ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00679

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 715 del 28/06/2022
Abbinamenti
Atto 1/00675 abbinato in data 12/07/2022
Firmatari
Primo firmatario: FEDERICO ANTONIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/06/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI LAURO CARMEN MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
RICCIARDI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
SALAFIA ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
TRAVERSI ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
TUZI MANUEL MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
VARRICA ADRIANO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2022


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/07/2022
Resoconto ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/07/2022
Resoconto MURELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/07/2022

DISCUSSIONE IL 12/07/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/07/2022

Atto Camera

Mozione 1-00679
presentato da
FEDERICO Antonio
testo presentato
Martedì 28 giugno 2022
modificato
Martedì 12 luglio 2022, seduta n. 724

   La Camera,

   premesso che:

    dall'inizio del 2022 e già dal luglio 2021 il fenomeno della siccità sta investendo tutto il nostro Paese, in particolare (studi e dati dell'Osservatorio siccità dell'Istituto di bioeconomia del Cnr) questa si manifesta come estrema nelle regioni del Nordovest, Piemonte e Lombardia, ma anche su parte della costa tirrenica: Lazio e una parte della Campania. Nell'arco di dodici mesi sono la Pianura Padana e il Delta del Po a soffrirne di più insieme a Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il dato sulle precipitazioni di giugno 2022 conferma la gravità della situazione. La primavera, che si sperava potesse ridurre il deficit accumulato, ha invece confermato la previsione negativa, risultando anch'essa povera di piogge, con valori che la pongono al terzo posto dietro solo al 2003 e al 2017;

    tutti gli indici presi in considerazione dall'Osservatorio siccità dell'Istituto di bioeconomia del Cnr sono univoci nell'indicare una situazione critica. L'indice Spi – Standard precipitation index (indicatore di surplus o deficit pluviometrico estesamente utilizzato a livello internazionale) nel breve periodo, ovvero nei tre mesi primaverili marzo-maggio 2022, mostra un deficit abbastanza diffuso nelle regioni settentrionali e su Lazio, Abruzzo, Puglia e Calabria. La situazione peggiore risulta essere quella sul medio e lungo periodo, con buona parte del Nord e diverse aree del Centro-Sud che risultano essere in siccità da moderata a estrema;

    l'indice Esi (Evaporative stress index), che quantifica anomalie temporali standardizzate del rapporto fra evapotraspirazione reale e potenziale, indica nel mese di maggio 2022 forti condizioni di stress nella zona occidentale della Val Padana e dal grossetano all'Umbria meridionale, fino all'alto Lazio. Zone con anomalie negative di evapotraspirazione sono poi estese al resto della Pianura Padana, del Centro Italia, Sardegna centro-occidentale e regioni meridionali Puglia, Basilicata e Calabria. Tali condizioni si estendono ulteriormente in quasi tutto il Centro-Nord se si considerano gli ultimi 3 mesi (dal 6 marzo al 28 maggio 2022). Tali anomalie negative stanno ad indicare un forte disseccamento del suolo, dovuto sia a temperature e vento elevati che ad assenza di piogge che non hanno compensato il tasso evapotraspirativo;

    anche l'indice Tci (Temperature condition index) relativo alla parte finale di aprile 2022 e prima settimana di maggio 2022 evidenzia valori superiori rispetto alla serie storica di riferimento ancora concentrate fra Piemonte e Lombardia occidentale, Lazio e regioni meridionali, eccetto Molise, e buona parte della Campania. Nella seconda parte del mese, invece, è evidente l'ondata di caldo che ha investito praticamente l'intera penisola e, in particolare, il Centro-Nord e la Puglia meridionale;

    la siccità di questi mesi si conferma, quindi, essere una siccità di tipo idrologico, dove la scarsità di innevamento invernale e di precipitazioni degli ultimi sei mesi sta intaccando le riserve idriche superficiali principalmente nel Nord Italia. Dai dati Arpa relativi al bacino padano emerge che, fra manto nevoso, invasi e laghi, nel febbraio 2015 si stimavano 4 miliardi di metri cubi di acqua, 2,6 miliardi nel 2018, 1,5 miliardi nel febbraio 2022;

    nel bacino padano è in atto una progressiva desertificazione. Dalle foto satellitari messe a confronto nell'arco dei decenni emerge con evidenza l'aumento della superficie non coperta da vegetazione nelle aree della pianura del Po;

    dalla fine del 2021 al marzo 2022 sono stati 110 i giorni consecutivi senza pioggia. Le precipitazioni a Torino da dicembre 2021 ad aprile 2022 sono state di 37 millimetri, pari al 15 per cento della media degli ultimi anni;

    le portate del grande fiume, nel marzo 2022, hanno raggiunto i valori minimi dal 1972: a Pontelagoscuro il dato è di 603 metri cubi al secondo, con un deficit complessivo di marzo 2022 pari a –55 per cento. In Lombardia al 15 aprile 2022 risultava una carenza del 50 per cento del volume idrico (451 milioni di metri cubi) rispetto ai 5 anni precedenti;

    la tendenza è che da qui alla fine dell'estate 2022 le temperature saranno abbastanza superiori alla media; tutti i modelli concordano che potrebbe essere una'estate più secca del normale con le temperature che andranno ad incidere su territori in cui le piogge sono state molto scarse negli ultimi sei-dodici mesi;

    da quanto riportato emerge che la popolazione esposta al rischio siccità severa/estrema risulta oscillare fra il 2,3 per cento sul breve periodo fino ad arrivare al 30,6 per cento sul medio periodo (dati dell'Osservatorio siccità dell'Istituto di bioeconomia del Cnr);

    oltre all'aspetto quantitativo va considerato, sotto il profilo qualitativo, che le infrazioni per i nitrati permangono in molte zone d'Italia e gli indici di eutrofizzazione sono peggiorativi in molti corpi idrici, con un raddoppio delle falde eutrofiche nel periodo 2015-2019 rispetto al 2012-2015, come da rapporto Arpa Lombardia;

    in Emilia-Romagna si osserva un progressivo peggioramento del livello dei nitrati nelle falde, con 20 stazioni su 37 superiori a 50 milligrammi al litro nel 2015, in particolare nelle zone subappenniniche. Lo stesso fenomeno è riscontrato dal 2014 nella bassa bresciana;

    fonti di Greenpeace e Wwf mostrano che la zootecnia assorbe circa il 50 per cento delle risorse idriche nazionali e in Pianura Padana si trova circa il 60 per cento dei capi di allevamento nazionali. L'impronta idrica della produzione in Italia ammonta a circa 70 miliardi di metri cubi;

    secondo la normativa vigente (decreto legislativo n. 152 del 2006) tutte le derivazioni superficiali di acqua pubblica nei corsi d'acqua naturali sono soggette all'obbligo del mantenimento in alveo di una portata minima d'acqua, definita «deflusso minimo vitale» (Dmv) che è stato introdotto per garantire una portata istantanea minima, a valle delle opere di derivazione (e/o captazione), in modo da salvaguardare le caratteristiche dei corpi idrici. Il concetto di deflusso minimo vitale (Dmv) è stato poi integrato da quello di deflusso ecologico (de) che ne rappresenta un'evoluzione: con esso si passa dal garantire una portata istantanea minima al garantire un regime idrologico per il raggiungimento degli obiettivi ambientali indicati dalla direttiva comunitaria quadro in materia di acque n. 2000/60/CE. L'attuazione del deflusso ecologico avviene principalmente attraverso l'applicazione di «fattori correttivi» al deflusso minimo vitale (Dmv), che costituiscono la «componente ambientale» del deflusso ecologico (de);

    la direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque – Dqa), recepita a livello nazionale dal decreto legislativo n. 152 del 2006, istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque perseguendo gli obiettivi di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo della risorsa, di migliorare lo stato delle acque e assicurarne un utilizzo sostenibile, basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili, nonché di contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità;

    il piano di gestione del distretto idrografico è lo strumento operativo previsto dalla citata direttiva, per attuare una politica coerente e sostenibile della tutela delle acque attraverso un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici alla scala di distretto idrografico. Nell'ambito degli strumenti del piano di gestione sopra citato è stata introdotta l'istituzione degli osservatori per la gestione delle risorse idriche. Gli osservatori rappresentano uno strumento permanente di condivisione delle conoscenze e di dialogo tra enti istituzionali e portatori di interesse ed hanno tra le loro finalità principali quelle di: favorire la raccolta sistematica ed unitaria delle informazioni relative agli scenari climatici ed idrologici e al monitoraggio in tempo reale delle disponibilità e dei consumi idrici, proporre linee strategiche di impiego stagionale delle risorse idriche del distretto, definire gli strumenti tecnici di supporto alla pianificazione del bilancio idrico a scala di bacino e di modalità di reporting idrologico, ambientale ed economico da effettuarsi al termine di ogni anno idrologico,

impegna il Governo:

1) a valutare l'adozione di iniziative per disciplinare con apposite disposizioni normative gli «osservatori permanenti sugli utilizzi idrici» nei distretti idrografici presso le autorità di bacino distrettuali ad oggi affidati a protocolli d'intesa e pertanto costituiti solo come strutture operative volontarie e di tipo sussidiario, a supporto della gestione delle risorse idriche nel distretto idrografico;

2) ad adottare iniziative per prevedere la creazione di un catasto a scala distrettuale, interoperabile con i catasti regionali, delle concessioni delle utilizzazioni delle acque pubbliche, comprensivo dell'indicazione dei punti di prelievo dell'acqua dai corpi idrici, dei punti di restituzione dell'acqua a valle dell'utilizzo, dei valori di portata concessi, del periodo di prelievo, delle tipologia di uso, della scadenza dei titoli, oltre a provvedere all'acquisizione, anche in tempo reale, e all'archiviazione delle misurazioni dei prelievi e delle restituzioni, affinché sia consentito di conoscere la ripartizione idrica tra i diversi usi e di assumere le decisioni per la gestione dell'eventuale emergenza da parte degli organi della Protezione civile e delle altre autorità competenti coinvolte;

3) ad adottare iniziative volte a prevedere una ricognizione puntuale degli scopi delle principali captazioni idriche, anche in vista di piani di riduzione differenziata delle captazioni in caso di emergenza idrica quantitativa e qualitativa in funzione dell'utilizzo primario;

4) a monitorare il completamento delle sperimentazioni sul deflusso ecologico, consentendo l'aggiornamento dei deflussi ecologici a valle delle derivazioni nel rispetto degli obiettivi ambientali fissati dal piano di gestione e di quanto disposto dagli strumenti normativi e attuativi vigenti a livello europeo, nazionale e regionale;

5) ad adottare iniziative volte a rendere pubblici i dati relativi alla concentrazione dei nitrati nelle acque potabili erogate, al fine di consentire un costante monitoraggio della qualità delle acque.
(1-00679) «Federico, Di Lauro, Gallo, Micillo, Ricciardi, Salafia, Scerra, Sportiello, Traversi, Tuzi, Varrica, Zolezzi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione delle acque

gestione delle acque

politica comunitaria dell'ambiente