ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00671

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 709 del 17/06/2022
Abbinamenti
Atto 1/00672 abbinato in data 20/06/2022
Atto 1/00673 abbinato in data 20/06/2022
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 17/06/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
ALBANO LUCIA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
DE TOMA MASSIMILIANO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
RUSSO GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
VINCI GIANLUCA FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 17/06/2022


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/06/2022
Resoconto ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/06/2022
Resoconto CASU ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/06/2022

DISCUSSIONE IL 20/06/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/06/2022

ATTO MODIFICATO IL 23/06/2022

ATTO MODIFICATO IL 11/07/2022

Atto Camera

Mozione 1-00671
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo presentato
Venerdì 17 giugno 2022
modificato
Lunedì 11 luglio 2022, seduta n. 723

   La Camera,

   premesso che:

    turismo e agricoltura costituiscono settori strategici e imprescindibili per l'economia della nostra Nazione, rappresentando complessivamente circa un terzo del prodotto interno lordo;

    nello specifico, il valore aggiunto generato dalle attività turistiche nel nostro Paese costituisce il 13 per cento del prodotto interno lordo e, come recentemente dichiarato anche dal Ministro del turismo, avrebbe le potenzialità di arrivare al 20 per cento, mentre quello del settore agricolo rappresenta circa il 15 per cento;

    a oltre due anni dallo scoppio della pandemia molti fattori ancora ostacolano la reale ripresa di questi comparti e, con essi, di una parte importante dell'economia nazionale;

    tra questi, il problema più urgente, e comune ai due settori, è sicuramente quello della difficoltà nel reperimento della manodopera, soprattutto con riferimento ai profili operativi;

    con particolare riferimento alle imprese del comparto turistico, secondo i dati diffusi da Unioncamere, Federturismo e Anpal, la mancanza di personale per i servizi di alloggio, ristorazione e accoglienza è stimata in circa duecentomila unità, a fronte di un fabbisogno di lavoratori tra maggio e luglio pari a 387.720 persone, che significa che le aziende del comparto riescono ad assumere poco più della metà del personale del quale avrebbero, invece, necessità;

    in particolare, come reso noto da Federturismo, le filiere del turismo più colpite sono l'ospitalità, la ristorazione, i parchi permanenti di divertimento, i bus turistici e linee di granturismo, gli impianti a fune, gli stabilimenti balneari, il settore termale, in ciascuna delle quali si registra una carenza di personale di migliaia di unità in una forbice percentuale generalmente compresa tra il 10 e il 20 per cento;

    nel settore termale la carenza di personale sta, peraltro, ostacolando la fruizione del cosiddetto bonus terme, introdotto dopo la grave crisi patita dal settore nel corso della pandemia dal cosiddetto «decreto agosto» e attualmente prorogato fino al 30 giugno 2022;

    altrettanto allarmanti sono i dati relativi alla carenza di lavoratori stagionali nel comparto agricolo pari, secondo quanto dichiarato da Coldiretti, a circa centomila unità che sarebbero necessarie per garantire le campagne di raccolta estive; nella sola regione Emilia-Romagna, secondo le stime della locale Confagricoltura, servirebbero cinque milioni di giornate lavorative per soddisfare il fabbisogno di manodopera nei frutteti;

    incide negativamente sui redditi percepiti dai lavoratori stagionali l'elevato costo del lavoro che in generale affligge l'intero mondo del lavoro italiano e che si risolve in un abbassamento dei redditi percepiti dai lavoratori;

    pur prescindendo dalle tradizionali criticità del lavoro stagionale legate all'eccessiva tassazione sugli stipendi, le carenze di personale rendicontate negli ultimi anni sono fortemente agevolate anche dall'istituzione del reddito di cittadinanza, che, nato «quale misura fondamentale di politica attiva del lavoro» per conseguire il dichiarato obiettivo di «incentivare l'assunzione di lavoratori giovani», si è rivelato disfunzionale rispetto all'obiettivo;

    con un'incontrastata eterogenesi dei fini, la sua introduzione ha, infatti, determinato una malsana concorrenza tra reddito da lavoro, soprattutto a carattere temporaneo o interinale, e fruizione del sussidio, che dai dati Inps aggiornati al 2022 risulta che sia stato percepito, solo dall'inizio dell'anno, nella misura di almeno una mensilità pari a 585,99 euro in media, da oltre 3,2 milioni di persone, la cui età media si attesta a 36 anni;

    secondo un'analisi longitudinale dei beneficiari del reddito di cittadinanza condotta dall'Inps nel trimestre aprile-giugno 2019, su cento soggetti beneficiari, esclusi minorenni, disabili e altri, quelli teoricamente occupabili erano 60: di questi, 15 non sono mai stati occupati, 25 hanno una posizione contributiva ma non recente e 20 sono ready to work, vale a dire che hanno una posizione contributiva recente, in molti casi Naspi e part-time;

    è di tutta evidenza che il reddito di cittadinanza non ha agevolato l'inserimento professionale dei disoccupati, ma piuttosto ha costituito un disincentivo all'assunzione, quantomeno quella regolare, come ad esempio è emerso anche dal servizio di Non è l'arena, andato in onda il 29 maggio 2022 su La7, nel quale due percettori del reddito hanno rifiutato un contratto di lavoro per conservare il sussidio promosso dal Movimento 5 Stelle, dichiarandosi favorevoli a lavorare in nero;

    come segnalato a più riprese anche dalle competenti associazioni di categoria, infatti, sono centinaia le testimonianze di imprenditori che si sono visti rifiutare delle proposte di assunzione proprio per non decadere dalla fruizione del reddito di cittadinanza;

    la decadenza dalla percezione del sussidio prevista in caso di mancata accettazione di un'offerta di lavoro congrua non costituisce, allo stato, un deterrente efficace, anche perché l'incontro tra domanda e offerta di lavoro avviene, in larga parte, nel mercato privato e al di fuori dell'intermediazione pubblica, e in questa chiave occorre che sia reso possibile per le aziende segnalare i percettori del beneficio che rifiutano un'offerta di lavoro congrua;

    oltre ad aver fallito come politica attiva del lavoro, l'erogazione del sussidio non ha rappresentato neanche la via per risolvere il problema dell'adeguatezza del reddito minimo, come pure si afferma nella «Relazione per Paese 2022-Italia» della Commissione europea, nella quale si legge che: «L'impatto in termini di riduzione della povertà delle prestazioni sociali (escluse le pensioni) registra uno dei valori più bassi dell'Unione europea (21 per cento rispetto alla media dell'Unione europea pari al 33,2 per cento)»; di fatto, per attribuire il beneficio anche a chi sarebbe perfettamente in grado di lavorare non sono stati, invece, aiutati davvero coloro che sono impossibilitati a farlo e che si ritrovano, di conseguenza, in uno stato di povertà;

    a questo si aggiungono le gravi irregolarità nella fruizione del beneficio accertate dalle forze dell'ordine: dal report dell'Arma dei carabinieri risulta che nel solo anno 2021, a seguito di verifiche e controlli effettuati su 156.822 persone, pari a circa il 5 per cento dei percettori del reddito di cittadinanza, è emerso che oltre 40 milioni di euro sono stati indebitamente percepiti da parte di soggetti che non ne avevano titolo;

    i controlli hanno rivelato anche che, nella maggior parte dei casi, le irregolarità riguardano la mancanza dei necessari requisiti di cittadinanza, anagrafici e di residenza, il possesso di beni immobili e auto o la commissione di reati, tutte circostanze che avrebbero dovuto e potuto essere verificate preventivamente se fossero stati effettuati debitamente i necessari controlli prima dell'erogazione del sussidio;

    dai dati citati emerge con chiarezza che il reddito di cittadinanza non solo non agevola l'inserimento professionale dei disoccupati e non aiuta chi si trova effettivamente in stato di povertà, ma è troppo spesso attribuito a chi non ne ha diritto, con un danno rilevantissimo per lo Stato;

    le difficoltà nel reperimento della manodopera rischiano di costituire un problema gravissimo per l'organizzazione della riapertura e potrebbero minare le aspettative di recupero delle aziende di questi due importanti settori, che, in assenza di misure adeguate e tempestive, rischiano di subire, dopo il danno della pandemia, anche quello di non poter agganciare al meglio il treno della ripresa a causa dell'indisponibilità di sufficienti maestranze;

    nella seduta del 15 giugno 2022 il Consiglio dei ministri ha adottato un pacchetto di misure «per la semplificazione delle procedure di ingresso dei lavoratori stranieri allo scopo di favorire, anche in relazione agli investimenti e agli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, l'immissione di manodopera nei settori produttivi che hanno espresso il maggiore fabbisogno»;

    appare difficile comprendere le ragioni di tali misure laddove le stesse non siano subordinate alla previa verifica dell'impiego, nei citati settori produttivi, dei percettori del reddito di cittadinanza;

    alla questione della carenza di personale, che rende materialmente difficile la ripartenza di questi settori, si somma poi il problema dei rincari dell'energia, delle materie prime e di altri materiali assolutamente indispensabili per l'esercizio dell'attività d'impresa, come, ad esempio, i fertilizzanti in agricoltura, e, dall'altro lato, le difficoltà di approvvigionamento degli stessi beni;

    ##in particolare, il settore agro-alimentare è in sofferenza per il caro dei fertilizzanti, dei mangimi, dell'energia, delle terre rare e delle produzioni tecnologiche, nonché per l'aumento dei costi di trasporto e imballaggio e, in radice, per la scarsità di materie prime, resi più gravi dal crollo dei raccolti in Canada, primo Paese al mondo per produzione di grano tenero, e dall'invasione russa in Ucraina, che ha portato all'interruzione di tutti i canali di fornitura relativi all'area strategica del Mar Nero e al blocco temporaneo delle esportazioni di materie prime agricole dai due Paesi verso i mercati occidentali;

    in questo contesto di grave dipendenza alimentare ed energetica, variamente segnalato nel corso del 2021, era inevitabile che le variazioni di mercato avrebbero comportato rincari nella nostra Nazione, quantificabili, nel comparto mangimistico, nel 90 per cento; per l'orzo e la soia nel 40 e nel 12 per cento; nel settore lattiera-caseario, nel 20 per cento; nel settore degli imballaggi e, più in generale, logistico, nel 30 per cento per il vetro, 15 per cento per il tetrapak, 35 per cento per le etichette, 45 per cento per il cartone, 60 per cento per i barattoli di banda stagnata, nel 70 per cento per la plastica. A questi aumenti devono aggiungersi quelli derivanti dal trasporto su gomma, superiori del 25 per cento, e dal trasporto marittimo, incrementati dal 400 al 1.000 per cento;

    ##secondo il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'economia agraria l'attuale livello dei rincari e della conseguente speculazione va stimato in oltre 15.700 euro e sfiora i 47.000 euro per stalle da latte e i 99.000 euro per gli allevamenti di granivori, con un impatto che supera i 9 miliardi di euro; il danno economico che queste aziende nazionali stanno patendo, quindi, è serissimo: almeno una su dieci si dirige verso la cessazione dell'attività, considerato che solo il 10 per cento del prezzo del prodotto finale viene riconosciuto al produttore e che, in molti casi, sono addirittura costrette a lavorare in condizione di reddito negativo;

    oltre ad affossare le nostre imprese, questo aumento dei costi si converte in inflazione dei prodotti alimentari e grava, quindi, inesorabilmente sui consumatori finali, già vessati dalla dinamica di mancata crescita dei salari italiani a parità dei principali competitor europei;

    il rincaro di energia e materie prime pesa anche sul settore turistico-alberghiero, le cui potenzialità rischiano di uscire annichilite da costi sempre crescenti, sia fissi sia eventuali ma essenziali nell'attuale contesto di incontro della domanda e dell'offerta, nonché dalla decisione di mettere all'asta le concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative;

    quanto ai costi fissi, solo parzialmente attenuati nel corso della pandemia da misure di sostegno, occorre tenere conto che per le imprese turistiche-alberghiere la questione dei rincari, specie energetici, ha un peso specifico maggiore, dal momento che di regola l'attività lavorativa a pieno regime non copre l'intero anno, ma solo alcuni periodi di esso;

    ai costi fissi si aggiungono quelli applicati dalle grandi online travel agencies (cosiddette «Ota») straniere, che oscillano tra il 12 e il 20 per cento della somma incassata come corrispettivo della fornitura del singolo servizio, che sono solo apparentemente costi facoltativi; infatti, in un sistema di offerta profondamente mutato, nel quale gli operatori tradizionali devono convivere con le piattaforme collaborative e i grandi player dell'intermediazione, è evidente che l'ospitalità sulle piattaforme del web è indispensabile e che, di conseguenza, l'eccessiva onerosità della commissione pagata, quando non osta all'accesso del piccolo imprenditore, sicuramente penalizza le strutture;

    drammatico per le imprese che gravitano nel settore e gestiscono in particolare stabilimenti balneari, porti turistici, alberghi e altri pubblici esercizi è stato anche l'impatto della decisione di arrestare al 31 dicembre 2023 l'efficacia delle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative attualmente in essere, in esito alla sentenza n. 18 del 2021 del Consiglio di Stato, che ha ritenuto gli atti di proroga rilasciati dall'amministrazione, finanche in seguito ad un giudicato favorevole, tamquam non essent, per asserito contrasto con norme europee direttamente applicabili della legge di bilancio per il 2019, che ne aveva disposto la prosecuzione fino al 2033;

    sull'errato presupposto interpretativo, in primo luogo, che questa concessione sia di servizi, anziché di beni e, in secondo luogo, che nel settore il numero delle autorizzazioni sia limitato dalla scarsità delle risorse, presupposto per l'applicazione della cosiddetta «direttiva Bolkestein», è stato operato un intervento di taglio lineare, assolutamente inadeguato e che sta comportando non solo il fallimento di migliaia di imprenditori, il cui affidamento sulla validità della norma statale doveva essere tutelato, ma anche l'abbandono e il degrado delle nostre coste;

    simili errori interpretativi sull'applicabilità dei princìpi espressi dalla «direttiva Bolkestein» coinvolgono anche altre due categorie fondamentali nel settore turistico, vale dire gli esercenti la professione di guida e gli esercenti dei servizi di trasporto pubblico locale non di linea, testualmente esclusi, invece, dal campo di applicazione della direttiva dai considerando 17 e 21, nonché dall'articolo 2, paragrafo 2, lettera d), della medesima;

    ai problemi esposti e, in particolare, all'emergenza scaturita dalla carenza di personale deve essere data una soluzione in via immediata; infatti, come dichiarato proprio dal Ministro del turismo in occasione della presentazione della seconda edizione della ricerca «Comunicazione, media e turismo», appena un mese fa, la domanda di servizi turistici è in crescita: «Per la prima volta dopo anni abbiamo un dato di riempimento delle strutture ricettive superiore di dieci punti percentuali rispetto alla Spagna che è il nostro concorrente più forte»; in particolare, «a maggio 2022 il Belpaese è al primo posto con il 32,5 per cento contro il 21,9 per cento della Spagna, mentre a giugno 2022 l'Italia è leader nell'andamento delle prenotazioni, facendo meglio di Spagna, Francia e Grecia. Ottime premesse, ma l'industria turistica si scontra con il problema della carenza di personale, degli stagionali, perché in vista dell'estate 2022 mancano 300-350 mila addetti»;

    le medesime considerazioni valgono per il comparto agricolo, che si trova in prossimità delle grandi campagne di raccolta e le cui inefficienze producono effetti preoccupanti proprio nel medio e nel lungo periodo, neutralizzando le prospettive di crescita del comparto e che rischiano di determinare la mancata commercializzazione dei nostri prodotti agricoli,

impegna il Governo:

1) al fine di garantire le condizioni per la ripresa e la crescita di questi fondamentali comparti dell'economia nazionale, ad assumere urgenti iniziative, anche di carattere normativo, volte a colmare le carenze di personale nel settore agro-alimentare e turistico-alberghiero, e, in tale ambito:

   a) a prevedere che l'impiego dei percettori del reddito di cittadinanza secondo il meccanismo dei progetti utili alla collettività a titolarità dei comuni (cosiddetti Puc) sia esteso anche alle attività svolte per garantire esigenze dirette e indirette dell'economia dei comuni e in favore delle imprese dei comparti di cui in premessa, ovvero che l'erogazione del reddito di cittadinanza sia sospesa fino alla totale copertura dei posti di lavoro vacanti nei comparti agricolo e turistico, destinando le risorse rivenienti da tale sospensione all'aumento delle pensioni sociali, degli assegni di invalidità e delle somme riconosciute a titolo di reddito di cittadinanza in favore dei soggetti che non possono lavorare;

   b) conseguentemente, in relazione a quanto previsto dalla lettera a), a sancire la decadenza dalla fruizione del reddito di cittadinanza per i soggetti che rifiutano di svolgere i progetti utili alla collettività a titolarità dei comuni ovvero non adempiano ad altre attività che devono svolgere a beneficio della collettività;

   c) sempre in funzione di quanto previsto dalla lettera a), a stabilire la sospensione dal beneficio del reddito di cittadinanza nel caso in cui il percettore si renda irreperibile di fronte alla richiesta della competente amministrazione comunale della sua disponibilità a svolgere i progetti utili alla collettività a titolarità dei comuni;

   d) ad adottare le opportune modifiche normative volte a prevedere che, ai fini dell'erogazione del reddito di cittadinanza, rientrino nella nozione di offerta congrua le offerte di lavoro proposte ai beneficiari direttamente dai datori di lavoro privati, con particolare riferimento a quelli operanti nei settori di cui in premessa, e che la mancata accettazione dell'offerta debba essere comunicata dal datore di lavoro privato al centro per l'impiego competente per territorio ai fini della decadenza dal beneficio;

   e) a verificare quali misure siano state adottate dagli uffici di collocamento e dall'Inps in relazione alle politiche attive del lavoro, che dovrebbero rappresentare uno dei pilastri del reddito di cittadinanza, per colmare le carenze di personale nei settori economici di cui in premessa;

   f) a subordinare la determinazione del numero di lavoratori stranieri da includere nel prossimo «decreto flussi» per colmare le carenze di lavoratori nei già citati settori produttivi alla preventiva rigorosa verifica della possibilità di destinare alla medesima finalità i percettori del reddito di cittadinanza;

   g) a disporre la reintroduzione dei voucher per i lavoratori impiegati nel settore agricolo e nel settore turistico-alberghiero;

   h) ad adottare le iniziative necessarie per ridurre del 50 per cento l'addizionale Irpef sui contratti di lavoro stagionali nei comparti di cui in premessa, finanziando la misura attraverso i risparmi conseguenti alla minore spesa sostenuta per l'erogazione dei reddito di cittadinanza;

2) ad assumere iniziative per garantire alle filiere nazionali agro-alimentari un adeguato sostegno, in primo luogo attraverso la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di materie prime agricole e dei prodotti indispensabili allo svolgimento dell'attività di impresa, adottando, al contempo, tutte le misure necessarie per garantire la redditività dei produttori a fronte dei continui rincari di mercato;

3) ad assumere le necessarie iniziative presso i competenti tavoli europei, volte al contenimento dei costi dell'energia, delle materie prime e degli altri beni e prodotti indispensabili allo svolgimento dell'attività di impresa, e al contrasto delle attività di speculazione in corso sui mercati delle materie prime agricole;

4) ad adottare iniziative per prevedere come parametri di accesso per le misure di sostegno a favore dei settori economici di cui in premessa colpiti dalle ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina la variazione dei costi fissi in relazione all'energy crunch e la corrispondente variazione di fatturato rispetto alla fase antecedente al conflitto o, se più favorevole al beneficiario, antecedente alla pandemia da COVID-19;

5) a elaborare e proporre nelle competenti sedi europee le modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ai sensi dell'articolo 21 del regolamento (UE) n. 2021/241, volte a permettere una più efficiente allocazione delle risorse nei comparti del turismo e dell'agroalimentare a fronte della crisi economica in atto;

6) a promuovere l'apertura dei necessari tavoli europei per rimodulare in modo organico le iniziative quali Next Generation EU, Green New Deal, REPowerEU e la politica agricola comune e, ove applicabile e necessario, la politica comune della pesca, nell'ottica dell'incentivo alla produzione nazionale di prodotti alimentari e dell'abbandono di strategie energetiche eccessivamente dannose per i comparti industriali europei del settore agroalimentare, fronteggiando le gravi ripercussioni sulle fasce di popolazione meno abbienti conseguenti alla crisi internazionale di energia e materie prime;

7) ad adoperarsi in sede europea al fine di sostenere l'inapplicabilità della direttiva 2006/123/CE al settore delle concessioni demaniali marittime, fluviali e lacuali per finalità turistico-ricreative, rilevando altresì che, ex articolo 195 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in materia di turismo l'Unione europea può limitarsi soltanto ad una politica di accompagnamento e richiedendo un trattamento equo e non discriminatorio rispetto ad altri Stati europei, come Spagna e Portogallo, che hanno prorogato le concessioni senza alcuna contestazione da parte dell'Unione europea;

8) ad assumere ogni iniziativa di competenza per escludere le guide turistiche dall'ambito di applicazione della «direttiva Bolkestein», a salvaguardia dell'interesse prevalente alla tutela del patrimonio artistico-culturale della Nazione e delle competenze professionali che vi operano, e per escludere gli operatori di trasporto pubblico locale non di linea, in considerazione dell'importante ruolo che essi svolgono nel comparto turistico, da forme di liberalizzazione già escluse dalla stessa normativa europea;

9) ad adottare le opportune iniziative, anche normative, per ridurre i costi fissi delle imprese che gravitano nel settore turistico-alberghiero nonché per promuovere la digitalizzazione dell'offerta turistica per chi ancora non riesce a essere visibile e accessibile in rete o trova eccessivamente onerose le commissioni pagate alle on-line travel agency (Ota) e per ridurle.
(1-00671) (Ulteriore nuova formulazione) «Lollobrigida, Meloni, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

turismo

settore economico

infrastruttura turistica