ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00632

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 679 del 20/04/2022
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 20/04/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
ALBANO LUCIA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
DE TOMA MASSIMILIANO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
RUSSO GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
VINCI GIANLUCA FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 20/04/2022


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00632
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo di
Mercoledì 20 aprile 2022, seduta n. 679

   La Camera,

   premesso che:

    la crisi economica che ha investito l'Europa a partire dal 2020 con l'inizio della pandemia sta subendo un ulteriore aggravamento a causa del conflitto tra Russia e Ucraina attualmente in corso; l'incertezza sulla durata della guerra e il continuo inasprimento delle sanzioni contro la Federazione russa pongono l'Europa di fronte a uno scenario drammaticamente instabile e rispetto al quale occorre ideare sin da subito efficaci strategie di adattamento se si vuole scongiurare il rischio di entrare in una fase di recessione suscettibile di determinare gravissime ricadute sul tessuto non solo economico e produttivo ma, soprattutto, sociale;

    certa di andare incontro alla ripresa dopo le difficoltà delle stagioni del COVID-19, l'Europa si trova, invece, ora più che mai costretta ad affrontare uno scenario economico preoccupante e dagli sviluppi incerti;

    per fronteggiare la crisi economica conseguente alle restrizioni che i singoli Stati hanno dovuto adottare per contrastare la diffusione del virus SARS-Cov-2, l'Unione europea ha messo in campo diversi strumenti: il primo è stata l'attivazione, per la prima volta dalla sua introduzione nel 2011, della clausola di salvaguardia prevista dal Patto di stabilità e crescita, per effetto della quale gli Stati membri sono stati autorizzati a deviare dal percorso virtuoso verso l'obiettivo di medio termine delineato nel Psc per far fronte ad una situazione contingente che richiede interventi immediati, senza, tuttavia, compromettere la sostenibilità del bilancio a medio termine;

    è stato così consentito, fino al momento della disattivazione della clausola di salvaguardia, attualmente prevista a partire dal 2023, il superamento dei due valori di riferimento per il disavanzo pubblico, fissati nella misura del tre per cento per il rapporto tra disavanzo eccessivo, previsto o effettivo, e prodotto interno lordo ai prezzi di mercato, e nella misura del sessanta per cento per il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo;

    gli ulteriori strumenti messi in campo dall'Unione sono, invece, stati essenzialmente rivolti a fornire un sostegno finanziario diretto agli Stati membri per attenuare le conseguenze socioeconomiche della crisi Covid-19, e si sono concretizzati principalmente nella misura di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (Sure), finalizzato ad aiutare le persone a mantenere il proprio posto di lavoro durante la crisi fornendo prestiti a condizioni agevolate per coprire parte dei costi connessi alla creazione o all'estensione di regimi nazionali di riduzione dell'orario lavorativo, e il programma Next Generation EU;

    quest'ultimo è un fondo istituito con il regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio del 14 dicembre 2020, che prevede una dotazione finanziaria complessiva di 750 miliardi di euro, di cui 390 destinati a sovvenzioni e 360 a prestiti; per costituire questa dotazione alla Commissione europea è stato conferito il potere di contrarre prestiti sul mercato dei capitali per conto dell'Unione;

    l'Italia è il maggiore beneficiario del Recovery and resilience facility, con circa il 28 per cento del totale dei fondi a disposizione, e diversamente da tutti gli altri grandi Stati dell'area euro ha scelto di utilizzare non solo i relativi benefici ma anche l'intero ammontare dei relativi prestiti, oltre ad aver costituito un Fondo nazionale aggiuntivo per oltre trenta miliardi di euro e varato documenti di bilancio che prevedono consistenti spese pubbliche in disavanzo;

    durante la pandemia, inoltre, l'Italia ha puntato su forti e poco selettivi incrementi della spesa pubblica al fine di sostenere i redditi delle imprese e delle famiglie, scelta che ha determinato che, nonostante il già abnorme livello nel rapporto fra debito pubblico e Pil preesistente alla pandemia, il nostro sia stato lo Stato membro dell'area euro che ha fatto segnare il maggior incremento di tale rapporto nel 2020;

    da quanto esposto appare chiaro, quindi, che se la crescita non si manterrà strutturalmente superiore al tre per cento almeno fino al 2030 la questione del debito pubblico rischia di assumere dimensioni pericolose, posto che nei prossimi due o tre anni l'Europa dovrà ridiscutere il Piano di stabilità e crescita, con la reintroduzione delle regole fiscali europee riguardanti i bilanci nazionali, mentre la Banca centrale europea dovrà impostare un rientro dalle politiche monetarie espansive praticate sin qui, rientro, peraltro, già annunciato proprio negli scorsi giorni;

    appare evidente come in questo fragile scenario il conflitto russo-ucraino si stia già trasformando in un fattore dirimente per l'impiego delle risorse del Piano di ripresa e resilienza e potrebbe sollecitare un cambiamento delle voci di spesa;

    come rilevato dall'European Fiscal Board, organo consultivo della Commissione, già nel Rapporto annuale 2021, tornare alla semplice applicazione del Patto di stabilità e crescita pre-pandemico sarebbe «impossibile e comunque insensato, a causa di un contesto macroeconomico radicalmente mutato» ribadendo che «non bastano semplici riaggiustamenti delle regole attuali» ma «serve un ripensamento profondo e complessivo dell'intera struttura della governance economica europea»;

    il conflitto tra Russia e Ucraina sta determinando conseguenze gravose anche per l'Europa: un drammatico aggravamento della crisi degli approvvigionamenti energetici, alimentari e delle materie prime, e il conseguente rincaro dei costi dei relativi prodotti: il solo costo addizionale dell'energia per imprese e famiglie nel 2022 è stimato in circa sessanta miliardi di euro; il rincaro delle derrate alimentari ha determinato un aumento dei prezzi sia nei mercati all'ingrosso che al dettaglio provocando sia una crisi delle aziende di produzione e trasformazione dei prodotti agricoli, sia un aumento dei costi della spesa per le famiglie; gli incrementi hanno interessato anche materie prime essenziali alla nostra industria come nickel (+50 per cento), ferro (+39 per cento), rame (12 per cento), ghisa (+29 per cento), alluminio (+19 per cento), zinco (+17 per cento), legno (+10 per cento) che, oltretutto, cominciano a scarseggiare sul mercato;

    appare evidente come questa congiuntura economica internazionale rischi di vanificare qualunque sforzo per la ripresa da parte degli Stati membri dell'Unione europea nonostante gli strumenti messi in campo per sostenere il loro tessuto produttivo se non si adotteranno ulteriori interventi a tutela delle economie nazionali,

impegna il Governo:

1) ad adoperarsi per la proroga della sospensione del Patto di stabilità e crescita, sino al completamento di una riforma dei vincoli di bilancio ivi previsti che possa scongiurare gli effetti negativi che l'applicazione di tali vincoli potrebbe determinare sulle economie nazionali nell'attuale congiuntura economica mondiale;

2) a promuovere la sospensione della normativa dei cosiddetti aiuti di Stato sino al termine della emergenza, consentendo agli Stati membri interventi a tutela e difesa del tessuto imprenditoriale più fortemente penalizzato dai riflessi economici interni delle sanzioni;

3) con riferimento alle politiche economiche, ad adottare iniziative nelle competenti sedi europee per pervenire a una condivisa revisione del Next Generation EU e, conseguentemente, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla luce del mutato contesto geopolitico e socio-economico;

4) ad assumere ogni iniziativa necessaria in ambito europeo per proporre la revisione dei valori di riferimento contenuti nell'articolo 1 del Protocollo n. 12 sulla procedura per i disavanzi eccessivi di cui all'articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

5) a valutare l'opportunità di promuovere l'introduzione di una regola sul debito, differenziata per i singoli Stati membri;

6) ad assumere ogni iniziativa necessaria in ambito europeo volta a promuovere, in ogni caso, prima della disattivazione della clausola di salvaguardia, prevista per il 2023, la definizione di un piano di rientro graduale nei valori di riferimento previsti dall'articolo 1 del Protocollo n. 12 sulla procedura per i disavanzi eccessivi di cui all'articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

7) a promuovere l'istituzione di un apposito Fondo, alimentato con risorse europee, volto a compensare i danni economici sopportati dai singoli Stati in conseguenza della crisi di approvvigionamenti in atto;

8) a promuovere in ogni caso un Fondo europeo volto a mitigare gli effetti dell'aumento dei prezzi dell'energia e a sostenere le imprese più penalizzate e i cittadini più vulnerabili;

9) ad adoperarsi per la creazione di un Fondo comune volto alla rilocazione e al rimpatrio delle attività strategiche localizzate anche solo parzialmente all'esterno dei confini europei (reshoring), apprezzata la fragilità, sia nel contesto dello shock pandemico che nel contesto dello shock energetico acutizzato dal conflitto in atto, del sistema produttivo europeo determinata dalla eccessiva interdipendenza economica e delle cosiddette catene globali dei valori.
(1-00632) «Lollobrigida, Meloni, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

conseguenza economica

zona euro

approvvigionamento