessario, tra i tanti ambiti di intervento, adeguare la normativa vigente al fine di garantire la parità di diritti tra tutti i professionisti della sanità. Attualmente la normativa vigente prevede, per esempio, che solo ad alcuni dipendenti del Servizio sanitario, appartenenti alla dirigenza sanitaria, medica e veterinaria, è consentito esercitare l'opzione libero-professionale intramoenia disciplinata contrattualmente, mentre non è prevista per le professioni sanitarie;

    si registra infatti l'assenza di norme che consentano al personale delle professioni sanitarie, come accade per i medici, di svolgere attività libero-professionale a latere del loro rapporto di lavoro in qualità di dipendenti della pubblica amministrazione,

impegna il Governo:

1) ad avviare urgentemente un tavolo di confronto con le associazioni e i soggetti coinvolti, al fine di individuare le iniziative più opportune per consentire alle strutture socio-sanitarie di cui in premessa, di far fronte all'incremento generalizzato dei prezzi di beni e servizi, a cominciare dai rincari energetici che da tempo stanno mettendo in grandissima difficoltà questi importanti presìdi territoriali;

2) a mettere in atto tutte le iniziative utili, di concerto con gli enti territoriali, volte a prevedere un adeguamento permanente delle tariffe delle strutture sanitarie e sociosanitarie di assistenza extraospedaliera, residenziali e semiresidenziali, ferme da anni e attualmente largamente sottodimensionate;

3) ad adottare tutte le iniziative normative volte ad estendere il diritto di scelta tra esercitare la libera professione o lavorare in regime di esclusività, al personale infermieristico e tutti i professionisti sanitari il cui esercizio professionale è condizionato al conseguimento di un titolo universitario, all'acquisizione di un titolo all'esercizio della professione, nonché all'iscrizione ai rispettivi albi e ordini e per i quali è prevista autonomia e responsabilità professionale, anche al fine di far fronte alle gravi carenze di personale infermieristico e sanitario che interessano le strutture sociosanitarie (Rsa, Rsd, case di riposo, strutture residenziali, riabilitative);

4) ad intraprendere le opportune iniziative, affinché fino al 31 dicembre 2023 i redditi dei lavoratori in quiescenza in possesso del titolo di infermiere professionale che assumono incarichi di lavoro successivi presso strutture sanitarie o sociosanitarie private o accreditate, siano defiscalizzati nella parte relativa all'imposizione contributiva.
(1-00684) «Mandelli, Bagnasco, Versace, Novelli, Bond, Rostan, Brambilla, Sessa, Torromino, D'Attis».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

malattia

personale infermieristico